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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 21

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di venerdì 21 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

VANGELO (Lc 12, 54-59)

In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

Audio della meditazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 21 ottobre 2022

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo dodicesimo del Vangelo di San Luca, versetti 54-59.

Oggi è il quinto dei Quindici Venerdì suggeriti da don Tomaselli e siamo chiamati a riparare i peccati di odio. 

Continuiamo la nostra lettura e la nostra meditazione sul testo del beato Alano, in particolare, oggi vedremo il capitolo sedicesimo.

Perché nel Salterio ci sono centocinquanta Salutazioni? Rivelazione della Beata Vergine Maria.

Gioiamo nell’ascoltare questa cosa dalla Beata Vergine Maria, che ha portato venti ragioni. 

“1. Poiché nel Salterio Davidico ci sono centocinquanta Salmi, nei quali sono contenuti simbolicamente il Pater e l’Ave, come il frutto nel fiore.

 2. Poiché ho ricevuto centocinquanta gioie spirituali, di enorme valore, durante il concepimento immacolato e la gestazione del mio Figlio, con estasi, visioni, rivelazioni ed ispirazioni. 

3. Poiché ho avuto centocinquanta gioie, durante la nascita e l’allattamento del mio Figlio. 

4. Poiché ho avuto centocinquanta gioie, durante la Predicazione del mio Figlio, per le sue parole ed opere. 

5. Poiché ho sopportato, durante la Passione del mio Figlio, centocinquanta grandissimi dolori, di ogni tipo. Per quanto, infatti, ho amato, altrettanto ho provato il dolore della compassione. 

6. A motivo dei centocinquanta doni, principali, che Cristo portò al mondo, dal suo ingresso in esso, fino alla sua uscita. 

7. A morivo dei centocinquanta Dolori, che Cristo ha sofferto, ciascuno dei quali ebbe dieci riferimenti: I. A Dio; II. Alla propria anima; III. Al corpo; IV. Ai Santi; V. A me; VI. Ai Discepoli; VII. Ai Giudei; VIII. A Giuda; IX. Ai popoli; X. Alle anime del Purgatorio. Poi ha sofferto sommamente in quindici cose, vale a dire nei sensi: nei cinque interiori, nei cinque esteriori, nelle cinque potenze superiori, che sono l’Intelletto, la Volontà, l’inclinazione alla concupiscenza e all’ira, e la forza motrice. 

8. Per le centocinquanta gioie del mio Figlio, ed anche mie, a motivo della sua Risurrezione.

 9. Per i centocinquanta Frutti della Passione del Signore. 

10. Per le centocinquanta Virtù Principali per la salvezza, che sono le Virtù Teologali, Cardinali, Capitali, Morali, le otto Beatitudini, ecc. 

11. Per i centocinquanta Vizi opposti a quelle Virtù. 

12. Per le centocinquanta miserie del mondo, che sono: fame, sete, freddo, caldo, nudità, infamia, ingiuria, malattia, discordia, fuoco, inondazione, belve, schiavitù, ignoranza, ecc. e le cose simili ad esse. 

13. Per le centocinquanta minacce di morte, che sono: infermità, tristezza, terrore, esitazione, scherno dei demoni, rimorso della coscienza, perdita dei beni, privazione dell’uso delle membra, impazienza, indebolimento, e le cose simili ad esse. 

14. Per i centocinquanta terrori del Giudizio, che sono: terrore del Giudice, terrore di quelli che assistono, l’insulto dei demoni, la manifestazione dei peccati, l’infamia infinita, il timore, la paura del rimorso, la disperazione, la malignità, il desiderio della morte, l’ira che insorge dalle creature; e le cose simili ad esse. 

15. Per le centocinquanta maggiori pene dell’Inferno, di fronte ad altrettanti vizi, e simili cose sono anche nel Purgatorio. Tali realtà sono immense, l’anima, il corpo, i demoni, Dio, il luogo, il fuoco, i sensi, la gloria perduta, l’eternità della dannazione.

[il sedicesimo manca anche nel testo del B. Alano, N.d.R.]

