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Il manoscritto del Purgatorio, parte 14

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di domenica 11 dicembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 11, 2-11)

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 11 dicembre 2022, terza domenica di Avvento. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo undicesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 1-11.

Continuiamo la nostra lettura del Manoscritto del Purgatorio che stiamo affrontando in questo tempo di Avvento e ascoltiamo che cosa ci dice la suora dal Purgatorio.

Siate vigilante sul vostro interiore e non lasciatevi sfuggire nessuna grazia del buon Dio. Non fate molto caso del vostro corpo. Dimenticate volentieri voi stessa. Rimettetevi con semplicità nelle braccia di Gesù ed Egli non vi lascerà nell’imbarazzo. Solamente abbiate una fiducia illimitata nella sua bontà. Se sapeste quanto grande è la sua potenza, mettereste in tal modo limiti al suo potere? Cosa non può fare Gesù per un’anima ch’Egli ama?

Come sempre, siamo richiamati sulla nostra vita interiore e sull’importanza di non sciupare e di cogliere ogni grazia che ci viene da Dio, perché un conto è non sciuparla e un conto è coglierla, dato che non è detto che io la veda, che me ne accorga. Quanto sarò una persona interiore, tanto mi accorgerò delle grazie di Dio e non le farò sfuggire, perché, se non me ne accorgo, è chiaro che fuggono! L’anima del Purgatorio dice anche:

Non fate molto caso del vostro corpo…

che non significa non curarsene, ma piuttosto curarsene nel modo corretto: stiamo attenti a distinguere tra i bisogni più che giusti del nostro corpo e i suoi capricci. 

Ricordo che quando ero piccolo c’era un po’ questo leitmotiv: se, quando dici di aver fame, hai fame di pane, allora la tua fame è vera; se, invece, dici di aver fame e vorresti la brioche, il cioccolatino, la nutella, la marmellata, questo è un capriccio. E a distanza di anni tengo sempre questo come criterio di discernimento: questa è fame o è acconsentire, o andare dietro alla gola?

Sapete, la gola – questo è un tema che già tante volte vi ho promesso di trattare, ma vedremo quando; per ora questa è una catechesi sulla gola “a briciole” – si maschera, è furba; il capriccio del corpo si maschera… il nostro corpo ha tanti capricci, soprattutto quelli relativi ai tre capisaldi importanti, mangiare/bere/dormire.

 “Ho sete!”. Bene, ti do un bel bicchiere di acqua. “No, no l’acqua; io voglio l’aranciata, la cedrata, il vino, un bel bicchiere di birra!”. Non hai sete: distinguiamo tra i bisogni e i capricci che vanno rinnegati. Magari una volta si potrà dire di avere fame non di pane, ma di ciliegie… sapete a chi alludo… va bene, stavolta mangiamo una ciliegia. Tuttavia, nella normalità, il nostro corpo va tenuto ben educato, altrimenti ci scappa di mano e fa quello che vuole lui e non quello che vogliamo noi.

Dimenticate volentieri voi stessa…

che significa imparare a dimenticare le nostre ragioni, i nostri diritti o pseudo-diritti che in realtà sono l’orgoglio mascherato e

Rimettetevi con semplicità nelle braccia di Gesù…

 che significa avere una fiducia illimitata nella bontà di Gesù (della quale, grazie a questa lettura del Manoscritto del Purgatorio, stiamo parlando ampiamente) e nella potenza di Gesù che ha una potenza infinita, la potenza del Dio Creatore. Possiamo veramente confidare nel fatto che Gesù può tutto: per questo dobbiamo imparare a ricorrere a Lui in ogni cosa.

Nelle vostre azioni non cercate di far piacere a nessuno, se non al buon Dio. Per Lui dovete far tutto, senza rispetto umano né mai stancarvi; inoltre voi sapete quel che Nostro Signore vi ha raccomandato venticinque volte al giorno. Se amate veramente il buon Dio, in quei momenti Egli non vi negherà nulla di quanto Gli chiederete… Sì, siete misera, è vero, umiliatevi, Gesù però non sempre concede le sue grazie ai più santi.

Anche questo lo abbiamo già un po’ trattato, ma non lo tratteremo mai abbastanza. Il pensiero, che sta (o dovrebbe stare) all’origine di ogni nostra azione e di ogni nostra parola, deve essere quello di far piacere a Dio, altrimenti diciamo cose non riflettute e compiamo gesti all’insegna della istintività che sono un disastro. Di quello che la gente dice, di quello che gli altri pensano non dovrebbe minimamente importarci. 

Una signora un giorno mi ha detto: “Padre, la gente ci vedono!”. Bene! Lasciamoci guardare. Per questo, da quando usciamo di casa, o forse già dentro casa, tutto è in funzione de “la gente ci vedono”. Dovrei fare un hashtag #lagentecivedono… Se questo ci frena, non viviamo più: quando metto il piede sul pianerottolo, “la gente ci vedono”; quando cammino per strada, “la gente ci vedono”; quando vado in chiesa, “la gente ci vedono”; quando salgo per leggere, “la gente ci vedono”; quando, come sacerdote, celebro, “la gente ci vedono”; quando vado a fare la Comunione, “la gente ci vedono”; quando studio, “la gente ci vedono”… la gente ci vede sempre! 

Questo non può essere un criterio di discernimento. Non vuol dire diventare imprudenti, perché bisogna stare sempre attenti agli estremi. Da una parte non devo farmi condizionare o istruire nel mio modo di pensare, essere e amare da “la gente ci vedono” perché ciò che deve stare all’origine è il piacere a Dio, non alle persone, anche perché le persone sono insaziabili e per loro non va mai bene niente; dall’altra non vuol dire vivere senza alcuna prudenza o attenzione, in quanto, proprio perché io devo piacere a Dio solo, devo avere quella Santa prudenza che mi fa essere più furbo della brutta e malsana furbizia della gente. 

Ecco il significato del “vivi nascosta”: può essere perfettamente aderente a questo discorso che vuol dire: stai lontano, per quanto ti è possibile, dallo sguardo delle persone perché il loro sarà sempre uno sguardo malato a causa dell’invidia, della gelosia, del loro passato brutto; però, se proprio non ti è possibile farne a meno, fai allora secondo Dio. A chi piaci, piaci; a chi non piaci… pazienza! 

Impara a rendere ragione della speranza che è in te – direbbe san Pietro – e vivi in pace, senza preoccuparti de “la gente ci vedono”. Alla gente che cosa interessa se ricevo la Comunione in ginocchio, in bocca? Che cosa dirà la gente? Che cosa dirà quel sacerdote? Niente… è un tuo diritto, esercitalo! Non ostentare nulla, ma nello stesso tempo non nasconderti nei buchi del terreno o sotto le radici degli alberi come un coniglio. Spero di essere stato chiaro: bisogna stare sulla mezzeria, non bisogna andare né da una parte né dall’altra… prudenza che non è però vigliaccheria.

Poi l’anima del Purgatorio raccomanda di non stancarci mai di servire il Signore, di fare le cose per Dio: fai le cose per Dio e gustale, gusta la bellezza di servire Dio. Più avanti aggiunge:

Gesù … non sempre concede le sue grazie ai più santi.

Gesù concede le sue grazie a chi vuole; non è necessario essere un grande santo per ricevere le sue grazie, perché Gesù fa i suoi doni secondo i suoi criteri e non i nostri; il Signore è libero, fa quello che vuole, certamente non a caso, ma secondo i suoi criteri.

 Preparatevi sempre con grande diligenza alla santa Comunione, alla confessione, all’ufficio divino; in una parola, a tutto ciò che ha per fine un’unione più grande con Nostro Signore. …Tuttavia dovrebbe riuscirvi molto meno difficile che non a tante altre il vedere Gesù sempre presente nel vostro cuore; dopo le grazie che vi ha concesso a tal riguardo, non dovreste trovar difficoltà a raccogliervi!

Quante volte, in tutti questi anni, ho richiamato me per primo e voi per secondi su queste verità: la preparazione prossima e la preparazione remota alla Comunione, alla Confessione, all’Ufficio Divino… quante volte! Non si può andare alla Messa e aver detto prima già settemila parole, inutili magari: che bisogno c’è? Le cose non le puoi preparare il giorno prima? Impariamo ad asciugare la nostra logorrea; ci sono persone che parlano in continuazione…

“Mi dai una forchetta?”: vengono fuori l’Iliade e l’Odissea… ho chiesto semplicemente una forchetta! Non ho impostato un dialogo metafisico! Ho chiesto la cosa più semplice del mondo: e noi… parole su parole!

 E come faccio se, prima della Messa, ho già detto milioni di parole? E questo, ovviamente, non significa che nelle reali emergenze piuttosto che parlare sto lì a morire, ma vuol dire usare il criterio nelle cose: impariamo a non distrarci, a non guardare gli altri, a non arrivare agli ultimi cinque minuti così che, appena arrivo e prendo posto, inizia la Messa. Che grande preparazione!

La Confessione: quando vado a confessarmi, non posso stare con l’orologio in mano… “devo andare a fare la piega, le unghie, la spesa,  devo andare a giocare a pallone, al bar a bere il bianchino…”. Allora non andare a confessarti perché, quando entri in sala operatoria, non chiedi a che ora il chirurgo finisce perché devi andare dalla parrucchiera, altrimenti: “Signora, vada! Perché finiamo l’operazione quando abbiamo finito e il tempo non è un tema di discussione… non per noi!”. 

In certi ambiti, come quello della Confessione, il tempo non è un tema di discussione! “Mi ha tenuto dentro cinque minuti, mentre quel giovane è stato dentro due ore!”. Un’appendicectomia è come un’operazione al cervello con una craniotomia? La prima la può fare uno specializzando del quarto anno e non richiede molto tempo; la seconda necessita di un neurochirurgo con un po’ di esperienza e richiede più tempo! 

Noi facciamo queste cose mentre sgraniamo il Rosario e, entrati nel confessionale con in mano il Rosario, saltiamo in testa al sacerdote. Queste cose sono capitate a me! Anche con il confessionale ci sono le gelosie! Siamo al confessionale, non al bar con il bianchino: ogni anima ha i suoi modi e il suo stile, oltre che la sua psicologia perché un ventenne, per struttura, psicologia, spiritualità, non è come un uomo di sessant’anni. 

Già sacerdote, in procinto di confessarmi, ho assistito più di una volta a delle scene scandalose fuori dal confessionale: brontolamenti, rimostranze… 

Una volta mi è capitato che, intorno alle sette di mattina, un sacerdote avesse già delle persone anziane fuori dal confessionale ad aspettare: poco dopo sono arrivati dei ragazzi con la cartella che, con estrema gentilezza, alla persona che avrebbe dovuto entrare per prima hanno chiesto la possibilità di entrare prima loro, visto che li attendeva il tragitto con i mezzi pubblici per arrivare a scuola e non volevano fare ritardo. “Eh, no! Dovevate arrivare prima! Adesso tocca a me!”.

Mi si è dislocata la mandibola… sembrava un incubo! I ragazzi l’hanno guardata stupiti, hanno detto ‘grazie’ e sono andati via, a scuola: queste persone hanno privato della Confessione tre o quattro giovani per non cedere il loro posto! Avevano a casa qualche impegno? Non lo so, ma la scena è stata davvero brutta e avrebbero potuto rispondere in altro modo, ad esempio: “Mi dispiace, ho a casa una persona ammalata e non riesco…”, ma uno di loro, non tutti!

Arrivato, il sacerdote ha scoperto la cosa e si è arrabbiato tantissimo, perché noi dovremmo fare di tutto perché i giovani in ogni maniera si possano avvicinare al Confessionale e ci vadano per primi, perché hanno bisogno di questo Sacramento.

“Anche io ho bisogno!”. Ma certo… però non facciamo come all’Asilo d’infanzia dove tutti devono avere cinque ciliegie e tutte grandi uguali! All’asilo ci sta che io confronti la mia Girella con quella della mia compagna Veruschka lamentandomi del fatto che la sua abbia mezzo giro in più della mia… ovviamente non è possibile, ma a cinque anni ci sta che io lo pensi! Ma ora ho sessant’anni, sono fuori dal confessionale e ho l’occasione di fare un atto di carità importantissimo!

Il tempo che ho a disposizione prima di confessarmi lo uso per pregare, per invocare lo Spirito Santo su di me e sul sacerdote, per pentirmi e aver dolore dei miei peccati, quindi entrerò in confessionale quando il Buon Dio lo vorrà! “Sono qui da tre ore!”. Bene: hai avuto il dono di tre ore di Adorazione al Signore! Bellissimo: c’è qualcosa di più importante della Confessione a questo mondo? No, non c’è, quindi è giusto che abbia il primo posto.

Anche l’Ufficio Divino è importante, è importante come si inizia a pregare: non è che stacco le cuffie dalla musica oppure spengo la tv e mi metto a dire le preghiere… ci vuole quella che si chiama “camera di decompressione” per evitarmi le “embolie del mondo”. Stacca da una cosa all’altra e calma il tuo cuore: quando esci per andare alla Messa, o dici le preghiere o stai in silenzio. Non ti metti ad ascoltare la musica o a chiacchierare. D’altra parte, proprio per tutte le grazie che riceviamo in più rispetto a tanti, dovremmo avere meno difficoltà nel raccoglierci santamente.

Bene, vi auguro di cuore una Santa Domenica, sperando che sia un’occasione per poter fare il bilancio di questo Avvento.

Tra l’altro, quando oggi voi andrete alla Messa, vedrete che la pianeta o la casula del sacerdote non sarà viola, ma rosa: questo succede sia in Avvento nella domenica gaudete, sia in Quaresima nella domenica laetare. La terza domenica di Avvento è la domenica della gioia e, forse, oggi abbiamo tanti motivi per essere gioiosi. 

Perché a metà dell’Avvento e a metà della Quaresima abbiamo queste domeniche di gioia? Sono domeniche pensate per spezzare il rigore di questi due tempi forti: il loro stile penitenziale conosce un momento di sospensione, l’attesa si colora di gioia e stiamo pregustando quello di cui gioiremo poi. Dunque anticipiamo la bellezza del Natale! Non a caso questa è la prima domenica in cui abbiamo il presepe, se lo abbiamo preparato l’8 dicembre, ed è anche l’occasione per gustare un’anticipazione della gioia della capanna della sacra famiglia. 

Oggi sia una domenica di gioia, fate anticipare un po’ la gioia del Natale; che sia una sorta di piccolo Natale… Gesù non è ancora nato, ma già sentiamo l’eco del solenne Natale che, bontà vuole, quest’anno cadrà proprio di domenica. Tra due domeniche sarà Natale, quindi la domenica gaudete dice che avremo ancora una domenica di Avvento, e la domenica dopo sarà Natale. Due domeniche prima, gioisci di ciò che sta per accadere! 

Che non significa andare al centro commerciale a far spese, ballare e mangiare, ma piuttosto significa gioire nello Spirito Santo, in Dio con le persone amate che amiamo… fare festa e cercare di fare una sorpresa. 

Impariamo a sorprendere… fate a qualcuno una sorpresa che lo lasci a bocca aperta, che gli faccia venire i lacrimoni dallo stupore, dalla gioia, dalla meraviglia. Fate sbocciare il gaudio nel cuore di qualcuno che vi ama e che voi amate; non siamo sempre prevedibili in tutto, programmati in tutto, studiati in tutto, con il codice a barre in tutto! Impariamo a essere così intelligenti, creativi e fantasiosi da saper fare un atto di gioia, oggi! 

“Se ce lo avesse detto ieri che era sabato, avremmo preso un dolce, un fiore , qualcosa…”

No: oggi… con quello che hai tra le mani, senza andare a comprare niente rispettando il Terzo Comandamento, guardati bene attorno: tra quello che hai dentro di te e quello che hai attorno, vedrai che saprai fare qualcosa che sappia sorprendere qualcuno. Hai già ciò che serve per fare gioire quella persona, e varrà di più perché lo hai fatto e pensato tu, i suoi lacrimoni saranno ancora più grossi. 

Non c’è nulla di più bello che vedere la gioia stampata sul volto di qualcuno… e allora: impariamo a stupirci a vicenda! 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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