Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 9 ottobre 2021
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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Ascoltare e osservare la Parola di Dio
Eccoci giunti a sabato 9 ottobre 2021.
Abbiamo ascoltato i Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XI di San Luca, versetti 27-28.
Un Vangelo brevissimo, di due righe. E due righe della Parola di Dio cosa ci dicono? Ci dicono una cosa che accade molto di frequente:
«Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
C’è un riferimento in questa frase a qualcosa di molto concreto, di molto umano. Questo non è un male, ovviamente, ma c’è di più, nella vita c’è di più, nella vita c’è, per chi crede, sempre una dimensione ulteriore rispetto all’evidenza. Gesù ci dice: “Se il grembo che mi ha portato e il seno che mi ha allattato non ascolta e non osserva la parola di Dio, non serve, non servirebbe a nulla quella vicinanza, quell’unione, quell’intimità umana”.
Detto in altre parole, per il Signore ciò che conta non è la prossimità fisica, non è il toccare, il sentire, il far proprio. Ciò che conta è l’ascolto della Parola di Dio, del Padre e l’osservanza. Questo mi rende beato, non il fatto di avere con il Signore una certa vicinanza o dimestichezza.
La Vergine Maria, innanzitutto, è Beata perché ha ascoltato la Parola di Dio e l’ha osservata in modo perfetto, questo è ciò che rende Beata la Vergine Maria, quindi, in seconda battuta, l’aver portato in grembo il Figlio di Dio e averlo allattato, ma in seconda battuta. Per noi invece è il contrario. Questo ascolto della Parola di Dio e questa osservanza della Parola di Dio per noi non è così importante come invece è importante il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato. Questa prossimità per noi è fondamentale, ma prossimità non vuol dire unione, dovrebbe voler dire unione ma non è detto che dica unione.
Quanto noi siamo attaccati alla vita? È un dono, certo, ma questo dono come lo gestiamo? Siamo consapevoli che ciò che conta è l’ascolto della Parola di Dio e la sua osservanza e non la vita in quanto tale?
Il mio vivere non può essere il fine primo e ultimo della mia esistenza, ripeto che è importantissimo, la vita, il vivere, il vivere bene, il far vivere bene gli altri è essenziale, importantissimo, necessario, fondamentale ma sta al primo posto? È la cosa più importante in assoluto? Se la risposta fosse “sì”, allora i Martiri hanno sbagliato tutto. La risposta invece è “no”, ricordate Gesù:
“Chi vorrà salvare la propria vita la perderà e chi perderà la propria vita a causa mia e del Vangelo la salverà”
Non perché la vita non sia importante, ma perché c’è una priorità. Di che cosa? Di Gesù e del Vangelo nella mia esistenza, che viene prima della mia vita in quanto tale. La mia vita in quanto tale ha senso nella misura in cui ascolta la Parola di Dio, osserva la Parola di Dio, quindi vive in unione con Dio; altrimenti noi togliamo Dio e lo sostituiamo con l’uomo, e questo è un problema. Se l’uomo diventa “dio” è un problema.
Certamente è importante la vita, la salute, ma non scordiamoci che, innanzitutto, siamo chiamati a compiere la Volontà di Dio. Se l’ascolto della Parola, l’osservanza della Parola di Dio, l’obbedienza alla Volontà di Dio dovessero voler dire arrivare a fare una scelta… pensate ai Martiri: “O offri il grano di incenso, o rinneghi Dio oppure muori”.
Pensate a San Tommaso Moro, che tante volto vi ho nominato, del quale vi ho consigliato di leggere gli scritti dalla torre dov’era imprigionato. S. Tommaso Moro non ha voluto firmare il documento che gli veniva chiesto di sottoscrivere. Ha voluto assumere una posizione secondo la sua coscienza perché a quel tempo tutta la Chiesa d’Inghilterra si era asservita al potere temporale del Re e quindi aveva mancato al suo compito di chiamare quell’unione [l’unione di Re Enrico VIII con Anna Bolena, N.d.R.] col nome che aveva, cioè un adulterio — non poteva essere chiamato matrimonio —. San Tommaso Moro, come sapete, si rifiutò di riconoscere invalide quelle nozze e quindi di riconoscere valide le nozze successive. Fu l’unico e per questo si trovò contro tutti gli amici. Si trovò contro la moglie e le figlie, nel senso che anche loro gli dicevano: “Senti, dai, non fare l’eroe! Adesso non esageriamo! Noi che fine facciamo?”, come si dice oggi: “Non so se mi spiego”. Però c’è una coscienza che non si può rinnegare. Perché? Perché quando una coscienza è ben formata, è lei che ti chiama all’ascolto della Parola di Dio e all’osservanza della Parola di Dio. Quindi, se la sua coscienza gli diceva: “No tu quel foglio non lo puoi firmare”, lui non poteva firmare e per questa mancata firma ha perso la testa, come san Giovanni Battista. Non solo, poi il Re l’ha appesa fuori, l’ha attaccata a un’asta per un mese e la figlia dopo un mese è dovuta andarla a ritirare, poverina.
La vita non è la ragione prima e ultima, c’è un’obbedienza della fede che va salvaguardata, questo ci rende Beati, dice il Vangelo di oggi.
Chiediamo quest’oggi al Signore la grazia di ascoltare la Parola di Dio e soprattutto di osservarla, costi quel che costi, sempre. Fosse anche che rimaniamo soli o che veniamo perseguitati dobbiamo osservare la Parola di Dio, e state tranquilli che la nostra coscienza, se è ben formata, ci potrà essere di grandissimo aiuto in questo ascolto e in questa osservanza.
Per poter osservare la Parola di Dio prima, però, la devo ascoltare, quindi capite l’essenzialità della preghiera, perché se io non ascolto, quindi se io non prego, se non mi metto in atteggiamento di ascolto, non potrò neanche osservare. Cos’è che osservo se non conosco, se non ho sentito? Capite l’importanza di coltivare ogni giorno il nostro tempo di preghiera.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.
VANGELO (Lc 11, 27-28)
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».