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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 11

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 6 febbraio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 11

Eccoci giunti a domenica 6 febbraio 2022. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo V di San Luca, versetti 1-11. 

Avrete sicuramente notato che ciò che fa maturare in San Pietro la coscienza di essere un peccatore è lo stupore, è il miracolo di questa pesca così inaspettata, così incredibile. Questo evento per San Pietro impossibile fa maturare in lui la percezione di essere un peccatore. Noi capiamo veramente di essere dei peccatori quando siamo catturati dallo stupore, dalla meraviglia per l’opera di Dio. 

Quando può nascere in noi questo stupore? 

Questo stupore può nascere quando noi ci fidiamo di Dio. 

Se noi ci fidiamo di Dio e facciamo esattamente quello che Dio ci chiede, allora vediamo i miracoli, se non opponiamo a Dio e alla Provvidenza di Dio i nostri “se, ma, però”, se non opponiamo a Dio i nostri criteri, le nostre prudenze — come dice Santa Teresa D’Avila — le nostre cautele, ma facciamo esattamente quello che Dio ci chiede, così come ce lo chiede, quando ce lo chiede, allora poi Dio fa Dio, avvengono cose inaspettate, insospettabili, inimmaginabili e a quel punto noi cadiamo in ginocchio e diciamo: “Sono un peccatore”. 

Questo è l’unico grande momento in cui veramente ci scopriamo peccatori, nel quale la coscienza del peccato è vera e seria. Non è con la paura dell’inferno, con la paura del castigo che uno si scopre vero peccatore, ma è lo stupore, è la bellezza, è questa meravigliosa invadenza di Dio, questa santa bellissima invadenza di Dio nella nostra vita dopo che noi abbiamo detto: “Mi fido”.

“Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla”.

Perché è di notte che si va a pescare, chi fa il pescatore lo sa, si pesca di notte con l’aiuto del buio, quando tutti i pesciolini sono tranquilli, vengono un po’ più a galla e non vedono tutti riflessi, le ombre. 

“Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla”.

“Siamo stanchi, siamo un po’ avviliti, siamo tristi, non siamo riusciti a fare niente, abbiamo sbagliato, non abbiamo preso neanche un pesciolino, è andato tutto male…”

“Ma..”

Questo “ma” è fondamentale, questo è il “ma” dell’uomo di fede, questo è il “ma” che cambia una vita.

“Ma sulla tua parola..”

 Perché Tu lo chiedi, perché Tu lo dici.

“Sulla tua parola getterò le reti”.

Non ha importanza quello che io ho fatto fino adesso, se adesso, in questo momento, col sole, col mattino, con i rumori, con tutta la gente — nessuno andrebbe a pescare a quest’ora, nessuno si metterebbe in barca per andare a pescare, nessuno butterebbe le reti adesso — ma se Tu me lo dici, io lo faccio, perché se lo dici Tu è possibile, tutto è possibile per chi crede in Dio, “nulla è impossibile a Dio”.

E lo fecero. Quello che capitò dopo è storia, è la storia della vita di San Pietro e non se lo sarà mai più dimenticato.

“Allontànati da me”

Lo capisci subito. Guardate che frase:

“Signore”

 Lui è proprio il Signore.

“Signore”

 Prima, notate, lo ha chiamato Maestro:

“Maestro, abbiamo faticato tutta la notte..”

 Prima è Maestro, ma dopo questo evento incredibile diventa il Signore, interessante questo passaggio. È quando noi passeremo da Gesù Maestro a Gesù Signore, il Signore, che allora…

“Allontànati da me”

Percepisce subito la trascendenza, la grandezza di Gesù, la Santità di Gesù, altro che Gesù amico, Gesù compagno di merenda, no, no.

“Allontànati da me”

 Altro che pacca sulla spalla!

“Signore, allontànati da me”

Non mi puoi stare vicino. Perché?

“Perché sono un peccatore”

 Credo che questa sia una delle preghiere più belle in assoluto che una persona può arrivare a dire nella sua vita. Quando avrà vissuto quel “ma”, quando quindi sarà stato preso da questo stupore radicale, da questo stupore meraviglioso, da questo stupore che ti invade e che ti parla nelle mani: lui aveva tutti questi pesciotti giganti, bellissimi, e li guardava e diceva: “Ma da dove vengono fuori tutti questi pesci?” Vengono fuori dalla tua fede, ti sei fidato, hai creduto. Ecco cosa succede. 

E noi ci fidiamo? Noi crediamo? 

