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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 29

“Condotta per passare santamente la Quaresima” - p. Avrillon

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 29 marzo 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 29

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

Eccoci giunti a martedì 29 marzo 2022. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo V di San Giovanni, versetti 1-16.

Proseguiamo la nostra lettura del libro di Padre Avrillon, siamo al “Giorno di rassegnazione”.

Martedì dopo la IV Domenica – Giorno di rassegnazione

“Nello svegliarvi abbandonatevi alla volontà di Dio, adoratela con un profondo rispetto e dimandatele con premura che vi conduca con sicurezza per la strada della salute. Prendetela per regola infallibile della vostra condotta senza mai allontanarvene per qualunque cosa che vi accada. Sottomettetevi senza accettazione tutte le vostre mire, tutti i vostri divisamenti ed i vostri desideri. Dite con molta attenzione, rispetto e rassegnazione e ripetete spesso nel giorno queste parole dell’orazione domenicale: Sia fatta, o Signore, la vostra volontà siccome in cielo, così in terra. Fate in guisa che la divina volontà sia oggi il vostro studio principale, come ancora di tutta la vostra vita. Cercatela, amatela, rassegnatevi ad essa in tutte le cose, e non fate azione alcuna prima d’averla consultata. In questa pratica troverete certamente la vostra sicurezza ed il vostro riposo”.

Quindi, oggi siamo chiamati ad abbandonarci, a rassegnarci, ad adorare, che cosa? La Volontà di Dio. Sia questa la nostra regola!

Non è importante fare questo, fare quello, fare quell’altro, non è importante fare molto o fare poco, non è importante dire tutte le preghiere che ho in testa, non è importante fare tutto l’apostolato che ho in testa; sono tutte cose belle, ma l’unica cosa essenziale, sulla quale noi verremo giudicati da Dio, è questa: «Hai fatto o non hai fatto la Volontà di Dio? Se l’hai fatta, quanto l’hai fatta e come l’hai fatta?»

Fine. Non c’è altro.

Noi, invece, spesse volte, facciamo coincidere la Volontà di Dio con la nostra volontà, che non coincide mai, e reputiamo che ciò che noi pensiamo essere giusto, vero, doveroso, necessario, sia esattamente la Volontà di Dio, e invece no. Invece, non è quasi mai così.

Quindi, bisogna sottomettere tutto alla Volontà di Dio, rassegnarci, e niente fare senza prima averla consultata.

Invece noi ci teniamo le nostre zone di comfort… sì noi facciamo la Volontà di Dio, però diciamo: «Su questa cosa decido io. Su quest’altra cosa, mica posso dire di no! Su quest’altra cosa, beh mi sembra una cosa tanto buona (ricordate i Gabaoniti)…»

E così, non consultiamo la Volontà di Dio, facciamo quello che vogliamo, e quindi, tutto ciò che è macchiato, corrotto, dalla mia volontà, è perso.

Voi direte: «Ma io come faccio a sapere qual è la Volontà di Dio?»

Guardate, questa è proprio la tipica domanda, che sembra essere santa, buona, bella, in realtà, spesse volte, è semplicemente una domanda carnale. È la curiosità ed è la stupidità del pensare che, se io so una cosa, poi la faccio: non è vero!

Dovremmo perdere molto meno tempo a “conoscere che cos’è la Volontà di Dio”, che non a farla, perché, l’incredibile della vicenda è che il problema non è conoscerla, ma farla.

Quando anche noi la conosciamo, poi non la facciamo.

Perché?

«Perché non ce la faccio»; «Perché non me la sento»; «Perché ho bisogno di un altro segno»; «Perché sono sicuro che, invece, è meglio così…»; «Perché non può essere questo…»; per mille ragioni, la Scrittura è piena di mille ragioni per non voler fare la Volontà di Dio.

La Volontà di Dio è la Volontà di Dio, e va fatta, non ci sono questioni.

Mi ha colpito, un po’ di giorni fa, leggere che i Vescovi dell’Ucraina hanno scritto al Santo Padre e hanno chiesto di fare la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina.

Mi ha colpito questa cosa…

Primo, perché mi viene da supporre che quindi non è mai stata fatta; penso, magari mi sbaglio, ma, se fosse già stata fatta, non l’avrebbero chiesta, o comunque quello che è stato fatto evidentemente non è stato sufficiente, perché se no, per quale motivo chiederlo di nuovo?

Secondo, se nel 1917 (ripeto: 1917), la Beata Vergine Maria, a nome di Dio, chiede di compiere questo apparentemente semplicissimo atto, perché aspettare il 2022, a ridosso di una possibile III Guerra Mondiale, per chiedere al Papa di compiere ciò che la Vergine Maria chiese nel 1917?

