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Lo sguardo – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.79

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Lo sguardo – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.79
Giovedì 18 gennaio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 3, 7-12)

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: “Tu sei il Figlio di Dio!”. Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 18 gennaio 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal terzo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 7-12. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al paragrafo quarto del venticinquesimo capitolo.

4 — Della contemplazione ho parlato a lungo, meglio che ho saputo, nella storia della mia vita, scritta per farmi conoscere ai confessori che me l’hanno comandata. Perciò, paga di averla solo accennata, non mi fermo di più. Quelle tra voi che avranno la grazia di esservi elevate potranno procurarsi quel libro, nel quale troveranno certi spunti ed avvisi che il Signore mi ha dato di ben dire, e dai quali, a mio parere, potranno aver conforto e profitto. Questo, d’altronde, è pure il parere di coloro che l’hanno veduto e che in questo genere di cose sono assai competenti. Che vergogna per me raccomandarvi di far conto di un mio scritto! Sa il Signore la confusione con cui scrivo la maggior parte di queste cose! — Sia Egli benedetto che tanto mi sopporta!… Quelle che sono elevate all’orazione soprannaturale si procurino pure quel libro, ma dopo la mia morte. Le altre non han motivo di vederlo. Si sforzino di mettere in pratica ciò che dico in questo, e si abbandonino alla volontà di Dio. Egli solo vi può elevare alla contemplazione, né vi negherà questo dono se da parte vostra farete il possibile per non fermarvi sul cammino e arrivare alla fine.

Quindi, lei dice: chi vuole approfondire il tema della contemplazione, lo trova scritto nel Libro della mia vita, che ovviamente noi adesso non abbiamo affrontato.

CAPITOLO 26

Come raccogliere i pensieri — Mezzi a questo scopo — Capitolo assai utile per coloro che cominciano a praticare l’orazione.

1 — Ritornando alla nostra preghiera vocale, bisogna farla in modo da ottenere che Dio ci conceda insieme l’orazione mentale senza che noi ce ne accorgiamo. Ma per questo, ripeto, bisogna farla come si deve. Anzitutto si fa il segno della croce, poi l’esame di coscienza, indi si recita il Confiteor. Poi, siccome siete sole, cercatevi una compagnia. E quale può essere la migliore se non quella del Maestro che vi ha insegnato la preghiera che state per recitare? Immaginate quindi che vi stia vicino, e considerate l’amore e l’umiltà con cui vi istruisce. Ascoltatemi, figliuole: fate il possibile di stargli sempre dappresso. Se vi abituerete a tenervelo vicino, ed Egli vedrà che lo fate con amore e che cercate ogni mezzo per contentarlo, non solo non vi mancherà mai, ma, come suol dirsi, non potrete mai togliervelo d’attorno. L’avrete con voi dappertutto, e vi aiuterà in ogni vostro travaglio. Credete forse che sia poca cosa aver sempre vicino un così buon amico? 

Questo paragrafo primo del capitolo ventiseiesimo mi sembra molto importante. Lei dice: ritorniamo alla nostra preghiera vocale — e ripete una cosa che ha già detto — «bisogna farla in modo da ottenere che Dio ci conceda insieme l’orazione mentale senza che noi ce ne accorgiamo».

Quello che dice Santa Teresa (l’abbiamo già visto) è che la preghiera vocale deve essere sempre unita all’orazione mentale, perché sennò che senso ha? È semplicemente un ripetere parole, ma non hanno nessun senso, non hanno nessun valore. Perché, capite, se io ripeto delle parole vuote, se non so cosa sto dicendo e non so a chi lo sto dicendo, che senso hanno? Quindi: preghiera vocale e orazione mentale devono sempre andare insieme. 

Allora, lei ci dà alcune istruzioni molto concrete: fare il segno della croce, prima cosa; poi l’esame di coscienza; poi il Confiteor che è l’atto di dolore, che è il “Confesso”, quello che si dice a messa (“Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli…”). Questa versione del Confiteor era un po’ diversa da quella che abbiamo noi adesso, però, insomma, è l’atto di pentimento; uno può scegliere anche l’atto di dolore, che è molto bello.

 Quindi: il segno della croce, esame di coscienza, atto di pentimento (il confiteor), perché? Perché nel momento in cui faccio l’esame di coscienza, devo chiedere perdono a Dio, perché ovviamente i peccati vengono subito davanti agli occhi. 

E poi, lei dice che dobbiamo cercarci una compagnia, e quindi aggiunge: c’è forse una compagnia migliore di quella del maestro, di quella di Gesù? Come si fa a cercarci questa compagnia? Lei dice: immaginatevi che vi stia vicino, «considerate l’amore e l’umiltà con cui vi istruisce»; è un maestro, quindi ci istruisce. È un maestro particolare, non ci istruisce con durezza, ci istruisce con amore e con umiltà, e ci sta vicino, come ogni buon amico. Non esiste un amico che non stia vicino all’altro amico, sennò che amico è? Un amico deve stare vicino al suo amico. Lei dice: «fate il possibile di stargli sempre dappresso». E allora, se faremo così, lei dice che non potremo mai togliercelo di torno; «l’avrete con voi dappertutto, e vi aiuterà in ogni vostro travaglio».

