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La comunione spirituale, parte 1

La comunione spirituale

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione sul tema della comunione spirituale  di mercoledì 10 agosto 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Gv 12, 24-26)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La comunione spirituale, parte 1

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 10 agosto 2022.

Oggi festeggiamo san Lorenzo, diacono e martire.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo dodicesimo di san Giovanni, versetti 24-26.

Quest’oggi vogliamo ricordare in modo particolare l’ordinazione sacerdotale di san Pio da Pietrelcina avvenuta esattamente il dieci agosto del 1910. Ci affidiamo a lui per questo nuovo percorso che faremo da qui in avanti, dove continueremo a trattare del tema della Eucarestia sotto aspetti diversi. 

Quest’oggi parleremo — e andremo avanti un pochino a parlarne, useremo qualche giorno — del tema della Comunione Spirituale.

Come testo di riferimento useremo l’Enciclopedia Eucaristica. Siamo alla parte terza, capitolo primo, paragrafo primo. E vediamo un po’, così cerchiamo di capire il senso e l’origine della Comunione Spirituale, e vedremo tante cose molto interessanti, affinché noi, che siamo invitati durante la giornata a vivere, a ripetere le nostre Comunioni Spirituali, possiamo avere maggior coscienza di quello che facciamo e sapremo anche rispondere a chi ci chiede: “Perché fai la Comunione Spirituale, che cosa vuol dire fare la Comunione Spirituale?” Ecco: vedremo che cosa si risponde; conosceremo la bellezza della Comunione Spirituale. 

Capitolo primo: Origine della Comunione Spirituale. 

Paragrafo primo: Sviluppo della nozione di Comunione Spirituale.

Ogni anima che desidera maggiormente unirsi a Dio, senza che possa unirsi a Lui sacramentalmente, fa già in qualche modo la Comunione Spirituale, ma gli atti della pietà interiore non possono interessare la storia se non sono conosciute attraverso un testo.

Quindi, la prima cosa che ci dice è che già il desiderio di possedere maggiormente Dio, di avvicinarci maggiormente a Lui, di essere maggiormente suoi, pur non potendolo fare sacramentalmente per diverse ragioni — perché magari sono al lavoro, o a casa ammalato — già solo per questo desiderio, io sto facendo la Comunione Spirituale. Già inizia. 

Vediamo i primi accenni:

Quando nella pietà del Medioevo si rivela il desiderio di vedere l’Ostia, il fatto di poterla contemplare è considerato come un nutrimento spirituale, il quale comporta una manducazione reale benché non carnale dell’Ostia. Prima del 1117 Anselmo di Laon parla nelle sue sentenze di una Comunione che egli definisce reale, benché essa sia puramente spirituale.

Quindi, già nel Medioevo c’era questo desiderio di contemplare l’Eucarestia. Il fatto di poterla contemplare era già considerato un nutrimento spirituale; era già considerata una ‘manducazione reale’, un mangiare realmente; una manducazione reale, anche se non carnale, dell’Ostia. 

Quindi, vedete? Qui si aprono già un primo fatto molto interessante e una riflessione molto interessante. Reale non è semplicemente solo ciò che accade perché io ‘lo tocco, lo mangio, lo bevo, lo sento’; reale è anche ciò che passa attraverso il desiderio. Ecco perché dice: ‘Benché non carnale’. Noi non siamo fatti solo di carne; siamo fatti anche di spirito, abbiamo un’anima. Quindi io mi nutro anche spiritualmente e non solo mangiando il pane a tavola con la pastasciutta, la verdura: questo è un nutrimento carnale, materiale, ma c’è anche un nutrimento spirituale perché io sono fatto anche di un’anima e il nutrimento spirituale non è meno reale del nutrimento carnale o materiale solo perché spirituale. No: è un nutrimento diverso! 