Mi chiedo: «Ma perché aspettare più di cento anni, a motivo del rischio, dell’incubo, di una III Guerra Mondiale per far propria la richiesta della Vergine Maria e domandare che venga esaudita? Ci deve essere la paura di una III Guerra Mondiale, per dire: “Facciamo quello che ci ha chiesto la Vergine Maria”, dopo più di cento anni?»

Vedete quanto è difficile fare la Volontà di Dio?

È difficile.

Uno dice: «Cosa vuoi che costi mettere giù un testo dove si dice, come chiese la Madonna: “Il Papa, insieme a tutti i Vescovi del mondo, consacrano al Cuore Immacolato di Maria la Russia e l’Ucraina”, come adesso chiedono? Cosa ci vuole?»

A scriverlo ci vorranno 20 minuti, se mettete lì un teologo mariologo superfino ci vorranno al massimo 25 minuti o anche 15, a dirlo ci vorranno 10 minuti, tra il prima e il dopo e il durante, per leggere una formula tutti insieme… eppure, a quanto sembra di poter dedurre da questa richiesta, a quanto pare sembrerebbe che ancora non sia stato fatto.

Vedete, è difficile per tutti, è difficile per tutti fare la Volontà di Dio, anche quando ci chiede cose apparentemente così facili e così semplici, ma che evidentemente non sono mai né facili né semplici.

Perché?

Beh il perché lo lascio dedurre a voi….

Meditazione sulla rassegnazione alla volontà di Dio, tratta dal Vangelo.

“Gesù disse ai giudei: La mia dottrina non è mia, ma di quello che mi ha mandato; e chiunque farà la volontà di Dio, conoscerà se essa viene da lui, o se parlo da me stesso. Questo adorabile Salvatore avea presa l’occasione di una festa per predicare al popolo nel tempio. La sua scienza ed eloquenza sorpresero i suoi uditori, e gridarono pieni di meraviglia, come può essere ch’egli sia così sapiente non avendo studiato? Rispose loro, che la sua dottrina non era di lui, ma di suo Padre; volendo con ciò far loro intendere ch’ella era divina, infusa ed inspirata; volea con questo preparare insensibilmente i loro spiriti e i loro cuori alla gran verità che  si era prefìsso, di far loro abbracciare la rassegnazione alla volontà di Dio, che proponeva non solamente cioè un mezzo per regolare i loro costumi; ma ancora per discernere la divinità della sua dottrina. Se alcuno, disse Gesù, vuol fare la volontà del mio Padre celeste, conoscerà la mia dottrina. Ella racchiude tre cose essenziali e degne delle nostre riflessioni. La prima è di conoscere la volontà di Dio, la seconda è di amarla, la terza di fare e dirigere secondo la medesima tutte le nostre azioni. Applichiamoci seriamente a queste grandi verità”.

Quindi, capite, tre cose sono essenziali: la prima, conoscere la Volontà di Dio; la seconda, amarla; la terza, farla.

Ma se non mi fido, se comincio a dire: «Eh… sai, se però io faccio questa cosa, Dio mica lo sa. Non è che Dio è così sapiente, così intelligente, così capace come me. So io che cosa è meglio».

Quindi, se Dio mi propone questa cosa e mi chiede questa cosa, ma poi sono io che so tutti i risvolti, tutte le seconde questioni, tutte le implicazioni, tutte le conseguenze… se penso che il Signore ha bisogno della mia prudenza, che Dio ha bisogno della mia scienza, del mio sapere, e soprattutto che Dio ha bisogno del mio consiglio, perché è fondamentale il mio consiglio, Dio deve lasciarsi consigliare da me, perché bravo come me, intelligente come me, sapiente come me, e soprattutto devoto come me, non c’è nessuno… alla fine dico: «Caro Gesù, cara Vergine Maria, è bello ascoltarVi, è bello sentire i Vostri consigli, però alla fine decido io, e Voi dovete ubbidire, Voi dovete accettare che la mia sapienza è maggiore della Sapienza di tutta la Santissima Trinità messa insieme, più la Vergine Maria. Ecco, io sono un pochino più di Voi, riesco a vedere un po’ più in là, quindi, se dico che questa cosa non è prudente, che non va bene, Voi metteteVi lì buoni e imparate da me».

Voi direte: «Padre, ma è tutta una follia!»

Certo, nel momento in cui viene verbalizzata questa cosa, è una follia pura, ma finché non la verbalizzo, è tanto ovvio invece farla.

