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La gnosi e la Sapienza a confronto

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Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia di domenica 26 luglio 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo dell’omelia [udesign_icon_font name=”fa fa-file-text” size=”1em”] 

LA GNOSI E LA SAPIENZA A CONFRONTO

Sia lodato Gesù Cristo, Sempre sia lodato!

La prima lettura di questa Santa Messa della XVII domenica del tempo ordinario, tratta dal primo libro dei Re, capitolo III, ci narra il dono fatto da Dio a Salomone della Sapienza, un dono preziosissimo.

“Nessuno è stato come te, nessuno sarà mai più come te!”

Questo vuol dire che a questo mondo non ci sarà mai un uomo sapiente, né come, né più di Salomone.

Abbiamo avuto uomini sapienti nella storia, pensate a San Tommaso, San Bernardo, San Giovanni delle Croce, Santa Teresa d’Avila, Santa Teresa di Gesù Bambino, Santa Benedetta Teresa della Croce, Santa Caterina da Siena, il Beato Duns Scoto, abbiamo Dottori della Chiesa di altissimo livello, potremmo stare qui fino a domani a citarne, nessuno di loro è come o più sapiente di Salomone!

Dio concede a Salomone il dono di conoscere il bene e il male.

Badate che ciò che il serpente aveva promesso ad Adamo ed Eva era proprio di conoscere il bene e il male, di saper distinguere il bene dal male, ma in quel caso era una conoscenza sganciata dal Timor di Dio. Quella grande tentazione che, dal giardino dell’Eden fino ad oggi, attraversa il cuore e le menti degli uomini, è la tentazione della gnosi: la tentazione di una conoscenza sganciata dal Timor di Dio.

Questa potremo usarla come definizione di tutto il percorso gnostico, che all’interno della storia dell’umanità ha conosciuto sfaccettature, tempi, momenti, approfondimenti, diramazioni tra le più diverse possibili, però mi sembra di poter dire che la radice comune a tutte le varie maschere e forme della gnosi è proprio questa.

Il primo grande gnostico, il maestro degli gnostici e della gnosi, quindi, chi è?

È il demonio, è il serpente antico, è lui che propone la conoscenza.

La tentazione di Adamo ed Eva non fu una tentazione di lussuria, di ruberie, non so, di tutti i peccati che volete mettere insieme… no, no, fu proprio la radice di ogni peccato: un conoscere lontano dal Timor di Dio.

In Salomone avviene esattamente il contrario: questo dono della conoscenza, che tra l’altro è il dono più grande che uno può ricevere,  gli viene dato da Dio, proprio perché lui chiede questo cuore sapiente.

È bello leggere che lui era solamente un ragazzo e che si trova a dover governare un popolo numeroso!

Chiede un cuore docile, un cuore che sappia rendere giustizia, che sappia distinguere il bene dal male e Dio glielo concede, perché Glielo chiede nel modo più bello possibile.

Questo cos’è che ci fa capire?

Che se Adamo ed Eva, dopo le frasi del serpente, avessero detto: «Ottima idea! Ci hai dato uno spunto interessante! Sai cosa faremo? Domani mattina, quando passeggeremo nell’Eden alla brezza del mattino con Dio (cosa che tu non fai perché non vieni, perché non ci sei, perché hai i tuoi perché), Gli chiederemo questo, Gli diremo: “Senti, ma tra tutte le cose che hai creato e che ci hai donato, in tutta questa  sovrabbondanza incredibile nella quale siamo, ce ne è venuta in mente una che ci manca, che ci ha suggerito un serpente: il dono della conoscenza e della distinzione tra il bene e il male”».

Se Dio l’ha concessa a Salomone, volete che avrebbe opposto resistenza ad Adamo ed Eva, che erano appena appena stati creati da Lui a  Sua immagine e somiglianza? Ma gliel’avrebbe dato subito!

Ma loro preferiscono l’offerta nascosta, tenebrosa e dubbiosa del serpente, che la scelta confidente e semplice di Salomone.

Dio non è avaro di doni, li dà anche tutti, ma dipende che cuore ha davanti, è questo che costituisce il discrimine.

Noi non riceviamo tanti doni, non perché Dio non li vuole dare, ma perché noi non abbiamo il cuore per riceverli.

Li ha dati a Salomone, li darebbe anche a noi!

Sarebbe felicissimo, tutti noi siamo felicissimi di donare.

Quando, avendo tanto, non doniamo? Quando abbiamo davanti una persona, che reputiamo non degna di ricevere il dono.

Fin qui noi possiamo dire: “Una bellissima storia, meravigliosa, stupenda, commuovente, edificante!”

