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La comunione spirituale, parte 2

La comunione spirituale

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione sul tema della comunione spirituale di giovedì 11 agosto 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 18, 21 – 19, 1)

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La comunione spirituale, parte 2

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 11 agosto 2022.

Oggi festeggiamo santa Chiara, vergine.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo diciottesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 21-35.

Continuiamo la nostra lettura sulla Comunione Spirituale: è un’unica, ampia meditazione quella che stiamo facendo e il testo di riferimento è l’Enciclopedia Eucaristica, un testo assolutamente importante.

Ieri abbiamo cominciato e siamo arrivati fino a Santa Geltrude.

Forse Santa Geltrude avrà avuto tra le mani la Summa Aurea di Guglielmo da Auxerre 1237, il quale ammette che il peccatore, e a maggior ragione il giusto, possono fissare gli occhi sull’Ostia poiché guardare il Corpo di Cristo provoca un più grande amore di Dio, le preghiere dei fedeli sono esaudite al momento stesso che contemplano il Corpo di Cristo

Pensate voi che cosa bellissima! 

Vedete, qui si apre una riflessione interessante. Se io sono in uno stato di peccato grave, anche di peccato mortale, non mi posso accostare alla Comunione Sacramentale, a meno che io non mi vada prima a confessare e non mi penta del mio o dei miei peccati. E il ragionamento dice: “Se io che sono in uno stato di peccato mortale non mi posso accostare alla Comunione Sacramentale, a maggior ragione, come faccio a fare la Comunione Spirituale?” Perché stiamo dicendo che sempre di Comunione si tratta e, se non posso fare l’ una non posso nemmeno fare l’altra: non c’è una Comunione Sacramentale che non sia anche una Comunione Spirituale. Benissimo. Qui, però, si apre una riflessione nuova, cioè, stante tutto quello che abbiamo detto, è altrettanto vero — notate l’espressione di Guglielmo da Auxerre, interessante — che Guglielmo da Auxerre non parla di Comunione Spirituale, ma si concentra sul fissare gli occhi sull’ostia. 

Quindi Guglielmo da Auxerre dice: “Guardare — attenzione: sta parlando proprio del guardare — il Corpo di Cristo provoca un più grande amore di Dio”. Quindi anche per me che sono in uno stato di peccato mortale, di peccato grave, di qualche cosa che mi ha profondamente separato, allontanato da Dio, guardare il Corpo di Cristo riapre, riaccende qualche cosa. E questo è molto bello perché, vedete, ci sono momenti nella vita in cui per diverse ragioni ci allontaniamo da Dio, perché viviamo situazioni di grande dolore, di grande fatica, di grande aridità, di grande solitudine, perché ci siamo allontanati dal Signore, quindi situazioni nella vita in cui, per il momento, non si riesce a fare, a vedere diversamente. Ebbene: la via di soluzione non è dire: “Va bene, sì, fa niente!” oppure dire: “Accostati alla Comunione Sacramentale ugualmente”. No, non è questa la via di soluzione… La via di soluzione è: comincia ad andare a guardare, comincia ad andare a contemplare il Corpo di Gesù, comincia da lì! Che non è la Comunione Spirituale, non è la Comunione Sacramentale, è il guardare! Perché stare davanti al Corpo di Gesù, al Cuore Eucaristico di Gesù guarisce, libera, conforta, illumina. E le tue preghiere — scrive Guglielmo da Auxerre — sono esaudite perché stai contemplando il Corpo di Gesù, il Cuore Eucaristico di Gesù. 

È bella questa riflessione e guardate che siamo nel 1237, in un periodo di cui noi diciamo che ‘a quei tempi, non capivano niente, non avevano le categorie, erano acerbi, mentre noi sì che capiamo!’ Beh, vorrei essere io acerbo come loro. 

Quindi diciamolo alle persone, anche a quelli che dicono: “No, io non posso fare la Comunione, non sono degno!” E a questi noi non possiamo dire che non fa niente, che va bene lo stesso. Diciamo piuttosto: “Ecco, allora proprio per tutte quelle ragioni che stai dicendo, qual è la soluzione? Andiamo insieme a guardare il Corpo di Gesù, a contemplarlo, a pregare… E mentre siamo lì a pregare, prego per te, perché il Signore ti dia la forza, il coraggio di confessarti”. 

Che bello quando una persona si arrende all’amore di Gesù! Quando una persona si lascia aggiungere dal suo abbraccio, quando una persona abbandona ogni difesa, ogni paura, Perché, sapete, la paura fa tante cose brutte nella vita. E la via di soluzione non è “non devi avere paura”, queste sono proprio stupidaggini. “Non devi avere paura, non devi agitarti, non devi vivere in ansia, non devi…” Questo dice proprio la mancanza di empatia, la mancanza di umiltà, di sapienza, perché, vedete, se io vedo una persona spaventata, terrorizzata e le dico “No, non devi avere paura, non devi vivere in ansia”; oppure se vedo una persona angosciatissima e le dico “No, tu non devi avere queste paure, non devi cedere a queste paure, devi stare calma”; oppure ancora se la umilio ancora di più dicendo: “Sicuramente lì andrai in ansia, ti terrorizzerai…”, in questo modo io mi sto mettendo al di sopra di lei dicendo: “Io dall’alto della mia santità, dall’alto della mia maturità, dall’alto della mia sapienza e saggezza e dall’alto della mia esperienza ti dico: ‘Siccome io sono libero dalle paure, dalle ansie e dalle angosce, allora anche tu non devi, perché io, libero da tutto questo, pontifico per te’”. Non ce ne accorgiamo neanche, eppure facciamo queste cose.

Invece, io credo che la soluzione dovrebbe essere questa: “Queste sono le tue paure, queste sono le tue ansie, queste sono le tue angosce… guarda, facciamo così: andiamo con tutte queste cose da Gesù. Che cosa succederà non lo sappiamo, non lo so, ma qualcosa succederà. Andiamo a dirlo a Gesù, andiamo a metterle davanti a Gesù, andiamo a chiamare Gesù.” 

Questo è il modo per risolvere i problemi. 

Forse qualcuno di voi dirà: “Che cos’è questa superstizione, che cos’è questa banalità?”. E io rispondo: “Provate per credere!” Così io prendo il pensiero della persona, la distolgo dai suoi problemi, dalla sua ansia e dalla sua paura e piano piano, mettendola davanti all’Eucarestia, piano piano l’Eucarestia che cosa fa? Cattura questo sguardo, questi pensieri, li distoglie dall’oggetto della paura e li concentra su di sé. E così la persona, da sola, si troverà liberata o comincerà a liberarsi. Sicuramente si troverà alleggerita. 

Non so se lo sapete: quando ad una persona viene un attacco di panico, la cosa più sbagliata da fare è quella di dirle di stare calma perché così va ancora più nel panico. Se dico: “Perché sei nel panico? Stai calmo, stai sereno! Non ti agitare, non ti agitare!” se l’attacco di panico è da cinque, va a mille… 

Mi è piaciuto tantissimo quando ho scoperto che, per aiutare una persona in preda a un attacco di panico — ci sono vari modi, ma questo è quello che mi è piaciuto di più — ci si deve avvicinare e, stando lì accanto, le si deve dire: “Conta al contrario, cominciamo: dieci, nove, …”. Vedrete che non riesce, non riesce a dire dieci, nove, otto, sette, … non riesce a fare questa cosa, a contare al contrario. Allora tu riprendi: “Facciamolo insieme: dieci, nove, …” E vedrete che piano piano vi verrà dietro nel contare al contrario e l’attacco di panico si calmerà. Sapete perché? Perché questo modo distoglie la mente dall’oggetto del panico, dalla causa del panico; porta la mente a doversi concentrare totalmente sul conto alla rovescia. In quel momento, è la cosa più difficile che ci sia perché la mente è completamente catturata dalla causa del panico. Vedrete che farà una fatica incredibile, suderà dieci camicie.

La stessa cosa dobbiamo fare quando portiamo la persona da Gesù.  Gesù fa la stessa cosa: insegna alla persona a distogliere l’attenzione da quel mostro che genera la paura, per concentrare mente e cuore su di Lui e sul suo Amore.

E santa Dorotea di Danzica, 1394, che poteva comunicarsi solo qualche volta all’anno, disponeva la sua vita di madre di famiglia — vedete, stiamo parlando a tutti: suore, sacerdoti, madri di famiglia — in modo da poter contemplare tutti i giorni la Santa Ostia, persuasa di ricevere molte grazie da questa pratica.

Quindi vedete, Santa Dorotea, mamma, era convinta che, pur non potendosi comunicare, poter guardare la Santa Ostia era già un modo per ricevere molte grazie. Quindi, qui il testo dice che Santa Geltrude e Santa Dorotea erano ancora molto legate all’idea della Comunione Spirituale vincolata alla visione materiale dell’Ostia Santa, quindi contemplazione dell’Ostia Santa = Comunione Spirituale. Vedremo che anche questo avrà un passaggio ulteriore di approfondimento. 

Per fare la Comunione Spirituale è sempre necessario dover contemplare la Santa Ostia? Questa è la domanda… se io sono in una miniera a lavorare, oppure se io sono in cucina a cucinare, oppure se io sto facendo qualunque altra cosa, non posso quindi fare la Comunione Spirituale? Lo vedremo.

E adesso vediamo… no, mi fermo qui; non abbiamo fatto tanto, abbiamo fatto poco, ma mi sembra che abbiamo detto delle cose importanti. 

Oggi per tutti coloro che si sentono peccatori e per tutti coloro che hanno paura preghiamo Santa Chiara; per tutti quelli che hanno paura a vari livelli… la paura riguarda tante cose… la paura del giudizio altrui, la paura di non essere accettati, la paura di essere brutti, la paura di essere cattivi, non amati da Dio, la paura di essere giudicati da Dio, di perdere Dio, la paura di perdere le persone care, la paura di perdere la salute… Quante paure ci sono! Quante paure! Pensate a quelle mamme e a quei papà che aspettano a casa i loro figli di notte, in piedi, svegli — poverini, che martirio, che martirio terribile — che non riescono a dormire perché i figli non tornano a casa, perché non sanno dove sono, perché sono in giro, a ballare, a fare chissà cosa. Queste povere persone che poi devono raccogliere figli a brandelli, mezzi ubriachi quando va bene. 

Quante paure! Quanta paura abbiamo! E allora impariamo: per ora siamo al contemplare la Santa Ostia, poi lo approfondiremo. Impariamo ad andare a contemplare Gesù appena possiamo, anche se è chiuso nel Tabernacolo. Contempliamolo nel Tabernacolo; stiamo in sua presenza e vedrete come tutto questo provocherà un grande Amore di Dio. È vero, sapete? Provocherà davvero un grande Amore di Dio.

La paura di confessarci, di dire i peccati… E allora impariamo a vincere questa paura! A dirla subito: “Padre, ho una paura orba, ho da dire cose che… una paura…” ci aiuterà il sacerdote; scegliamolo bene e ci aiuterà, ci aiuterà sicuramente a incontrare la bontà di Dio, a incontrare questo meraviglioso Amore di Dio.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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