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La cattiva abitudine – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.38

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: La cattiva abitudine – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.38
Venerdì 8 dicembre  2023 – Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 1, 26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 8 dicembre 2023. Quest’oggi festeggiamo la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal primo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 26-38.

Oggi è sicuramente una grandissima festa e vogliamo proprio rendere tutto l’omaggio possibile alla Vergine Maria. Raccomando, per questa solennità in modo particolare, la preghiera del Salterio di Gesù e di Maria, cioè il Santo Rosario completo. 

Facciamo festa e rendiamole omaggio proseguendo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al paragrafo quarto. 

4 — Vivendo in comunità, dobbiamo stare molto attente per non nuocere a chi fatica per nostro bene col darci buoni esempi. Se intendessimo il danno di una cattiva abitudine, vorremmo piuttosto morire che introdurla. In fine non si tratterebbe che di una morte corporale, mentre il danno del mal esempio rovina le anime e non finisce tanto presto, perché alle religiose che muoiono ne succedono altre, e queste seguono piuttosto la cattiva che la buona abitudine. Mentre quella vi è sostenuta dal demonio, questa vien posta in dimenticanza dalla stessa nostra debolezza.

5 — Oh, la bellissima carità e il gran servizio che farebbe a Dio la religiosa che, sentendosi incapace di seguire le costumanze di questa casa, lo riconoscesse ed uscisse di monastero.1 

Nota:

1 …prima ancora di fare la professione e lasciasse in pace le sorelle. Se credono a me, non la riceveranno in nessun altro, o non l’ammetteranno alla professione se non dopo aver constatato per più anni che si è corretta. Non parlo di mancanze che riguardino le penitenze e i digiuni, perché, quantunque anch’esse difetti, tuttavia non sono di gran danno. Parlo di certi temperamenti che cercano di essere stimati e onorati, che osservano i difetti degli altri e mai riconoscono i propri, e via di seguito: tutte cose che nascono da poca umiltà. Se Dio non dà loro un gran fervore, ed esse dopo molti anni non si correggono, Iddio vi liberi dal tenerle con voi! Costoro, sappiatelo, non avranno pace, né lasceranno in pace. Siccome voi non esigete nessuna dote, vi è più facile rimandarle; ma io piango su quei monasteri dove molte volte, per non restituire la dote o per paura di ledere l’onore dei parenti, si tiene in casa il ladro che rapisce ogni bene. Essendo entrate in questa casa avete calpestato ogni onore di mondo, perché i poveri del mondo non sono onorati: non vogliate ora salvare a vostre spese l’onore degli altri. Il vostro onore, sorelle, deve solo consistere nel servizio di Dio: chi pensa in ciò d’ostacolarvi, rimanga col suo onore a casa sua! Ecco perché i nostri Padri hanno ordinato un anno di prova! Ma noi, nel nostro Ordine, possiamo prorogarla fino a quattro, e io avrei voluto che qui si protraesse fino a dieci. Una monaca umile non si preoccupa di essere professa, sapendo bene che, facendo ella il suo dovere, non verrà mai rimandata. Ma se non è tale, per che motivo vorrebbe far danno a questo collegio di Cristo? Non fa bene una monaca non solo quando si lascia dominare da vanità — difetto che spero nella bontà di Dio di non mai tra voi riscontare — ma soprattutto quando non è mortificata, quando è attaccata ai beni del mondo o a sé stessa nelle cose che ho detto.

Finiamo il paragrafo

Pensi che ciò le conviene, se non vuole avere un inferno di qua, e, Dio non voglia, un altro di là. Vi sono molte ragioni per temerlo, e forse non le comprenderanno bene come me né lei né le altre.