17. Per le centocinquanta gioie complete della Beata Maria e di Cristo, in Cielo. 

18. Per i centocinquanta principali Aiuti che saranno dati ai Salmodianti. 

19. Per i centocinquanta giorni, o altrimenti ore, di premonizione sulla morte, che saranno date ai devoti Salmodianti, durante le quali, si disporranno alla dimora della loro anima. 

Quello che vi dicevo ieri: la grazia di avere la possibilità di prepararci alla morte è dentro i motivi delle centocinquanta Ave Maria.

20. Per le centocinquanta gioie speciali che saranno concesse ai Salmodianti, proprio a nome della riverenza dimostrata nel Salterio: alle cui gioie, corrisponderanno anche uguali premi per i devoti della Corona”.

A queste parole, lo Sposo disse: “O Maria, dolcissimo giubilo del cuore, chi considerasse queste cose, spenderebbe tutto se stesso nelle tue lodi nel Salterio.” E a lui la Sposa: “Dico a te: i Beati nella Gloria, senza sosta ripetono il Pater e l’Ave, in meravigliosi gaudi, ringraziando Dio per la gloria data, e pregando per il mondo.”

In cielo recitano il Rosario ininterrottamente, e noi, recitandolo, diciamo la preghiera degli Angeli e delle anime beate.

Questa mi sembra una risposta sufficientemente esauriente per coloro che mi hanno scritto fin dai primi giorni chiedendomi perché si debbano dire proprio centocinquanta Ave Maria. Bisogna avere pazienza: non si può sapere tutto subito all’inizio. Anche questa è una forma di ascesi!

Ora ecco un capitolo molto importante e bello: si tratta del racconto della terza apparizione a san Domenico, mentre era prigioniero dei pirati, rivelato da Maria Santissima al beato Alano. Si conosceva questo fatto già prima del tempo del beato Alano, ma la Vergine lo racconta di nuovo, come aveva già fatto con l’apparizione a Tolosa. Maria ribadisce l’importanza del Salterio e fonda la Confraternita.

Capitolo diciassette.

Nascita, Statuti, Frutti e Stato della Fraternità. Rivelazione di Maria allo Sposo.

Apparendo una volta la beatissima Maria al suo Novello Sposo così diceva. “O Dolce Sposo, osserva con cura: rivelerò a te cose belle, diverse, utili, e certamente necessarie da conoscersi, alcune delle quali, in altro tempo, ho rivelato al Beatissimo Padre tuo, il mio Sposo Domenico, nello stesso giorno festivo dell’Annunciazione del Signore, con grandi prodigi. Affinché sia manifesta a tutti nel mondo, la Rivelazione che lui ebbe, fa che tutti ascoltino la Madre della Verità, che narrerà del mio dilettissimo Sposo Domenico e della Confraternita, gli inizi del Salterio che sta sotto il mio Nome, per mezzo di San Domenico: i Confratelli della Confraternita erano chiamati Fratelli di Gesù Cristo e della Vergine Maria, per la figura del Salterio Angelico, che veniva pregato”.

NARRAZIONE

L’origine della Fraternità del Salterio.

San Domenico, rivestito di Virtù dall’alto, e diventato un uomo veramente Apostolico, predicando, aveva percorso in lungo e in largo le terre di Spagna nelle quali già prima il Saraceno, nemico del Nome Cristiano, si era diffuso, e insegnò le sue saluberrime dottrine: quando ecco, già guardava agli altri popoli che erano d’intorno. Quasi quindici anni prima del glorioso giorno della sua morte, non avendo ancora iniziato la fondazione del Sacro Ordine dei Predicatori, in quanto era ancora Canonico professo sotto la Regola di Sant’Agostino, avvenne che con il compagno di peregrinazione Fra Bernardo, non lontano da San Giacomo di Compostella, cadesse nelle mani dei pirati. Essi conducono l’eccellente bottino, essendo stati entrambi rapiti, alla flotta delle loro navi. Dopo averli prima di tutto esaminati con molti interrogatori, e dopo averli straziati anche con flagelli, li assegnarono ai servizi più vili, ai remi. Essi come agnelli tra lupi feroci, confidando nel Nome di Cristo, e fiduciosi di sopportare ogni cosa, essendo lo Spirito superiore ad un uomo, sopportano coraggiosamente, ma non rinunziano per nulla alle loro consuete lodi di Dio, le quali facevano di notte e di giorno, sebbene stavano in mezzo ai capi barbari di infidi predatori.

