Scroll Top

Cosa non è la Messa – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.48

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Cosa non è la Messa – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.48
Martedì 7 maggio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Gv 16, 5-11)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 7 maggio 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal sedicesimo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 5-11.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 87.

Cosa non è la Messa

Se la Santa Messa non è uno dei tanti atti del nostro culto, ma il principale di tutti, non è nemmeno una serie di cerimonie liturgiche eseguite per farci trascorrere un’ora in un pio intrattenimento, ma è l’essenza della nostra religione e del nostro culto; se l’altare su cui si celebra non è uno dei tanti adornamenti della Chiesa, ma è la pietra angolare di tutto l’edificio religioso, la casa della famiglia cristiana, il punto culminante del mondo delle anime e il centro di tutte le convergenze della vita spirituale non solo nell’ordine mistico, ascetico, pastorale, dogmatico e morale, ma anche in quello scientifico, sociale e artistico; se l’azione che si realizza nella Messa non è una mera commemorazione del sacrificio della Croce o semplicemente un simbolo della nostra redenzione, ma è l’oblazione reale di un sacrificio positivo, di applicazione attuale, a ciascun membro del corpo mistico di Gesù Cristo, dei meriti della morte e della vita gloriosa e divina, che Egli ha conquistato e meritato per noi nel suo sacrificio assoluto e cruento del Calvario; se questa azione della Messa non è una delle tante azioni che il Cuore di Gesù ha compiuto e continua a compiere nella sua vita mortale e ora nella sua vita eucaristica, ma è la principale, la più preziosa, la più costosa e la più feconda di tutte, quella che assorbe e condiziona talmente tutte le altre da poter essere chiamata la Sua unica azione… se la Messa, ripeto, e l’altare e l’azione della Messa… sono tutto questo… dovete tristemente convenire con me che Gesù nella Messa subisce molti e crudelissimi abbandoni.

Ecco, direi che ognuno dovrebbe esaminare se vive o meno la Messa come quello che ha detto il vescovo. Bisogna vedere se noi la riconosciamo come il principale di tutti i nostri atti di culto, per cui dovrebbe essere la prima cosa che facciamo. E, se avessimo cento cose da fare come atti di culto, sceglieremmo la Messa, se dovessimo farne una sola; se ne abbiamo cento e dobbiamo dire: di queste cento ne posso fare una, oggi scelgo la messa. Non c’è niente di più importante. 

Non è certamente un pio intrattenimento, non è un modo per farci trascorrere un’ora religiosa.

Ecco, io non lo so se noi la sentiamo come «l’essenza della nostra religione e del nostro culto» — la Messa come l’essenza: proprio il centro, il culmine — se noi la viviamo come «l’oblazione reale di un sacrificio positivo, di applicazione attuale». Non lo so, ecco, dobbiamo chiedercelo: quando noi andiamo a Messa, si percepisce che stiamo andando a un sacrificio incruento nella modalità sacramentale? — questa sarebbe la definizione. Non lo so, ciascuno di noi deve fare un esame di coscienza e, nel caso, correggersi.

“La Messa non è certo una delle tante azioni compiute dal Cuore di Gesù” — certo — “ma è la principale, la più preziosa, la più costosa e la più feconda di tutte”. E quindi, se è la principale, la più preziosa, la più costosa e la più feconda di tutte, allora va da sé che anche il nostro comportamento, innanzitutto interiore, e poi esteriore, dovrebbe conformarsi a questa preziosità, a questa fecondità. E mi verrebbe da dire che anche tutta la nostra persona, nelle sue scelte, dovrebbe conformarsi. Se la Messa è tutto questo — come ci dice san Manuel — “se la Messa, l’altare e l’azione della Messa, è tutto questo, allora ci sono molti e crudelissimi abbandoni”.

Perché è chiaro che l’abbandono a noi colpisce tanto e giustamente; ci colpisce tanto perché è una cosa molto brutta, molto ingiusta, anche spietata. 

Ci colpisce tanto l’abbandono di un cagnolino, di una bestiolina, quando vediamo, sentiamo o leggiamo di questi abbandoni, di questi maltrattamenti; soprattutto d’estate, quando queste bestioline vengono abbandonate, perché ci sono di intralcio. E ci si commuove tanto, così mi hanno detto coloro che vanno, ad esempio, a fare il servizio di volontariato, per esempio nei canili, o in questi luoghi dove recuperano queste bestioline malate, o abbandonate, o maltrattate. Ma poi anche sui vari video che si possono vedere — ce ne sono tantissimi — di questi animali che vengono ritrovati, che vengono rieducati, che vengono curati, che vengono nutriti; e bisogna riconoscere che lo sguardo di queste bestioline parla più di centomila parole. Effettivamente si registra una grandissima tenerezza che fanno e anche una grandissima amarezza per certi comportamenti umani, che sono molto brutti, veramente molto brutti.

Ora tutto questo, giustamente, ci tocca il cuore; ma cosa dovremmo provare, o cosa proviamo, rispetto all’abbandono che Gesù vive, che Gesù subisce, nella Santa Messa? Stiamo parlando dell’abbandono interiore; poi c’è anche quello esteriore, perché moltissime persone a Messa non ci vanno più, o ci vanno un po’ sì, un po’ no; quindi, c’è anche un abbandono esteriore considerevole. Però c’è anche l’abbandono interiore, perché quelli che ci vanno non vivono quello che la Messa è, ma quello che la Messa non è. E, quindi, anche questo è un abbandono, un altro tipo di abbandono, è un abbandono interiore.

Mi colpisce e mi ha colpito vedere come, ad esempio, alcune persone dicano: “Io, per andare in vacanza, se non trovo un posto che prenda il mio cagnolino, non ci vado”; è una decisione impegnativa! Oppure: “Vado in quelle spiagge dove può venire anche il mio cagnolino”; che solitamente non sono le più belle — perché, se uno può scegliere tra le più belle e le meno belle, quelle dove possono andare anche le bestioline si vede che non sono proprio le più belle in assoluto di una località balneare — eppure, queste persone stanno insieme al loro cagnolino in queste spiagge. Oppure, non lo so, in montagna…Vedete, fanno delle scelte.

E noi? Facciamo delle scelte — dico: almeno simili — per cui uno dice: “In quel posto lì, se non c’è la Messa, io non ci vado. Se devo scegliere, sarà anche un posto bellissimo, ma io preferisco andare dove so che c’è la celebrazione della Santa Messa e dove io posso stare anche con Gesù, che andare in un posto, magari molto più bello, ma dove questa cosa non c’è. Dove questa realtà — per me fondamentale — non c’è, allora non ci vado”.

Quella gita inizia alle ore 8:00 e finisce alle ore 20:00 di domenica, non è prevista la Messa; perché è previsto tutto, ovviamente: è prevista la passeggiata, è prevista la visita “a”, è previsto il super mega pranzo, è prevista la merenda, è previsto tutto, ma non prevedono, in quella passeggiata, in quell’escursione, la Messa. “Mi piacerebbe tanto andare, però io devo andare alla Messa, e quindi non ci vado. Ne farò un’altra, farò un’altra cosa”.

È vero che c’è questo abbandono, non possiamo negarlo. E, forse, questo accade anche perché la presenza di Gesù nell’Eucarestia, a motivo della nostra fede, che probabilmente è ancora un po’ acerba, non è percepita con altrettanta sensibilità, come è percepito lo sguardo sofferente, tenero, di un cagnolino. Che è reale, ma anche la presenza di Gesù nell’Eucaristia è reale! Eppure, eppure… 

Vediamo anche questo secondo paragrafo:

Come assistono alla Messa “molti cristiani”

Basta un semplice sguardo all’attuale mondo della pietà cristiana per acquisire la triste convinzione che nella Fede, nell’amore e nella vita di non pochi dei suoi frequentatori il Santo Sacrificio della Messa non solo non occupa il primo posto che la Teologia e la Liturgia cattoliche gli assegnano, ma che a malapena giunge a contarsi nel novero e nel rango delle loro devozioni preferite. Quale vasto campo si apre qui alla mia penna e alle espansioni del mio cuore al sentirmi obbligato a ripetere, con la stessa o maggiore pena del profeta Malachia davanti al disprezzo e all’ingratitudine del suo popolo nei confronti del culto del Signore: Mensa Domini despecta est! L’Altare del Signore è disprezzato! La Messa disprezzata!

È quello che abbiamo detto fino adesso: non occupa il primo posto. S. Manuel dice: «che a malapena giunge a contarsi nel novero e nel rango delle loro devozioni preferite». Sì, perché poi c’è anche questo tema: c’è questa assurdità per cui sono più importanti le devozioni, qualunque esse siano, che la Santa Messa. Neanche il Santo Rosario è importante come la Santa Messa, ovviamente! Non c’è niente di più importante della Santa Messa. E io dovrei organizzare la mia giornata in questo modo, altrimenti:

Mensa Domini despecta est!

la mensa del Signore è disprezzata; la Messa è disprezzata!

Penso che ciascuno di noi possa veramente sentire dentro di sé queste parole e applicarle alla sua vita e, dove vediamo che c’è qualcosa che non va, ci correggiamo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati