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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 8

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 2 febbraio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 8

Eccoci giunti a mercoledì 2 febbraio 2022. Oggi festeggiamo la Presentazione del Signore al tempio. Quaranta giorni dopo la nascita, secondo la legge di Mosè, Gesù viene presentato al tempio. Il Bambino Gesù, che è luce per illuminare le genti, è stretto tra le braccia di Simeone che è un po’ la figura di tutta l’umanità che vede arrivare la salvezza. Pensate che questa celebrazione è presente a Gerusalemme già dal IV secolo e si diffuse innanzitutto in Oriente come “festa dell’incontro” e nel secolo VI si estese all’Occidente con sviluppi originali, a Roma con carattere più penitenziale, in Gallia con la solenne benedizione e processione delle candele. È da qui che nasce la Candelora e quindi anche per noi oggi è un giorno di grande festa. Oggi, sapete, c’è anche il rito della benedizione delle candele, io vi avevo ho già parlato di questo l’anno scorso, se non ricordo male, dell’importanza delle candele benedette, ecco perché appunto c’è questo rito particolare della benedizione delle candele. È bello, quando noi preghiamo a casa, accendere una candela che è simbolo della luce, simbolo del calore, e se poi questa candela l’abbiamo fatta benedire il giorno della Candelora, è ancora più bello, ha un significato ancora più grande. 

Il Vangelo di oggi, tratto dal capitolo II di San Luca, versetti 22-40, ci narra appunto di questa Presentazione al Tempio di Gesù. Un Gesù che viene riconosciuto da Simeone, un Gesù che viene riconosciuto dalla Profetessa Anna e un Gesù che purtroppo non verrà riconosciuto dal suo popolo. Perché? Perché ci vuole una grande santità di vita per poter riconoscere il Signore. 

 

Noi andiamo avanti con le nostre apparizioni di Laus, con lettura di questo libro, siamo arrivati al capitolo 10º e siamo alla prima apparizione a Laus. 

Benedetta, abbiamo visto ieri, si affretta ad eseguire gli ordini della Vergine Maria e quindi si dirige su questo sentiero che doveva condurla a Laus.

“Ma siccome la Provvidenza mette quasi sempre una pena accanto al piacere, non permise che la fanciulla arrivasse senza difficoltà a Laus. Benedetta si smarrì ed errò lungo tempo prima di trovare la piccola cappella.”

Un po’ soffre per questo ritardo. E poi finalmente la trova.

– È qui! – esclama Benedetta e si precipita dentro. Ritta sull’altare polveroso e denudato scorge la sua buona Mamma, che l’accoglie con parole improntate ad una materna tenerezza: 

Figlia mia, quanto hai penato a cercarmi! Non piangere; m’hai fatto molto piacere a non impazientirti.  

Anche noi nella nostra vita, alle volte, chi più, chi meno, chi prima, chi dopo, abbiamo momenti, più o meno lunghi, dove cerchiamo il Signore, dove ci sembra di non riuscire a trovarLo più, dove peniamo per cercarLo, lo cerchiamo e non lo troviamo.

 Oggi impariamo che al Signore piace essere cercato, perché vuol dire costanza, vuol dire spirito di sacrificio, vuol dire amore, vuol dire che lo amiamo veramente. Ma ricordiamoci bene che non dobbiamo perdere la pazienza e la Madonna apprezza molto che Benedetta non si spazientisca, la ricerca di Dio deve essere una ricerca sempre molto calma, molto equilibrata, non per forza cercare è sinonimo di ansietà, di preoccupazione, di agitazione, dipende con che stile noi cerchiamo. Quando cerchiamo Dio dobbiamo avere lo stile di colui che dice: “Prima o poi lo troverò”. 

Quando arriva quel momento nella vita dove tutto ci sembra come oscurarsi, come andare tutto in confusione, come non capire più niente, come non riuscire più a ritrovare il senso delle cose, ecco, quello è il momento nel quale dobbiamo cercare il Signore, ma con la consapevolezza interiore che lo troveremo, perché il Signore si fa sempre trovare.

La pastorella s’inginocchia, s’inchina profondamente, poi, alzando gli occhi vede il nudo altare tutto coperto di polvere. 

Onoratissima Signora – le dice – siete contenta ch’io stenda il mio grembiule bianco sotto i vostri piedi? 

– No, tienilo. – risponde la Vergine. 

La Madonna non vuole il grembiule bianco di Benedetta, sicuramente apprezza il pensiero, il gesto che Benedetta voleva fare, ma non serve, non glielo fa sporcare. E a questo punto la Vergine Maria si prepara a dire alcune cose.

Benedetta dice:

Questa cappella è ben misera – dice Benedetta – è in uno stato poco conveniente. – 

Era tutta sporca, tutta abbandonata, tutta trasandata.

Sentite cosa risponde la Vergine Maria:

Non stare in pena per questo, non andrà molto tempo che qui non mancherà nulla, né lini, né tovaglie, né ceri, né ornamenti.
Voglio far edificare in questo luogo una grande chiesa, e una casa per la residenza di qualche sacerdote. Questa chiesa sarà costruita in onore del mio carissimo Figlio e in mio onore: sarà della lunghezza e della larghezza ch’io voglio: molti peccatori e peccatrici vi si convertiranno: e tu mi vedrai qui soventissimo
.- 

Edificare una chiesa? – soggiunge Benedetta – ma non c’è denaro; bisognerà stare in questa cappella come si trova. – 

Non inquietarti – rispose la Vergine – quando sarà tempo di costruirla, si troverà tutto quanto fa bisogno e si comincerà presto. Il denaro dei poveri fornirà tutto; vedrai che non mancherà niente. 

Vedete che la Madonna ritorna sempre su questo tema: non stare in pena, non inquietarti, quel famoso “non temere” che abbiamo visto ieri: non agitarti, stai calmo, a suo tempo tutto il necessario arriverà. La Vergine Maria vuole una chiesa e questa chiesa verrà costruita di fatto, c’è ancora adesso, una chiesa in onore di Gesù e di Maria, una chiesa dove la Madonna farà da architetto perché dice della lunghezza e della larghezza:

Sarà della lunghezza e della larghezza ch’io voglio: e molti peccatori e peccatrici vi si convertiranno”.

È interessante vedere come il Cielo ci chiede di essere affidati, abbandonati, ci dà dei compiti che sembrano impossibili da svolgere, non si possono svolgere. Benedetta è una pastorella e dice: “Come faccio a costruire una chiesa? Dove trovo i soldi? E dove trovo tutte le cose? È impossibile” 

E la Vergine Maria invece dice: “A suo tempo, quando sarà il momento succederà, e sarà un luogo dove la gente si convertirà”. Pensate che

“Il suo ritrovo con la Vergine Maria di solito durava due o tre ore, ed era sempre la Madonna che la congedava perché non voleva che dimenticasse le sue umili mansioni né che disgustasse i suoi padroni, i suoi datori di lavoro”.

È tanto il tempo che Benedetta sta con la Vergine Maria.  Noi quanto tempo stiamo con il buon Dio? La Vergine Maria non strappa nessuno ai suoi doveri e quindi dobbiamo stare anche noi attenti a coniugare bene la nostra preghiera con il tempo dei nostri doveri di stato, ognuno ha i suoi. 

Vediamo anche come la Vergine Maria si sforza, scrive l’autore, di mettere nell’anima di Benedetta un grande zelo per la conversione dei peccatori. 

Domani vedremo il capitolo 11º: nel secondo anno delle Apparizioni.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Lc 2, 22-40)

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore” – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele”.
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

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