Purtroppo, Salomone invecchia. Con tutta questa sapienza, con tutti questi doni, con il tempio di Gerusalemme, stupendo, bellissimo, meraviglioso e, nonostante prima di lui e dopo di lui nessuno sarà sapiente come lui, nonostante questo dono immenso di Dio di discernere il bene dal male, nonostante lui si fosse tenuto lontano dalla gnosi per sposare la vera conoscenza fondata sul Timor di Dio… Salomone cade miseramente nel peccato dell’idolatria, introduce l’idolatria nel popolo.

Peccato più grave non poteva farlo!

Una lettura superficiale della Scrittura fa dire: “Certo, Salomone cade nell’idolatria perché cede alla lussuria, cioè le molte mogli che lui aveva, pagane, introducono nel popolo il loro credo. Siccome lui era legato a doppio filo con queste donne, vabbè, loro, sue spose, introducono gli idoli.”

Ma vedete, questa è una lettura superficiale!

Attribuire alla lussuria, alla passione, al desiderio, l’idolatria, sì, può essere una concausa, ma è banale.

Per un uomo sapiente come lui, cadere su una cosa del genere, no, è troppo banale.

Vedete, io penso che si possa cadere così in basso, stando così in alto, per una ragione un pochino forse più sottile della lussuria.

Lui aveva sposato tutte queste donne, queste donne formavano la sua reggia… è difficile dire no a qualcuno, soprattutto se a questo qualcuno vuoi bene.

Non è importante l’oggetto, la res, della diatriba, ma è che tu hai davanti una persona a cui vuoi bene, a cui sei legato, con la quale hai stretto una relazione, con la quale hai avuto anche delle vicinanze fisiche, quindi, capite, con cui c’è un’intimità, un’intimità di corpo, che è anche un’intimità di spirito… come fai a dire di no?

Sai, poi magari la perdi, ti ama di meno, diventa infedele, va altrove, iniziano le divisioni…

“Adesso non  facciamone un caso di stato – direbbe qualcuno – non esageriamo! In fin dei conti ‘ste donne cos’è che volevano?  Volevano mettere in casa qualche statuina, per l’amor del cielo, non muore mica nessuno se una  si porta in casa una statuina di Budda, piuttosto che non so che cosa. Ma sì, tirati in casa quello che vuoi! Tanto.”

Tanto mi dà tanto, che quella banale statuina sono diventate tante statuine e quelle statuine sono diventate idoli.

Il popolo d’Israele purtroppo era un po’ come quegli alcolizzati che smettono di bere e bisogna stare attenti a fargli vedere anche una goccia di vino, perché poi…

Il popolo, che purtroppo era stato ferito profondamente dall’idolatria, che ha sempre dovuto combattere contro l’idolatria (reduce dal suo vitello d’oro e quindi su questo argomento era molto sensibile, molto esposto, molto fragile, molto debole), appena vede le spose di Salomone, le statuine, gli idoli, va in corto circuito e immediatamente crolla. Quindi torna dentro al popolo d’Israele il paganesimo.

Eppure Salomone era tanto sapiente!

Nessuno di noi è al riparo e al sicuro dall’abbandonare Dio,  non pensiamo che servano scelte peccaminose gravissime, quelle vengono dopo.

Si comincia, come dice Santa Teresa, sempre con molto, molto, molto poco.

Il grande tradimento avviene sempre cominciando ad abbassare un po’ il tiro, a lasciare andare un po’ la corda, a dire: “ma sì, vabbè…”

Comincia da lì, poi si comincia a sentire questa sorta di stanchezza nelle cose di Dio, stanchezza nella preghiera, stanchezza nell’andare in chiesa, stanchezza nella meditazione, stanchezza nel mettersi lì col Signore, aver voglia di fare altro, aver voglia di andare un po’ di qua e un po’ di là, aver voglia…, stanchezza.

Si comincia sempre così e dopo un anno ti guardi e non sai più dove sei!

Ti guardi bene e vedi che anche tu in casa tua hai fatto entrare le statuine, piccoline, ma quante sono queste statuine!

Sono entrate anche per le amicizie che abbiamo, sono entrate per i “no” che non abbiamo detto, perché abbiamo paura di perdere il consenso, di perdere l’affetto, di perdere la pace, di entrare in diatriba, in guerra, in litigio, in affaticamento e allora molliamo, diciamo: “Ma sì, vabbè, non posso stare qui a questionare su tutto! Non  posso rischiare di perdere sempre tutto! Non posso mettermi a litigare su tutto! Lasciamo un po’ andare! Quel no facciamolo diventare un ni! Vediamo di trovare un compromesso! Vediamo di non andare per quella via di quei fondamentalisti che dicono ‘i principi non negoziabili’, ma ogni principio è negoziabile, no? – si dice oggi – Non esistono più i principi non negoziabili! La vita? Ma la vita si negozia! Ci mettiamo d’accordo! Dobbiamo trovare un compromesso, non possiamo fare i rigidi puri, non esistono più queste persone! Troviamo un compromesso, sulla vita, sulla morte, su tutto! Possiamo trovare un compromesso su tutto: io ti do un po’ di quello che tu vuoi e tu mi dai un po’ di quello che voglio io e cerchiamo di trovare una via di mezzo!”

