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Le Litanie Lauretane: Vas spirituale

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 17 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Le Litanie Lauretane: Vas spirituale

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 17 maggio 2022.

Vi dico subito che ci sono alcune ricorrenze molto importanti che vi voglio segnalare.

Inizia oggi, per chi vuole, la novena alla Vergine Maria di Caravaggio; a chi non conosce questa bella apparizione, consiglio di andare a leggerla, e chi abita vicino, a maggior ragione, inizi la novena.

Oggi ricorre anche l’anniversario della canonizzazione di Santa Teresina, quindi è l’occasione anche per andarsi a vedere l’anno in cui fu canonizzata. È una sua festa, quindi possiamo festeggiarla e chiederle anche qualche grazia, qualche rosa dal cielo.

Poi, oggi, è San Pasquale Baylon. Non ho tempo di parlarvi di questo Santo molto importante ma vi consiglio di andare a leggere qualcosa su di lui, perché è veramente una figura bellissima.

Bene, veniamo a noi. Abbiamo letto il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XIV di San Giovanni, versetti 27-31.

Gesù ci dà la sua pace, ma la pace di Gesù non è la pace che noi conosciamo in questo mondo, è un’altra pace. È innanzitutto la pace del cuore, la pace della coscienza, la pace della mente, la pace dei nostri sensi, la pace della persona, ed è una pace crocifissa, perché chi la dà è un crocifisso. Quindi, è una pace che si accompagna col dolore, con la sofferenza.

Poi, un’altra cosa importante che voglio segnalarvi di questo Vangelo bellissimo, è questa: noi siamo dentro a due regni, questo deve essere chiaro. Gesù è il Re dell’Universo, Gesù è Re, Gesù è il Leone della Tribù di Giuda, e il leone è il re della foresta. Quindi Gesù si propone quale Re, Lui è “il Re”.  Poi c’è il principe, c’è quello che Gesù chiama “principe”, non re. Il principe è sempre qualcosa di meno del re: c’è il re e poi ci sono i principi, che possono essere anche più di uno. Il re è uno solo, invece i principi possono essere anche di più, però comunque il principe è una figura che ha un suo regno. Il regno del principe di cui parla Gesù è il mondo, e sta parlando del Suo nemico, il diavolo.

Le radici di questa inimicizia affondano nella notte dei tempi, quando Lucifero si ribellò al progetto dell’Incarnazione. Per Lucifero, inchinarsi a adorare Dio andava bene, non c’era nessun problema, ma non gli andava bene inchinarsi a adorare un Dio fatto uomo, che quindi assumeva la natura umana, che è inferiore in dignità alla natura angelica.

Lui era l’Angelo migliore (perché Lucifero è portatore di luce, per cui era quello più vicino a Dio, era l’Angelo più meraviglioso), quindi, umiliarsi nell’atto dell’adorazione e del riconoscimento verso Dio fatto uomo, che assume la natura umana, questo no, questo non era possibile, non era tollerabile per lui.

Lui, in quanto Angelo, in quanto Lucifero, in quanto portatore di luce, in quanto Angelo più vicino a Dio, non poteva certo accettare di mettersi in ginocchio davanti alla natura umana. Sarà anche la natura umana di Dio, ma pur sempre una natura umana.

Quindi, è lì che affonda le radici questa inimicizia, inconciliabile, incolmabile, che non può essere diversamente, è così.

Questo principe del mondo è colui che di fatto interrompe la presenza, il dialogo di Gesù con noi, quindi ha una responsabilità grandissima.

Lucifero (a me piace chiamarlo con il suo nome) ha un nome, questo è, quindi usiamolo; non mi va di usare altri nomi che non rendono tutto l’evento, mentre il nome di Lucifero rende tutto il dramma della sua realtà, della sua situazione, perché il suo nome dice tutto di lui, della sua superbia, della sua ribellione, è tutto scritto in quel nome. Tutti gli altri nomi dicono altro, ma non dicono esattamente questo.

Quindi, non dimentichiamoci mai che lo scopo fondamentale di Lucifero è quello di interrompere il dialogo di Gesù con noi.

Lui è il diavolo (dal verbo greco διαβάλλω, che significa separare), in quanto divisore, ma divisore di che cosa (perché questa è una ulteriore determinazione della sua funzione, della sua figura)? Del rapporto tra noi e Dio.

