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Essere attenti al tocco della Grazia

nido

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 27 giugno 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Essere attenti al tocco della Grazia

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Se e quando noi decidiamo di seguire il Signore, non basta la buona intenzione e non basta neanche il buon cuore.

Possiamo avere delle intenzioni buone, molto serie, di voler seguire Gesù, possiamo avere un grande desiderio, possiamo essere pronti a qualsiasi cosa pur di seguirLo, però il Signore, in questo Vangelo di Matteo al capitolo 8, ci ricorda alcune delle condizioni che sono necessarie per seguirLo e purtroppo non tutti sono in grado di farlo, nel senso che non tutti hanno fatto quel cammino nella vita, umano e spirituale, per poter reggere a queste condizioni.

Vuol dire che qualcuno è escluso?

No, vuol dire che qualcuno di noi non ha colto in pienezza tutte le occasioni di grazia, tutte le occasioni di maturazione necessarie.

Se noi non siamo attenti al tocco della grazia, va da sé che la nostra anima, la nostra umanità, rimangono involute ed immature, e quindi non si riesce a seguire il Signore.

Questo scriba si avvicina a Gesù e Gli dice una cosa bellissima, una verità innanzitutto, lo chiama “Maestro”.

È vero, Gesù è un Maestro, quindi aveva le idee chiare questo scriba, che dice: «Ti seguirò dovunque Tu vada».

Cosa c’è di più bello di: «Ti seguirò dovunque Tu vada»?

E Gesù risponde dicendo (faccio una parafrasi): «Se tu Mi segui, tu non avrai un nido, tu non avrai dove posare il capo, cioè tu non avrai un luogo di riposo».

Che cos’è il nido?

Il nido è il luogo più protetto che ci sia, il nido è il luogo più caldo, più affettuoso, più riposante, è il luogo dove si cresce, dove i cuccioli stanno insieme a chi li ha generati, finché poi non è il momento di iniziare la loro vita. Vengono alimentati, vengono nutriti, vengono puliti, viene fatto loro tutto per fare in modo che, una volta pronti, escano dal nido e inizino la loro vita.

Chi segue Gesù non ha un nido, come Gesù, perché il nido di coloro che seguono Gesù è il Cielo, non è la terra. Noi, purtroppo, cerchiamo sulla terra quello che, di fatto, possiamo avere solo in Cielo, cioè solo in Dio.

Allora, su questa terra noi cerchiamo la sicurezza, noi cerchiamo la stabilità, su questa terra noi cerchiamo appunto un nido, dove collocarci, dove stare bene, dove stabilirci, dove essere protetti, dove essere difesi, siamo sempre alla ricerca di questo nido, ma, se seguiamo Gesù, non ci sarà nessun nido.

Nessun nido può accoglierci, nessuna tana può accoglierci, perché chi segue Gesù è sempre in cammino, è sempre fuori da qualsiasi tana.

Dunque, voi capite che, se seguiamo Gesù, allora ci viene chiaro perché Gesù dice: «Chi vorrà salvare la propria vita la perderà e chi perderà la propria vita per causa Mia e del Vangelo la salverà. Se non rinnegate voi stessi, non potete seguirMi; se non prendete la vostra croce, non potete seguirMi. Chi non è per Me, è contro di Me. Chi non raccoglie con Me, disperde. Chi ama il padre e la madre, il figlio, il fratello, più di Me, non è degno di Me».

Gesù, solo Gesù, per chi Lo segue, diventa il suo tutto.

Guardate che questo ha un risvolto concreto immediato; se si segue Gesù, questa cosa ha un risvolto immediato.

Voi prendete la vita dei Santi, prendete la vita di Gesù stesso, e vedete che è una vita, come dice L’imitazione di Cristo, di croce e di martirio.

È dura!

È vero che noi abbiamo davanti l’eternità che ci aspetta, ma, come diceva Teresina, c’è il martirio di sangue, che è quello di coloro a cui tagliano la testa, ma c’è un martirio più lento, che è quello delle punture di spillo (alle volte non sono spilli ma sono ben altre cose), che costantemente producono questa persecuzione, questo martirio: lo avremo nel posto di lavoro, lo avremo in famiglia, lo avremo tra gli amici, lo avremo ovunque noi siamo collocati per il nostro stile di vita.

Se seguiamo Gesù, dobbiamo prepararci a questo!

Alcune volte, purtroppo, si sentono ragionamenti, calcoli, che fanno dire: «Eh…ma se io faccio così… Eh…ma se io magari annacquo un po’ il Vangelo… Se io faccio un po’ il finto tonto… Se io faccio finta di non vedere, di non ascoltare… Se io lascio perdere, se io passo oltre…»

Penso che tutti avrete visto il film “Un uomo per tutte le stagioni”, che narra la vicenda di San Tommaso Moro, questo uomo di una rettitudine incredibile, di una coscienza incredibile, elevato alla dignità più alta di Grande Cancelliere d’Inghilterra sotto il Regno di Enrico VIII, di una empietà terrificante, il quale perde tutto, tutto, e in ultima istanza perde la vita. Viene rinchiuso nella torre, la pena peggiore che poteva essere data, perché lui decide di opporsi al Re, che non era proprio un agnellino, per rimanere fedele, innanzitutto a Gesù Cristo, e quindi al Papa. Resta solo e muore così, muore senza più niente, addirittura senza neanche il conforto della famiglia, perché persino i familiari, persino la moglie ad un certo punto gli andrà a dire: «Basta! Pensa ai tuoi figli! Lascia stare e fai sta firma! Ma sì, tu fai le restrizioni del cuore e dì di sì quando è no! Perché devi morire per non fare una firma?»

Tommaso Moro non accetta, le congeda, le manda via e rimane lì, nella torre, a morire.

Dobbiamo decidere che cosa fare di questa vita, sapete?

Sembra lunga questa vita, ma in realtà è molto breve, e noi dobbiamo decidere che cosa farne, dobbiamo decidere da che parte stare, perché poi, arrivati ad un certo punto, non si può più tornare indietro. Una volta che noi facciamo determinate scelte, o per un verso o per un altro, poi non si può più tornare indietro, perché la coscienza, o si illumina fortemente e non torna più indietro, o si ottenebra talmente tanto che poi non torna più indietro, perché non riesce più a discernere niente, non capisce più niente.

Ogni volta che noi nella vita facciamo una scelta, piccola o grande, e decidiamo per Gesù o contro Gesù, noi facciamo un passo in più verso la luce o un passo in più verso le tenebre. Dipende da noi, da quello che noi scegliamo oggi, in questo momento, in questo istante, in questa ora, perché poi, di fatto, tutti noi ci dovremo presentare davanti al Giudizio di Dio.

Questo è sicuro e da qui non scappa nessuno!

Ci presenteremo tutti davanti a questo Giudizio…e cosa diremo?

Come ci giustificheremo?

Che ragioni porteremo a sostegno della nostra vita e delle nostre scelte?

Avremo anche noi addosso i segni della Passione?

Potremo dire: «Signore Gesù, io ho fatto di tutto nella mia vita per poterTi seguire, per poterTi difendere, per poter stare dalla Tua parte, ho rinunciato a tutto, anche alla mia vita, pur di non perdere Te, oppure come Ponzio Pilato, oppure come Erode, avremo fatto le scelte sbagliate?»

Ricordiamoci bene che nessuno mai può costringerci al male!

Se noi scegliamo il male è perché lo vogliamo, è perché siamo vigliacchi, è perché decidiamo di tradire Gesù!

Quindi, chiediamo allo Spirito Santo la grazia di saper essere fedeli al Signore, a qualsiasi costo, anche a costo della vita, nella consapevolezza (prima lettura di oggi) che Dio per noi ha fatto, fin qui, opere meravigliose e il minimo che possiamo fare è dirGli “grazie”, con la nostra fedeltà.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

 

Letture del giorno

Lunedì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (Am 2,6-10.13-16)

Calpestano come la polvere della terra la testa dei poveri.

Così dice il Signore:

«Per tre misfatti d’Israele

e per quattro non revocherò il mio decreto di condanna,

perché hanno venduto il giusto per denaro

e il povero per un paio di sandali,

essi che calpestano come la polvere della terra

la testa dei poveri

e fanno deviare il cammino dei miseri,

e padre e figlio vanno dalla stessa ragazza,

profanando così il mio santo nome.

Su vesti prese come pegno si stendono

presso ogni altare

e bevono il vino confiscato come ammenda

nella casa del loro Dio.

Eppure io ho sterminato davanti a loro l’Amorreo,

la cui statura era come quella dei cedri

e la forza come quella della quercia;

ho strappato i suoi frutti in alto

e le sue radici di sotto.

Io vi ho fatto salire dalla terra d’Egitto

e vi ho condotto per quarant’anni nel deserto,

per darvi in possesso la terra dell’Amorreo.

Ecco, vi farò affondare nella terra,

come affonda un carro

quando è tutto carico di covoni.

Allora nemmeno l’uomo agile potrà più fuggire

né l’uomo forte usare la sua forza,

il prode non salverà la sua vita

né l’arciere resisterà,

non si salverà il corridore

né il cavaliere salverà la sua vita.

Il più coraggioso fra i prodi

fuggirà nudo in quel giorno!».

Oracolo del Signore.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 49)

Rit: Perdona, Signore, l’infedeltà del tuo popolo.

«Perché vai ripetendo i miei decreti

e hai sempre in bocca la mia alleanza,

tu che hai in odio la disciplina

e le mie parole ti getti alle spalle?

Se vedi un ladro, corri con lui

e degli adùlteri ti fai compagno.

Abbandoni la tua bocca al male

e la tua lingua trama inganni.

Ti siedi, parli contro il tuo fratello,

getti fango contro il figlio di tua madre.

Hai fatto questo e io dovrei tacere?

Forse credevi che io fossi come te!

Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.

Capite questo, voi che dimenticate Dio,

perché non vi afferri per sbranarvi

e nessuno vi salvi.

Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;

a chi cammina per la retta via

mostrerò la salvezza di Dio».

Canto al Vangelo (Sal 94)

Alleluia, alleluia.

Oggi non indurite il vostro cuore,

ma ascoltate la voce del Signore.

Alleluia.

VANGELO (Mt 8,18-22)

Seguimi.

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.

Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».

E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

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