Dunque i due frati vengono rapiti dai pirati — vien male solo a pensarci — vengono sottoposti a interrogatori terribili, vengono flagellati e vengono messi ai remi, dove si moriva. E questi che cosa fanno? Pregano e cantanti le lodi di Dio. Noi, invece, abbiamo sempre una scusa per non pregare… chissà che diremo a san Domenico!

Già era trascorso, per essi, un trimestre, tra le dure fatiche dei remi, con questi predatori, avendoli sopportati con una straordinaria costanza di pazienza: “Quand’ecco, Io -queste sono le parole della Santissima Madre di Misericordia– guardando questo mio Sposo diletto, mi commuovo per lui, con tutte le viscere della Carità. Essendo io adirata con i malvagi, dal momento che lo volli e lo disposi, mentre gli stessi traversavano rapidamente di qua e di là il mare, il cielo si muta totalmente e ricopertosi di nere nubi, giunge una notte spaventosa; fatti uscire i venti, essi si slanciano e combattono sul mare: si scatena una tempesta terribile, i lampi balenano, i cieli rimbombano; volano i fulmini, i mari sono rivoltati; tutte le cose fluttuano. Una densa pioggia si scarica sui cattivi: avresti detto, che il cielo stava venendo giù. Intanto anche il mare nel profondo è sconvolto; e furiosamente si gonfia a dismisura. Qualsiasi cosa facciano i nemici, con le pertiche, con i remi, con ogni sforzo al contrario, non ottengono nulla, infine disperati si lamentano del destino ad alta voce”.

Non so se vi sia mai capitato di trovarvi in una situazione del genere in alto mare: terrificante!

Invece solo San Domenico insieme al compagno, non erano per nulla turbati ed afflitti in mezzo a queste vicende; egli, avendo un animo virile, ed essendo stato rassicurato dallo Spirito, vista la disperazione degli empi, tenta di rinvigorire i loro animi, con la consueta predicazione. “Fratelli”, disse, “la cosa è compiuta da Dio, che è adirato. Le minacce di tutte le cose terrestri e celesti; le ire così grandi dei venti e delle onde, sono manifestazioni dell’ira di Dio. Dio deve essere placato, e si placherà tutto il resto. I vostri misfatti, spingono fortemente la Destra vendicatrice di Dio, e turbano i mari. O spregevoli, condannate nelle vostre anime, quelle cose; chiedete perdono a Dio: invocate supplichevoli la soccorritrice Stella del mare, la Madre di Dio Maria; abbiate fede; imparerete a conoscere proprio in queste il Signore, meraviglioso ed a voi propizio”. Disse ciò, ma invano. La crudeltà di questi disperati, diventa in loro furore, ed infieriscono con ira, contro chi gli insegnava cose giuste; oltraggiano costoro con sberleffi, come se si trattasse di un loro vaneggiamento; altri poi li percuotono violentemente con delle sferze; ed accade allora ciò che di più grave si può compiere verso il sacro: colpiscono Dio e la Santa dei Santi con feroci bestemmie, e quindi avviene che gli empi, invece di pentirsi, si macchiano più sacrilegamente. 

Stanno per morire e bestemmiano!

Alcuni di essi, infatti, accecati dall’estro Saraceno, avevano ripudiato la Fede, altri invece, coperti di misfatti, avevano abbandonato la penitenza. 

Alcuni di questi erano addirittura cristiani apostati!