Gesù lo dice bene: «Non parlerò più a lungo con voi perché viene il principe del mondo».

Quindi, tutte le volte che noi apriamo le porte al principe del mondo, si interrompe il dialogo con Gesù, e questo è il peccato mortale. Tutte le volte che noi decidiamo di entrare nel regno del principe di questo mondo, noi usciamo dal Regno di Gesù.

Forse, un film che credo possa essere molto utile per capire bene queste dinamiche, e che può essere bello vedere con i vostri ragazzi, è “Le cronache di Narnia”.

Se voi lo guardate dentro a quest’ottica, voi vedete che lì si realizzano tutte queste dinamiche, soprattutto nell’ultima parte, negli ultimi minuti, quando Aslan, il leone, alla piccola Lucy che gli domanda: «Io non ti vedrò più?», dà una risposta precisa sul vederlo nel mondo di Lucy (che è il nostro, non quello di Narnia). Lui dice una frase molto precisa, cioè che lei lo vedrà ma sotto un altro nome, non sarà più Aslan, ma avrà un altro nome.

Io, quando ho sentito questa frase, ho detto: «Certo, è il Nome di Gesù». Tutto il suo regno, così come è descritto, tutta la sua figura, è chiaramente, secondo me, un rimando bellissimo alla figura di Gesù. Aslan è la figura di Gesù, e il Regno di Aslan, Narnia, non è altro che il Paradiso. Vabbè, adesso mi perderei in tutta questa riflessione bellissima…

Quindi, stiamo attenti, stiamo attenti a Lucifero!

Noi pensiamo sempre secondo la logica dei centimetri: «Ho fatto questo…, non ho fatto quello… Fin dove posso? Fin dove arrivo? Questo è peccato…, questo non è peccato… Fin qui sì…, fin qui no…»

La logica invece è: nel momento in cui io mi distacco da Gesù, questo è il momento nel quale sta entrando il principe del mondo, perché noi non possiamo stare in una zona franca, non esiste la Svizzera. Non esiste una zona neutrale, non esiste una terra di mezzo: o siamo nel Regno del Re della Tribù di Giuda, del Leone di Giuda, o siamo nel regno del principe di questo mondo, o nell’uno o nell’altro, non possiamo stare in mezzo.

Mi fermo anche su questo, perché se no vi potrei parlare per ore, ma dopo qualcuno si lamenta che parlo troppo, allora cerchiamo di stare nei tempi.

Dunque, oggi vedremo una o due nuove Litanie. Iniziamo con “Vas spirituale”, “Tempio dello Spirito Santo”, poi vediamo se riusciamo a leggere “Vas honorabile”; se non riusciamo la vedremo domani.

Stiamo leggendo il testo di Don Giorgio Basadonna, è lui che commenta le Litanie.

Tempio dello Spirito Santo

“È difficile tradurre l’invocazione latina «Vas spirituale», perché i termini antichi oggi hanno un diverso significato e contengono molte sfumature che non debbono essere vanificate.

Dicendo che Maria SS.ma è «Vas spirituale» si vuole dire che la

spiritualità la invade e la riempie tutta: lei «contiene» lo spirito, vive dello spirito, manifesta lo spirito e lo offre a chiunque lo cerchi”.

Bellissimo!

Credo che, alla fine di maggio, noi dovremmo tutti trovare la nostra Litania.

Mi ricordo, nei miei studi…

Adesso, vi prego, non chiedetemi tutti i dettagli delle fonti, perché a memoria non me li ricordo. Spero di non dire una stupidaggine, ma non credo, perché mi rimase molto impressa questa cosa, quando la studiai, anche se stiamo andando indietro di molti e molti anni.

Sapete che c’è quella pratica della ripetizione dei 99 Nomi di Dio, che fanno i musulmani, ebbene, mi ricordo che io avevo studiato che poi ognuno ne sceglie uno, che è quello che maggiormente lo rappresenta, lo sintetizza, quello nel quale si ritrova di più, quello che maggiormente gli fa venire davanti agli occhi il Volto di Dio, cioè quel nome che gli sembra il più significativo, e ripete sempre quello. Non so, per esempio: «Il misericordioso, il misericordioso, il misericordioso…»

Questa cosa mi aveva colpito perché si diceva che questo nome, che poi uno sceglie, lo conoscono lui e il cammello, che vuol dire lui e nessun altro, lui e il suo cammello, fine.

