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“Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.” (Sal 95, 6)

Visita al Santissimo

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di giovedì 3 marzo 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

[vc_cta h2=”La pratica dei primi giovedì del mese e l’Ora Santa” style=”flat” color=”white” add_button=”bottom” btn_title=”Vai alla pagina” btn_style=”flat” btn_color=”orange” btn_link=”url:http%3A%2F%2Fwww.veritatemincaritate.com%2F2015%2F11%2Flora-santa%2F||target:%20_blank”]Leggi lo speciale del nostro sito sulle rivelazioni di Gesù alla B. Alexandrina Maria da Costa e sull’Ora Santa.[/vc_cta]

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

“Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.” (Sal 95, 6)

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Il Vangelo di questa mattina ci mostra come il Signore sta contendendo con satana questa povera persona, questo indemoniato, e, che lo sta contendendo, lo capiamo dal fatto che San Luca scrive che “stava” scacciando un demonio, era una lotta, era la contesa di questa persona e di questa anima.

Secondo San Matteo, al capitolo 12,22, questo indemoniato non era solamente muto ma era anche cieco. Quest’uomo è l’immagine di coloro che satana stringe nei suoi lacci, di coloro che il demonio rende ciechi all’evidenza della verità, sordi alle parole della vita, e ostinatamente muti alle parole della preghiera.

Quando noi siamo in questa situazione, non vediamo, non ascoltiamo e non preghiamo, e la nostra rovina diventa in questa maniera irreparabile, se non avviene un intervento della grazia, come abbiamo letto questa mattina.

Qualunque cosa ci venga detta, è per noi impenetrabile, e l’ostinazione della nostra volontà diventa così tenace da sembrare invincibile.

È una vera disgrazia trovarsi in questa situazione spirituale e umana, si è completamente chiusi, non si vede, non si parla, e aggiungo, non si sente.

Allora, in questo primo giovedì del mese, non possiamo non ritornare come sempre alle richieste fatte da Gesù alla Beata Alexandrina Maria da Costa, richieste tutte incentrate sull’Eucarestia, soprattutto sull’adorazione e la presenza al tabernacolo.

Oggi va di moda questa cosa, di mettere il tabernacolo in un angolo, così al centro c’è il Prete, quando invece al centro ci dovrebbe essere Gesù; lo mettiamo a lato, il più nascosto possibile, se ci fosse uno sgabuzzino lo metteremmo dentro lì.

Il 25 febbraio del 1949, Gesù disse alla Beata Alexandrina Maria da Costa: «Figlia mia, fa’ che Io sia amato, consolato e riparato nella Mia Eucaristia. Fa’ sapere in Mio Nome che, a quanti faranno bene la Santa Comunione, con sincera umiltà, fervore e amore, (evidentemente perché non La si fa così, se no Gesù non lo direbbe; evidentemente ci accostiamo all’Eucarestia con una freddezza con una abitudinarietà desolanti) per i primi sei giovedì consecutivi (cioè ogni mese, il primo giovedì di ogni mese per sei mesi) e passeranno un’ora di adorazione davanti al Mio tabernacolo in intima unione con Me, prometto il Cielo. Di’ che onorino attraverso l’Eucarestia le Mie Sante Piaghe, onorando per prima quella della Mia Sacra Spalla, così poco ricordata (il Signore chiede che si faccia memoria delle Sue Piaghe, che vuol dire della Sua Passione, della Piaga sulla Sua Spalla). Chi, al ricordo delle Mie Piaghe, unirà quello dei dolori della Mia Madre Benedetta e per loro Ci chiederà grazie spirituali o corporali, ha la Mia promessa che saranno accordate, a meno che non siano di danno per la loro anima. Nel momento della loro morte condurrò con Me la Mia Santissima Madre per difenderli».

Quindi andare oggi a fare bene la Santa Comunione, con fervore, umiltà, con ardore, con amore, passare un’ora di adorazione davanti al tabernacolo, poi oggi è giovedì, quando sarebbe bello fare l’ora santa questa sera, come Gesù chiede a Santa Margherita Maria Alacoque, un’ora di adorazione per tenere compagnia a Gesù nel Getsemani, che è quello che faremo stasera qui dalle 20,15 in avanti, e poi fare memoria della Sue Sante Piaghe, quella della Spalla, e dei dolori di Maria, i sette dolori della Beata Vergine Maria.

Tutte cose che sono conosciute, che si trovano in internet, non è che siano cose occulte o strane. Tutto perché il Signore chiede di stare vicino a Lui e di riparare.

Disse ancora Gesù: «Io voglio anime, molte anime eucaristiche. Voglio che molte anime circondino i tabernacoli, che volino verso di Me, come stormi di rondini attorno al loro nido. Vivi (riferito alla Beata Maria Alexandrina) fiore Eucaristico, vivi la Mia Vita, tu che vivi del Mio Corpo e del Mio Sangue, tu che continui la Mia opera redentrice, la Mia opera di salvezza. Il Mio Cuore soffre per l’indifferenza di tanti cuori e per l’insensibilità degli uomini».

Il Signore chiede che stiamo presso il tabernacolo, e noi invece lasciamo le Chiese vuote. Ci preoccupiamo delle esigenze di tutti, tutti hanno diritti, tutti sono poverini, siamo attenti a tutti, abbiamo questo spirito sociale incredibile, di assistenzialismo ad oltranza, l’unico che non si assiste mai è Gesù nel tabernacolo.

Mi è capitato tempo fa di andare in una grande Chiesa e mi guardavo intorno e dicevo: «Ma dov’è Gesù? L’avranno tolto, non c’è più».

Era una Chiesa famosa, grossa… «Ma dov’è Gesù? Non c’è più!» e cerca, e cerca, e cerca, e gira, e dico: «Mah…sì, è una bellissima Chiesa, ma il Signore dov’è?»

Poi ho girato la testa e ho visto un angolo buio, spoglio, lontano, e dico: «Ma chissà cosa ci sarà lì dentro?», vado là e vedo un lumicino rosso, lontano, piccolo con una fiammella piccola, guardo bene e vedo il tabernacolo.

Non un fiore, ma non dico fresco, neanche finto, niente, il vuoto, marmo puro, il nulla, vuoto, deserto, buio, freddo, messo lì in un angolo, dove nessuno si accorgeva di niente; bisognava fare la caccia al tesoro per trovare il tabernacolo, con le indicazioni del Libro delle marmotte, e orientarsi secondo il muschio sui muri per capire qual era l’angolo più a nord, più buio, più freddo, dove c’era dentro il Signore, una cosa pazzesca…non c’era nessuno, nessuno.

Tutti con il naso per aria a guardare, a girare, a brigare, ma nessuno che fosse davanti a quel posto, nessuno…

Altro che indifferenza!

Altro che rondini che volano intorno al tabernacolo come al loro nido!

Questo lo diceva Gesù nel 1930…chissà se Gesù dovesse parlare oggi cosa direbbe!

La Beata Maria Alexandrina disse: «Gesù mi invitò ai tabernacoli abbandonati perché condividessi la Sua tristezza e riparassi a tanto abbandono. Mi disse che Lo lasciano solo e che vivono come se Lui non fosse presente».

Oggi le Chiese sono vuote e trovare una persona che sta davanti al tabernacolo, è come trovare una pepita d’oro in un campo di pannocchie.

«Perfino i Sacerdoti, cui ha dato il potere di trasformare il pane nel Suo Corpo Divino, perfino loro», scrive la Beata, «Lo dimenticano e Lo offendono».

Gesù le disse: «Avvisa il tuo direttore spirituale che esigo che si predichi e propaghi la devozione ai tabernacoli e ancor più che si accenda nelle anime. Non sono rimasto sugli altari per amore soltanto di quelli che Mi amano, ma per tutti, anche lavorando mi possono consolare. Non negarMi sofferenze e sacrifici per i peccatori, la Giustizia di Dio pesa su di loro. Tu puoi soccorrerli».

Dobbiamo stare presso il tabernacolo!

Questo lo diceva anche una Santa più famosa, Dottore della Chiesa, Santa Teresa di Gesù! Stessa cosa!

Ve l’ho letto poco tempo fa, quando Lei scrive che vorrebbe vedere stuoli di soldati a difesa dei tabernacoli, onde evitare tante profanazioni.

Ma non andiamo subito a pensare alle messe nere, non c’è bisogno di disturbare le messe nere e le cose sataniche!

È sufficiente prendere noi cattolici quando andiamo a fare la Comunione, vedere il modo con il quale riceviamo l’Eucarestia, il modo grossolano…quante Ostie cadono per terra perché vengono amministrate male, senza l’uso del piattino, che è d’obbligo! È d’obbligo! Previsto dalle norme della Chiesa della Redemptionis Sacramentum del 2004.

Si va a ricevere il Signore in modo sciatto, buttato lì.

Dopo cade e cosa si fa di quell’Ostia?

Mah… il fedele non la mangia perché: «Oh…che schifo, è caduta per terra», quell’altro non la tocca e dice: «Cosa facciamo? Dove la mettiamo? Boh…»

La facciamo disintegrare? Cosa ne facciamo di quest’Ostia?

La mettiamo sugli alberi? La diamo da mangiare al gatto?

Cosa ne facciamo, non si sa, è lì, che gira…

Perché?

Perché è stata amministrata male, non secondo le norme, non secondo il rispetto dell’Eucarestia.

Quindi, usiamo questo primo giovedì del mese per riparare, per fare un esame di coscienza, e per non dimenticare quello che scrisse Origene.

Origene scrisse che per tutto quello che viene fatto a Quel Corpo (cade, si perde…), Tizio è responsabile, lui scrive “è reo” del Corpo di Cristo.

Noi dovremo rendere conto a Dio di come avremo fatto uso, di come avremo avuto cura del Corpo di Cristo, perché lì veramente c’è il Corpo di Gesù!

Che ci aiuti lo Spirito Santo, che San Giuseppe, in questo mese dedicato a Lui, ci conceda la grazia di trattare Gesù come Lo trattava Lui.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Giovedì della III settimana di Quaresima

Prima lettura

Ger 7,23-28
 – Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio.



Così dice il Signore: 
«Questo ordinai loro: “Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”. 
Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola; anzi, procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle. 
Da quando i vostri padri sono usciti dall’Egitto fino ad oggi, io vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti; ma non mi hanno ascoltato né prestato orecchio, anzi hanno reso dura la loro cervìce, divenendo peggiori dei loro padri. 
Dirai loro tutte queste cose, ma non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno. Allora dirai loro: Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio, né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca».

Salmo responsoriale

Sal 94

Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

Canto al Vangelo

(Gl 2,12-13)

Gloria e lode a te, o Cristo!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo

Lc 11,14-23 – 
Chi non è con me è contro di me.

In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. 
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».

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