Questa si chiama gnosi e viene dal serpente!

Non è la conoscenza del bene e del male fondata sul Timor di Dio, la quale direbbe di no. Un principio non negoziabile non è mai negoziabile, punto!  A qualunque costo e per qualunque fine e per qualunque ragione, su questo principio non si negozia mai, non si fanno scambi, non si fa terra comune, non si fa commercio, non si fanno accordi!  È un no totale, assoluto, irreversibile! Questa è la conoscenza del bene e del male, fondata sul Timor di Dio!

Ma se non c’è il Timor di Dio, siamo nella gnosi e la gnosi permette qualunque genere di declinazione, perché per antonomasia nella coscienza gnostica non esiste un principio assoluto, non esistono principi, tutto si può mettere d’accordo.

Questo è il modo di fare del serpente!

Allora dobbiamo chiedere al Signore la grazia in questo periodo estivo, di riposo, di vacanza, di non fare come fanno tanti ogni anno.

Sapete come diceva San Giovanni Bosco? “Le vacanze sono la vendemmia del diavolo!”

Proviamo una volta a dire a San Giovanni Bosco: “Non nel mio caso! Nel mio caso è sbagliato!”

Che non siano le vacanze sempre questo tempo ebbro! Cioè: quando sono a casa prego, dico l’Ufficio, vado in chiesa, vado a Messa, mi confesso, faccio la meditazione, poi, quando vado in vacanza, salta tutto. Dovrebbe essere il contrario, invece salta tutto. “No, perché sa, sono cambiati i tempi, sono cambiati i ritmi…”

Ma sei tu che decidi i tempi e i ritmi! Non è il Presidente della Repubblica, che li decide, sei tu! Fondiamo la nostra vita sul Timor di Dio!

Il Timor di Dio attraversa tutte le quattro stagioni!

Il Timor di Dio non è autunno, inverno e un po’ di primavera! O c’è, o non c’è!

Se tu conosci veramente il Signore, e a questo noi siamo chiamati, a conoscere il Signore, se questa conoscenza è fondata sul Timor di Dio, attraversa il tempo, tu non puoi che essere fedele.

Quindi, andate, andiamo a riposare, ma un vero riposo, che vuol dire nella grazia di Dio!

Andiamo a riposare il corpo, ponendo il nostro spirito nell’osservanza della Legge di Dio, nello stare bene con il Signore, nell’essere felice con il Signore, nel rivedere la nostra vita e rimettere quei principi non negoziabili dentro la nostra storia e qualunque cosa accada non si torna indietro, non si dice sì quando è no, e viceversa.

Rimettere ciascuno al suo posto, ridare ordine alle persone presenti nella nostra vita, rimettere Dio al primo posto!

Se tutto questo l’avesse fatto il sapiente Salomone!

Se il sapiente Salomone, oltre a costruire il tempio di Gerusalemme, glorioso e  grandioso, oltre ad avere questo dono della sapienza immenso, fosse stato capace di mantenere la sua fedeltà nelle più piccole cose e di dire alle sue care donne: “Volete gli idoli? Andate! La porta è aperta! Fuori! Qui no! Con tutto quello che ho ricevuto, io posso forse mettere un microbo dentro qui ad infettare, ad inquinare, a violentare la mia memoria e la mia gratitudine a Dio?”

Salomone dimentica Dio, Salomone dimentica i doni ricevuti da Dio!

Questo è lo gnostico, che non sa vivere di memoria, come Adamo ed Eva.

Lo gnostico vive in un presente eterno, non conosce la memoria.

Noi invece dobbiamo avere memoria costante dei doni di Dio e, ad ogni tentazione rispondere: “Un momento, la mia carne, il mio corpo, dice la mia gratitudine al Signore per tutto quello che mi ha donato e io non posso in nessun modo muovere un passo, introdurre un idolo dentro il mio cuore!”

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

PRIMA LETTURA (1Re 3,5.7-12)
Hai domandato per te la sapienza.

In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda».
Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?».
Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Quanto amo la tua legge, Signore!

La mia parte è il Signore:
ho deciso di osservare le tue parole.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.

Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia.

Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero.

Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.

SECONDA LETTURA (Rm 8,28-30)
Ci ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo.

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.

Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.

VANGELO (Mt 13,44-52)
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

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