Noi queste cose non le diremmo mai, le facciamo direttamente; non le diciamo, ma le facciamo.

Quanto è frequente incontrare la superbia, proprio quella luciferiana, in tanti seguaci di Gesù, in tanti Cristiani, in tanti presunti amici di Gesù, in tanti presunti discepoli di Gesù, per cui: «Sì, va bene tutto, ma alla fine decido io».

“La volontà di Dio è la causa di tutte le cose, essa è onnipotente come Dio stesso; arriva con una forza invincibile da un polo all’altro e dispone tutto con una soavità ammirabile. È la legge sovrana, il principio, il centro, la misura, l’anima, il fine di tutte le cose, come dicono i santi Padri”.

Adesso, attenti bene…

La storia lo insegna, la storia implacabilmente lo insegna… infatti la Madonna a Fatima lo aveva detto: «Se gli uomini non smetteranno di offendere Dio, scoppierà una guerra devastante, peggiore della prima».

Dictum, factum: II Guerra Mondiale.

Capito?

Eh… ma tanto…

“Al contrario, la nostra propria volontà è debole, cieca, temeraria e presuntuosa; essa è in tutto nemica di Dio, perché si rivolta contro di lui, e si propone altri mezzi fuorché quelli di Dio per arrivare a’ suoi fini”.

Capite? Il fine magari è il medesimo, ma io scelgo altre vie.

“Essa è amica del demonio…”

La nostra volontà è amica del demonio, scrive Padre Avrillon.

“…stabilisce la sua tirannia nel cuor dell’uomo dopo averne discacciato Iddio…”

La nostra volontà strappa Dio dal nostro cuore e ci mette dentro il demonio, è terribile.

“…è la rovina di tutte le virtù; finalmente, dice S. Agostino, ha spogliato il cielo ed ha arricchito l’inferno…”

Pensate voi… la nostra volontà spoglia il Cielo e arricchisce l’Inferno.

“…e questo luogo di tenebre e di fiamme non vi sarebbe ancora, se non vi fosse stata la propria volontà”.

Certo: Lucifero ha fatto la sua volontà, e cosa è successo?

Uno dovrebbe fuggire dalla propria volontà!

“Siate persuaso che la più necessaria occupazione d’un cristiano è la distruzione della propria volontà, e lo studio della cognizione di quella di Dio”.

Questo noi dovremmo fare e non stare lì a dire: «Devo fare questa Novena, devo fare queste preghiere, devo dire questa cosa, devo fare questo pellegrinaggio, devo fare queste penitenze», che magari vengono tutte solo dalla tua volontà, tutte solo e unicamente dalla tua volontà; quando, invece, noi dovremmo fare solo, solo, solo, la Volontà di Dio, e la nostra più necessaria occupazione dovrebbe solo distruggere la nostra propria volontà.

“Il grande Apostolo la consigliava ai cristiani di Roma, quando diceva: Sforzatevi, miei fratelli, di conoscere la volontà di Dio in tutto ciò che è buono, ch’è perfetto, ch’è aggradevole agli occhi suoi. Studiamoci di seguirla in ogni tempo di nostra vita; noi l’abbiamo nella Scrittura, dov’essa è scritta col dito di Dio. Noi troveremo in S. Paolo che la volontà di Dio è la nostra santificazione. Essa è impressa nelle nostre coscienze, ci è significata nella divina parola e nelle inspirazioni”.

Quindi, vedete, dentro la coscienza c’è… certo bisogna imparare ad ascoltarla. Poi, è nella Scrittura e nelle ispirazioni.

“Consultiamola in tutti i nostri divisamenti, in tutti i  nostri desideri, in tutte le nostre intraprese: ma se vogliamo sicuramente trovarla cerchiamola attentamente e con un cuor puro. Stiamo attenti sopra tutto di non isbagliare, e badiamo che il nostro amor proprio non abbracci piuttosto la nostra volontà che quella di Dio”.

Eh… certo, certo, certo…

“Gesù disse ad alta voce nel Tempio: Voi mi conoscete, e sapete di dove io sia; non son venuto da me stesso ma colui che mi ha mandato è veridico, e voi non lo conoscete. I giudei persistettero nell’accecamento e nell’ostinazione sulla volontà di Dio. Non giudicavano rettamente della dottrina di Gesù Cristo né mica amavano la sua volontà, perché — attenti bene, perché non amavano la Volontà di Gesù — non si ama quello che non si vuol conoscere”.

Capite? “Non si ama quello che non si vuol conoscere”.

“Al contrario perseguitarono questo Salvatore, e si turarono le orecchie alla verità che loro annunziava”.

“Non si ama quello che non si vuol conoscere”… Quindi, se io non voglio conoscere Dio, le cose di Dio, la Parola di Dio, se non voglio conoscere, se non voglio avere esperienza del “fuoco della carità eucaristica”, per esempio, non potrò mai amare.

“Prendiamo una condotta tutta opposta; non ci contentiamo di studiar la volontà di Dio per conoscerla, ma amiamola, rispettiamola, e riponiamo in essa tutta la nostra confidenza. Seguitiamo in ciò l’esempio di Gesù, il quale ci fa vedere sommamente amata la volontà di Dio benché rigorosa a suo riguardo, poiché l’ha preferita alla sua propria vita”.

Gesù ha preferito la Volontà del Padre alla Sua vita, capite?

“Egli ce ne ha lasciata la pratica nell’orazione domenicale quando ci fa dire: Signore, sia fatta la vostra volontà. Infatti, dice S. Agostino, con questa preghiera tutto il nostro cuore si porta verso questa adorabile volontà col desiderio, colla confidenza e coll’amore. Così noi dobbiamo, facendo questa preghiera, conoscere tutta la debolezza e la corruzione della nostra propria volontà, che ci conduce al peccato; dobbiamo dimandare con fervore di essere esonerati da questo peso crudele, riconoscere che la sola volontà di Dio può condurci al felice termine cui aspiriamo. Finalmente non basta conoscere ed amare la volontà di Dio, bisogna confidarvi e abbandonarvisi senza eccezione, come ha fatto Gesù, il quale, benché la sua volontà fosse santa, non ha mai cercato di farla, ma bensì quella di suo Padre, non solamente nelle cose agevoli, ma ancora quando si trattava della stessa morte. Se non posso dispensarmi di bere questo calice, diceva questo Salvatore agonizzante, sia fatta la volontà vostra e non la mia. Su questo divin modello dovete regolare la vostra condotta. Voi siete nella tribolazione e nella umiliazione, Iddio lo vuole, bisogna rassegnàrvisi. Se vi lamentate, se vi risentite, certamente inasprite il vostro male; ma conformandovi alla volontà di Dio, lo mitigate; e succede bene spesso che, per la vostra rassegnazione, Dio vi libera dalle vostre pene”.

Più uno si rassegna, e più Dio interviene.

“La volontà di Dio, dice S. Agostino, è che voi siate ora infermo, ed ora sano: tal volontà vi sembra amara quando siete ammalato, e vi sembra dolce quando siete sano. Il vostro cuore non è retto, perché voi non volete innalzar la vostra volontà a quella di Dio, ma piuttosto volete abbassar quella di Dio alla vostra: alzate invece la vostra a quella di Dio, ed allora sarà retto il vostro cuore”.

Quindi, accettiamo quello che Dio ci manda, punto.

E adesso questa bellissima preghiera:

“Sovrana volontà del mio Dio, io vi adoro, io vi amo, ripongo in voi tutta la mia speranza, e mi abbandono intieramente alla vostra condotta. Fatevi conoscere all’anima mia, fatevi amare dal mio cuore; regolatemi, conducetemi, regnate in me e disponete come vi piace dei beni o della povertà, della gioia o del dolore, della grandezza o dell’umiliazione, della sanità o della malattia, della vita o della morte mia, basta che mi salviate l’anima, io non dimando niente di più. Io sono nelle vostre mani, in chi posso star meglio? Abbastanza e per molto tempo sono stato nelle mie, e non poteva star peggio. Rendetevi la padrona assoluta della mia volontà, la quale mi ha fatto commettere sino al presente tante colpe, e m’ha reso reo di tanti traviamenti e ribellioni contro di voi. Distruggetela, annientatela, o piuttosto, o mio Salvatore, rendetela conforme in tutte le cose alla vostra che è santa. Fatele volere efficacemente tutto il bene che voi le inspirate; regolate il suo capriccio, frenate la sua leggerezza, illuminate la sua ignoranza, ed il suo acciecamento. Non voglio più studiare, cercare, consultare, o amare, nè far più altra volontà che la vostra; io non voglio più divisare nè intraprendere alcuna cosa senza di essa. Essa sarà la mia regola, il mio modello, il mio consiglio, la mia guida in tutte le mie azioni; poiché essendone senza non posso far niente che vi sia aggradevole”.

Domani vedremo il “Giorno di lumi”.

 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Gv 5, 1-3. 5-16)

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

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