Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di lunedì 12 dicembre 2022
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mt 21, 23-27)
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a lunedì 12 dicembre 2022.
Festeggiamo oggi la Beata Vergine di Guadalupe; rimando alle passate omelie sulla Beata Vergine di Guadalupe che potete trovare sul sito www.veritatemincaritate.com
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ventunesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 23-27.
Vedete quante ricorrenze di feste della Vergine Maria abbiamo in questo mese di dicembre? Che bello questo ritorno così solenne e nello stesso tempo discreto della Madre di Dio della quale contempleremo tra poco il parto verginale nel presepe!
In questi giorni impariamo a rivolgerci con tanto ardore, confidenza e fiducia al Cuore Immacolato di Maria e a domandare grazie come Lei disse a Santa Caterina Labouré: ha tante grazie da dare, ma nessuno glieLe chiede.
Su questi versetti di san Matteo c’è una breve riflessione che vorrei proporvi prima di passare al Manoscritto del Purgatorio.
Osservate l’astuzia, la Santa furbizia di Gesù che non fa come noi che rispondiamo sempre a tutti e a tutto, come se ci fosse un imperativo morale per farlo. Non è così… quanti disastri abbiamo fatto (e purtroppo faremo) nella nostra vita per aver detto le cose vere e giuste alle persone sbagliate. Quanto male abbiamo fatto a noi e agli altri con questi falsi “doverismi” che non sono scritti da alcuna parte…
“Eh, ma mi hanno chiesto e ho risposto: che cosa dovevo fare, dire una bugia?”. Sai tenere le parole esattamente come il colabrodo sa tenere l’acqua! Guardate Gesù: loro gli fanno una domanda alla quale Egli avrebbe potuto dare una risposta immediata, ma Gesù risponde con una domanda che serve a smascherare la loro ipocrisia, la loro falsità. Io devo dare una risposta a una persona falsa? Certamente non devo essere io a giudicarla falsa, si giudica da sola. Ti faccio una domanda che chiama verità: se sei una persona falsa, dirai: “Non lo so” e allora io che cosa ti rispondo? Siccome sei falso e ipocrita – e non sono io a dirlo, ma lo confessi tu stesso – anche io non ti rispondo.
Neppure Gesù dice che quelli che gli sono davanti sono falsi e ipocriti; semplicemente dice: “Mi avete fatto una domanda? Bene, ve ne faccio una anche io. Rispondete a questa domanda!”. Per rispondere a quella domanda bisognava essere semplici, veri, puri, onesti e la risposta sarebbe stata immediata.
Da dove veniva il battesimo di Giovanni? Dal cielo, ovvio! Allora perché non gli avete creduto? E lì si sarebbe aperto tutto un discorso sulla loro conversone, ma, siccome quelli non volevano convertirsi, allora risposero di non saperlo: bugiardi! Lo sapevano benissimo da dove venisse il battesimo di Giovanni, ma non volevano dirlo perché la riposta li avrebbe compromessi e chiamati quindi a conversione. Allora Gesù non risponde alla loro domanda che è curiosa e provocatoria, è una falsa domanda e le false domande vanno smascherate.
Ricordatelo molto bene: non si risponde a tutte le domande e a tutte le persone! Ci sono cose, soprattutto se riguardano gli altri, che vanno tenute riservate e segrete perché riguardano l’intimità delle persone. E questo vale anche per noi; un conto se mi chiedono: “Padre, che frutto preferisce?”, un conto se dobbiamo parlare di cose di un certo spessore.
Spesso ci sono domande inopportune, fuori luogo che nascono dalla curiosità e rispondere non è un dovere.
Proseguiamo con il Manoscritto del Purgatorio.
Vi ho già detto che il buon Dio cerca nel mondo anime che Lo amino, ma con amore di fanciullo, con tenerezza rispettosa, è vero, ma cordiale. Ebbene, di codeste anime non ne trova! Il loro numero è più piccolo di quanto si creda. Si restringe troppo il Cuore del buon Dio. Si considera troppo grande il buon Gesù da poterLo accostare e l’amore che si ha per Lui è freddo. Il rispetto infine degenera in una certa indifferenza. So che non tutte le anime riescono a comprendere codesto amore che Nostro Signore richiede; ma voi, cui Gesù lo ha fatto comprendere, risarciteLo di tale indifferenza, di tale freddezza. ChiedeteGli che allarghi il vostro cuore affinché possa contenere molto amore. Con le vostre tenerezze e le rispettose familiarità che Gesù vi permette, potete riparare quel che non a tutti è dato comprendere. Fatelo e soprattutto amate molto!
Che cosa cerca Dio? Cerca persone che Lo amino con l’amore di un fanciullo. E come ama un fanciullo? Con semplicità, delicatezza, anche riverenza, rispetto… magari qualche volta va un po’ oltre, ma a un fanciullo lo si concede! E così fa Gesù, se lo amiamo così!
È difficile leggere che Gesù non trova di queste anime o che il loro numero è più piccolo di quanto si creda. Questo perché trattiamo Gesù con freddezza e indifferenza! Ma dai un bacio al crocifisso! Impara a dare un bacio al Santo Volto di Gesù che hai in casa! Ma non senti che ti chiama quando Gli passi davanti e che ti dice: “E io?”.
Impariamo a dare un bacio al crocifisso, alle piaghe di Gesù, al Volto di Gesù: perché no? Adesso che siamo qui davanti al nostro presepe, diciamo a Gesù: “Il mio cuore non deve essere di ghiaccio come questa grotta! L’unico calore non deve essere quello dell’alito del bue e dell’asinello!”. Il mio cuore deve essere caldo per il Signore: caldo, fatto di amore, bellezza, verginità, attesa. Dobbiamo veramente risarcire e chiedere al Signore di rendere il nostro cuore capace di contenere molto amore.
Poi è bello che l’anima del Purgatorio parli di ‘rispettosa familiarità’, perché Gesù è Dio, quindi capite che non dobbiamo mai dimenticarcelo: familiarità, tenerezza, ma tutto contraddistinto da un grande senso di rispetto.
Non stancatevi mai di lavorare! Ricominciate ogni giorno come se non aveste fatto ancor nulla! Questa continua rinunzia alla propria volontà ed ai propri comodi, al proprio modo di vedere, è un lungo martirio ben meritorio e bene accetto al buon Dio.
Dobbiamo sempre cominciare da capo la nostra conversione: in ogni giorno e in ogni istante dobbiamo ricominciare a rinunciare alla nostra volontà, ai nostri comodi e al nostro modo di vedere. Questo è il vero martirio e non: “Ah, adesso è Avvento e non mangio il panettone!” No, questa è semplicemente la dieta che ti fa solo bene: non c’entra niente l’Avvento. Le tue arterie tripudiano e dicono: “Sì, finalmente un po’ di Avvento: respiriamo un po’!”. Non pensiamo che fare l’Avvento, come fare la Quaresima sia svuotare la pancia: già ve l’ho detto! Certo, c’è anche questo tipo di digiuno, ma stiamo attenti a non prendere questa via facile. Posso capire che rinunciare al panettone abbia la sua difficoltà, ma non è niente se paragonato alla rinuncia alla propria volontà, ai propri comodi e al proprio gusto. Questo è il vero martirio.
D’altra parte quest’anima del Purgatorio ha parlato solo una volta del pane con il burro, mentre torna spesso a parlare della rinuncia di se stessi, del proprio modo di fare e pensare. E adesso che è Natale, se nella vostra casa ospiterete qualcuno – come spero _ figli e mariti, aiutate la mamma che è all’opera per preparare tante cose buone: rinunciamo ai nostri comodi e andiamo incontro alle fatiche degli altri.
Il buon Dio vi vuole straordinaria…
Incredibile: a noi che stiamo portando avanti una teologia e una antropologia fondate sul “viviamo nella mediocrità che tanto ci va bene”, quest’anima dice
Il buon Dio vi vuole straordinaria non quanto all’esteriore, bensì quanto all’interiore. Egli richiede da voi un’unione sì grande che bisogna che giungiate a non perderLo mai di vista, neppure nel fervore delle vostre occupazioni.
Ecco la vita straordinaria; ecco che cosa significa essere donne e uomini straordinari. E poi non dobbiamo mai perderlo di vista: ecco perché è importante recitare il Salterio, sempre.
Quando gli chiedevano perché recitasse continuamente il Rosario, Padre Pio rispondeva: “O sparo io, o spara lui!”, perché il Rosario è un’arma e se non sparo io spara lui (il demonio), e in questo modo giungiamo a non perdere di vista Gesù, neppure nel fervore delle nostre occupazioni.
E adesso sentiamo qualcosa di molto triste:
I grandi peccatori e coloro che son rimasti quasi tutta la loro vita lontani da Dio per indifferenza, come anche le Religiose che non sono quali dovrebbero essere, si trovano nel grande Purgatorio, ed ivi, le preghiere che si fanno per tali anime non vengono loro applicate. Esse sono state indifferenti verso il buon Dio durante la vita. A sua volta, Egli è indifferente verso di esse e le lascia in una specie di abbandono, affinché riparino così la loro vita che è stata nulla.
Quanto tutto questo è lontano dal nostro modo di giudicare, vedere, pensare! Il grande Purgatorio è abitato dalle anime indifferenti: pensate che sofferenza l’indifferenza di Dio! Una vita che è stata un nulla… è stata solo indifferenza: si può essere sacerdoti, suore, frati, vescovi, cardinali, papi e diventare indifferenti.
Ecco perché è importante insegnare ai bambini che il sabato è il giorno della Vergine Maria, e le si porta un fiorellino; è bello avere in casa le statue del Sacro Cuore di Gesù, di San Michele, di San Giuseppe; è importante insegnare che la domenica è contraddistinta dall’essere il giorno del Signore e quindi non si fa lavorare e non si lavora, a meno che uno non sia carabiniere, pompiere, cardiochirurgo…; insegnare che di domenica il caffè e il cappuccino a colazione, l’aperitivo a pranzo, il gelato e la pizza non fanno parte dei lavori necessari alla società: posso prendere tutto il giorno prima, congelare e mangiarlo la domenica.
L’indifferenza è terribile: insegniamo ai nostri bambini a dare dei bei baciotti a Gesù, loro li danno volentieri. Quando facevo catechismo ai bambini di seconda e terza elementare – praticamente agli angeli – alla fine li mettevamo tutti in fila e la nostra preghiera era di andare a dare un bacio a Gesù crocifisso. Che meraviglia! Che belli erano con tutta la loro devozione e il loro amore, il loro afflato, la loro semplicità: lì non c’era indifferenza!
E noi? Guardiamo come entriamo in chiesa, come passiamo davanti al Tabernacolo: ma crediamo che lì c’è Gesù vero Dio e vero uomo presente veramente, realmente e sostanzialmente nella Eucarestia? No, no! Se no, non passeremmo davanti correndo, non arriveremmo alla Messa in ritardo all’ultimo minuto! Non passeremmo dal bar alla chiesa dicendo che, se non beviamo il caffè, ci viene l’abbiocco!
Abbiamo un po’ di vergogna a dire queste cose? Che cosa avrebbe dovuto dire Edith Stein nel campo di concentramento: “Adesso non posso amare il Signore perché devo andare a bere il caffè?”. Per favore! Abbiamo solo da vergognarci! “Come faccio?” Ti svegli! Il nostro amore per il Signore è legato al caffè? Per piacere! Sai come fai a svegliarti? Apri la doccia fredda, mettiti sotto e stai lì per cinque minuti… terapia fantastica! Vedrai che quando sarai uscito dalla doccia, salterai come un grillo, sveglio come se tu avessi bevuto cento caffè!
Impariamo a non essere indifferenti a Dio e a metterlo al primo posto!
Ah! essendo ancora sulla terra, voi non potete immaginarvi né farvi un’idea adeguata di ciò che è il buon Dio! Noi invece lo sappiamo e lo comprendiamo, poiché la nostra anima è sciolta da tutti i legami che la trattenevano e le impedivano di comprendere la santità, la maestà del buon Dio, la sua grande misericordia. Noi siam martiri, ci struggiamo d’amore, per così dire. Una forza irresistibile ci spinge verso il buon Dio come a Colui che è il nostro centro e, al tempo stesso, un’altra forza ci respinge verso il luogo di espiazione. In tale stato, siamo come costrette a non poter soddisfare i nostri desideri. Oh! che pena!… Ma la meritiamo, e non si dà mormorazione alcuna, qui. Noi vogliamo quel che vuole il buon Dio. Solamente, sulla terra non si può comprendere quel che soffriamo.
Ecco perché dobbiamo tanto pregare per le anime del Purgatorio, far celebrare messe e dire il Santo Rosario… più che sufficiente!
E se noi fossimo meno legati a tutte le quisquilie da zitelle che ci portiamo addosso, a tutto il chiacchiericcio che facciamo e fossimo più liberi da tutto questo – che il coperchio della bara risolverà finalmente -avremmo più spazio interiore per comprendere la maestà, la misericordia, la bontà di Dio e potremmo struggerci come queste anime del Purgatorio.
Bene, mi fermo qui e proseguiremo domani, a Dio piacendo.
Che oggi sia un giorno Mariano, ancor più del solito, visto che si festeggia la Beata Vergine di Guadalupe: chiediamoLe la grazia di essere innamorati di Gesù, di essere dei fuochi che ardono, bruciano, si consumano per amore del Signore e di non essere mai indifferenti.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.