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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Giudizio particolare, II parte

Novissimi: il Giudizio particolare

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 26 novembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Giudizio particolare, II parte

Eccoci giunti a giovedì 26 novembre 2021.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XXI di San Luca, versetti 29-33. 

“Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina”

Signore Gesù concedici la grazia di capire, guardando la realtà, tutto ciò che essa significa e tutto ciò che attraverso essa tu ci vuoi dire. 

Qualcuno di voi si sarà chiesto perché ho deciso di fare la lettura di questo libro dei “I Novissimi” del Beato don Alberione. Come mai concentrarci su questo Beato in preparazione e in vista del Natale? Quest’anno, proprio oggi, 26 novembre, celebriamo i cinquant’anni della sua morte, ed essendo lui il fondatore della famiglia Paolina, che tutti conosciamo come le edizioni Paoline, dove chiunque di noi è andato a comprare qualche buon libro e altro materiale religioso, mi è sembrato opportuno sottolineare la sua figura, metterlo in risalto, farlo conoscere e quindi staremo in sua compagnia per un po’. 

Vorrei subito lasciarvi una bellissima preghiera, scritta da lui, che dice così:

“O Gesù Redentore, per i tuoi infiniti meriti e la preghiera di Maria Corredentrice, previeni e accompagna con la tua infinita Misericordia, tutti i morenti di questo giorno, specie quelli che passeranno improvvisamente, o tragicamente all’eternità”

È una bellissima preghiera per le morti improvvise, che abbiamo visto in questi giorni. Dobbiamo proprio chiedere di liberarci dalla morte improvvisa, così da avere il tempo per prepararci. 

Secondo paragrafo del Giudizio Particolare che stiamo affrontando:

2. Ci presenteremo a Gesù Cristo Giudice giustissimo

“In quel giorno, chiuso il tempo della misericordia, Egli farà valere la giustizia ed il potere ricevuto dal Padre: «Ha rimesso ogni giudizio al Figlio» (Gv 5,22); il Padre ha dato a Gesù Cristo l’autorità di giudicare i buoni e i cattivi. E Gesù rimunererà con giustizia tutto il bene e punirà tutto il male. Tutto il bene: anche le minime azioni avranno la loro ricompensa. Un bicchier d’acqua dato a un povero per amor di Dio, non rimarrà senza premio e premio abbondante. Quante opere buone si compiono e intanto non ricevono ricompensa alcuna sulla terra! Si può dire che la maggior parte dei doveri compiuti nel segreto della famiglia, la maggior parte dei sacrifici fatti nel segreto del nostro cuore, il più bello dell’amore con cui le anime cercano il Signore, rimane occulto. Gesù però lo pesa e dà a ciascun’opera il merito e il premio proporzionato.”

Quante persone a questo mondo amano Dio profondamente, quante persone a questo mondo cercano Dio!

Ho letto, in questi giorni, di un rapporto sulle persecuzioni dei cristiani in Corea del Nord, confesso che non sono riuscito a leggerlo tutto, veramente traumatizzante. Perché vengono sorpresi a dire una preghiera, a leggere la Bibbia, a fare un segno di Croce, vengono pestati a sangue e a morte, torturati nei modi peggiori possibili. Hanno condannato a non so quanti anni ci carcere — leggevo · un bambino di due anni… due anni! C’erano alcune foto veramente da prendere il primo aereo, partire e portarli via tutti. 

Alle volte quando guardo queste cose dico: “E invece io, adesso, vado giù a mangiare la pastasciutta”… 

Noi siamo qui a lamentarci per situazioni certamente faticose, dolorose, ma loro cosa dovrebbero fare? Cristiani condannati all’ergastolo, ai lavoro forzati, a questi campi di concentramento. Cristiani che spariscono nel nulla, solo perché sono nostri fratelli e nostre sorelle. 

Proprio l’altro giorno, scherzando, uno dei miei compagni qui presenti al collegio, diceva ad un nostro confratello coreano: “Eh dai forza che diventerai Vescovo!”. Lui fa fatica a parlare l’italiano ma ha capito molto bene questa frase, l’ha guardato e gli ha detto: “No, Vescovo no, perché Vescovo vuol dire prigione”. Poche parole, ma idee chiare. 

