Scroll Top

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Ultima Parte 69

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione sul testo “La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia” di S. Pietro Giuliano Eymard di martedì 9 agosto 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 25,1-13)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Ultima Parte 69

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 8 agosto 2022.

Quest’oggi festeggiamo Santa Teresa Benedetta della Croce, carmelitana scalza, più comunemente conosciuta come Edith Stein, ergine, martire e patrona d’Europa

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo 25, versetti 1-13 del Vangelo di san Matteo. 

Andiamo avanti con la lettura e la meditazione del libro di san Pietro Giuliano Eymard. Siamo arrivati a questo capitolo conclusivo che tratta dei frutti e delle risoluzioni degli esercizi e stiamo vedendo le istruzioni che ci vengono lasciate da san Pietro Giuliano Eymard sulla scorta di quanto disse san Paolo a Timoteo, dopo averlo fatto vescovo di Efeso. Siamo arrivati alla terza risoluzione. 

In iis esto – in queste cose state fissi e ripigliate così il lavoro di questi esercizi. Prendere in mano l’affare della vostra emendazione. Cominciate dall’esteriore. Sovente ho enunziato il principio che bisogna andare dall’interno all’esterno, cominciate a riformare l’interiore prima di lavorare sui difetti esteriori.

E noi diciamo questo: prima partiamo dall’interiore e poi andiamo all’esteriore…

Questo è vero teoricamente, ed anche per le anime che sono già interiori; esse non cadono che per debolezza; hanno già corretto i loro difetti esterni più grandi: per esse il combattimento è soprattutto nel loro interno. Ma così non è per coloro che cominciano.

Dall’interno all’esterno per chi già è, diciamo così, già abituato a una vita interiore; mentre, per quelli che sono all’inizio è diverso.

Voi cercate Dio come poveri peccatori che hanno bisogno di farsi perdonare; dovete dapprima ottenere la pace con Dio distruggendo gli ostacoli che vengono dal di fuori, e acquistare la forza di mortificarvi in tutte le cose sensibili che vi intoppano vi fanno ricadere.
“La virtù è un germoglio colto sul Calvario, affidatoci da Nostro Signore perché lo coltiviamo con le lagrime e col sangue; ha la sua forza nella radice che affonda nel suolo dell’anima, se mettete a nudo questa radice, con la vostra leggerezza, l’arbusto muore”. Voi non siete che fanciulli nella preghiera: non sapete farla se non avete libri, non sapete occuparvi in essa; non siete ancora capaci di camminare sotto l’ispirazione interiore di Nostro Signore.

Quindi, per chi è all’inizio, per chi fa ancora fatica a avere un vero spirito di preghiera per cui senza il libro si perde; per chi ha bisogno ancora di rompere, di tagliare con certe abitudini esterne che lo conducono al peccato, ecco, la prima cosa da fare è distruggere tutti gli ostacoli che vengono da fuori, perché è chiaro: se ho ostacoli che vengono da fuori, se sono occupato in una lotta esteriore, come faccio a vivere e a sistemare la parte interna? Lui dice: “Mettiamo a posto l’esterno! Poi ci concentreremo all’interno”. Imparare questo spirito di mortificazione e questa vita di preghiera.

Che dirvi dunque? Di non occuparvi che del lavoro del combattimento interiore? – No.
Nel vostro stato, più che del progresso interiore si tratta di sgombrarvi degli impacci dei sensi, più che di andare avanti, si tratta di purificarvi e sbarazzarvi delle radici del peccato. Voi amate Dio, senza dubbio, ma come fanciulli; non siete ancora stati radicati sul Calvario. Se ci lanciaste nelle vie interiori senza il freno della mortificazione e della riforma esteriore, diverreste fanatici e visionari.