Quando un bambino viene abbracciato e coccolato amorevolmente dalla sua mamma, si sta nutrendo spiritualmente? Certo! Anche se in quel momento la mamma non lo sta allattando – nutrimento materiale – ciò non toglie che questo bambino si sta nutrendo perché ha bisogno del latte della mamma, ma ha altrettanto bisogno – possiamo dire più bisogno – del suo abbraccio, dei suoi baci, delle sue carezze, delle sue coccole che, del resto, sono reali: basta vedere quanto il bambino li desideri! Non avete mai visto la scena del bambino che preferisce l’abbraccio della mamma alla pappa da mangiare? Che è più felice per la sua mamma che lo prende in braccio, lo bacia e lo coccola che non per il suo piatto di minestra che deve consumare? Tante volte è capitato di vedere questo.  E noi, non siamo forse fatti così? Che cosa sceglieremmo tra il piatto più buono che a noi piace di più e che non mangiamo da trent’anni o l’abbraccio, il bacio di una persona che tanto amiamo? È ovvia la risposta. 

Ebbene: che cosa passa in un abbraccio, in una carezza, che cosa mangio? Niente, perché non mangio nulla, ma mi nutro perché spiritualmente passa l’amore, sta passando tutto l’amore di quella persona e io mi sto nutrendo. E questo amore che passa attraverso…

Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma lì è mediato dalla materia”, sì, ma andiamo oltre: non basta forse uno sguardo per commuovere una persona? Non vi è mai capitato di essere commossi profondamente perché quella persona vi sta guardando in un modo in cui nessuno vi ha mai guardati? Perché quella persona vi sta facendo un sorriso che mai nessuno vi ha rivolto? Perché quella persona con il suo sguardo e la sua presenza ti sta testimoniando tutta la stima che ha per te? Non vi è mai successo? E lì? Lì la stessa cosa: nessuno ti tocca, non stai mangiando, eppure quanto ti stai nutrendo! Allora quell’amore che passa, quell’amore di cui ti stai nutrendo è meno reale del pane che mangi a tavola? No! 

Quello che è spirituale è altrettanto reale di ciò che è materiale. Quindi comporta una ‘manducazione’, un nutrirsi reale. È assolutamente reale questo nutrimento spirituale che viene dal desiderio di contemplare l’Eucarestia. E Anselmo di Laon, nel 1117, definisce questa comunione ‘reale’, benché sia puramente spirituale. Sembra che parlare di ciò che è spirituale non possa voler dire ‘reale’, come se parlare di spirituale voglia dire parlare di qualcosa di un po’ sganciato dalla realtà, invece, no! 

Vedete quante cose sono già emerse leggendo le prime cinque righe. 

Le sette fasi, corrispondenti ai momenti successivi alla Comunione Sacramentale sono: la fede, la conoscenza, l’intelligenza, la memoria, l’amore, l’imitazione e l’adesione. Verso la fine del secolo dodicesimo Pietro il Cantore descrive anche i sei gradi della Comunione Spirituale al Calice.

Pensate! Lo sapevate? Ci sono sei gradi della Comunione Spirituale al Calice?

Ugo di san Vittore, morto nel 1141, rispondendo a Berengario, dice: “Ci si unisce a Gesù utilizzano i dati dei sensi relativi alla presenza reale”.

Vedere — io sto vedendo l’Eucarestia — non è forse un senso? E quindi mi unisco a Gesù. 

Vediamo adesso il paragrafo sulle anime pie.

Queste nozioni si chiarificano a poco a poco e il desiderio di vedere l’Ostia è il mezzo per sostituire la Comunione Sacramentale che non si può fare. Nel Medioevo anche le religiose non si comunicavano che una o due volte alla settimana e le buone anime cercavano di supplire con la fede e con l’amore a ciò che a loro mancava. 

Al tempo di Santa Teresa d’Avila non si poteva fare la comunione tutti i giorni, neanche al tempo di Santa Teresina, per esempio. Quindi questo desiderio di vedere la Santa Eucarestia era un ottimo mezzo per sostituire la Comunione Sacramentale: attraverso la fede e l’amore avveniva la Comunione con Gesù. 

Una domenica Santa Geltrude …

Siamo tra la seconda metà del Duecento e proprio agli inizi del Trecento

… si era trovata così priva di forze che non potè fare la Comunione Sacramentale. La fece allora spiritualmente contemplando l’Ostia e domandò a Gesù: “Quelle che vi hanno ricevuto in questo sacramento conseguono grazie maggiori?”

Voi mi direte: “Padre Giorgio, perché ci dice queste cose? Perché ci parla ancora della Comunione Spirituale?” Io vi ho già parlato della Comunione Spirituale, vi ho già detto alcune cose, però lo voglio farlo in modo più rigoroso, più teologico, ancora più scientifico. 

Perché torno a parlarvi di questa bellissima realtà della Comunione Spirituale? Perché, guardate, in questi mesi ho letto e ho ascoltato tante riflessioni veramente povere di un vero sapere teologico. Tante riflessioni basate sull’emotività, sul gusto personale, su idee errate; tante riflessioni fuorvianti, parziali e purtroppo anche un po’ violente, devo dire. E allora non ho voluto cedere all’impulso che spingerebbe a intervenire subito e ho voluto usare lo stesso impulso per vedere, studiare meglio e avere fonti autorevoli da offrirvi, non idee personali: fonti, avere fonti! Non riflessioni mie personali, ma fonti, fonti per fondare la vita, la nostra fede, la quale deve essere fondata sempre su fonti autorevoli. Questo ve l’ho detto, ve lo sto dicendo e ve lo ripeterò fino alla nausea. 

Quando sento dire: “Eh, ma quello dice così, quello dice cosà: non si capisce più niente e non si sa quello che si deve fare”. Non è vero: perché io non devo ascoltare tutto quello che dicono, o meglio: devo sentire pure quello che dicono a ,b, c, d, e, f…, ma di chi mi fiderò? Dopo aver sentito, di chi mi fiderò veramente? Ascolterò veramente colui/coloro che avranno espresso le loro idee fondandole su fonti autorevoli. Basta! Tutto il resto sono idee personali che, va bene, possono essere interessanti, ma possono anche non essere interessanti e io posso tranquillamente dire: “Non mi interessano!” Ma quando ho delle fonti autorevoli — la Sacra Scrittura, i Santi, i Dottori della Chiesa, i Padri della Chiesa, il Magistero della Chiesa — lì il discorso cambia. Non è quello che pensi tu rispetto a quello che penso io; queste diatribe a me non interessano. Quello che interessa è: io posso fondare la mia vita di fede, la mia vita umana — perché le due cose si intrecciano, ovviamente — su quello che sta dicendo questo sacerdote? Come faccio a saperlo? Quali fonti porta? Il commento che fa a queste fonti è onesto, è corretto o è arbitrario? 

Voi siete tutte persone intelligenti, sapete? Non avete bisogno di chissà quale luce: voi ascoltate le fonti, leggete le fonti, ascoltate il commento, li mettete a confronto e dite: “Sì, sta dicendo qualcosa conforme al testo, lo sta spiegando in modo onesto, non sta andando fuori strada, sta dicendo quello che è scritto, quindi mi posso fidare”. Se, invece, prende un testo e lo stravolge, no! Guardate: chi propone le proprie idee, non porta mai le fonti o ne porta una o due a pezzettini che, si capisce, sono fuori contesto. Anche io potrei dire che nella Bibbia si legge: “Dio non esiste”. Certo… ma, oh mamma! Ha portato una fonte! Sì, certo, ma un millimetro prima si legge “lo stolto pensa”, perché il versetto dice: “Lo stolto pensa: Dio non esiste”. Quindi siete intelligenti voi, come lo sono io, come lo siamo tutti per dire: “Certo, hai citato una fonte, ma l’hai citata male, l’hai citata sbagliata, in modo disonesto”. Non puoi dire che la Bibbia dice: “Dio non esiste”, devi citare tutto il versetto; il contesto deve essere reso tutto perché, la Bibbia non dice ‘Dio non esiste’, la Bibbia dice ‘Lo stolto pensa: Dio non esiste’.