Sarebbe bello che anche noi scegliessimo la nostra Litania, che potrebbe diventare la nostra ripetizione durante la giornata; quando ci rivolgiamo alla Vergine Maria, uno può chiamarla “Vas spirituale”, o “Vas honorabile”, o “Virgo singularis”, o “Mater Ecclesiae”… ognuno avrà la sua sicuramente.

È bella questa Litania “Vas spirituale”, perché dice tutta la spiritualità, tutto lo Spirito di cui la Vergine Maria è riempita, e il contenimento.

La Vergine Maria contiene lo Spirito Santo, perché quello che accade in Lei, cioè l’Incarnazione del Verbo, è un’opera che solo lo Spirito Santo poteva fare, quindi, in Lei, lo Spirito Santo agisce proprio in un modo incredibile.

Ecco perché Lei Lo contiene, ecco perché Lei vive dello Spirito, ecco perché Lei Lo manifesta, ecco perché Lei Lo offre a chiunque Lo cerchi!

Quando abbiamo bisogno dello Spirito Santo, dobbiamo rivolgerci sicuramente alla Vergine Maria.

“Per questo, viene usato il termine «pienezza»: così la figura di Maria, in tutta la sua concretezza di donna, di madre, di sposa, si presenta come la spiritualità concretizzata, vissuta pienamente. Maria è la donna dello Spirito: usiamo la maiuscola per sottolineare che la spiritualità in lei non è un sentimento vago, un fatto emotivo legato a momenti e situazioni, ma è il frutto della presenza dello Spirito Santo”.

La spiritualità in noi dovrebbe essere il frutto dello Spirito Santo, per questo si chiama “spiritualità”. Quando diciamo che un uomo è “spirituale”, dovrebbe voler dire, non che sta in ginocchio dalla mattina alla sera e dice le preghiere, no, non è questo l’uomo spirituale! L’uomo spirituale è l’uomo abitato dallo Spirito Santo, per questo si chiama “spirituale”, perché è pieno di Spirito Santo. Noi siamo tanto spirituali, quanto siamo riempiti di Spirito Santo.

“Lo Spirito Santo, che è entrato in lei rendendola madre vergine del Figlio di Dio, ha posto in lei la sua dimora e l’ha resa intimamente legata a Dio, così che da lei si sprigiona una continua corrente spirituale”.

Ecco perché Lei è la nostra Maestra spirituale.

“È quanto diceva Gesù, l’ultimo giorno della festa delle tende (Gv 7,38): «Chi crede in me, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno»”.

Vedete?

È lo Spirito Santo!

Quando noi crediamo in Lui, da noi sgorgano fiumi di Spirito Santo.

“L’evangelista commenta subito: «Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui»”.

Vedete?

Quindi, questa pienezza di Spirito Santo è legata al credere in Gesù, e nessuno di più della Vergine Maria ha creduto in Suo Figlio.

“Maria «crede , si fida e si affida a Dio, accoglie il suo annuncio

con fedeltà totale…”

Questo vuol dire fidarsi, questo vuol dire credere!

“… da lei «fiumi di acqua viva» sgorgano e inondano il mondo, raggiungono quelli che le sono devoti”.

Infatti, notate che, ovunque la Vergine Maria appare, c’è quasi sempre di mezzo l’acqua; non sempre sempre, però molto frequentemente c’è di mezzo l’acqua. Forse, perché proprio ci vuole ricordare questi fiumi di acqua viva che sgorgano.

Noi, quando abbiamo bisogno di Spirito Santo, cioè sempre, dovremmo andare dalla Vergine Maria e dire: «Madre, colmami, riempimi di Spirito Santo!»

Guardate, vi faccio una piccola confessione, una delle tante.

Quando ero ragazzo, ebbi un’intensa esperienza di preghiera. Mi ricordo ancora oggi il luogo, la chiesa, la panca sulla quale ero seduto, me lo ricordo ancora adesso, sebbene siano passati venticinque anni circa.

Io mi ricordo ancora il momento, mi ricordo tutto, tutto, e guardate che di preghiere ne ho dette tante nella mia vita, sono andato tante volte in chiesa, non era la prima volta, quindi… ma questa volta non me la posso dimenticare.

Io mi ricordo quella sera in cui mi trovavo nella chiesina della Madonna dell’aiuto, a Gorgonzola, dove vivevo, in questa bella chiesina, piccola, che tanti di voi conoscono. Entrando, a sinistra, ero seduto lì (adesso sto andando a memoria dovrei vedere dove ero seduto, perché non le ho mai contate, ma dovrebbe essere la terza panca partendo dal presbiterio), vicino al muro, attaccato al muro, ed era sera.

Mi ricordo che, guardando la Vergine Maria e Gesù Eucarestia esposto, ho iniziato questa preghiera litanica, che continuava a muoversi dentro di me, che non si fermava mai.

Continuavo a ripeterla, e questa preghiera diceva così: «Spirito Santo illuminami, Spirito Santo fortificami, Spirito Santo guariscimi, Spirito Santo purificami, Spirito Santo perdonami…», e continuavo ad invocare lo Spirito Santo, invocandolo con queste particolari invocazioni, concentrandomi magari su “illuminami”, su “guariscimi”, “scaldami”, “confortami”…

Sapete che Gesù chiama lo Spirito Santo “il Consolatore”, quindi, anche io, lì, nella preghiera, dicevo: «Spirito Santo, consolami», e poi avanti così…

Io mi ricordo ancora adesso questa preghiera, fatta con molta calma, molta pacatezza; quella sera non ho fatto altro che invocare lo Spirito Santo davanti a Gesù e a Maria, per tutto il tempo della preghiera. Guardate, è stato bellissimo… bellissimo.

Io vi consiglio di chiamare su di voi lo Spirito Santo, e questo lo consiglio anche ai genitori, anche alle spose e agli sposi, l’ho sempre consigliato.

Quando i vostri bambini vanno a letto a dormire, e li vedete belli addormentati, un po’ con la bolla al naso, belli rossi e paffuti, sprofondati nel sonno, consiglio alla mamma, al papà o a tutti e due, come ho sempre fatto, di andare lì, di appoggiare una mano sulla testa, sulla schiena o sul petto, e di cominciare ad invocare lo Spirito Santo: «Spirito Santo illuminalo, Spirito Santo difendilo, Spirito Santo consacralo, Spirito Santo confortalo, Spirito Santo guariscilo…»

Così anche sull’altro coniuge, mentre dorme, quando siete sicuri che si è addormentato, appoggiate la mano, usate proprio il Sacramento del Matrimonio, in quanto moglie, in quanto marito, oppure ancora di più  come padre e madre, usando il potere della paternità, il potere della maternità.

 Voi non avete idea di cosa possono fare una mamma e un papà, purtroppo di male su un figlio, ma anche e soprattutto di bene… il potere legato alla paternità e alla maternità è enorme.

Quindi, usate il vostro Sacramento del Matrimonio per invocare lo Spirito Santo sul vostro coniuge, sul vostro marito, sul vostro sposo, sulla vostra sposa.

Magari vedete che è triste, che fa fatica, che è freddo rispetto a Dio, o tante altre cose, allora invocate lo Spirito Santo.

Quando vedete un malato, invocate lo Spirito Santo su questo malato, invocate la Vergine Maria, chiamate lo Spirito Santo attraverso la “Vas spirituale”… guardate che così succedono miracoli.

Io non so cosa è successo a me quella sera, a distanza di venticinque anni non saprei dirlo, magari niente, non lo so, quello che so è che io me lo ricordo ancora; di tutte le preghiere che ho fatto nella mia vita, questa io me la ricordo ancora, poi in Cielo il Signore mi dirà magari, speriamo, perché mi è rimasto così impresso questo momento.

Io vi consiglio davvero tanto di chiamare in aiuto lo Spirito Santo, anche quando andate a fare la Comunione; invece di guardarvi in giro lungo il tragitto, invocate lo Spirito Santo, invocate la Vergine Maria come “Vas spirituale” e diteLe: «Mandami lo Spirito Santo, lo Spirito di conforto, lo Spirito di coscienza, lo Spirito di consapevolezza di cosa sto andando a ricevere, lo Spirito di concentrazione, lo Spirito di devozione, lo Spirito della carità, lo Spirito delle fede…»

Guardate che succedono cose bellissime… cose bellissime.