Questa è la vita di tanti cristiani che amano il Signore, ce ne sono tanti. È vero quello che dice don Alberione: non si vedono perché consumano la loro offerta, il loro olocausto, la loro morte in Croce nel silenzio di questo mondo e mentre noi ridiamo, mangiamo, beviamo, facciamo festa, loro versano il sangue. Sarebbe davvero da partire, andarli prendere e portarli via.

 “In ogni opera entrano: l’intenzione con cui si opera; lo stato dell’anima, in grazia o meno, durante le azioni; il grado di cognizione, e conoscenza e avvertenza che precede; la intensità, più o meno grande, del consenso della volontà; il valore dell’opera in sé, buona o cattiva, più o meno; il modo di compierla, cioè quanto santamente o meschinamente. Il bene per meritare deve essere completo, «nell’integrità della causa [e delle circostanze]», mentre il male è tale «per qualsiasi difetto». Ora nel mondo vi è una bilancia ingannatrice, si giudica dalle apparenze: «Canaan tiene in mano bilance false» (Os 12,8). Dio invece tiene conto di ogni elemento: niente gli sfugge. Particolarmente niente rimane senza ricompensa. Ogni giorno della nostra vita noi ci rendiamo meritevoli o colpevoli. Il bene si accumula… sembrerebbe quasi che Iddio se ne dimentichi: ma no! Sarà portato tutto al tribunale di Dio. Si accumula pure il male in certe anime: sembrerebbe quasi che Iddio taccia, anche quando il male diviene ostinato, sfacciato. Dio è buon pagatore anche quando ritarda. Viene il giudizio, e quale gioia sarà per l’anima quando finalmente s’incontrerà con Gesù e contemplerà il volto sorridente e buono di questo Padre, di questo Gesù che essa ha cercato ed amato!”

Per questi cristiani perseguitati, ammazzati, torturati ovviamente sarà un Volto bellissimo, un vero riposo eterno.

 “Oh, voi che vi siete consacrati al Signore e che gli avete dato tutto il cuore: pensate un giorno quale incontro farete! Sarà l’incontro di un figliuolo che vede il padre desiderato, amatissimo; di un amico che finalmente si trova tra le braccia dell’amico. Sarà il momento della gran festa. Viene il giudizio; quanto sarà terribile l’incontro del peccatore con Gesù sdegnato! Un accusato nel comparire al tribunale morì! Un figlio ingrato, che causava la morte della madre con i suoi delitti, avvicinatosi al letto della morente, nel sentirsi dire: Ah figlio, come hai trattato tua madre! svenne. Che sarà nel comparire innanzi a Dio?”

E non crediamo a tutte le stupidaggini che ci vengono dette da varie parti: “Ma si, ma cosa vuoi che sia! Ma non è niente, tanto.”

Ascoltiamo i Santi e non c’è un Santo che dica queste stupidaggini. Mi posso sbagliare. Se è così portatemi le fonti: nome, cognome, citazione, testo, del Santo, del Padre della Chiesa, Dottore della chiesa, Beato, Venerabile, del Servo di Dio, chi volete, portate la fonte che dica quello che oggi si dice. 

Non c’è nessuno, nessun amico di Gesù che sostenga queste stupidaggini. Oltre a non avere fondamento nella Scrittura, non si trova in tutta l’agiografia. Se mi sbaglio, sarò felicissimo di dirlo immediatamente. 

Il Beato Alberione, esattamente come abbiamo visto in Santa Teresa, Santa Margherita Maria Alacoque, San Carlo Borromeo, e tutti i Santi che abbiamo letto in questi anni, ripete esattamente le stesse identiche, medesime cose circa il come sarà comparire innanzi a Dio e nessuno di noi potrà dire: “non ero stato avvisato, non lo sapevo, nessuno me lo ha detto”.

 “Analizziamo le nostre opere: non fermiamoci alla superficie, alle apparenze. «Non temete coloro che uccidono il corpo… temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna» (Lc 12,4-5); non temete gli uomini né i loro giudizi.”

Invece noi abbiamo tanta paura degli uomini e dei loro giudizi.

