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Il Tabernacolo, porta del recinto del Buon Pastore

Tabernacolo-BuonPastore-Siviglia_ARDOR

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 18 aprile 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

“L’adorazione è un’ammirazione muta, che racchiude la più appassionata delle dichiarazioni d’amore”.

“Non conosco niente di più dolce delle ore passate davanti al tabernacolo, in profonda solitudine esteriore. Sentire Dio così vicino a sé e sentirsi soli con Lui nell’immensità e bellezza della sua creazione, che riflette la Sua bellezza; più si beve di questa dolcezza e più se ne ha sete”.

“L’Eucaristia è il bene infinito e il nostro tutto … Una comunione è più della vita, più di tutti i beni della terra, più dell’universo intero: è Dio stesso”.

“L’adorazione sia all’inizio di tutte le nostre azioni e riempia una gran parte della nostra vita”

(Charles de Focauld)

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Il Tabernacolo, porta del recinto del Buon Pastore

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Leggere questo testo del Vangelo di San Giovanni al capitolo 10, questo discorso che fa Gesù sull’essere la Porta, a me ha fatto venire in mente (forse andando un po’ oltre nell’interpretazione del testo, e quindi interpretandolo in un modo molto spirituale) una porta (questo poi è l’anno della Porta Santa) e a me sembra che ci sia una porta che veramente conduce a Gesù, una volta che viene aperta, una porta che mi sembra essere la Porta Santa di tutte le Porte Sante, che è la porta del tabernacolo.

Noi abbiamo bisogno di oltrepassare quotidianamente questa porta, di stare davanti a questa porta!

Quella è la porta che ci concede tutti i Giubilei possibili del mondo, tutto il perdono di cui abbiamo bisogno.

Abbiamo bisogno di stare davanti al tabernacolo perché quello è il nostro recinto, quello è l’ovile nel quale abita il Buon Pastore, il Bel Pastore, e chi frequenta il tabernacolo impara ad ascoltare la Sua voce.

Il Beato Charles de Foucauld che, oltre ad essere un grande servo degli uomini (tutta la sua vita fu spesa per i Tuareg), fu un grandissimo adoratore dell’Eucarestia, passava tante ore davanti al tabernacolo.

Lui definiva così l’adorazione: “Un’ammirazione muta che è la più eloquente delle lodi”.

Non tante parole, non tanti versi, ma silenzio…

Dice Charles de Foucauld: “L’adorazione è un’ammirazione muta (cioè contemplativa), che racchiude la più appassionata delle dichiarazioni d’amore”.

Vogliamo dire: «Ti amo» a Gesù?

Allora stiamo in adorazione davanti al tabernacolo!

Vogliamo vivere la preghiera di contemplazione, l’orazione di cui parla Teresa di Gesù?

Bene, stiamo davanti alla porta del tabernacolo!

Stiamo davanti a quella porta con un atteggiamento di ammirazione profondissima, stupita, densa, e questa ammirazione, questo stare davanti al tabernacolo, diventerà la più appassionata delle dichiarazioni d’amore, dice Charles de Foucauld, cioè non c’è una dichiarazione d’amore più grande verso Gesù, che stare davanti a quella porta e passare davanti a quella porta ogni momento col nostro cuore e con la nostra mente.

Dice ancora Charles de Foucauld, sentite che parole bellissime: “Non conosco niente di più dolce delle ore passate davanti al tabernacolo, in profonda solitudine esteriore. Sentire Dio così vicino a sé e sentirsi soli con Lui nell’immensità e bellezza della Sua creazione, che riflette la Sua bellezza; più si beve di questa dolcezza e più se ne ha sete”.

Chi frequenta la porta del tabernacolo sa che queste parole sono verissime.

Davanti a quella porta si beve miele dolcissimo, si gusta una dolcezza incredibile, quelle ore sono ore scritte per sempre nella storia dell’umanità, nel libro della vita di Dio, nella nostra storia, sono ore indimenticabili. Passa tutto, ma quelle ore non passeranno mai, se ne avrà sempre un ricordo vivo, forte.