Voi forse non sapete, ma i Sacerdoti dovrebbero saperlo, che, secondo le norme, secondo quanto è prescritto nelle rubriche, secondo la riforma del Sacramento della Confessione fatta da Paolo VI (è scritto in rosso, e i Sacerdoti che hanno quel librettino dovrebbero saperlo), quando il Sacerdote assolve, dovrebbe appoggiare le mani sul capo del penitente, pensate voi… dovrebbe recitare l’atto di assoluzione appoggiando le mani sul capo del penitente, o almeno la mano destra.

Non lo fa nessuno, o quasi, però dovrebbe essere così, perché l’assoluzione è un’invocazione, è un’effusione dello Spirito Santo: “Dio Padre Onnipotente, che ha effuso lo Spirito Santo…”

Vedete?

È questa la formula, ed è questo il momento nel quale il Sacerdote chiede attraverso un Sacramento, non attraverso qualcosa di New Age o chissà cosa, no, nel Sacramento, perché tutti i Sacramenti avvengono per opera dello Spirito Santo. Se non ci fosse lo Spirito Santo non avremmo i Sacramenti, infatti c’è l’epiclesi prima della Consacrazione Eucaristica, prima della transustanziazione c’è l’epiclesi, la chiamata dello Spirito Santo.

Così, per l’assoluzione, il Sacerdote invoca lo Spirito Santo, invoca l’effusione dello Spirito Santo sul fedele, perché riceva il perdono di Dio, poi recita la formula: “E io ti assolvo…”, ma prima c’è la preghiera di effusione, di chiamata dello Spirito Santo.

Pensate questo Sacramento come è incredibile…

Spero che da oggi diventiamo tutti grandi devoti dello Spirito Santo e impariamo tutti ad invocare costantemente questo “eterno dimenticato”, che si prega poco o niente, e soprattutto che non si prega nel modo giusto.

“Così la fede cristiana una volta di più manifesta la vera essenza

dell’ uomo e lo aiuta a realizzarla pienamente, così la devozione alla Madonna conduce a scoprire la propria dignità e a raggiungerla senza stanchezze o delusioni anche quando la realtà è lontana dall’ideale. C’è bisogno oggi di spiritualità, di un soffio che dia vita al susseguirsi di cose, di sensazioni, di successi e insuccessi che si accavallano nel vivere quotidiano: c’è un gran bisogno di quel «soffio» che all’inizio rese il fantoccio di fango costruito da Dio «un essere vivente», come racconta la Bibbia (Gn 2,7)”.

È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla, come dice la Scrittura.

«Il Padre cerca adoratori in Spirito e verità», dice Gesù alla Samaritana, ricordatevi!

“È un gran bisogno, ma troppo spesso una specie di rassegnazione invade l’animo, e lo chiude nell’immediato”.

La gente, oggi, di cosa ha bisogno? Dello Spirito Santo.

Quando ero ragazzo, ai nostri Sacerdoti, o io al mio Confessore, mi ricordo che dicevo sempre: «Mettimi la mano sulla testa, quando mi assolvi»; sempre glielo dicevo. «Sì, sì, va bene, va bene, te la metto», mi rispondeva.

Ero ragazzo, ero giovane, poi avevo tanta confidenza, ma ai miei tempi, quando si incontravano i Sacerdoti, si chiedeva sempre: «Mettimi una mano sulla testa e benedicimi!»

Questo ha un valore enorme.

Noi, oggi, figurati… pensiamo: «Ma sì… ma tanto, cosa mi interessa? Io vado dalla maga, vado dalla fattucchiera, da quella che legge i fondi di caffè, da quella che vede i vermi, da quella che legge le carte, dal pranoterapenuta che mi dà il fluido…», e tutte queste stupidaggini idolatre e pagane.

Invece, noi dovremmo andare dal Sacerdote e chiedere proprio questo, dovremmo chiedere che ci imponga le mani sul capo e che invochi su di noi lo Spirito Santo, questo dovremmo chiedere! Pensate a farlo con Padre Pio… vi immaginate? Padre Pio che ti mette la mano sul capo e invoca lo Spirito Santo… poi non cammini, sei un razzo, poi voli, metti le ali e voli come cinque aquile insieme!

“È Maria che ricorda a tutti l’azione dello Spirito Santo nell’animo di ciascuno, nella storia del mondo, nel divenire della salvezza offerta alla umanità. Da quando lo Spirito «si librava sulle acque» al principio della creazione (Gn 1,2), fino alla sua venuta nel grembo di Maria per renderla madre di Dio («lo Spirito Santo scenderà su di te», Lc 1,35), è sempre questa presenza a garantire e manifestare l’amore fecondo, di Dio”.