Sono due paragrafi molto intensi, soprattutto la nota che vi ho letto. Lei dice: vivendo in comunità, dobbiamo stare attenti di non nuocere a chi ci dà buon esempio, perché una cattiva abitudine, che viene introdotta in monastero — e io aggiungo in famiglia, in una comunità cristiana — crea un danno incredibile. E lei dice: se noi capissimo il danno che crea una cattiva abitudine, preferiremmo morire piuttosto che introdurla. Poi prosegue e dice: del resto, se io muoio, si tratta di una morte corporale, ma il danno del cattivo esempio rovina le anime, non finisce tanto presto, perché? Perché, dopo le religiose, che poi muoiono, ne vengono delle altre, e queste altre cosa fanno? Piuttosto che tornare a seguire il buon esempio, continuano a seguire quello cattivo; è questo il problema. Perché? Perché il cattivo esempio è sostenuto dal demonio. L’esempio buono viene messo in dimenticanza dalla nostra debolezza, quindi capite il danno enorme di un cattivo esempio, di una cattiva abitudine? Crea un disastro, nuoce tantissimo a chi invece vuole dare il buon esempio, rovina le anime — questo è il danno più grande in assoluto — e poi perdura, perché i giovani che arrivano, i nuovi che arrivano, cosa fanno? Seguono il cattivo esempio, seguono la cattiva abitudine; sia perché è sostenuta dal demonio — che quindi spinge perché avvenga questo — e sia perché la nostra debolezza cerca di far dimenticare la buona abitudine.

Il demonio aiuta molto a introdurre cattive abitudini, a introdurre rilassamento, aiuta proprio tanto. E a introdurre una nuova abitudine cattiva, ci vuole pochissimo, veramente pochissimo, e poi tanti son quelli che la seguono. Mantenere una buona abitudine, mantenere un buon esempio, è molto difficile, anche perché la nostra debolezza non ci aiuta. E questo lo si capisce quando uno si accorge di avere collaborato a introdurre o introdotto — peggio ancora — una cattiva abitudine e poi magari cerca di correggerla. Questo è il problema: che a quel punto si accorge di quanto è difficile tornare indietro, perché gli altri ti si mettono di traverso. 

Può succedere che uno dica: “Mi sono reso conto di aver dato cattivo esempio, di aver introdotto un’abitudine cattiva”; abitudine, habitus, un qualcosa che si fa in modo abituale; prima non c’era e io la introduco. Se poi ho l’autorità, è ancora peggio, perché oltre il demonio, oltre la debolezza della natura, che spingono verso la cattiva abitudine, si aggiunge l’autorità, e questo è un disastro. 

Se chi ha autorità — e io penso a un superiore, penso a un genitore, penso a un educatore, a un datore di lavoro, a un fratello maggiore, insomma, chi ha autorità a vari livelli — se la introduce è difficilissimo opporsi, difficilissimo mantenersi nella buona abitudine, molto difficile.

Ma mettiamo pure il caso che poi Tizio si renda conto e dica: “No, questa cosa è stata proprio sbagliata, ho introdotto una cosa sbagliata, me ne pento, voglio tornare indietro”; allora, innanzitutto rendersene conto è una grazia di Dio che non sempre, e non a tutti, viene elargita; ma, fosse anche che ci viene data, sì… e adesso tu prova a convincere gli altri a tornare indietro! Provate, non è così facile, per niente. Anzi, le stesse persone che prima ti spalleggiavano, adesso ti verranno contro, perché diranno: “Perché hai cambiato idea, perché cambi idea? E qui non è che si può: oggi sul melo, domani sul pero, eh! Prima era in un modo, poi l’hai messa in un altro e adesso vuoi tornare indietro? Eh no, non è che si può cambiare le cose così”. 

Guardate, è difficilissimo; per questo, prima di introdurre qualcosa, bisogna pregare molto, bisogna chiedere luce a qualche sacerdote dotto e santo; se abbiamo un confessore o un padre spirituale, quella è la persona adatta. Valutare tutte le possibili implicanze, negative e positive. Va pensata molto bene, perché poi, una volta fatto il passo, eh… Così come una buona abitudine: una volta introdotta, va mantenuta; e la debolezza propria, e la debolezza altrui, e il demonio, concorreranno a cercare di cambiarla, a cercare di abbassarla, di alleggerirla, di diluirla. Anche in questo caso è difficile, però… però avremo dalla nostra parte l’autorità con la quale l’abbiamo proposta e avremo dalla nostra parte la grazia di Dio, che aiuta a portare avanti le buone abitudini.

Dobbiamo stare attenti, eh… Pensate in una famiglia, quando i genitori introducono una cattiva abitudine, i figli subito si adeguano; provate a cambiare: si scatena l’inferno. 

Provate voi, non dico a fare — perché ci mancherebbe — ma a pensare di dire, come genitori: “Abbiamo pensato di togliere la televisione, cioè di prenderla, inscatolarla, scocciarla e metterla in cantina”. Provate a fare questo pensiero. 