Capite che cosa voglio dirvi? Bisogna avere questa intelligenza. Io vi leggo queste cose che voi tutti potete andare a leggere perché non stanno in libri occulti. Se voi leggendole e commentandole dite: “No, Padre Giorgio non sta facendo un commento onesto al testo, non sta spiegando quello che il testo dice, non sta rispettando il testo e il contesto; no, sta usando arbitrariamente le parole del testo per portare avanti le sue proprie idee” Allora vi dico di prendere quello che sto dicendo e buttarlo subito dentro il cestino. Se per caso così non è, come io spero, allora andiamo avanti nella lettura e sentiamo che cosa risponde Gesù a Santa Geltrude, la quale chiede:

“Quelle che Vi hanno ricevuto in questo sacramento conseguono grazie maggiori?” 

Cioè: chi ha fatto la Comunione Sacramentale e ha ricevuto la Santa Eucarestia, rispetto a me che ho fatto solamente la Comunione Spirituale, ha conseguito una grazia maggiore?

Il Signore rispose che, benché colui il quale si comunica realmente riceva grandi vantaggi per la sua anima,

Quindi, colui che riceve sacramentalmente Gesù, cioè che riceve l’Ostia, ottiene grandi vantaggi per la sua anima

… tuttavia per un dovere di obbedienza o per una santa discrezione …

Vedete? Per esempio, a me viene in mente l’obbedienza alla propria coscienza: quando la coscienza dice: “No, per certe ragioni non fare la Comunione Sacramentale!”, oppure se, per discrezione — andate sul vocabolario a vedere il significato di questa parola — la coscienza dice di non accostarsi alla Comunione Sacramentale.

… chi si priva di ricevere corporalmente questo augusto Sacramento e infiammato dal desiderio e dall’amore di Dio fa la Comunione Spirituale, …

State attenti bene a quello che dice adesso Gesù, qui vi ripeto: “chi si priva di ricevere… per un dovere di obbedienza o per una santa discrezione 

… si priva di ricevere corporalmente questo augusto Sacramento, …

Cioè di mangiare fisicamente la particola

… e infiammato dal desiderio e dall’amore di Dio, 

Quindi questa persona è infiammata, arde d’amore per il Signore, è piena di desiderio, è piena dell’amore per Dio e fa quindi Comunione Spirituale, come ha fatto Santa Gertrude, che non aveva fatto la Comunione Sacramentale perché stava male e non ce la faceva neppure ad arrivarci… sentite che cosa dice Gesù:

… riceve d’innanzi a Dio frutti molto più abbondanti”.

Pagina 418 dell’Enciclopedia Eucaristica. 

Con questa citazione… certo, capisco che studiare e ricercare costa fatica; certo non lo si può fare da una cucina e non lo si può fare mentre ci si mette i bigodini… lo capisco; capisco che bisogna rinunciare a tante chiacchiere, ai gelati, alle pizzate e a divertirsi e a quant’altro. Lo capisco, perché studiare è faticoso, sapete? Lo so che studiare è faticoso, molto faticoso e attira anche molta incomprensione perché uno vorrebbe che tu facessi… che tu fossi… che tu qui e tu là…, ma non puoi, perché devi studiare. Ma con questa citazione di Santa Geltrude, Gesù spazza via in cinque parole tutte le sciocchezze che oggi vengono dette a più riprese contro la Comunione Spirituale e che generano nelle persone tanta sofferenza, inquietudine, turbamento, ansietà e quant’altro. Come se la Comunione Spirituale fosse qualcosa di meno della comunione Sacramentale. I casi sono due, anzi sono tre: o Santa Geltrude ha mentito e la Chiesa si è sbagliata a farla santa, o Gesù deve andare a studiare teologia, oppure c’è qualcuno che deve chiudere la bocca e stare zitto, invece di andare in giro a dire sciocchezze assolutamente non fondate teologicamente. Ripeto la frase: è Gesù che sta parlando a Santa Geltrude che ha fatto la stessa domanda che facciamo noi: “Quelli che hanno fatto la Comunione Sacramentale rispetto a me che ho fatto la Comunione Spirituale ricevono grazie maggiori? (Perché questo si va in giro a dire) Bene, a questa domanda Gesù risponde: 

“Benché colui il quale si comunica realmente riceva grandi vantaggi per la sua anima,

Gesù lo riconosce, sa la teologia, Gesù!

chi, per un dovere di obbedienza o per una santa discrezione, si priva di ricevere corporalmente questo augusto Sacramento e infiammato dal desiderio e dall’amore di Dio fa la Comunione Spirituale, riceve dinnanzi a Dio frutti molto più abbondanti”.

Basta: questione conclusa, almeno per me. Per me è una questione conclusa e vi devo leggere molte altre cose, ma questo basta. Leggendo questo io trovo la pace, la serenità totale, perché, se Santa Geltrude mi ha raccontato questo — e io mi fido di Santa Geltrude, della Santa Chiesa che l’ha fatta santa e di Gesù che le ha detto questo — io sono in pace. Di che cos’altro ho bisogno? Di quattro salamandre che vanno a sputare il loro veleno addosso alle persone per inquietare le anime delle persone? No! Le salamandre tornino nell’umido: noi viviamo di luce, di questa verità che ci viene da Gesù stesso, che ci viene testimoniata da Santa Geltrude. E stiamo sereni e, siccome nessuno — e ripeto nessuno a parte Dio — può entrare nel santuario della coscienza e sindacare il perché una persona non vada a ricevere sacramentalmente Gesù, ma fa solo la Comunione Spirituale — vedete che ho sbagliato dicendo ‘solo’? Vedete quanto il veleno delle salamandre, anche se non vuoi, ti entra nella testa? Quel ‘solo’ è sbagliato, va cancellato immediatamente — dunque: nessuno può andare a sindacare perché quella persona non fa la Comunione Sacramentale, ma fa la Comunione Spirituale che è sempre e comunque una comunione — il termine è sempre quello che si ripete.

Se qualcuno viene e chiede: “Perché non hai fatto la Comunione Sacramentale e stai lì in ginocchio senza andare a ricevere l’Eucarestia?” Succedesse a me, guarderei la persona e direi: “Ma stai scherzando? Stai scherzando? Tu chi sei per venirmi a fare una domanda del genere? Sei forse Dio? Sei Gesù? Ma chi sei? Chi sei per venirmi a porre una domanda sulla mia coscienza? Io vengo forse a chiederti perché tu sia andato a fare la Comunione Sacramentale? No. E allora perché sei venuto a chiedermi perché faccio la Comunione Spirituale? Forse perché non la conosci, non hai studiato; forse perché non sai il valore della Comunione Spirituale… Allora vai a studiare: prima studia e quando avrai studiato, allora vedrai che non ti verrà in mente di farmi questa domanda. Primo perché quello che vive nella mia coscienza è assolutamente una cosa intima, personale e riservata e non sono assolutamente tenuto a giustificarmi davanti a nessuno, non sto facendo del male a nessuno e non sto portando via niente a nessuno. Secondo: se tu sapessi di che cosa stai parlando, non mi verresti certamente a chiedere ragione della mia scelta”.

C’è un sacrario che non può essere violato, c’è una intimità della coscienza che nessuno può violare, quindi a queste domande non si risponde. Non si è tenuti a rispondere nel modo più assoluto. “Perché fai la Comunione Spirituale?” “Per lo stesso motivo per cui tu fai la Comunione Sacramentale: lo stesso, uguale” “Eh, allora perché…?” Lasciamo stare le curiosità morbose: san Giovanni della Croce scrive parole di fuoco sulla curiosità e non solo lui…

Mi fermo qui, perché credo che oggi sia già abbastanza: voglio veramente lasciarvi come grande, grandissima stupenda, meravigliosa consolazione, speranza, luce, conforto, serenità di coscienza la bellissima risposta di Gesù a Santa Geltrude. Riascoltatela, rileggetevela, gustatevela, scrivetevela.

“Chi, per un dovere di obbedienza o per una santa discrezione, si priva di ricevere corporalmente questo augusto Sacramento e infiammato dal desiderio e dall’amore di Dio fa la Comunione Spirituale, riceve dinnanzi a Dio frutti molto più abbondanti”.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

E stasera, quando guarderete il cielo per vedere le stelle di san Lorenzo, ringraziate Santa Geltrude e mandate un bel bacio con tutto il vostro cuore, il vostro desiderio e il vostro amore al vostro e nostro amatissimo Gesù Eucaristico.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

 

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