A me sembra che siano delle indicazioni molto semplici, però molto importanti; sono indicazioni concrete, che dovrebbero essere già parte della nostra vita di fede, e che ci dicono come dobbiamo fare.

2 — Sorelle mie, voi che non potete discorrere molto con l’intelletto, né arrestare il pensiero sopra un punto determinato senza cadere nelle distrazioni — quindi queste persone che fanno proprio molta fatica — abituatevi, vi prego, abituatevi alla pratica che vi suggerisco! So che lo potete. Per più anni ho sofferto anch’io il tormento di non potermi fermare sopra alcun oggetto, e so che è molto penoso. Ma so pure che il Signore non ci lascia mai così sole da non venirci talvolta a tener compagnia, purché glielo chiediamo con umiltà. Se questo non otteniamo alla fine di un anno, lavoriamo per averlo almeno dopo molti, né rimpiangiamo un tempo che così spendiamo assai bene. C’è forse qualcuno che ci spinge? Abituiamoci dunque a questa pratica, sforzandoci di mantenerci in compagnia di questo vero Maestro.

3 — Non vi chiedo già di concentrarvi tutte su di Lui, formare alti e magnifici concetti ed applicare la mente a profonde e sublimi considerazioni. — Attenti — Vi chiedo solo che lo guardiate. E chi vi può impedire di volgere su di Lui gli occhi della vostra anima, sia pure per un istante se non potete di più? Possibile che potendo fermarvi fin sugli oggetti più ributtanti, non siate poi capaci di contemplare la bellezza più perfetta che si possa immaginare? Sappiamo intanto, figliuole mie, che questo vostro Sposo non vi perde mai di vista, né sono bastate, perché lasciasse di guardarvi, e mille brutture e abominazioni che gli avete fatto soffrire. Ora, è forse gran cosa che togliendo gli occhi dagli oggetti esteriori, li fissiate alquanto su di Lui? Ricordate ciò che dice alla Sposa: non aspetta che un vostro sguardo per subito mostrarvisi quale voi lo bramate. Stima tanto questo sguardo, che per averlo non lascia nulla d’intentato.

Dunque, lei fa riferimento sempre a coloro che non possono discorrere molto con l’intelletto, né arrestare il proprio pensiero su un determinato punto senza distrarsi, coloro che fanno proprio fatica nella preghiera. Dice di aver avuto questa stessa fatica e poi aggiunge: non dimenticate comunque che il Signore viene a trovarci talvolta per tenerci compagnia, però va chiesto con umiltà. 

Dobbiamo imparare a mantenerci in compagnia di questo maestro; un po’quello che è spiegato sopra: «fate il possibile di stargli sempre dappresso» e quindi abituarci a tenercelo sempre vicino. E lui, vedendo che lo facciamo con amore, che cerchiamo ogni mezzo per contentarlo, alla fine sarà sempre con noi: «l’avrete con voi dappertutto»; l’importante è abituarci, a me verrebbe da dire: a vivere alla presenza di Gesù. Abituarci a vivere alla presenza di Gesù; abituarci a vedercelo sempre accanto, a tenercelo sempre vicino, a fare di tutto per contentarlo. Il Signore non ci lascerà mai, veramente sarà sempre con noi.

S. Teresa dice: una cosa vi chiedo, «Vi chiedo solo che lo guardiate».  Non di fare chissà quali profondissimi ragionamenti, meditazioni, no, no, “guardatelo” … è bellissimo! «Vi chiedo solo che lo guardiate». Anche se fosse solo per un istante, non ha importanza, voi guardatelo. E dice: non dimenticate che lui non vi perde mai di vista — nonostante tutti i nostri peccati — lei dice: Gesù «non aspetta che un vostro sguardo per subito mostrarvisi quale voi lo bramate». Uno sguardo, Gesù aspetta il nostro sguardo, uno solo, che può essere uno sguardo al Crocifisso, che può essere uno sguardo al Tabernacolo, che può essere uno sguardo al Sacro Cuore di Gesù, uno sguardo, basta uno sguardo. Gesù «stima tanto questo sguardo, che per averlo non lascia nulla d’intentato», capite? Il Signore fa di tutto per avere il nostro sguardo, uno sguardo.

Ecco, allora oggi esercitiamoci in questo sguardo d’amore. Impariamo questa tecnica di Santa Teresa: “Sguardi d’amore verso il Signore”. E poi, questo procedimento che ci ha insegnato: segno di croce, esame di coscienza, Confiteor. E poi cercare la compagnia di Gesù: «Stargli sempre dappresso; tenervelo sempre vicino». Sono proprio — se vedete — delle indicazioni pratiche, concrete, che ci aiuteranno tantissimo.

Fare di tutto per contentarlo; e così l’avremo con noi sempre.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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