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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Giudizio particolare, III parte

Novissimi: il Giudizio particolare

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 27 novembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Giudizio particolare, III parte

Eccoci giunti a sabato 27 novembre 2021. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XXI di San Luca, versetti 34-36. 

Gesù è chiaro, nessuno di noi potrà dire che non lo sapeva, possiamo raccontarcela ma non possiamo dire che non lo sapevamo. 

Gesù ci chiede di non appesantire i nostri cuori, esattamente quello che stiamo vedendo in questi giorni, meditando “I Novissimi” del Beato don Giacomo Alberione.

Evitare tutto ciò che ci appesantisce, esattamente quello che abbiamo fatto ieri meditando i quindici venerdì di don Tomaselli. 

“Dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”

Il nostro cuore non si deve appesantire, non si deve dissipare, non deve cadere nell’esagerazione e nelle angosce

“Vegliate in ogni momento pregando”

Vuol dire vivere in un atteggiamento di preghiera. Perché?

“Perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere”

Noi non sappiamo che cos’è, non ce lo dice, va bene così, neanche dobbiamo saperlo, sappiamo solo che ci serve la forza, dobbiamo vivere in questo atteggiamento di grande vigilanza, di grande preghiera e di un cuore leggero per avere:

 “la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere”

Lo capiremo in quel momento.

“E di comparire davanti al Figlio dell’uomo”

E avere la forza di comparire davanti a Dio, davanti a Gesù, perché ci vorrà forza anche in quel momento. 

 Andiamo avanti con il testo che stavamo facendo, stiamo appunto affrontando “I Novissimi” del Beato don Giacomo Alberione, siamo arrivati al paragrafo terzo sul Giudizio Particolare, capitolo VII:

3. Ci presenteremo a Gesù Cristo Giudice onnipotente

“Gesù Cristo, Giudice onnipotente. Significa: Egli dirà a chi avrà fatto bene: «Entra nel gaudio del tuo Signore»”

Oggi, in questo giorno in cui ricordiamo l’Apparizione della Madonna a Rue de Bac, per il dono della Medaglia Miracolosa, auguro a tutti, a te che stai ascoltando adesso, quel giorno di sentirti dire:

 «Entra nel gaudio del tuo Signore»

Ve lo auguro con tutto il cuore, se potessi vi farei questo regalo per Natale.

“E il servo buono s’innalzerà, e i cieli s’apriranno sopra di lui; nonostante la rabbia di Lucifero entrerà nel regno dei beati, portato dalla onnipotente parola di Gesù.”

Bellissima, questa immagine, finalmente queste persone saranno al sicuro dal cane ringhioso che è Lucifero e che cerca in tutti i modi e ha cercato in tutti i modi, nella vita di queste persone, di rovinare questo incontro bellissimo, con il loro Signore, e adesso non lo potrà più fare.

 “Dirà agli Angeli riguardo al servo iniquo: «Levatelo di qua, gettatelo nel buio». Il servo iniquo sarà precipitato immediatamente; non varranno le preghiere ed i pianti; ché la parola onnipotente di Gesù lo piomberà in quegli abissi oscuri, dove vi sarà pianto e stridore di denti. Si fa poco conto di questo Gesù sulla terra. I Farisei lo accusarono, Pilato lo flagellò e lo condannò, i soldati lo crocifissero e lo schernirono. Si fa poco conto di questo Gesù: si disprezzano i suoi comandamenti e si trascurano i suoi consigli, le sue ispirazioni; si offende liberamente perfino in chiesa; si bestemmia anche pubblicamente; e chissà che qualche infelice non s’induca anche a tradire Gesù Cristo, quando si comunica macchiato di colpa! Ma questo Gesù tacerà sempre? Egli non saprà far valere la sua autorità? I suoi comandamenti? I suoi consigli? Non tacerà sempre. Verrà giorno in cui noi saremo davanti alla sua onnipotenza, come bambini piccolissimi dinanzi al gigante armato come Golia. Quale frutto dobbiamo ricavare? Siamo fedeli all’esame di coscienza. Chi si esamina e si condanna, non sarà esaminato e non sarà condannato.”

Noi dobbiamo imparare ogni giorno a fare l’esame di coscienza, noi Carmelitani lo facciamo due volte al giorno, a mezzogiorno, prima di pranzo e alla sera prima di cena, o meglio dopo Compieta, è più dopo cena.

