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Commento al Vangelo di S. Giovanni, di don Dolindo Ruotolo, parte 7

Commento al Vangelo di S. Giovanni, di don Dolindo Ruotolo

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di un ciclo di meditazioni sul testo “Commento al Vangelo di S. Giovanni” di don Dolindo Ruotolo di venerdì 26 agosto 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 25, 1-13)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Commento al Vangelo di S. Giovanni, di don Dolindo Ruotolo, parte 7

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 26 agosto 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo venticinquesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 1-13.

Oggi è un giorno di particolare festa, perché ricordiamo la transverberazione di santa Teresa di Gesù. Chi non sa che cosa sia la transverberazione, vada su internet, clicchi e scoprirà questo elevatissimo dono mistico.

Andiamo avanti con la nostra lettura e il nostro commento al libro di don Dolindo sul commento ai quattro evangelisti: in particolare, ci stiamo concentrando sul capitolo quindicesimo di san Giovanni.

L’apostolato, che è carità eminentemente spirituale, non si può fare senza venire in urto col mondo, poiché sta agli antipodi del suo spirito e delle sue aspirazioni. Il mondo odia i ministri e i servi di Gesù Cristo perché prima di tutto ha odiato e odia Lui. Ignora Dio e ignora il Redentore, ma la sua ignoranza è colpevole, perché rifiuta la Parola di Dio, disprezza i segni che Egli ha dato della sua verità e finisce per odiare anche Dio stesso.

Quindi l’apostolato è una carità eminentemente spirituale, anche gli apostolati, diciamo così, più concreti possibili, essendo apostolati cristiani, hanno sempre questo taglio spirituale. Ora: vivere l’apostolato significa venire in odio al mondo, perché il mondo, odiando Gesù, odia i suoi ministri. 

Voi mettete in una parrocchia un bravo sacerdote che fa il sacerdote e che predica secondo verità e state tranquilli che nel giro di brevissimo tempo si scateneranno, oltre l’ammirazione, anche l’odio. L’odio perché la sua predicazione non accarezza l’orecchio degli uditori, ma dice ciò che è vero. Quindi noi non vogliamo sentirlo… 

Il mondo, di fatto, odia Gesù anche se lo ignora, non ne conosce granché; ora, questa ignoranza – dice don Dolindo – è una ignoranza colpevole perché, da una parte rifiuta la Parola di Dio, e dall’altra disprezza i segni che Dio ha dato della sua verità, arrivando a odiare Dio stesso. È chiaro che dentro a questo modo di vivere non ci può essere che odio verso i veri ministri di Gesù; è chiaro che, se uno vive l’apostolato in modo corretto, si scatena questo odio.

Gesù Cristo, parlando agli Apostoli dell’unione che dovevano avere con Lui per amare Dio e il prossimo e per fare l’apostolato, parlò anche delle persecuzioni che il mondo avrebbe fatto loro, per dire che l’Eucaristia doveva essere la loro forza in quegli aspri cimenti. 

Quindi l’Eucarestia come forza per riuscire a resistere e a combattere di fronte alle persecuzioni.

Egli sintetizzò in poche parole le varie fasi delle persecuzioni dirette contro di essi e contro la Chiesa nei secoli: prima l’odio contro di loro, quindi l’avversione al sacerdozio e alla Chiesa, odio simile a quello avuto contro di Lui, che si sarebbe manifestato nell’opposizione al divino ministero, nell’irruenza, nella violenza e nella morte. Poi quest’odio sarebbe divenuto rinnegamento formale della sua Divinità e della sua missione, in un razionalismo miscredente e persecutore che avrebbe ignorato Colui che l’aveva mandato, negandone i miracoli e la dottrina. E infine l’odio sarebbe diventato guerra aperta a Dio: Hanno odiato me e il Padre mio.

Il vero discepolo, il vero ministro di Gesù è immerso nell’odio del mondo che lo circonda; per questo deve essere estremamente accorto e prudente. Evitare tutte le trappole che gli vengono preparate non è facile!

Gli Apostoli sarebbero stati avversati per il Nome di Gesù, e i loro nemici li avrebbero perseguitati rinnegandone la divina missione; questo sarebbe stato il seguito della persecuzione scatenata contro di Lui dai Giudei. La Chiesa sarebbe stata ugualmente perseguitata e si sarebbero così doppiamente avverate le parole della Legge, cioè dell’Antico Testamento (Sai 68,5): Mi odiarono senza motivo. Avevano odiato Lui senza ragione e avrebbero odiato allo stesso modo gli Apostoli e la Chiesa. In questa irruzione di odio satanico, la forza degli Apostoli e della Chiesa sarebbe stata l’unione con la sua vita, per cui sarebbero stati una sola cosa con Lui, e la pienezza dei doni e delle grazie dello Spirito Santo, che li avrebbe resi capaci di compiere la missione loro affidata. 

Dentro a tutto questo odio noi abbiamo l’Eucarestia, che è la nostra forza, e lo Spirito Santo che ci rende capaci di compiere la missione che Dio ci ha dato. 

Con la prossima volta concluderemo e vedremo gli effetti per la nostra vita spirituale. Credo che questo ultimo paragrafo sarà molto, molto utile per molti di noi.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

 

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