“Non badiamo al giudizio degli uomini, ma alla realtà delle loro opere. Diceva San Paolo: «Chi mi giudica è il Signore» (1Cor 4,3). Si devono evitare: l’ipocrisia che copre il male con un mantello di innocenza; il rispetto umano che lascia il bene per timore degli uomini. Se le nostre opere sono sostanziate di bene avranno il premio; ma se sono mancanti, che sarà di noi? Facciamo il bene e con ogni rettitudine.”

Oggi ricorre anche la nostra bella pratica che stiamo facendo, dei 15 venerdì del Sacro Cuore, siamo arrivati al decimo, abbiamo visto che finiremo proprio con l’ultimo giorno dell’anno, anche questa è una grazia, siamo al decimo venerdì, ne mancano cinque, quelli consigliati da don Tomaselli, e quello di oggi dice: Riparare i divertimenti mondani

Leggiamo cosa scrive don Tomaselli, perché sembrano espressioni, linguaggi, concetti, contenuti dell’epoca dei dinosauri, ma don Tomaselli non è vissuto all’epoca dei dinosauri, è quasi un nostro contemporaneo, quasi. Certamente sono parole che non possono lasciare indifferenti, poi uno le può prendere e dire che sono stupidaggini, cose superate e di altri tempi, che la teologia non crede più in queste cose, io però le leggo perché ci credo. Esercitate un po’ di carità, nella vita ci sono anche quelli un po’ indietro, affidiamoli alla misericordia di Dio che abbia pietà di Dio. Lo leggo perché credo che a qualcuno possano far bene, a me fanno tanto bene e forse anche a qualcun altro:

“Iddio non proibisce il divertimento lecito, perché lo svago è necessario nella vita.”

Vedete che equilibrio, che realismo! I miei confratelli indiani, pensate, loro tutti i giorni fanno un’ora di lavoro manuale il pomeriggio, anche quelli che studiano, tutti, e poi tutti i giorni un’ora di sport. Guardate che è dura! Fatelo. Loro mi dicevano che hanno queste case molto grandi e quindi ci sono i campi da calcio, da basket, di pallavolo, e quindi loro tutti i giorni hanno la loro partita, o a calcio, o a basket, o la corsa, e tutti i giorni si dividono. E il giovedì 2 ore, perché o si esce a fare la passeggiata, oppure 2 ore di sport. Vedete la sapienza di una corretta visione cristiana della vita. Credo che nessuno dei nostri giovani, tanto amanti del fitness faccia un’ora tutti i giorni di sport, andrà tre o quattro volte la settimana, forse. 

Fe bene, lo diceva anche Padre Pio quando Cleonice gli chiese: “Padre è peccato mettermi a fare i dolci per svagarmi un po’?” Lui rispose: “Un conto è fare i dolci per fare i dolci, e un conto è fare i dolci per riposare l’anima”.

La Sapienza dei Santi.

 “Molti però credono che non è possibile divertirsi, senza darsi in balia alle passioni.”

Questa è un’altra cosa, un conto è fare i dolci per fare i dolci, e un conto è fare i dolci per riposare l’anima; un conto è divertirsi e svagarsi per riposare lo spirito e un conto è darsi alle passioni, sono due cose diverse, non sono equivalenti.

“I divertimenti che il mondo presenta, specialmente in questi tempi, sono in maggioranza cattivi o per lo meno assai pericolosi.”

Andate a vedere in che anno è vissuto don Tomaselli e fate le proporzioni rispetto ad oggi.

 “Le sale cinematografiche sono assiepate; gli spettatori sono avidi di godere. Siccome per lo più i films sono immorali, o tendenti all’immoralità, chi può contare i peccati di pensiero e di desiderio che si compiono durante uno spettacolo?”

Chissà se dovesse scrivere oggi!

“E la televisione nelle famiglie di quanti disastri morali è causa!…E che dire dei balli moderni, che sono suscitati dal demonio per la rovina spirituale? L’incauta gioventù vuol divertirsi ed il nemico delle anime approfitta per far macchiare il giglio della purezza. Quante colpe si possono commettere nelle serate di ballo e nei veglioni!”

Lui dice cose assolutamente vere, ma anche se non vogliamo arrivare fino a qui, possiamo semplicemente dire: “Se tu stasera andrai a fare una serata di ballo, registra bene, quando torni, prima di andare a letto, come sentirai la tua anima, stasera, stanotte, prima di coricarti, scrivi cosa sentirai nel cuore, se la pace, la serenità, la presenza di Dio, la calma, il riposo, la gioia… Cosa sentirai nell’anima stasera prima di andare a letto?” Domani mattina ti potrai svegliar molto presto come sempre per regalare a Dio la primizia della giornata e fare compagnia alla luna, per elevare la tua preghiera al cielo?

