Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 18 giugno 2021
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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Il Sacro Capo di Gesù
Eccoci giunti a venerdì 18 giugno 2021. Abbiamo letto la lettura della Santa Messa di oggi, tratta dalla seconda lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi capitolo XI, versetti 18-30.
San Paolo fa vedere che non ha condotto una vita facile. Alle volte bisogna dirle queste cose, perché noi siamo talmente ciechi che non sappiamo vedere la fatica, la durezza della vita di chi ci sta accanto. Lui ha fatto bene a scriverle queste cose, perché noi non sappiamo cosa voglia dire fare una notte in balìa delle onde del mare, non lo sappiamo, non l’abbiamo fatto per nessuno, men che meno per Gesù; non sappiamo cosa voglia dire essere battuti con le verghe — a parte il dolore che non immaginiamo — non sappiamo cosa vuol dire essere fustigati 39 volte sulla schiena, non ne abbiamo idea, ricevere 39 frustrate sulla schiena, a parte il dolore del momento che credo sia inimmaginabile, sapete la schiena quanto è delicata, la pelle, e dopo come fai a dormire, a metterti una maglia, ad appoggiarti ad una sedia? Avete presente quando andate al mare o in montagna e vi scottate le spalle, e qualunque movimento fate col collo, con le braccia, vi sentite tirare tutti, e sentite un male da paura? Quello è niente a confronto dei 39 colpi ricevuti 5 volte. A parte il dolore che non oso neanche immaginare, ma poi anche l’umiliazione. È molto umiliante, non so quanti di voi l’hanno vissuta l’umiliazione di essere picchiati. Grazie al cielo non tutti l’hanno vissuta, ma l’essere picchiati pubblicamente è un’umiliazione terribile, ti spoglia della tua dignità, del tuo essere uomo, ti fa sentire una solitudine feroce.
Quando Gesù è stato fustigato alla colonna, non so neanche come si possa giudicare negativamente, prendere in giro, schernire il film di Mel Gibson, “The Passion”, dicendo che è impossibile che sia avvenuta così, che Gesù non aveva tutto quel sangue dentro. Infatti non credo che sia avvenuta così, credo che sia avvenuta peggio, credo che Mel Gibson abbia reso vagamente l’idea di che cosa sia stata la fustigazione di Gesù, la flagellazione alla colonna di Gesù, perché non eravamo dentro a quel corpo.
Ve l’ho già detto, io riesco a vedere quasi tutto quel film, ma una delle scene che non sono riuscito mai a vedere dall’inizio alla fine, è la flagellazione alla colonna. Non riesco, appena vedo che arriva quella scena devo mandare avanti, non ce la faccio, è più forte di me, mi sento male, non riesco a vederla. Mel Gibson rende molto bene un aspetto, a parte questo momento terribile della flagellazione, rende molto bene la scena — e di questo un pezzettino riesco a vederlo — di questa cattiveria luciferina, di questo ridere diabolico, infernale che si scatena, che rende come ebbri, come impazziti i soldati che poi compiono questa carneficina.
Gesù, se non ricordo male, disse a Santa Faustina Kowalska che Lui venne colpito anche nelle parti intime, come è ovvio supporre, perché i romani non colpivano col centimetro, dove andava, andava, e tra la schiena e la vita il passaggio è molto veloce, e Gesù dice che quei dolori e quella sofferenza sono stati vissuti da Lui per riparare tutti gli atti di impurità. Gesù spogliato delle vesti, Gesù percosso, Gesù sputato, Gesù schiaffeggiato, quanta umiliazione c’è in tutto questo! È un’umiliazione profondissima. Bisogna dirlo, perché noi siamo tanti bravi a pretendere, a puntualizzare tutto, tanto bravi a fare tutto, ma quanto siamo bravi a saper stare un po’ fermi e zitti e riconoscenti di fronte a questo grandissimo evento della sofferenza di chi abbiamo accanto? Della durezza di vita di questo Apostolo, ad esempio, per cui deve vantarsi della sua debolezza, perché tu sperimenti tutta la tua debolezza ad avere fame, sete, bisogno, a non avere accanto qualcuno che ti aiuta, a trovare qualcuno che ti aiuta, che ti dà sostegno.
