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Abbandono interiore: cos’è? pt2 – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.40

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Abbandono interiore: cos’è? parte 2 – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.40
Lunedì 29 aprile 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 25, 1-13)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dàteci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compràtevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, àprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 29 aprile 2024. Celebriamo quest’oggi la festa di santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal venticinquesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 1-13.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Ieri siamo proprio arrivati a questo paragrafo dal titolo “Cos’è?”, e stiamo vedendo in cosa consiste quest’abbandono interiore del Tabernacolo. Ieri abbiamo visto che non andare con l’anima — che è l’abbandono interiore del Tabernacolo — vuol dire il non meditare (su quello che abbiamo già detto), non prepararsi e non avere una grande pulizia interiore. E lui aggiunge:

e vivo appetito

cioè desiderio! Devo avere un desiderio, un vivo desiderio di Gesù, non una noia! 

Poi scrive:

né assapora, né apprezza quell’alimento

cioè, manca il gusto, manca l’apprezzamento. Uno può mangiare anche con noia, può mangiare con disgusto, può mangiare con svogliatezza, può mangiare perché deve mangiare, ma è diverso da quando mangia e dice: “Mamma mia, che desiderio che avevo che arrivasse giugno per mangiarmi questo bellissimo cesto di ciliegie rosse!”. Questo è uno che apprezza, che assapora, che gusta, che desidera quell’alimento, piuttosto di uno che si trova il broccolo bollito e dice: “Vabbè, devo mangiarlo, non ho proprio voglia, ma lo devo mangiare: mangiamo ‘sto broccolo!”, è diverso. 

Poi prosegue:

non parla né ascolta l’Ospite che la visita

non c’è dialogo con Gesù; “non parla e non ascolta l’Ospite”; terribile! 

“Ma allora, perché sei andato? Perché vai in chiesa? Perché vai davanti al Tabernacolo? Perché fai la Comunione? Se non parli e non ascolti, cosa sei andato a fare?” 

Però, poi, stanno mezz’ora fuori, o peggio ancora in chiesa, a chiacchierare. Quindi, stare in silenzio dopo la messa, dopo aver fatto la comunione, per stare con Gesù, ascoltare Gesù e parlare con Gesù: no, non c’è tempo; per stare fuori dalla chiesa, magari al freddo, magari sotto la pioggia: ah, quello va bene; oppure — peggio ancora — per stare in chiesa ancora a chiacchierare, dopo aver fatto la Comunione. Questo è l’abbandono interiore: non esserci con l’anima che — lui scrive:

non si presta a raccogliere e a custodire le grazie che questo le porta…

capite, non raccoglie, non custodisce le grazie

… gli avvisi che le dà, gli esempi che le insegna, i desideri che le suggerisce, la corrispondenza d’amore che le impone…

È tutto quello che vi dicevo qualche giorno fa, quando vi dicevo: vi verranno quelle intuizioni, quelle idee, quelle cose. Raccoglietele! Segnatele! Non dite mai: tanto me le ricordo; perché non è vero! Siccome non vengono da noi, non ce le ricordiamo, quindi segnatevele. Infatti vedrete che voi ve le segnate — fate la prova — poi andate a casa e dite: “Vabbè, stasera vedrai che me le ricordo”; la sera vedrete che non vi ricorderete niente di quello che avete in mente in quel momento; lo andate a rileggere e dite: “Sì, era proprio così”.

Questo è non esserci con l’anima.

Quante, quante volte il Maestro dovrà ripetere, interiormente respinto — interiormente respinto!! — da certi comunicanti e visitatori…

cioè, si sente respinto interiormente da gente che va a visitare il Tabernacolo oppure che Lo riceve nell’Eucaristia, anche se questi visitatori comunicanti hanno un aspetto esteriore umile e devoto. 

“Quante volte il Signore dovrà ripetere”:

«Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lungi da Me! …».

Tu puoi fare un grande canto al Signore, eppure Lui sentirsi interiormente respinto; tu puoi avere un atteggiamento esteriore umile e devoto, ma interiormente niente, e Lui si sente respinto.

Un esempio

E affinché la definizione e la tipologia di abbandono interiore entrino e si incidano profondamente nell’anima di chi legge queste righe, e affinché per anticipazione si veda la portata e il significato di questo male, cerco nel Vangelo degli esempi che lo chiariscano. Ah! se solo non fosse tanto vivida ed espressiva la scena della prima Comunione che fu data sulla terra, dalle mani dello stesso divino Autore!

Ma questo lo vedremo domani. È vero che oggi abbiamo fatto pochissimo, non ha importanza. Domani vedremo questo paragrafo, che si chiama:

La prima comunione e il primo abbandono interiore

Lui ci porterà questo esempio della prima Comunione data sulla terra, dalle mani dello stesso Gesù.

Quindi, tra ieri e oggi abbiamo visto che cos’è questo abbandono interiore. E io dico: perché non proviamo a farci un piccolo vademecum, dei punti che ci segniamo e che, prima di andare in chiesa per la visita o per la Santa Messa, rileggiamo e diciamo: “Attento! Va bene andare col corpo, ma guarda che, se non fai questo, non fai questo, non fai questo, non fai questo, non fai questo… tu non ci stai andando con l’anima. Guarda che, se non fai queste cose, tu stai abbandonando interiormente il Signore. Guarda che, se non fai queste cose, interiormente stai respingendo il Signore”.

Fatelo per un mese, vedrete come cambiano le cose. Perché, sapete, poi, una meditazione si dimentica, passa, ma questi sono punti veramente molto importanti, non perché li ho detti io, ma perché li ha detti lui molto bene. San Manuel descrive perfettamente questo abbandono interiore, e lo descrive perfettamente perché lui è un innamorato dell’Eucaristia: solo un innamorato dell’Eucarestia può parlare in questo modo.

Bene, allora, in preparazione a domani, quando vedremo La prima comunione e il primo abbandono interiore, oggi dedichiamo solo questi dieci minuti scarsi alla meditazione, in modo tale che adesso il resto del tempo lo avete per potervi mettere giù questi punti fondamentali. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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