Io credo che basti questo.

“Nel periodo estivo si corre al mare. Non è tanto il bisogno che spinge i più alla spiaggia, quanto la voglia di divertirsi. Se uno sguardo cattivo volontario è un’offesa alla Divina Maestà, quante offese riceve il Signore durante la stagione balneare? Uomini e donne, grandi e piccoli, in costume che suole essere scostumato, trascorrono le lunghe ore in ozio… ed intanto si moltiplicano i peccati di scandalo, i discorsi osceni, gli sguardi illeciti, i pensieri e i desideri cattivi.”

Possiamo dire che quello che scrive è falso? Possiamo dire che non accadono queste cose?

A me sembra che sia una riflessione molto coerente, poi non è per tutti così, grazie al cielo, ma non vuol dire che non è così per nessuno, vuol dire che per alcuni, grazie al cielo, non è così. 

“Allora vuol dire che non dobbiamo più andare al mare?”

No. Anche questo è sbagliato, non vuol dire che non dobbiamo più andare al mare ma che quando ci vai, ci vai da cristiano, ci vai da colui che va non per dare sfogo alle passioni, ma per riposare anima e corpo, per godere della bellezza della natura che il Signore ci offre, per rendere gloria a Dio anche con il tuo bellissimo bagno e la tua bellissima nuotata, anche con il tuo godere i raggi del sole, da cristiano.

Fa riflettere, noi diciamo: “Ma cosa sto a fare in Chiesa a fare l’Ora Santa per un’ora davanti al Tabernacolo?”

Santa Teresa D’Avila, Dottore della Chiesa scrive delle pagine meravigliose sull’importanza dell’orazione, della contemplazione, della meditazione e della preghiera vocale, che vedremo magari un giorno di fare. Pensate che l’ordine Carmelitano ha il dovere, l’obbligo, già dai tempi di Santa Teresa, di fare due ore di orazione tutti i giorni, che non sono le preghiere vocali, non è mettersi a dire l’Ufficio e recitare il Rosario, no, quello è un di più, è altro. Quelle vanno fatte, in più sono previste due ore di orazione, fatte insieme. I frati tutti insieme pregano per due ore, fanno orazione mentale, che vuol dire qualcosa di ben preciso per Santa Teresa. Addirittura pensate che nelle nostre Costituzioni c’è scritto che se il Religioso non può farle insieme agli altri e il Superiore dispensa per giusta causa da questo, dovrà poi farle da solo. Pensate quanto è importante.

Uno può dire: “Ma cosa sto a fare a fare l’Ora Santa?”

Pensiamo a Mons. Fulton Sheen che non era Carmelitano, non aveva l’obbligo delle due ore e faceva l’Ora Santa.

“Cosa sto a fare un’ora, lì, così, a perdere il tempo davanti al Signore? Non posso usare quell’ora per fare altro, ad esempio per aiutare le persone? E poi cosa faccio lì così?”

Voi guardate quando andate al mare, le persone che sono al mare. Cosa fanno tutto il giorno in spiaggia? Niente, perché praticamente stanno tutto il tempo a prendere il sole e a fare il bagno, straiate al sole, per abbronzarsi. Siamo capaci di stare giornate al sole, ore al sole e ci va bene che non facciamo niente, e facciamo fatica a stare un’ora davanti al Tabernacolo perché non sappiamo cosa fare? 

“Tutta questa nefandezza si ripercuote nel Cuore di Gesù, il quale è costretto a dire, come un giorno nel Getsemani: “L’anima mia è triste sino alla morte!” . Gesù durante l’agonia del Getsemani si rivolse agli Apostoli per conforto, dicendo: “Vegliate e pregate!” – Ora si rivolge ai suoi devoti per essere consolato.

Ripariamo il Cuore di Gesù, pregando per tanti ciechi, che corrono pazzamente dietro ai fallaci piaceri della vita e promettiamo di non imitare la condotta di costoro.”