È importante l’esame di coscienza perché vediamo a metà giornata come sta andando e alla sera com’è andata, così ce lo  possiamo segnare, ma non nella logica della lista della spesa. Le cose, grazie al Cielo, possono essere fatte con intenzioni diverse anche se magari in modalità simili. Io consiglio sempre di segnarsi i peccati, perché, come ormai già sapete bene, io lo imparai dal Vescovo Mons. Anacleto Cazzaniga e non l’ho più abbandonata, non l’ho più dimenticata e tralasciata, mi ha accompagnato tantissimo nella mia vita e mi è stata di grandissima consolazione, mai di angoscia o altro. Quando noi eravamo bambini lui ci diceva sempre, quando andavano a confessarci: “C’è qualche altra cosa per cui vuoi chiedere perdono a Gesù?” e a noi capitava di rispondere: “Non me lo ricordo”, oppure: “Boh, mi sembra”. Allora lui ci diceva: “I peccati non sono “mi sembra”, o l’hai fatto o non l’hai fatto, non “mi sembra”. “Ma io non me lo ricordo”

E allora lui ci diceva: “Guarda, per imparare a non dimenticare, tu segnateli sul tuo quadernino, sul tuo foglietto. La sera quando fai l’esame di coscienza ti segni i tuoi peccati, le tue mancanze, quello che hai fatto, anche perché così tu puoi vedere se col passare dei giorni quel peccato lo superi, se, ancora prima della confessione, lo stai combattendo e lo superi, e quindi sta già agendo la grazia del Sacramento della Confessione che tu andrai a ricevere poi. Inizia già ad agire, perché tu, nel momento in cui hai l’intenzione di confessarti e chiedere perdono a Dio, quella grazia inizia già a preparare il tuo cuore, e poi così non te li dimentichi.”

Noi andavamo con il nostro foglietto a confessarci e lui faceva come faceva San Giovanni Bosco, l’abbiamo scoperto dopo, andavamo con il nostro bigliettino, lo tiravamo fuori dalla tasca, poi magari ci veniva in mente qualcos’altro e lo segnavamo prima di entrare. Non dovevamo stare con la testa tutta crucciata sulla fronte per ricordare tutto, perché avevamo tutto scritto, tiravamo fuori il nostro foglietto e dicevamo i nostri peccati da bambini, poi dopo lui diceva: 

“Adesso questo tu lo dai a me”.

Noi davamo il foglietto e lui lo stracciava in mille pezzi:

“Ecco, adesso, quando io ti assolverò, tutto questo non ci sarà più, è stato tutto bruciato dal Cuore di Gesù. Adesso vai a casa libero da tutte queste cose, e gioioso”.

Noi uscivamo, andavamo a giocare, poi andavamo a mangiare il gelato, a comprare le caramelle, i dolci… Il sabato è sempre stato il giorno più bello in assoluto della settimana, per tutte queste cose belle di pulizia, di riparazione, di preparazione alla domenica, insomma un giorno speciale. Non l’ho più abbandonata questa abitudine, l’ho sempre consigliata e il consiglio di questo santo Vescovo, ho visto che è stato un consiglio saggio, che non è la lista della spesa, come oggi si dice: “Ma non bisogna mica andare in confessionale a fare la lista della spesa”.

Non è la lista della spesa, perché ciò che cambia è l’intenzione, ciò che cambia è il cuore con cui si fanno le cose. Lui non ci ha mai insegnato a fare la lista della spesa: “Ho fatto questo… questo… e quest’altro…” No. Lui ci ha insegnato, ogni giorno, a tenere memoria di ciò che aveva dispiaciuto Gesù, primo per emendarci nel passare dei giorni e non farlo più, secondo per fare qualche piccola penitenza, terzo per non dimenticarli. Non c’entra niente con la lista della spesa che fai e poi non la guardi più, noi la guardavamo tutti i giorni, era una cosa seria, anche se eravamo bambini.

Poi l’altra cosa era che, siccome dove abitavo io c’era e c’è tutt’ora il Naviglio della Martesana, noi uscivamo, prendevamo i nostri bigliettini stracciati, si andava su un ponticello insieme e si buttavano questi pezzettini di carta nell’acqua (era carta, si scioglieva, non inquinavamo!), vedevamo questi pezzettini di carta trascinati via dalla corrente, il senso del peccato distrutto, dimenticato, portato via, lavato via da te. Bellissimo.

Quindi, l’esame di coscienza è fondamentale. Va fatto tutti i giorni, anche più volte al giorno, non per scrupolo ma per delicatezza di coscienza, perché non vogliamo offendere Gesù volontariamente.

“Chi si esamina e si condanna, non sarà esaminato e non sarà condannato.”

Perché lo abbiamo già fatto noi, magari il Signore ci dirà: “Queste cosine qui non le hai proprio viste bene, potevi impegnarti meglio a guardarle”.

Per questo è importante sempre invocare lo Spirito Santo quando andiamo a confessarci, invocarlo su di noi e sul confessore, sempre, ricordatevelo.

 “Quello che noi troviamo di mancanza, accusiamo davanti a Dio, ne chiediamo perdono, e nella confessione lo detestiamo, viene scancellato. Quanto è cieco, chi, spensieratamente, dissimulando i rimorsi della coscienza, se ne va difilato al Giudizio con l’anima macchiata!”

Queste cose qui io le leggo per noi erano impossibili, nel senso che per noi ragazzi non esisteva andare da Mons. Cazzaniga a nascondere qualcosa, nascondere che cosa? Ancora adesso se guardo nell’orizzonte vedo il suo volto, questo volto di quest’uomo anziano, dolcissimo, sorridente, affettuosissimo, accoglientissimo, quest’uomo seduto con il sole che gli entrava da un lato, sotto un grande Crocifisso, appena entravi ti salutava, ti chiedeva com’era andata la settimana. Un uomo meraviglioso.