A me viene subito in mente un fatto che non posso dirvi per ovvie ragioni, ma a leggere questo passo mi viene subito in mente, un fatto, un evento, dove noi come uomini non ci siamo fidati delle richieste di Dio, almeno fino ad ora, e quindi non abbiamo potuto ancora vivere questo stupore. Certo ci sono fatti grandi — quello a cui sto facendo riferimento è certamente un fatto enorme — ma ci sono anche fatti più piccoli, che sono i fatti della nostra vita, e in quelli piccoli almeno possiamo fare qualcosa di concreto. 

Che cosa? Fidarci di Dio, fidarci sempre di Dio, soprattutto quando siamo stanchi, soprattutto quando siamo provati, quando siamo delusi e amareggiati, spaesati, disorientati, mezzi disperati, fidiamoci di Dio. 

Quando Dio ci chiede qualcosa, fidiamoci di Dio.  

E allora siamo arrivati al capitolo 12º del nostro testo “Le meraviglie di Laus”: 

L’intervento dell’Autorità Ecclesiastica

“Mons. Gaillard non fu il primo ad informare l’autorità religiosa di Embrun sui fatti di Làus. Questi erano già materia di discorso nella città metropolitana. Il pubblico si impressionava degli avvenimenti, ma se ne parlava con apprezzamenti diversi; ed eccone la ragione. 

Vi era a Embrun, sotto il magnifico Atrio laterale della vecchia Cattedrale, un’antica immagine della Vergine, chiamata la Reale, perché vi erano rappresentati i tre Re Magi davanti al bambino Gesù, tra le braccia della Sua Divina Madre. Quell’immagine era assai venerata, e meta di molti pellegrinaggi, per una lunga lista di miracoli, che risalivano fino ai tempi di Carlo Magno. 

Anche Principi e Re, come Carlo VII, Luigi XI, Carlo XIII, Edoardo II d’Inghilterra, erano venuti a sciogliere i loro voti, e far omaggi, seguendo l’esempio dei Magi. Ora da qualche tempo, i pellegrinaggi non erano più frequenti come per il passato: cioè, da quando le meraviglie di Làus cominciarono ad attirare popolazioni in quella valle. 

Si sarebbe detto che la Santa Vergine fuggiva il tumulto della città per il silenzio del deserto, e trascinava al suo seguito le moltitudini, come faceva un giorno il Figlio suo nella Giudea. Qualche anima gretta vi fu che non potendo sopportare che la Reale fosse rimpiazzata dal misero Oratorio di paglia, si eccitò oltre misura e fece giuocare tutte le risorse della sua meschina pietà per forzare la mano all’amministrazione diocesana e costringerla a misure di rigore contro il luogo dei nuovi pellegrinaggi.”

È incredibile! Decido io, decidiamo noi dove la Madonna deve apparire, dove la Vergine Maria deve fare i miracoli e come e dove la Vergine Maria deve stare. È incredibile! Ma anche oggi è così, anche oggi.

Decido io! Siccome abbiamo sempre venerato l’immagine della Reale e quindi tutti sono sempre venuti qui dai tempi di Carlo Magno, i grandi re sono venuti qui, adesso questa pastorella Benedetta, di nome e di fatto, questa ragazza, cosa vuole con questa sua fantasmagorica apparizione della Vergine, in un oratorio sperduto polveroso, orrendo, a fare cosa? Vorrà mica questa qui adesso sostituire la nostra immagine gloriosa della Reale che risale ai tempi di Carlo Magno?

Questo è lo stile dei nostri ambienti! Questa è una pietà carnale, è una devozione tutta radicata nella carnalità, nella mondanità, nel senso di mondo, nel senso giovanneo di mondo.

E quindi cosa fa? La cosa più assurda del mondo: si mette a trafficare per gettare discredito su Laus e così riportare i pellegrini alla Reale. 

Anche perché — questo l’autore non lo scrive ma lo dobbiamo dire — pellegrini equivale a soldi. Purtroppo, sapete, alla fine va tutto a finire lì. Perché? Perché i pellegrini hanno bisogno di mangiare, i pellegrini hanno bisogno di dormire, non possono certo andare avanti e indietro da casa loro, se sono pellegrini. Non c’era l’aereo, il treno o quant’altro, quindi una volta che arrivano devono rimanere. E dove vanno a dormire? Dove vanno a mangiare? Dove vanno ad abitare? Pellegrini vuol dire economia, poi, certo, ci sarà anche un discorso di fede, che erano affezionati a quest’immagine della Reale, però c’è sicuramente anche questo. 

Del resto la stessa cosa accadde con Padre Pio da Pietrelcina. 

Il problema qual era? Che la gente non andava più in parrocchia, la gente lasciava tutto per andare a Messa da Padre Pio. E questo cosa voleva dire? (Dobbiamo sempre parlare di cose molto concrete, la vita è fatta di andare a comprare il latte al mattino col pane). E questo cosa voleva dire? Questo voleva dire che la gente faceva dire le Messe non più in parrocchia ma dai frati. Messe uguale a soldi. La gente, andando a Messa da Padre Pio, dove dava le sue offerte alla Messa? Dai frati, non più in parrocchia. Le Messe della parrocchia si svuotavano e le Messe da Padre Pio si riempivano oltre misura. Capito il problema? 