Questa è una cosa sulla quale sono già tornato tante volte, ma ci torno sempre perché quando leggo questi passi mi viene sempre in mente, ve l’ho già raccontato di quando ero giovane Sacerdote, ordinato da pochissimi giorni, ed ero a casa dei miei genitori, mentre stavo tornando dalla chiesa dove avevo celebrato Messa, dovevo attraversare un ponticello e poco prima di questo ponticello vedo questo Sacerdote sul mattino presto, questo Sacerdote anziano, venire verso di me con due borse della spesa enormi. Ce l’ho ancora in mente adesso a distanza di vent’anni da quanto sono rimasto male: ma possibile, con tutte le volte che vai al supermercato tu, mamma, papà, figlio che andate al supermercato a fare la spesa, possibile che non ti venga il pensiero del Sacerdote da cui ti vai a confessare, di quello da cui vai a chiedere le preghiere, gli scrivi 150 milioni di mail, gli scrivi 3 milioni di messaggi whatsapp, lo chiami 150 volte per ogni soffio di naso di pappagallo della Papuasia, che è sempre a disposizione?
Poi l’ho conosciuto questo Sacerdote, veramente un uomo di Dio, un uomo semplice, rotto dalle fatiche apostoliche, che andava al mattino presto perché dopo doveva confessare, poi aveva la Messa “così poi metto a posto tutte le cose, non trovo tanta coda”.
“Ma scusi perché non va in macchina?”
“Padre, perché farei una fatica terribile a trovare un parcheggio, ormai sono anziano e non posso più guidare perché non ci vedo più bene, ma se anche ci vedessi farei una fatica incredibile perché ho paura di fare pasticci con la macchina e quindi vado a piedi.”
Ma non è possibile, me ne accorgo solo io? Quando vai a fare la spesa, chiamalo! “Scusi, Padre, sto andando al supermercato a fare la spesa, non è che ha bisogno del detersivo per lavare i pavimenti? Dello scatolone da 200 quintali di Dixan non ne ha bisogno anche lei? Glielo compro, vengo lì e glielo porto su in casa. Non è che ha bisogno che le compro 3 casse di acqua? Non ha bisogno che vada dal macellaio a comprarle qualcosa?”
Lui il pomeriggio è lì a confessare tuo figlio! E sta lì dalle 14 fino alle 19 di sera! Quando tu hai bisogno lui è li pronto ad ascoltarti e a riceverti anche negli orari impossibili, quando hai voglia tu. Ma che tu abbia a pensare di avere un atto di carità e dire: “Lei ha pensato alla mia anima, che non morirà mai, io penso al suo corpo, è il minimo in-sufficiente rispetto a quello che lei ha fatto per me, ma è il minimo che posso fare, avere cura di questo.”
Sicuramente San Paolo avrà avuto qualcuno che l’avrà curato nelle piaghe alla schiena, spero, perché impiegano tanto a guarire 39 colpi sulla schiena. Chiamate un chirurgo plastico e chiedetegli quanto impiegano a guarire le piaghe sulla schiena. Non c’era l’antibiotico al tempo di San Paolo, non c’era il betadine, c’era acqua e sale. Sapete cosa vuol dire? Tagliatevi un dito e mettetelo dentro all’acqua e sale, poi me lo raccontate, ed è un taglietto, fatelo su tutta la schiena, su 39 colpi.
Non è possibile tenere la corona del Rosario in mano, ricevere il Corpo e Sangue di Cristo e non avere questa carità preveniente, non è giusto.
Poco dopo che accadde quel fatto, il Sacerdote giovane del mio paese mi invitò a bere un caffè, io non bevo il caffè ma andai lo stesso. Appena entrai in casa: “Oh cielo! Ma Padre, come fa a vivere qui dentro?” Dissi. Non vi dico quella casa com’era! Erano le 9 del mattino, un disastro!
“Ieri sera ho finito a mezzanotte, sa, con queste riunioni dei consigli pastorali, sono venuto su, dovevo ancora lavare i piatti, sistemare… non ce l’ho fatta! È da una settimana che non rifaccio il letto”
“Si vede!”
“Non ce l’ho fatta, mi creda, mi sono spogliato, sono crollato sul letto, come se non ci fosse un domani. Sto aspettando che venga la mia mamma a mettermi a posto la casa.”
“Padre, ma almeno i piatti. Come fa?”
“Non riesco nemmeno a cucinare, quando viene la mia mamma mi prepara alcune cose poi io le congelo… ”
Mentre vi sto parlando mi vengono i brividi, non nelle braccia, nel torace a raccontarvi queste cose, perché mi sembra di rivederle adesso.
“Quando vengo a casa li scongelo, li metto nel microonde e poi scappo”.
Ma questa non è una vita umana! Non è giusto! Sono cose che mi fanno impazzire.
Ma scusa un momento, in quella benedetta parrocchia non c’è nessuna mamma, nessuna donna cristiana che sgrana il rosario dalla mattina alla sera, che fa le Adorazione eucaristiche, che medita la Passione di Gesù, che fa la pratica della Divina Volontà, che fa l’Orologio della Passione, che fa non so quale altra cosa, non c’è nessuna di queste donne che dica: “Padre, non si preoccupi, io preparo per tre, guardi, come dice la nonna di Padre Giorgio, posso preparare anche per quattro. Lei faccia quello che deve fare, io le lascio davanti a casa o se lei vuole in casa, le preparo la sua tovaglia, il suo bicchiere…” — Mica si deve fare una cosa di Versailles con i cristalli di Boemia! Una cosa semplice —“… le preparo il suo piatto, glielo metto lì e le metto sul fuoco le cose, quando lei arriva sono già pronte calde, si mette la sua minestra, si mangerà il suo pezzo di pane, il suo formaggio… ”
Cosa deve magiare un Sacerdote? Non è che facciamo delle cene con caviale e salmone, no, una minestra con un pezzo di pane e di formaggio. Ma capite come cambia tutto? Non dovete aspettare che ve lo vengano a chiedere, perché non ve lo verranno a chiedere, dovete essere voi ad offrirvi.
“Ho fatto la torta, Padre ne ho fatta una piccolina anche per lei”
“Non si preoccupi per la spesa, ci vado io, mi dia la lista e gliela vado a prendere”
Non parliamo di stirare! Non ditemi di descrivervi che cos’era quella zona, quella sedia — che ormai non aveva più le sembianze di una sedia — che ospitava i panni, credo che il monte bianco fosse più piccolo. Quella povera mamma sarebbe dovuta stare lì due mesi per sistemare tutta quella roba.
Ma tu devi stirare le tue cose, ma cosa ti costa, prendi dentro anche un po’ di quelle cose e le fai insieme, no? Non si può?
E le calze bucate chi le rammenda? Lui che non riesce neanche a farsi da mangiare e non ha neanche il tempo di farsi il letto?
Non ci siamo. Non si può solamente chiedere, non è giusto! Innanzitutto bisogna dare, questa è la nostra vita cristiana, soprattutto a chi ci dà Gesù Cristo nell’eucarestia, nella Santa Messa, nelle confessioni.
Voi direte: “Oggi Padre Giorgio è andato fuori completamente di tema e forse anche di testa.” No, non penso proprio, non sono andato fuori né di tema, né di testa, queste cose ve le dovevo dire perché quella lettura me le ha fatte venire in mente e poi perché oggi ricorre anche un’altra devozione.
Voi sapete che io vi ho sempre parlato delle devozioni approvate dalla Chiesa, di tutte le cose sicurissime di Beati e di quant’altro, ma oggi voglio parlarvi di questa devozione che ricorre oggi, che non è stata ancora riconosciuta dalla Chiesa, ma è da tanti anni che la pratico e nella quale credo. Siccome tanti di voi mi hanno chiesto: “Padre non ha mai parlato di questa devozione, perché non ne parla?” Da rigoroso ho sempre detto di no perché non è approvata, ma poi mi sono detto: “Giorgio, magari tu muori domani e perché non devi lasciare alla gente la possibilità di approfondire?” Approfondite voi, io vi dico come stanno le cose, non è ancora approvata, poi uno può dire che non gli interessa e spegne la meditazione. Vi dico che adesso vi parlerò di questo, chi non vuole ascoltarla, può spegnere. Ve ne voglio parlare perché è veramente bella e perché praticandola, l’ho letta bene, non fate niente di male a nessuno, non c’è niente di eretico, non c’è niente di stravagante, di brutto, è una bellissima devozione, parlo al condizionale perché non c’è stato nessun riconoscimento. Mettiamo anche che non sia vera — io credo che sia impossibile vedendo la vita di questa mistica, di questa serva di Dio — comunque è molto bella e le preghiere che sono suggerite sono molto belle, e fa riferimento a qualcosa di molto reale, quindi nessuno ci perde niente.
Parlo della devozione, di cui oggi ricorre la festa, al Sacro Capo di Gesù di Teresa Elena Higginson, 1844-1905.
La frase “stendardo” è:
“Io vi offro il mio Sacro Capo per salvarvi dai mali di questo tempo”
Su internet trovate il mondo su questa devozione, c’è davvero tantissimo. Lei, questa donna, ricevette pesanti croci e poi ricevette anche le sante stigmate, il matrimonio mistico, fu una vita veramente intensa. Lei per la prima volta nel 1879 fa un’allusione a questa grande devozione dove dice che:
“Riassume tutti gli omaggi dovuti alla santa umanità di Gesù, di essere di rimedio all’orgoglio intellettuale, gran male del nostro tempo e coronare, infine, la devozione al Sacro Cuore.”
Che cosa le dice Gesù? Adesso dico cosa dice Gesù, voi applicate sempre il condizionale, anche se io parlo all’indicativo, voi pensate al condizionale. Cosa ecco avrebbe detto Gesù a questa mistica:
2 giugno 1880
“Vedi, o figlia prediletta: sono rivestito e schernito come un pazzo nella casa dei Miei amici; sono messo in derisione”
È la prima lettura di oggi, quello che vi ho detto prima.
“Io che sono Dio di Sapienza e di Scienza. A Me, Re dei re, l’Onnipotente, si offre un simulacro di scettro. E se vuoi contraccambiarmi, non potresti far di meglio che dire al Mio servo E.”
Fa riferimento ad un Sacerdote,
“da parte Mia, che desidero che si faccia conoscere la devozione su cui ti ho, sì sovente, intrattenuta. Desidero che il primo venerdì seguente la festa del Mio Sacro Cuore… ”
Per noi oggi.
“Sia riservato come giorno di festa in onore del Mio Sacro Capo, quale Tempio della Divina Sapienza, e Mi sia offerta una pubblica adorazione per riparare a tutti gli oltraggi e peccati che vengono continuamente commessi contro di Me”.
È una devozione che innanzitutto va a colpire i peccati di orgoglio e di superbia.
“Chiunque vi aiuterà a propagare questa devozione, sarà mille volte benedetto. A quelli che Mi onoreranno darò dalla Mia potenza. Io sarò loro Dio e loro Miei figli. Metterò il Mio Segno sulle loro fronti ed il Mio Sigillo sulle loro labbra (Sigillo = Sapienza)”
Molto bella questa espressione.
“Comprendo anche che per la devozione al Tempio della Divina Sapienza lo Spirito Santo si rivelerà alla nostra intelligenza o che i Suoi attributi risplenderanno nella persona di Dio Figlio: più praticheremo la devozione al Sacro Capo, più comprenderemo l’azione dello Spirito Santo nell’animo umano e meglio conosceremo ed ameremo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, seppure nella Trinità di Persone… … ”.
“Egli rivestirà di gloria davanti agli Angeli e gli uomini, nella Corte Celeste, coloro che Lo avranno glorificato sulla terra e li coronerà nella eterna beatitudine.”
Vedete, non c’è niente di stravagante e estrano. Se noi pensiamo al Sacro Capo di Gesù, pensiamo che tutto questo fa riferimento anche alla Vergine Maria, Madre della Divina Sapienza.
“O Maria, Vi imploro per tutto l’amore e gli omaggi da voi offerti a questo Tempio della Divina Sapienza, davanti al quale i Cherubini ed i Serafini si profondono in adorazione tremanti di timore e di amore, per questo Sacro Capo che sì sovente stringeste al Vostro Cuore Immacolato e faceste riposare sul Vostro seno!”
Bellissima.
“O Sapienza del Sacro Capo, guidami in ogni circostanza. Amore del Sacro Cuore, consumami con il tuo fuoco. Tre volte Gloria, in onore della Volontà, Memoria e Intelligenza Divina.”
Se volete ricordarvi questi tre attributi usate “V.I.M”, Volontà, Intelligenza, Memoria, non li dimenticate più.
“O Sede della Sapienza Divina, e Potenza che guidi, che governi tutti i moti e l’amore del Sacro Cuore, fa’ che tutte le menti Ti conoscano, tutti i cuori Ti amino, e tutte le lingue Ti lodino, ora e per sempre.”
Ci sono anche le litanie al Sacro Capo, bellissime, c’è anche la preghiera di consacrazione al Sacro Capo di Gesù, scritta dalla Higginson, la preghiera per chiedere le grazie di intercessione e poi ci sono 12 promesse di Gesù per chi praticherà questa devozione. Io ve la consiglio perché è veramente tanto bella, non c’è niente di male in tutto questo, e poi è un modo per onorare il Sacro Capo di Gesù, per riparare a tutto il male che ha ricevuto. Se ieri abbiamo ricordato il cuore Eucaristico, oggi ricordiamo il Sacro Capo.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Venerdì della XI settimana del Tempo Ordinario
PRIMA LETTURA (2Cor 11, 18.21b-30)
Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese.
Fratelli, dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch’io.
In quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte.
Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità.
Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?
Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza.