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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 66

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione sul testo “La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia” di S. Pietro Giuliano Eymard di sabato 6 agosto 2022 – Trasfigurazione del Signore

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 9,28-36)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa”. Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”.
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 66

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 6 agosto 2022. Oggi festeggiamo la Trasfigurazione del Signore.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo 9 del Vangelo di San Luca, versetti 28-36.

Oggi è anche il primo Sabato del mese e sempre ricordiamo la bellissima pratica dei primi cinque Sabati del mese richiesta dalla Vergine Maria a Fatima.

Oggi ricorre anche il giorno nel quale Santa Teresina compose l’Atto di Consacrazione al Volto Santo di Gesù nel 1896. Inizia anche oggi la novena per la solennità dell’Assunta e oggi siamo al settimo sabato dei quindici sabati del Santo Rosario. Ecco, mi sembra che sia una giornata molto densa, molto bella che deve essere vissuta con grande spirito di preghiera e di raccoglimento.

Siamo arrivati, come vi dicevo, all’ultima meditazione sul testo di San Pietro Giuliano Eymard e questa ultima meditazione si intitola “Frutti e risoluzioni degli esercizi“. Certo, perché, quando noi facciamo un ritiro spirituale, quando noi facciamo degli esercizi spirituali, è necessario venire via sempre con una risoluzione, almeno una risoluzione, che vuol dire una decisione. Non possiamo fare un ritiro e tornare a casa come siamo arrivati, perché non ha nessun senso. Un ritiro, degli esercizi devono sempre essere contraddistinti, alla fine, da una decisione, almeno da una decisione. Tutto quello che abbiamo capito in quel ritiro, in quegli esercizi, tutto deve essere condotto ad una decisione, ad una risoluzione finale. Che sarà poi un proposito che terremo nella nostra vita di tutti giorni. 

San Pietro Giuliano Eymard scrive: 

Custodisci il buon deposito, veglia, sopporta i travagli da buon soldato di Gesù Cristo; attendi ai tuoi doveri e alla tua grazia. Queste cose le medita e in esse stai fisso. Tali erano tra l’altro le disposizioni che San Paolo aveva dato a Timoteo dopo averlo fatto Vescovo di Efeso.

E adesso vediamo quali sono… Quindi vegliare, custodire, sopportare, attendere ai propri doveri della propria grazia. Vediamo quali sono. Primo: 

 Bonum depositum custodi – custodisci il buon deposito della verità. Nostro Signore vi ha dato la sua verità, vi ha detto quel che era un ostacolo alla sua vita in voi, alla sua gloria in voi; vi ha dato buoni sentimenti, vi ha dato la buona volontà, voi avete iniziato una vera vita religiosa e avete custodito il tesoro dei vostri esercizi vegliando contro le tentazioni del demonio.

In questi due mesi e qualche giorno di questi esercizi spirituali che abbiamo fatto sulla Eucarestia, tanto tempo, tante ore il Signore ci ha comunicato delle verità ha dato alcune intuizioni importanti, a ciascuno le sue: ecco, adesso è il tempo di custodirle. Il Signore in questi due mesi abbondanti ci ha fatto capire quello che è d’ostacolo alla sua vita in noi, alla sua volontà, alla sua gloria. Adesso è il tempo di tagliare questi ostacoli, di eliminarli. Il Signore in questi esercizi ci ha dato dei buoni sentimenti, ha rafforzato la nostra buona volontà, ci ha fatto iniziare una nuova vita cristiana. Adesso custodite con cura questo tesoro e vegliate e pregate contro le tentazioni del demonio che farà di tutto per portarvi via tutte queste belle cose. 

Prosegue San Pietro Giuliano Eymard:

Il demonio non attacca di fronte – la sua orridezza ci farebbe fuggire – ma ci affascina, ci stordisce, e ci afferra per dietro, “circuit quaerens quem devoret” – se na va in giro cercando colui che egli vuole divorare – . 