Non dobbiamo correre dietro ai piaceri della vita. La vita offre dei piaceri leciti ma non dobbiamo rincorrerli, noi li riceviamo, li viviamo, con semplicità, ma senza rincorrerli.

Ricordate quando vi raccontai di quel sacchetto di ciliegie freschissime in quel venerdì di agosto, che un gruppo di ciclisti lasciò a noi affamati e assetati? Quanto abbiamo gustato quelle ciliegie freschissime, che ci avevano anche già sciacquato alla fontanella. Questi sono i piaceri della vita, ma senza ricercarli, riceverli, viverli, con semplicità, con libertà, pronti ad averli come a perderli.

“Divertirsi sì, giammai però offendere Dio, calpestando la sua legge. Non si vada mai ad uno spettacolo cinematografico, senza essere sicuri della sua moralità; questo si ottiene previa informazione o dietro assicurazione del semaforo cinematografico. Se durante uno spettacolo ci fossero delle sorprese, ci si dovrebbe alzare ed uscire dalla sala.”

Oppure spegnere la televisione o cambiar canale.

 “Meno si va a tali divertimenti e più serena resta l’anima.”

Verissimo.

“È necessario un po’ di rigore verso i giovanetti e le fanciulle, perché non vadano spesso al cinema. Questo divertimento a poco a poco li guasterà. Ci pensino bene i genitori!

Chi coltiva la devozione al Sacro Cuore, non sia amante delle serate di ballo. Non si dimentichi che la danza promiscua, specialmente la moderna, è il vero spasso dei diavolo e che non si può accontentare Gesù e Satana, poiché nessuno può servire a due padroni.

Nella stagione balneare, se è necessaria la cura del mare, ci si vada con tutte le precauzioni suggerite dalla retta coscienza, senza lasciarsi trascinare dalla corrente dei cattivi.”

Con nobiltà, con serietà, con verginità, cioè con quell’atteggiamento del cuore, della mente, e del corpo che dice: “Io appartengo già a Qualcuno, che è qui con me presente anche adesso”.

 “Che non si vada al mare per pulire il corpo e rinfrescarlo e contemporaneamente per imbrattare l’anima di fango e prepararsi il fuoco eterno. Non si dica: Il mondo è fatto così! Pigliamo i divertimenti che esso ci appresta! Bisogna adattarsi ai tempi, poichè Gesù ha detto solennemente: “Guai al mondo per gli scandali!” – cioè: Guai a coloro che seguono le direttive perverse dei mondo!”

Quest’oggi cerchiamo di rivedere la nostra vita alla luce del Sacro cuore di Gesù, e dirci: “Forse da oggi devo o togliere, o riequilibrare o sistemare qualcosa. Forse oggi è giunto il tempo di fare delle scelte un po’ serie, e mettere Gesù al centro. Forse è giunto il momento di detronizzare il dio del sabato sera, o del venerdì sera, per esempio, e metterci Gesù.”

Certo che sabato sera sto sveglio fino all’1, 2, 3 di notte, sarà difficile che la domenica mattina io sia gioiosamente, pronto, fresco, libero per vivere fino dai raggi lunari la bellezza della domenica, sarà molto difficile. E chi la paga è sempre il Signore.

Di tutte queste scelte noi avremo rendere conto a Dio, dovremo andare davanti al Signore e dire — dire, si fa per dire, perché quel giorno ci sarà poco da dire, sarà Lui che ci farà vedere o che dirà — ma dovremo rendere conto di queste scelte, di questi modi di vivere, soprattutto se hanno avuto un’influenza sugli altri, se con queste scelte noi siamo andati a impattare sulla vita degli altri e l’abbiamo condizionata, abbiamo dato cattivo esempio, abbiamo condotto al male le persone.

Domani è sabato 27 novembre, non possiamo proprio dimenticarci della festa della nostra amatissima Medaglia Miracolosa, di questo dono che la Madonna fece al mondo il 27 novembre alle 17.30. 

Prepariamoci chiedendo al Beato don Alberione la grazia di preparare bene il nostro cuore, domani, che ricorre la memoria di questo evento, e molti di noi hanno ricevuto la medaglia proprio un 27 novembre, di portarla sempre con fierezza, e di avere un cuore sempre degno di ciò che il Signore merita.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. Amen. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Lc 21, 29-33)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

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