Ci sono famiglie che in una casa hanno tre o quattro televisori: uno in cucina, uno in sala, uno in camera da letto dei genitori, uno in camera da letto dei figli, e vanno contemporaneamente, perché la mamma è in cucina che guarda il suo programma mentre fa le sue cose, il papà è in sala che guarda la televisione e guarda i suoi programmi, i figli sono in camera loro, tutti e due, o uno dei due, a guardare la televisione e, se sono due figli, uno va nella camera dei genitori a guardare quello che vuole lui. Quindi, contemporaneamente vanno quattro televisori, poi se ci sono in casa i nonni o gli zii, ecco, si dividono. Quindi, quattro televisori che vanno contemporaneamente. 

Voi provate a pensare e dire: io domani dico: «Guarda ho capito di aver sbagliato, perché è una follia che nella nostra casa, mentre siamo in casa, vadano quattro televisori contemporaneamente e stiamo in quattro sale diverse. Poi ci ritroviamo per dirci buonanotte, forse; e magari litighiamo, perché i televisori non bastano, ne serve un altro, il quinto. Ho capito di aver sbagliato: ho permesso, che, quasi senza accorgermi, entrassero in casa cinque televisori. Va bene, voglio rimediare, domani li prendo, metto tutto nelle scatole e li porto tutti in cantina o li do via». Beh, provate! Provate a immaginare che cosa accadrebbe, non dico a farlo, ma solo a proporlo! Ecco, provate a immaginarlo; quello che accadrà sarà dieci volte peggio di quello che voi avete immaginato; tanto peggio, che non solo non lo farete, ma neanche mai più vi verrà il pensiero di proporlo. 

Questa è la cattiva abitudine: una volta introdotta, per toglierla, guardate, ci vuole un super miracolo, perché non basta che cambi tu, ma devono cambiare anche gli altri, anche gli altri devono adeguarsi.

Pensate quando, tra marito e moglie, si introducono delle cattive abitudini, e poi non si torna più indietro. Perché se anche uno dei due dice: “No, ma questa cosa non va bene, è sbagliata” — magari uno arriva a capire che è peccato — provate a dire all’altro: “No, io adesso questa cosa qui non la voglio fare più, non la voglio vivere più, perché è peccato”; viene giù il mondo! “Chi sei tu? Non ci sei solamente tu. E perché devi decidere tu? Ma io non la penso così. Ma ci sono anche io. Ma io sono un essere umano, con i suoi bisogni. Ma tu chi ti credi di essere? E tu perché mi devi imporre le tue scelte?”. 

Pensate anche solo banalmente che uno dica: “Beh, io oggi ho deciso di fare un piccolo sacrificio, faccio un piccolo digiuno”; si salvi chi può! E ovviamente i figli — se non avete San Domenico e San Luigi Gonzaga come figli — non sosterranno la virtù, sosterranno il vizio. 

Io nella mia vita ho sperimentato questo; non entro nei dettagli, perché sono cose un po’ delicate, ma posso dirvi che l’ho sperimentato. E, per correggere una cattiva abitudine introdotta, ci vuole veramente tutta la grazia di Dio possibile. Ed è vero quello che dice Santa Teresa: quelli che vengono dopo, fanno prima, fanno meglio e più volentieri a seguire il male che il bene e quindi a buttare nella dimenticanza la buona abitudine introdotta e recuperare quella cattiva o introdurre quella cattiva. Nonostante quella buona abbia potuto dare dei frutti meravigliosi, non ha importanza. La nostra debolezza e il demonio combatteranno per questo.

Fermo restando che non sempre si può correggere totalmente la cattiva abitudine; magari riesci a correggerla al novanta per cento e rimane un dieci per cento lì. 

Purtroppo, noi siamo così stupidi che, nella nostra vita, siamo in grado di fare delle scelte pessime; sacrifici incredibili per queste scelte pessime, convinti di fare la cosa più bella del mondo e invece stiamo introducendo una cattiva abitudine, che poi durerà, da lì in avanti, chissà per quanto tempo. E, magari, la introduciamo — perché c’è da dire anche questo — per paura, perché succede anche questo, eh! Si introduce la cattiva abitudine per paura; perché ci immaginiamo che possa accadere, che possa succedere, che qui, che la, che su e che giù, e quindi… e poi magari non è vero. 

La paura, nella vita spirituale, è una grandissima nemica, una grandissima pessima consigliera. Ricordiamoci di non scegliere mai, di non decidere mai nulla in nome della paura. Quando si ha paura, bisogna stare fermi e aspettare che passi, e pregare.