Lui cerca, e il suo cercare è proprio caratterizzato dal circuire. Lui ci cerca circuendoci. Dobbiamo stare molto attenti: non è mai un attacco frontale, è sempre un affascinare, uno stordire, un afferrare.

Ora sapete quali tentazioni vi turbano e trionfano di voi, sapete come il mondo vi dissipa e vi assorbe: guardatevi dal lasciarlo venire sino a voi; guardatevi anche dai santi del mondo! Voi siete un regale sacerdozio, un popolo santo: non profanate la vostra dignità prodigandola; non vi mescolate.

Quindi abbiamo imparato in questi due mesi quali tentazioni ci turbano, cioè ci raggiungono, e quali ci vincono; abbiamo capito come il mondo cerca in tutti modi di distrarci da Gesù, di dissiparci, di assorbirci. E allora San Pietro Giuliano Eymard dice: “State attenti, non fatelo avvicinare”. Addirittura dice anche “Guardatevi dai santi del mondo”, cioè cercate di stare raccolti sull’unico uomo che è essenziale, cioè Gesù, questo è quello che conta

Voi siete un regale sacerdozio, un popolo santo…

Questo concetto lo aveva già espresso qualche giorno fa, cioè ‘mantieniti stabile, mantieniti indiviso, non ti dissipare’. Non vuol dire non fare del bene, non aiutare, non essere caritatevole o vivere come un lupo delle steppe. No, vivi tutto quello che devi vivere, ma non dimenticare mai la tua dignità, non dimenticare mai che sei un figlio di Dio, non dimenticare che sei costato il Sangue di Gesù, non dimenticare mai che sei il tempio della Santissima Trinità. Ecco perché dice “non vi mescolate“, cioè a ciascuno di noi dice: “mantieni sempre una distanza”.

Se l’obbedienza vi mette in relazione con il mondo, siate angeli, cioè messaggeri che vanno, consegnano il loro messaggio, e presto ritornano. Non vi lasciate avvicinare troppo. 

 Quindi, relazione, ma esattamente come gli angeli: vanno, consegnano e ritornano. Quasi a dirci: “Stai attento di non dimenticare che la tua casa, la tua patria è il cielo”. Quindi la Terra, pur bella, pur meravigliosa, pur stupenda con tutta la sua creazione, con tutte le sue cose belle, è bella, ma non quanto la patria del Cielo. E il mondo, in quanto realtà opposta a Dio, in quanto realtà lontana da Dio — non in quanto realtà creata, ma proprio come logica anti-Gesù — va tenuto lontano.

Vegliate anche sul traditore che è in voi, che è voi stesso: tenetelo a freno con la viva forza perché il vostro nemico è accanito. Diffidiamo di noi stessi,…

 poi vi spiegherò il significato di queste espressioni che risulteranno, magari, come un po’ lontane, 

… dobbiamo odiarci e combatterci senza tregua. Quando diciamo “così basta”, siamo perduti.

Che cosa vuol dire? Tenete sempre a mente la frase di Gesù “Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso” Ecco, questo vuol dire ‘odiarsi’. Quando lui dice ‘odiarsi’, il termine ‘odio’ non è da intendersi come comunemente lo intendiamo noi, ma nel senso di ‘rinnegarsi’. Quindi non ci deve spaventare l’uso di questo termine, perché è da capire in questo senso, che, tradotto, potremmo anche riformulare così ‘ti devi amare nel modo corretto’. È la stessa cosa: àmati nel modo corretto, àmati come ti ama Gesù e allora va bene. 

Quindi questo diffidare di noi stessi vuol dire ‘Non prenderti troppo seriamente’ e quando nella vita diciamo ‘così basta’, cioè, ‘adesso va bene così’, ecco che ci siamo perduti, perché in realtà non basta mai nel senso che noi cresciamo, siamo in continua evoluzione, quindi ogni cosa ha bisogno di crescere con noi.