Quindi vedete che sono situazioni e momenti molti delicati. Quello che c’è da fare ora è quello di purificarci, di sbarazzarci dalle radici del peccato.
Su questo argomento San Giovanni della Croce è una voce significativa: ha scritto pagine a pagine molto interessanti: ‘La salita al monte Carmelo’, ‘La notte oscura’ che non sono testi facili però ci fanno comprendere l’importanza della purificazione dei sensi che, tradotto in un linguaggio a noi più consono, potremmo dire ‘libertà’.
Si tratta di liberarci, di essere persone libere da tutto ciò che tende a farci schiavi, dominarci. Dobbiamo riprendere in mano la nostra vita e la riprendiamo in mano nella misura in cui siamo liberi e siamo persone che vivono una vita in Dio.
Per questo dobbiamo sbarazzarci del peccato, perché il peccato, dice Gesù, ci rende schiavi. E dobbiamo imparare a radicarci sul Calvario. Se non c’è una mortificazione, se non c’è la riforma esteriore, il rischio è di diventare fanatici. È un rischio grandissimo. 

Voler applicare i principi della vita di unione e di amore interiore ad anime che sono ancora tutte ingombrate dei sensi, è voler fabbricare su di un terreno mobile e senza fondo. La grazia di Dio lavora nell’interiore, ma tocca a noi unirvi il lavoro esteriore; essa procede dal di dentro al di fuori: noi, nella nostra cooperazione, dobbiamo andare dal di fuori al di dentro. Bisogna abbinare le due cose e non separarle, riempirsi dentro dell’amore con la preghiera e purificarsi fuori con la mortificazione.

Vedete che equilibrio? Dentro l’amore per Dio che arriva dalla preghiera, fuori il liberarsi, lui dice ‘purificarsi’ ma è la stessa cosa, con la mortificazione che abbiamo già visto e che ha già spiegato molto bene, e con quei piccoli atti di penitenza, di sacrificio, di rinnegamento di sé che via via nella giornata ci vengono suggeriti dalla Provvidenza che sempre ci accompagna. 

È facile dire: ‘Io amo Dio’; ma se la mortificazione non viene dietro questa parola, essa è vana e senza appoggio; l’amor proprio presto ha preso il luogo dell’amore di Dio.

Amore di Dio, (la preghiera); la purificazione-libertà, (mortificazione) sono assolutamente necessarie, tutte e due insieme, per affermare il nostro amore per Dio. Ecco perché ogni giorno noi dovremmo avere a cuore di voler offrire a Dio qualche sacrificio che sia un dolcetto in meno, una sveglia anticipata di dieci minuti al mattino, lo stare zitti se veniamo rimproverati, tre minuti in meno di televisione al giorno, mezza sigaretta in meno al giorno, un gelato in meno… insomma, ne abbiamo di occasioni che, certo, non nuocciono alla salute. Questo insieme a una preghiera costante e quotidiana.

Solo l’amore fa i santi: nulla di più vero; ma questo principio vuole essere applicato con giudizio: ora, l’amore di Gesù Cristo per noi è la sua croce. Bisogna dunque che fondamento ed esercizio dell’amore sia la mortificazione personale di giustizia e di penitenza e, se non abbiamo peccato, la mortificazione per amore, ispirata dall’esempio dei patimenti di Nostro Signore. Mettete la vostra fiducia in Dio e intraprendete il grande combattimento della mortificazione. 

Quindi, vedete: l’amore fa i santi, certamente, ma l’amore di Gesù Cristo è la sua croce e diciamo che la mortificazione è la base. San Pietro Giuliano Eymard dice che è il fondamento perché vi possa essere questo amore; una mortificazione che, se non è dovuta al pentimento per i nostri peccati, allora sarà ispirata dai patimenti di Gesù, che certo non aveva peccati. 

Non guardate gli anni ed anni che dovrete vivere in questa lotta: non avete ora la grazia dell’avvenire; ma ad ogni momento verrà la sua grazia sufficiente. Oggi avete quella di accettare il combattimento e di prendere una generosa risoluzione: contentatevi di questo e contate sulla grazia per più tardi.

Lui dice: “Pensate al momento presente”, come vi ho detto prima: non stiamo a pensare a come farò domani, dopodomani, a come farò a affrontare questo e quello. No. Concentriamo sull’oggi: la grazia ci sarà data oggi. Per che cosa? Per il nostro combattimento, per prendere decisioni risolutive e risolute circa la nostra vita, circa il nostro modo di essere esteriore e interiore, che vuol dire ‘circa tutta la nostra persona’, perché non è che siamo scissi, siamo, invece, un tutt’uno.

Inoltre, mettete il vostro successo in Dio solo e non contate che su di Lui; abbiate fiducia nella sua grazia per vincere e non appoggiatevi troppo sui mezzi, per quanto siano buoni, né sul successo delle vostre preghiere, né sulle vittorie che avrete riportate contro i vostri difetti: perché chi analizza il suo successo lo perde.

Quindi, la nostra forza è solo in Dio, ogni nostro successo è in Dio e noi dobbiamo contare solo su Dio. E poi è molto bella questa frase, no? Lui dice di appoggiarsi solo sulla grazia di Dio e non sul successo delle preghiere, né sulle vittorie. Non dobbiamo mai analizzare i nostri successi, perché chi analizza i suoi successi, li perde. 

State preparati a subire delle disfatte; …

Dobbiamo essere anche pronti a andare al tappeto: non si può sempre stare in piedi! 

… ma esse non vi scoraggino: quando sarete caduti, confessate la vostra colpa, riconoscete la vostra impotenza e domandate a Dio di porgervi la mano.

Vedete? Questo è il modo umile di affrontare i propri fallimenti.

L’umiltà che si rialza è una vittoria completa, e diviene più vigilante; talvolta Iddio santifica le anime soltanto per mezzo delle loro cadute e miserie. Noi siamo così portati all’orgoglio che se Dio non ci umiliasse per bene qualche volta, noi diverremmo più orgogliosi e più cattivi di Satana perché siamo più grossolani di lui con altrettanto orgoglio.

Il Signore usa l’umiliazione della nostra caduta e delle nostre cadute per santificarci, per liberarci dall’orgoglio, altrimenti noi diventeremmo troppo orgogliosi.

Vi rincrescerebbe che Dio avesse a condurvi per questa via di umiliazione? – Ma è un favore! Tutti avranno compassione di voi e vi aiuteranno; mentre che se compariste più ricco degli altri, tutti vorrebbero derubarvi. 

È una bella via questa della umiliazione… È dura, durissima, ma è bella, perché poi, di fatto, saremo aiutati un po’ da tutti.

… preferite essere sconosciuto e umiliato con Gesù. 

Ho finito. – Lascio a Nostro Signore di farvi Egli stesso, nelle vostre adorazioni, gli esercizi eucaristici, ed insegnarvi la sua vita d’amore, di preghiera e di immolazione nel Santissimo Sacramento; io non volli essere altro che un Giovanni Battista il quale grida: fate penitenza! vi ho insegnato la via, vi ho guidati sino alla porta della santità e qui mi arresto.

Ecco il vostro Salvatore, il vostro Re, il vostro Signore: amatelo, glorificatelo, servitelo! È tutto quello che io desidero!

Carissimi amici, siamo arrivati alla fine. 

Abbiamo terminato un percorso che è iniziato il primo giugno 2022 e è terminato il nove agosto 2022. Quindi abbiamo lavorato insieme per più di due mesi. 

Per grazia di Dio, sono riuscito a leggervi tutto il libro, non ho saltato nulla: questa la ritengo veramente una grazia immensa. Sono veramente molto contento e sono grato a Dio e a voi che sicuramente avrete pregato tanto! È bello concludere con queste poche righe di San Pietro Giuliano Eymard che credo riprenderemo più avanti con altri testi molto belli. Ed è bello vedere che dopo centonovantuno pagine lui dica: “Lascio a Nostro Signore di farvi lui stesso gli esercizi spirituali”! Ma fino adesso che cosa abbiamo fatto? Ma nella logica dei santi gli esercizi spirituali, le Adorazioni Eucaristiche, la vita di amore, di immolazione non finiscono mai e iniziano sempre. 

Ci richiama ancora l’importanza della penitenza in queste ultime righe e è bello pensare ai sacerdoti che ci accompagnano alla porta della santità: bellissima questa immagine! E lì si fermano. Ci presentano — abbiamo visto oggi nel Vangelo delle vergini stolte e delle vergini sagge — e lì ci presentano quali vergini sagge al nostro Salvatore, al nostro Re, al nostro Signore e ci presentano perché? Per amarlo, glorificarlo e servirlo. Anche io faccio mie le ultime parole di San Pietro Giuliano Eymard: questo, carissimi, è tutto quello che io desidero per voi e per me.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati