Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 20 settembre 2020
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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I MIEI PENSIERI NON SONO I VOSTRI PENSIERI
Eccoci giunti Domenica 20 settembre 2020, ho letto il brano della Prima Lettura tratto dal Libro del Profeta Isaia cap. 55°.
E’ un testo veramente molto importante.
“Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino.”
C’è un tempo di grazia per ciascuno di noi, non sprechiamo le grazie, non sprechiamo il tempo, perché ciò che viene offerto oggi, non è detto che ci venga offerto domani. Ciò che mi viene offerto stasera non è detto che mi verrà offerto domani mattina. Una delle cose per le quali dobbiamo chiedere la Signore di tenerci lontani è questa:
Il rimorso, il rimpianto di non aver fatto al momento opportuno quello che dovevamo fare, e quando decidiamo noi il tempo, quell’occasione non c’è più.
Questa è veramente la cosa più brutta che ci possa capitare, non aver colto il tempo, non aver colto l’occasione di fare quella telefonata, di andarmi a confessare, di andare a parlare con quel Sacerdote, di andare a visitare quella persona, di chiedere perdono a quell’altra, di offrire il perdono a quest’altra. Se poi succede che muore, basta, finito, l’occasione non c’è più. Inutile poi che ci copriamo la coscienza facendo dire le Messe e andando a trovarla al cimitero. No. Quello che ti era richiesto è che tu andassi a trovarla da vivo, non da morto. Tu sai che dentro qualcosa ti dice che hai perso, hai sciupato, hai buttato via l’occasione importante della tua vita, quella di fare quel passo, perché in quella confessione, in quell’incontro, in quel confronto, in quel perdono dato o richiesto, lì c’era il Signore.
“Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino.”
Il termine di paragone è Dio, è Lui che dice il tempo, che detta i momenti e le occasioni, non io, non quando ho voglia io. Cercate il Signore non quando avete voglia voi, ma quando si fa trovare Lui, invocatelo non quando avete voglia voi, ma quando Lui è vicino.
Ricordate la famosa frase di S. Agostino:
“Timeo Christum transeuntem”
“Temo il Cristo passante” che è poi quello che c’è scritto nel Cantico dei Cantici:
“Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore. Un rumore! La voce del mio amato che bussa:
«Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, mio tutto; perché il mio capo è madido di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne».
«Mi sono tolta la veste; come indossarla di nuovo? Mi sono lavata i piedi; come sporcarli di nuovo?».
L’amato mio ha introdotto la mano nella fessura e le mie viscere fremettero per lui. Mi sono alzata per aprire al mio amato e le mie mani stillavano mirra; fluiva mirra dalle mie dita sulla maniglia del chiavistello. Ho aperto allora all’amato mio, ma l’amato mio se n’era andato, era scomparso.”
I tempi li decide Dio non noi. Quando noi capiremo questa cosa saremo veramente a un grande punto della vita spirituale.
“L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri”
La conversione è innanzitutto un abbandonare la via, non tramutare in spirituali i difetti carnali, mondani che avevo prima.
A cosa serve?
Cambio il sugo, ma sempre spezzatino è. Passo dalla gola del cibo, alla gola dello spirito.
Cos’è cambiato?
E’ cambiato che peserò un pò di meno ma sono sempre quello. Il disordine che avevo prima della conversione, ce l’ho ancora dopo la conversione.
Cos’è cambiato?
Niente. E così la grettezza di cuore, il giudicare gli altri, lo sparlare.
Chi vuole seguire il Signore deve cambiare completamente strada. Questa è una legge. Non si può seguire il Signore camminando sulla medesima strada, non si può.
“L’uomo iniquo abbandoni i suoi pensieri”
Ogni azione nasce da un pensiero. Se vuoi avvicinarti al Signore devi abbandonare i tuoi pensieri cattivi, iniqui, non ci può stare Dio dentro ad una mente che pensa il male, non è possibile.
“Ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.”
Dio ha misericordia e largamente perdona chi?
L’empio che abbandona la sua via, l’uomo iniquo che abbandona i suoi pensieri, e che ritornano al Signore. Quante volte abbiamo detto queste cose, è lì che si realizza la Misericordia di Dio, perché ti riabilita, ti guarisce.
“Quella via, quei pensieri, quei peccati che tu hai deciso di abbandonare, da essi io veramente ti libero e ti guarisco”
Questo è il potere della Misericordia di Dio.
“Ti libero dal tuo male, ti libero dalla schiavitù del peccato, ti libero da questa via, ti riapro la porta per uscire. Se fossimo in autostrada: ti permetto di passare il casello, la dogana, di entrare in un altro paese, non rimani bloccato lì.”
La Misericordia di Dio non si realizza se io decido di rimanere dove sono, nei miei peccati, nel mio male, perché non può liberarmi da ciò che io non reputo un male, non può liberarmi da ciò che io faccio e continuo a fare.
“Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie.”
Un esempio di questo lo avete nel Vangelo di oggi, Matteo 20, 1-16, che racconta del padrone di casa che prende a giornata i lavoratori per la sua vigna e si accorda per un denaro al giorno. Alla fine dà un denaro anche a quelli arrivato all’ultima ora. Per noi è impossibile, noi diciamo che non è giusto, non è giusto che Dio dia lo stesso denaro a quelli che hanno lavorato un’ora soltanto uguale a quelli che hanno lavorato tutto il giorno.
Noi diciamo che non è giusto. Capite quanto siamo lontani dalle cose di Dio, quanto siamo lontani dalla Verità, ma Gesù è il Maestro:
“Amico io non ti faccio torto, non hai forse concordato con Me per un denaro?”
“Sì o no? Ti avevo detto che ti pagavo un denaro a fine giornata, si o no?”
“Sì”
“Tu hai accettato?”
“Sì”
Allora Gesù dice: “Prendi il tuo e vattene”
Quanto sono lontani i pensieri di Dio dai nostri pensieri.
“Ho rispettato il partito che tu hai accettato. Non abbiamo fatto un patto che ti avrei pagato a confronto con gli altri. Abbiamo fatto un patto per cui ti avrei pagato un denaro a giornata.”
“Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto ho dato a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio?”
- Ma noi nei nostri ragionamenti sbagliati, tanto lontani da Dio, su cosa poniamo l’attenzione?
Sempre sull’uomo mai su Dio, quindi pensiamo che non sia giusto.
Dio può fare delle suo cose quello che vuole?
Certo, come noi facciamo delle nostre cose quello che vogliamo.
“Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”
Alla base dei nostri ragionamenti, di queste mormorazioni ci stà l’invidia. Ricordatevelo, l’invidia si nutre sempre di sangue o fisico o spirituale, ma si nutre sempre di sangue. L’invidia uccide sempre o fisicamente o spiritualmente attraverso la calunnia, la diffamazione, la mormorazione e la cattiveria.
“Io voglio dare a quest’ultimo un denaro come a te”
“Faccio quello che voglio perché il denaro è mio e non spetta te giudicarmi, mormorare, perché tu hai avuto la tua parte.”
Invece noi ci mettiamo a fare i confrontini come i bambini dell’asilo:
“Lui ha la girella come la mia, ma io sono arrivato per primo, perché a me non mi avete dato la meringa con la punta più alta di due millimetri rispetto a lui”
“Se è mio faccio quello che voglio e tu non devi metterti a fare i confronti”
Ve l’ho già detto tante volte, nella vita spirituale non si possono fare confronti con le altre persone, perché Dio agisce secondo Sapienza e Giustizia e a ognuno dà quello che deve avere.
- La Giustizia che cos’è?
Che ognuno abbia ciò che gli spetta, ciò che gli è dovuto, ciò che gli compete, non che tutti abbiano la stessa cosa. A ognuno il suo. Non dobbiamo permetterci di giudicare ciò che non siamo chiamati a giudicare, ciò che non ci riguarda. Dio è stato ed è estremamente giusto, estremamente rispettoso dei patti che fa. Non invidiare la grazia altrui che tra l’altro è uno dei sei peccati contro lo Spirito Santo. A ognuno spetta il suo.
Vi auguro in questa Domenica, auguro a voi e a me, di poter cogliere l’importanza estrema di questa rivisitazione della nostra vita e del nostro modo di pensare, di sentire, e di agire.
E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
PRIMA LETTURA (Is 55,6-9)
I miei pensieri non sono i vostri pensieri.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.