Non dimentichiamo San Giovanni Paolo II…

I suoi biografi scrivono che lui passava le notti prostrato in adorazione davanti al tabernacolo. San Giovanni Paolo II aveva questa abitudine, di pensare, scrivere, decidere, davanti al Santissimo Sacramento; davanti a quella porta lui scriveva, studiava, pensava.

Che bello vedere qualcuno che scrive davanti al tabernacolo, come se da quella porta ricevesse luce, come San Tommaso d’Aquino che metteva la testa nel tabernacolo, quando non riusciva a risolvere le questioni più gravi.

Scrive Charles de Foucauld: “L’Eucaristia è il bene infinito, è il nostro tutto! Una Comunione è più della vita, più di tutti i beni della terra, più dell’universo intero: è Dio stesso”.

Con quanta facilità tralasciamo la Comunione quotidiana, quante storie inutili diciamo per non andare a Messa!

Invece, anche Padre Pio diceva: «Il mondo può stare senza sole, ma non può stare senza Messa». Dovremmo fare di tutto per andare a Messa ogni giorno, per ricevere da quella porta il nostro unico nutrimento, che è il Suo Corpo e il Suo Sangue.

Scrive ancora Charles de Foucauld: “L’adorazione sia all’inizio di tutte le nostre azioni e riempia una gran parte della nostra vita”.

Tutte le nostre azioni dovrebbero iniziare con l’Eucarestia e finire con l’Eucarestia.

Santa Teresa di Gesù Bambino scrive due preghiere bellissime, stupende, una da recitare all’inizio del giorno e una da recitare alla fine, tutte e due centrate, la prima sul Sacro Cuore di Gesù, la seconda invece sul tabernacolo, dove lei dice che va al tabernacolo ogni sera a pregare, a ringraziare, a constatare che non è stata fedele, che vuole essere fedele, che non vuole ripiegarsi sui suoi peccati, sui suoi difetti, ma vuole rialzarsi ed incominciare ad amare Gesù.

Preghiere bellissime, che avremmo tanto bisogno di recuperare nella nostra vita!

Allora, vorrei lasciarvi questo ultimo minuto, con un acrostico; tenetelo sempre a mente questo acrostico!

È una parola latina: “ARDOR”, che in latino significa ardore.

Scrivetelo in verticale e adesso, ad ogni lettera, vi dico una parola: ARDOR, A come adorazione, R come ringraziamento, D come domanda per gli altri e per sé, O come offerta, R come riparazione.

Sia questo acrostico il centro della nostra vita, perché la nostra vita sia veramente fatta di ardore!

Il Signore cerca questo, cerca l’ardore.

Allora questo ardore inizia proprio con la A, che è l’adorazione, davanti a quella porta che ci dona Gesù, e finisce con la R, che è riparazione: chi adora ripara, chi adora ricuce, chi adora ricostruisce, chi adora sta veramente in compagnia del Buon Pastore e fa della sua vita una vera vita di offerta, un vero profumo gradito a Dio.

Sia Lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Lunedì della IV settimana di Pasqua

PRIMA LETTURA (At 11,1-18)

Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.

In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».

Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: «Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: “Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!”. Io dissi: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. Nuovamente la voce dal cielo riprese: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano”. Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell’istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l’angelo presentarsi in casa sua e dirgli: “Manda qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia”. Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: “Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo”. Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».

All’udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 41 e 42)

Rit: L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,

così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:

quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Manda la tua luce e la tua verità:

siano esse a guidarmi,

mi conducano alla tua santa montagna,

alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,

a Dio, mia gioiosa esultanza.

A te canterò sulla cetra,

Dio, Dio mio.

Canto al Vangelo (Gv 10,14)

Alleluia, alleluia.

Io sono il buon pastore, dice il Signore;

conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

Alleluia.

VANGELO (Gv 10,1-10)

Io sono la porta delle pecore.

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

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