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Il compromesso degli empi e il coraggio dei martiri

Martirio di S. Pietro

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di mercoledì 29 giugno 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Il compromesso degli empi e il coraggio dei martiri

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

In questa Solennità del 29 giugno, dei Santi Pietro e Paolo, credo che, tra le tante cose molto belle che si possono dire, ce ne sia una che possiamo trarre dalla prima lettura, dagli Atti degli Apostoli, nella quale leggiamo così: “Il Re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro.”

Nella vicenda di Gesù, come in questa dei Suoi discepoli, si assiste da una cosa molto strana: il potere politico e il potere religioso si uniscono e vanno incredibilmente d’accordo, quando si tratta di ammazzare i Santi di Dio.

È incredibile!

Vi ricordate che anche nella vicenda di Gesù, c’è scritto così: Pilato ed Erode diventarono amici, proprio nel momento in cui si decide la condanna a morte di Gesù.

Al capitolo 3 del Vangelo di Marco, quando Gesù guarisce la mano inaridita in giorno di sabato e lì decidono (ricordo che siamo al capitolo 3…) di uccidere Gesù, il Vangelo dice che gli erodiani e i farisei, che erano sempre stati nemici, quel giorno diventano amici. Ovviamente, non è amicizia, perché non esiste amicizia nell’empietà, nel male non c’è amicizia, nel male c’è collusione, c’è complicità, non c’è amore nel male.

Adamo ed Eva, quando hanno peccato, non si sono amati, non c’era amore tra di loro, perché quando si ama non si può fondare l’amore nel male.

Tutto ciò che nasce dal male e si fonda sul male, è sempre male!

«Non può nascere un fico da un rovo», dice Gesù.

Quindi, se la radice è empia, tutto ciò che viene fuori, anche se sembra bello, è empietà.

Qui succede la stessa cosa: la Passione di Gesù, la vita di Gesù si ripresenta anche nei Suoi Apostoli. Oggi celebriamo proprio la Festa dei Santi Pietro e Paolo, che, come tutti gli Apostoli, hanno fatto la fine di Gesù, quella di morire per Dio.

Chi prima, chi dopo, chi in un modo, chi in un altro, sono morti tutti.

E noi, moriamo?

Perché, capite, che è un problema, se Gesù, che è il Figlio di Dio, è morto dopo solo tre anni…

Trent’anni è stato nel silenzio a lavorare con il Suo Papà e la Sua Mamma e non ci sono stati problemi; da quando ha aperto la bocca è vissuto tre anni, poi Lo hanno ucciso.

I Suoi Apostoli sono morti tutti per Lui…e noi?

Se noi facciamo una vita grassa, una vita che tutto sommato va bene, carina, una vita un po’ da cristalleria (si mette nella cristalleria un bell’oggetto e punto), ma se noi con la nostra vita non abbiamo mai a soffrire, non dico a perdere la testa o la vita stessa nel sangue, ma a soffrire per Gesù…noi possiamo dirci cristiani?

È vero che qui San Pietro viene liberato, cioè l’Angelo entra nella prigione e lo libera, ma per poco.

Anche San Paolo viene difeso dai leopardi, come dice lui, che poi erano le persone; infatti, quando diceva di essere legato da dieci leopardi, faceva riferimento agli aguzzini che lo tenevano legato e che lo trasportavano sulla nave.

Va bene, non viene giudicato qui, viene giudicato a Roma, si posticipa, si aspetta, si vede, poi si litiga, non si capisce e sembra…sembra niente, perché ciò che non viene fatto oggi viene fatto domani, e quindi gli taglieranno la testa, mentre San Pietro lo crocifiggeranno, San Giacomo lo uccidono di spada, e così tutti gli altri.

Poi, guardiamo la nostra vita e noi abbiamo paura di fare un segno di croce o di difendere Gesù, questo fa riflettere, questo ci fa pensare, perché quando noi moriremo…il Paradiso è fatto tutto da questa gente eh…

In Paradiso avremo schiere di Martiri…e noi cosa andiamo a raccontare ai Martiri?

Bambini massacrati, sgozzati, squartati, morti per il Signore, come il piccolo Josè, che adesso verrà canonizzato il 16 di ottobre, il Martire dei Cristeros, messicano, Joselito…noi cosa andremo a dire a questo Martire, che hanno torturato, a cui hanno tagliato con il coltello la pianta dei piedi per fargli rinnegare Cristo?

Sapete cosa vuol dire prendere un coltello e incidere le piante dei piedi?

Provate a farlo con uno spillo…a un bambino di dieci anni!

L’hanno preso, l’hanno legato e lo hanno torturato tagliandogli col coltello la pianta dei piedi, che è una delle parti più sensibili del corpo, per fargli maledire Cristo e farlo inneggiare a Callas, che era il dittatore. E lui, mentre veniva torturato, gridava: «Gesù dammi la forza!»

Viene la pelle d’oca solo a dirle queste cose!

Noi ci presenteremo davanti a questa gente e cosa diremo?

«No, sai, ma io avevo paura… Io non sapevo come fare, non sapevo cosa dire…poi cosa succedeva? E poi…»

Voi capite che non avremo nemmeno il coraggio di entrare, ma da soli, senza bisogno che nessuno ci dica niente.

Se voi mi invitate a cena, alla cena del matrimonio del vostro unico figlio, e io arrivo in costume o arrivo sporco, non c’è bisogno che voi mi diciate: «Padre, grazie, stia a casa sua!»

Non entro io da solo, perché guardo tutti quelli che ci sono e dico: «Ma io cosa c’entro con queste persone? Guarda come sono conciato…come faccio ad entrare?»

La stessa cosa è per il Paradiso.

Ecco perché è importante, in questo giorno dei Santi Pietro e Paolo, pensare che tutti, dal Papa in giù, siamo chiamati a farci delle domande e a verificare la qualità della nostra vita.

Nella nostra vita c’è troppo compromesso!

Nella nostra vita c’è troppa preoccupazione di stare bene!

Non c’è la preoccupazione di perdere la vita per Gesù, ma di salvarla!

«Chi cercherà di salvare la propria vita», dice Gesù, «la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa Mia e del Vangelo, la salverà».

Noi cosa stiamo facendo della nostra vita, se abbiamo vergogna di testimoniare il Nome di Gesù, di dirci Cristiani, di seguire Gesù, sempre, in casa, al lavoro, per strada, in chiesa, ovunque, seguire Gesù sempre?

Asia Bibi, quella mamma pachistana che è in carcere da otto anni per la sua fede, perché non ha accettato di abiurare la fede e di farsi musulmana, madre di due o tre bambini, pochi giorni fa ha partorito in carcere con le catene ai piedi, in Pakistan, adesso nel 2016.

Noi non ne parliamo mai di questa donna, parliamo di tante scemenze, ma dei martiri di oggi non ne parliamo mai!

Alcuni cristiani non sanno neanche chi è Asia Bibi, che è un confessore della fede, un martire in atto, una mamma in galera da otto anni per Gesù, per la sua fede in Gesù. Lei continua a dire: «Io non rinnego Gesù!»

Non è oggi, non è domani, noi moriremo tutti eh…tutti noi moriremo!

Tra dieci anni, vent’anni, cinquant’anni, va bene, ma moriremo tutti…ci presenteremo davanti a Dio e cosa Gli diremo con la nostra vita?

Cosa abbiamo da presentare al Signore?

Una vita spezzata come la sua per amore di Dio, oppure un talento chiuso nel fazzoletto, che abbiamo nascosto sottoterra per paura?

Che i Santi Pietro e Paolo ci diano la grazia dello zelo apostolico!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI

PRIMA LETTURA (At 12,1-11)

Ora so veramente che il Signore mi ha strappato dalla mano di Erode.

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.

Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere.

Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.

Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.

Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)

Rit: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.

Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore:

i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,

esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto

e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,

i vostri volti non dovranno arrossire.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta,

lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa

attorno a quelli che lo temono, e li libera.

Gustate e vedete com’è buono il Signore;

beato l’uomo che in lui si rifugia.

SECONDA LETTURA (2Tm 4,6-8.17-18)

Ora mi resta soltanto la corona di giustizia.

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.

Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.

Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.

Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Canto al Vangelo (Mt 16,18)

Alleluia, alleluia.

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa

e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

Alleluia.

VANGELO (Mt 16,13-19)

Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

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