Poi ci dice “stai attento al Giuda che c’è in te”, perchė il nostro peggiore nemico siamo proprio noi, non sono gli altri: noi con tutte le nostre resistenze, con tutto quello che non sa di Gesù. Infatti San Pietro Giuliano Eymard scrive:

anche dopo le più belle risoluzioni siamo così deboli, siamo così codardi! Ci siamo da poco confessati, incontriamo una occasione alla porta e vi cadiamo, e come! Abbiamo in noi una polveriera che scoppia a contatto del fuoco, di una scintilla.

È vero, è vero: è esperienza di tutti noi. Ecco perché qualcuno fa l’errore grandissimo di dire “siccome ricado sempre negli stessi peccati, allora non mi confesso più oppure mi confesso più raramente’. No! Non è che, siccome in casa c’è tanta polvere, allora la puliamo una volta all’anno, no… tutte le brave mamme, le brave casalinghe che si dedicano alla casa sanno che, se non scopi un giorno, quando poi passi sul pavimento ci sono tante cose da togliere. E non puoi spolverare una volta al mese. Capite? Proprio perché vediamo quanto siamo deboli e codardi — dice San Pietro Giuliano Eymard — dobbiamo essere molto attenti, dobbiamo tanto diffidare di noi stessi. È importantissimo questo! 

Attenti ai vostri sensi, specialmente agli occhi: non saremo padroni di noi finché non lo saremo dei nostri occhi.

Questo è vero: vedete quanto è difficile controllare il nostro sguardo e quanto il nostro sguardo non è mai sazio di vedere. Quindi dobbiamo imparare ad educarci e dire: “No, questo proprio non lo voglio guardare, queste cose non voglio che passino, che entrino in me”. Quindi con i miei occhi dico: “No!”.

Se volete essere tranquilli, non abbiate mai nel pensiero il ritratto di alcuna creatura e ricordatevi che gli occhi sono pittori.

È vero: gli occhi dipingono. Perché ‘non avere mai nel pensiero il ritratto di alcuna creatura?’ Perché, secondo i santi, il nostro pensiero dovrebbe essere tutto concentrato su Gesù e quindi capace di uno sguardo preciso, estremamente caritatevole su chi ci sta intorno. Chi ha gli occhi pieni di Dio, il pensiero pieno di Dio e quindi gli occhi, poi sa vedere benissimo le esigenze degli altri, quelle vere e le sa corrispondere. Chi, invece, ha gli occhi pieni delle creature e quindi il pensiero pieno delle creature, di fatto non è capace a saper vedere e a corrispondere ai veri bisogni. Infatti, vedete:

Amate tutti in generale, raccomandate tutti a Dio e non abbiate la conoscenza di alcuno in particolare. Lasciate ai vostri superiori lo obbligo di conversare con il mondo, ad essi incombono le responsabilità.

Ci sono tutta una logica e un ragionamento di fondo che dicono: “Grande carità con tutti, ma attenzione ai particolarismi”. È chiaro che una mamma avrà una cura speciale per il suo bambino; è chiaro che un bambino avrà un amore speciale per il suo papà, è ovvio, oppure per un amico. Sì, però, sempre tutto nel modo giusto che vuol dire con una grande libertà interiore e sempre educato dall’amore più grande per Dio. Questo è veramente fondamentale. 

Ci fermiamo qui. Credo che abbiamo motivo di grande riflessione in questo giorno. E allora impariamo a fissare i nostri occhi su Gesù che oggi contempliamo trasfigurato: a seguito di queste cose i tre discepoli diranno: “Oh, come è bello! Facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia”.

Uno dice: “Perché fare tre tende, una per te, una per Mosé e una per Elia?” Perché loro volevano come fissare questo momento e così gustare questa bellezza sempre, ma non è così perché sulla terra non può essere spossante cosa, lo sarà in cielo. E allora lasciamoci proprio chiamare da tutta questa bellezza. 

Vi auguro davvero di trascorrere una bellissima giornata tutta dedicata alla Trasfigurazione di Gesù al primo Sabato del mese e quindi al Cuore Immacolato di Maria e magari potremmo recitare il bellissimo Atto di Consacrazione al Santo Volto di Gesù che io recito ogni martedì.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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