È questo il problema, non me lo sto inventando io, è scritto nei libri, ci sono stati storici e teologi che hanno affrontato questa questione e hanno visto che, di fatto, il problema era quello, il primo iniziale risentimento e odio verso Padre Pio nacque proprio da quelle parrocchie circostanti che dissero: “No, un momento, questo frate qui adesso ci porta via i fedeli! Ci porta via i parrocchiani! La parrocchia siamo noi, voi dovete venire qui!”. 

Ma i parrocchiani gli dissero: “No, noi andiamo da Padre Pio”. 

Ora, invece che avere un atteggiamento cristiano, che vuol dire umile, che vuol dire vero, e quindi di mente aperta, pronto, capace, che avrebbe dovuto spingere a questo pensiero: “Ma come mai tutta questa gente…?” Invece di fare cinque passi e mettere i piedi giù dal letto e trovarsi in chiesa, in parrocchia, la gente decide con la neve, con la grandine, col vento, con la tempesta, col caldo di farsi tutta quella scalata del monte per arrivare fin su al convento di Padre Pio e farsi la coda, arrivare per tempo, morire dal freddo e dal caldo, dover aspettare ore e ore… e poi con la Messa delle cinque del mattino? Perché? Perché le persone scelgono di andare lì da Padre Pio, da quei frate lì e non vengono da me che sono il parroco? Perché non vengono più da me? 

Ecco l’evento di Padre Pio, in quel caso, avrebbe dovuto essere un esame di coscienza, e dire: “Se tutti, o la stragrande maggioranza, hanno deciso di andare lì, ci sarà un motivo. Lì hanno trovato qualcosa che qui non c’è. Come mai qui non c’è?”

Con un atto di umiltà ancora più forte avrebbero dovuto dire: “Forse perché la c’è quella santità che qui non trovano. La c’è Dio in quel modo così — stavo per dire visibile, in realtà era visibile perché bastava guardare Padre Pio per vedere Gesù — così visibile che, invece, quando vedono me, vedono tutto tranne che Gesù, purtroppo.” 

La gente dove va? La gente va dove c’è Dio, è questo il punto, perché la gente ha fame di Dio, la gente ha sete di Dio, la gente cerca Dio e la gente quindi va dove c’è Dio, dove lo trova. Ed è chiaro che se quel Sacerdote, Padre Pio, mi veicola, mi media Gesù, in un modo così forte, così bello, tale per cui andare alla sua Messa voleva dire essere sul calvario, voleva dire vivere una un’esperienza veramente divina, ma io mi faccio 150 milioni di chilometri per arrivare lì! Mi scalo l’Everest, vado fin su l’Himalaya! Ma se posso incontrare Dio perché devo stare qui con questi quattro “maramei”, a fare cosa? A raccontarcela tra di noi, a ingannarci tra di noi, a illuderci tra di noi? Ma neanche per sogno!

Ma Mons. Lambert, Vicario Generale e Amministratore della diocesi di Embrun, aveva un animo troppo elevato da lasciarsi stordire da quei rumori farisaici. La gloria della Reale gli era cara senza dubbio, e non era indifferente agli interessi della Metropoli, ma un pensiero era dominante su tutto: l’onore della religione e il bene delle anime.”

Capite? Quell’effige sarà anche bella, sarà importante, verrà da Carlo Magno, la Madonna avrà fatto tanti doni, ma il bene delle anime oggi dov’è? 

È da Padre Pio? Andiamo tutti da Padre Pio! Ma ci vengo anch’io, io che sono il tuo prete ci vengo anche io, andiamo insieme, magari io imparo qualcosa da lui, magari imparo ad amare veramente il Signore, magari mi converto veramente, poi imparerò anch’io a essere un piccolo Padre Pio. Cosa stiamo qui a fare?

“L’onore della religione e il bene delle anime.”

Quello che deve contare è il bene delle anime, non i soldi, il portafoglio, il mio ego, il mio orgoglio, il mio successo, il fatto che sono frustrato, il fatto di essere come Padre Pio e quindi divento cattivo. Se io sono un frustrato, questo è un problema mio, devo andare a farmi curare, devo cercare qualcuno che curi la gente che è frustrata come me, non devo riversare la mia frustrazione sugli altri, diventando cattivo e calunniando e diffamando per esempio Padre Pio, o in questo caso Laus. 

Mi fermo qui, perché poi diventa interessante ancora di più, vedremo poi cosa succede.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Lc 5, 1-11)

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore”. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

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