Da lui ho imparato che quando qualcuno chiede di confessarsi non bisogna mai dire “no, dopo, domani, mi disturbi, devo recitare le preghiere…” per amor del cielo! Capita che un sacerdote dica: “Sai, alle 8.00 confessare è un problema perché mi si interrompe la meditazione, devo meditare, dopo se inizio a confessare così presto non la recupero più”. Possibile? Per amore del cielo! Svegliamoci prima! Se devo fare la meditazione e so che qualcuno ha bisogno di confessarsi prima, mi sveglio prima io. È capitato, e capiterà, che uno arrivi la sera tardissimo, dopo aver confessato un pomeriggio intero, magari anche quasi prima di cena, magari ancora non ha detto il Vespero, va bene, lo dirà dopo; se non ha finito le orazioni, le farà dopo, ma questo Sacramento è il primo in assoluto, non possiamo dire di rimandarlo a domani o di farlo in un’altra occasione. Ci vuole una grandissima disponibilità. 

Questi rimorsi — dicevo — di non dire il peccato, di tacerlo, ma no, ma perché? Per quale motivo? Quanto incontri figure così, perché devi nasconderti? È persino bello dire i nostri pasticci perché poi si viene richiamati, si ricevono dei consigli.

Io penso che quando una persona si nasconde in confessionale, ma anche in generale nella vita, probabilmente la domanda non dobbiamo porla su chi si nasconde, ma dobbiamo porla su di noi. Quando uno si nasconde è perché ha paura, perché non ha mai veramente incontrato l’amore. Forse la domanda principale è: “Ma noi, abbiamo fatto di tutto per far incontrare l’Amore?  Abbiamo fatto di tutto per dimostrarci accoglienti, amabili, misericordiosi, buoni?”

Se è così, come si fa ad aver paura, di che cosa?

Non si ha paura del Giudizio di Dio quando si ha Dio per Padre e per amico. A un Padre uno può chiedere tutto. Cos’è che non possiamo chiedere e nostro Padre? Se non lo chiedi a tuo Padre a chi lo chiedi? 

All’amico del cuore, che tu ami più di quanto ami te stesso, se gli chiedi un braccio te ne dà due, se gli chiedi un polmone te ne dà due, se gli dici che sei senza reni, te ne dà uno e mezzo, se ti manca il fegato te ne dà metà. L’amico vero, l’amico del cuore, l’amico di Siracide 6 muore per te, ed è un uomo. Pensate Gesù che ha dato il Sangue, ci ha lasciato il corpo, l’anima, la divinità nell’Eucarestia, è morto in Croce, ma cosa non fa per noi? Cosa non farebbe per noi, e cosa ha fatto per noi.

Come si fa ad aver paura? Uno non può avere paura del suo migliore amico, è impossibile. Avete mai visto due amici che si abbracciano? Si sente quasi imbarazzo per quanto si vogliono bene. E con Gesù non è la stessa cosa? Non dovrebbe essere di più?

“Esame di coscienza al mattino; esame di coscienza un quarto d’ora nella visita”

Che sarebbe quella delle tre, solitamente, al Tabernacolo.

 “Esame di coscienza alla fine della settimana per la confessione; esame di coscienza alla fine del mese, nel ritiro mensile; esame di coscienza ancora annuale, negli esercizi spirituali. Scopriamo, scandagliamo bene il nostro cuore per trovare tutto. Quanto più troviamo e detestiamo del nostro male, tanto meno ne portiamo al giudizio.

La mattina alla S. Messa tutti abbiamo la fedeltà all’esame di coscienza e portiamo sempre con noi un salutare timore. Il Signore lo sa: non si cerca da Lui nulla sulla terra, ma che siamo più santi. Al paradiso, al paradiso vi voglio, e in paradiso vogliamo andare. Ricordiamoci: al giudizio non avremo difese, ma sulla terra abbiamo un gran mezzo, quello cioè di poterci esaminare, di poterci pentire e ricevere il perdono. Abbiamo il timore di Dio. Vedendoci così poveri di meriti, diamoci attorno con grande cura, e per acquistarne supplichiamo Gesù Cristo a darci i suoi. Allora noi ci incontreremo con cuore tranquillo con il nostro Giudice che sarà il nostro rimuneratore, il Padre che ci verrà incontro per introdurci nella beata casa celeste.”

Mettiamo Gesù sopra tutto e tutti e il fatto che è silenzioso questo non vuol dire che non griderà come un Leone Ruggente a suo tempo.

Chiediamo al Signore la grazia della sincerità, sincerità con Gesù, con noi stessi e con il prossimo.

Domani vedremo questo capitolo VII: L’esame dell’anima. 

Vedremo cosa vuol dire questo esame dell’anima.

Oggi alle 17.30, mi raccomando, tutti uniti a recitare la preghiera alla Madonna della Medaglia Miracolosa.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. Amen. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Lc 21, 34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

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