Già ve l’ho detto, quel mese di ottobre in cui ho fatto — credo che sia stato l’anno scorso o forse il precedente, comunque lo trovate sul sito www.veritatemincaritate.com o su YouTube — ho fatto un mese intero, tutto il mese di ottobre, sul beato Alano della Rupe e sul Salterio di Gesù e di Maria, sul Rosario, un mese intero, tutto il mese. Ecco, io vi invito di andare a riprendere quelle meditazioni —  non tutte oggi, si capisce, non possiamo ascoltare trenta ore di meditazione in un giorno — ma oggi, che è l’Immacolata Concezione, andatene a prenderne una “a caso”. Cliccatene una, così “a caso”, ascoltatela. 

Il beato Alano della Rupe sicuramente ha tanto da dire a tutti noi, sul Salterio di Gesù e di Maria. Quanto è importante per essere liberati, illuminati, guariti, purificati! Abbiamo bisogno di tanta luce, di tanta prudenza, di togliere l’impulsività per fare la scelta giusta al momento giusto e soprattutto, credetelo, per non introdurre una cattiva abitudine. Guardate, se poi non si può tornare indietro, e se poi si ha coscienza di aver fatto questo male, questo grandissimo danno, per tutta la vita si rimarrà con quel pensiero lì. Poi possiamo confessarci tutte le volte che vogliamo, è vero, ma ti rimarrà sempre dentro quel rimorso, quel dispiacere, di aver fatto quella scelta sbagliata, e che gli altri hanno preso al volo e l’hanno fatta diventare la loro bandiera. 

Quando sappiamo, nella vita, di aver operato una scelta decisiva che ha introdotto una cattiva abitudine dentro al consesso umano, eh, guardate… rimane un rimorso che è difficile poi da togliere. Veramente, è un rimorso che, forse, è una partecipazione delle pene di purgatorio, perché ormai non puoi più fare niente.

Così come quando abbiamo introdotto una buona abitudine, e quando abbiamo lottato per essa, ah, rimane un ricordo meraviglioso, è una consolazione grandissima, fa niente se poi altri l’hanno distrutta, non ha importanza. Possono distruggere quello che vogliono, ma quel ricordo bello, quella scelta, i ricordi di quella bella scelta, di quella bella abitudine che è stata introdotta, e di tutto il bene che quella bella abitudine ha fatto nelle anime, questo è un pensiero che sarà sempre di grande, grandissima consolazione, anche se ci sarà venuto contro l’inferno.

Mi fermo qua, prudenza vuole che bisogna sapersi anche fermare. Nella vita è saggio sapersi anche fermare; le cose che abbiamo detto su questo paragrafo quarto sono troppo importanti per dire: andiamo avanti; fermiamoci qui e ragioniamo molto bene su queste cose. Domani non rileggerò questo quinto paragrafo con la sua nota lunga, ma la commenterò direttamente.

Ecco, preghiamo tutti, oggi, e preghiamo uno per l’altro; in queste feste mariane così belle, così anticipatrici del Natale, che poi tra l’altro lo sapete, è oggi il giorno — almeno dalle nostre parti del milanese, della Lombardia — in cui c’è un po’ l’abitudine — soprattutto a Milano — di dedicare la giornata dell’Immacolata Concezione a costruire il presepe e anche l’albero; è un po’ una tradizione. So che nelle varie parti d’Italia ci sono tradizioni diverse, per l’amor del cielo, però mi è sempre piaciuta questa cosa che, fin da bambino, il giorno dell’Immacolata ci si metteva lì — si era casa in vacanza — e si costruiva il Natale. E, tra l’altro, quest’anno è di venerdì, per cui poi c’è sabato e domenica, siamo tutti a casa, c’è questa festività allungata. Beh, è bello dedicarsi proprio a fare il presepe, preparare il Natale. Ormai, mancano due settimane circa, per il Natale. Ecco, allora mettete delle belle statuine, costruitelo bene, ci sono veramente tante fantasie per farlo.

E vi chiedo una preghiera grande anche per me, e per tutti noi sacerdoti, perché abbiamo, credo, tutti bisogno di un ricordo sempre molto accorato e speciale, costante e forte, nelle vostre preghiere, per essere all’altezza della nostra vocazione, della nostra missione, del nostro ministero. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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