Lo Spirito Santo è l’Amore!

Ragioniamo: invocare lo Spirito Santo, vuol dire invocare l’Amore che unisce, e che si scambia nel Padre e nel Figlio, ma vi rendete conto cosa vuole dire?

Invocare l’Amore, l’Amore divino… altro che fuoco! Altro che apparire le lingue di fuoco sul capo degli Apostoli!

Rendiamoci conto di cosa vuole dire invocare lo Spirito Santo!

Vuol dire che invoco, su di me o su di te, la potenza dell’Amore di Dio, la potenza della Santissima Trinità, del Padre e del Figlio che si amano da sempre, rendiamoci conto!

Noi non dovremmo fare altro nella giornata che invocare lo Spirito Santo, niente altro che questo! La nostra preghiera dovrebbe essere una invocazione costante allo Spirito Santo, altro che recitare così, take away, il Veni Creator, dovrebbe essere una invocazione costante!

Poi, uno dice: «Ma io faccio i peccati…»

I peccati?! Ma quali peccati?! Se tu sei dentro a questo dinamismo d’amore, a questa invocazione continua dello Spirito Santo, come fai a fare i peccati?

Non ti vengono neanche in mente… quali peccati?

È impossibile fare i peccati… sì magari avrai quattro stupidaggini, quelle cosine lì, ma non puoi fare i peccati.

Se tu sei con la mente dentro all’invocazione dello Spirito Santo, se tu quando cammini invochi lo Spirito Santo, se quando vai al Supermercato a comperare il latte tu invochi lo Spirito Santo, se quando tu stai andando a fare la tua palestra, il tuo sport, le tue cose, invochi lo Spirito Santo, se tu, quando sei al mercato, invece di fare le chiacchiere, i pettegolezzi, le calunnie, le diffamazioni, le mormorazioni con tutte le beghine del posto, ti metti ad invocare lo Spirito Santo, tu torni a casa che sei santificato. Capite? Tutta la nostra giornata è santificata, bellissima.

“Poi, sarà lo Spirito che scenderà su Gesù al Battesimo nel Giordano (Mc 1,10), e verrà come un uragano e si poserà sul capo degli Apostoli riuniti con Maria nell’attesa della Pentecoste (cf At 2,2ss)”.

Ecco come viene, come un uragano, come un vento gagliardo e impetuoso che spacca e apre tutto, e poi appaiono le lingue di fuoco.

Non è un soffietto lo Spirito Santo, è una tromba d’aria, un vento impetuoso, un uragano, uno tsunami, perché stiamo parlando dell’Amore di Dio, che è incontenibile, non può stare dentro ad una casetta!

E poi un fuoco… volesse Dio che ci fossero più Cristiani, più Sacerdoti, più Vescovi, più padri, più madri, più figli, che fossero degli uragani, degli tsunami di spiritualità, che fossero delle fiaccole ardenti, dei falò, degli incendiari, incendiari perché incendiati… bellissimo!

“Maria è tempio dello Spirito Santo e aiuta i suoi devoti ad accoglierlo e a essere suoi docili discepoli perché in tutti possa operare quelle grandi cose che ha operato in lei e vuole operare nella umanità di sempre. Così, la devozione a Maria fa del cristiano una presenza umile e coraggiosa dello Spirito in questo mondo così opaco e chiuso in dimensioni solo materiali”.

Certamente, perché un uomo spirituale, cioè pieno di Spirito Santo, ti passa vicino e ti incendia, non lo vedi neanche, ti lascia lì così.

“Tutti diventano «tempio dello Spirito Santo», come lievito nella

massa, come sale della terra, come luce del mondo”.

Questo vuol dire essere spirituali: sale e luce.

“Tutti portano un supplemento di Spirito, un soffio di vita soprannaturale, un germe di infinito e di eterno, come Maria e con Maria”.

Se… se… se siamo in grazia di Dio, se no, no.

Ecco, come immaginavo, non riesco a fare l’altra Litania, che è “Vas honorabile”, la faremo domani.

Quindi, da oggi, tutti super spirituali, cioè tutti devotissimi, amatissimi e invocatori dello Spirito Santo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

VANGELO (Gv 14,27-31)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

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