L’uomo di Dio, che gioiva per Cristo, di buon grado tralasciava che aveva ricevuto la bastonatura e gli oltraggi, ma rivolto a Dio, con l’animo e le preghiere, chiedeva perdono per le bestemmie degli empi. Una seconda notte intanto, si aggiunse alla notte delle tempeste era poi il giorno precedente all’Annunciazione Beatissima, che sarebbe stata il giorno successivo, e la stessa festività stimolava lo zelo di Domenico, a tentare di volgere di nuovo alla venerazione di così grande Regina di pietà, con un delicato Sermone, i cuori crudeli dei malvagi, che già piangevano la loro rovina. Il zelatore delle anime e il salvatore dei disperati, inizia a parlare, molto umilmente e devotamente, per calmare i violenti, per quanto gli fu possibile, li invita a pregare il Dio propizio, il Salvatore Gesù e la Salvatrice Maria, per quelle richieste. Tuttavia, l’ascolto dei dolcissimi Nomi inferocisce i cuori disperati, così da incattivirsi più violentemente, e bestemmiare Gesù e Maria in modo più ignominioso di prima. Domenico però non ebbe il tempo di proferire le ultime parole, che ecco un maggior orrore, un’onda enorme che irruppe con impeto, sopraffacendo tutti, e minacciava una rovina imminente. Allora lo scontro dei venti, la caduta precipitosa degli uragani, il tumulto dei flutti e la duplice notte, scaraventa fuori dalla nave gli irresoluti; lo stesso pilota, sbalzato, perisce tra le onde; i remi saltano giù, si spezza il timone: i fianchi della carena sconquassati e sfiniti si aprono: e lo stesso ritardo della morte è per i disperati più crudele della morte.

Essi dunque per la violenza delle tempeste così sono sbattuti, come se le onde non si degnassero di inghiottirli: era imminente la solenne festività della Vergine dell’Annunciazione, mentre il sole sorgeva e già illuminava l’oscurità. San Domenico invece con diligenza si dedicava alle preghiere all’Annunziata. 

Bellissimo immaginare questa scena… certo, ci sarà subito qualcuno che dirà: “Ma Padre Giorgio, questa è una leggenda! Lei va a predicare queste cose… ma questo è un florilegio…”. Sì, va bene, poverini… invece io ci credo, perché non ho motivo per credere che san Domenico e il beato Alano siano dei bugiardi che inventano storielle per infarcire le nostre finte devozioni e i nostri cuoricini…

La preoccupazione della salvezza dei pirati sventurati, lo rendeva inquieto, benché fosse sicuro della sua vita, di cui tuttavia era dimentico; mentre prega a Lei, ecco la sua Avvocata Maria, che appare a lui solo, e, nella luce del giorno, si avvicina risplendente allo Sposo, e parla così: “Orsù Domenico: per il buon esito lotta fortemente; essi sarebbero periti, se tu da solo non li avessi salvati. Coraggio, poiché se tu vuoi gli indegni salvi, io per le tue preghiere, condurrò la nave con questo venticello: per amor tuo, perdonerò i sacrileghi, che non perdonano né me, né te. Una sorta di castigo sarà per essi di aver ritardato il castigo, dato che esso si abbatterà più grave. Darai loro una libera scelta: o che periscano per l’eternità, o che accolgano il mio Salterio e conducano una vita più retta, iniziando, insieme a te, che sei il fondatore, una Fraternità da intitolarsi a Gesù e a Maria. 

Capite che la Confraternita inizia qui, in mezzo al mare in tempesta tra i pirati! Inizia in mezzo al mare tra i pirati! Uno pensa ad anime elette che pregavano in ginocchio… no! In mezzo ad apostati e a pirati! O il Salterio o l’inferno: la Vergine Maria è molto semplice.

Se ciò sarà gradito ai malvagi, ti sembri giusto disporre, una volta tracciato il segno della Croce, che la tempesta si plachi. Io stessa placherò il Figlio riguardo ad essi. Altrimenti, di sicuro solo tu col confratello, avanzando sopra le onde, uscirai fuori dalla onde e dal mare, e gli altri saranno inghiottiti dall’Inferno. Annuncia con sicurezza ad essi quanto ti dico”.

Così San Domenico, non diversamente dal comando, riferisce le minacce e gli ordini: predica le minacce e le ire, minaccia loro la morte, essendosi ridotta l’ostinazione per la forza dello Spirito e della parola: fino a che non rompe i cuori duri come l’acciaio, li espugna, e dopo averli vinti, anche saldamente li stringe. Infine con un discorso migliore, ammaestra gli inesperti, su Gesù, su Maria, sul Salterio di entrambi, sulla Fraternità; insegna la penitenza e li convince, mentre Dio penetra a poco a poco nell’intimo di quelli che piangono. A questo fine, giovava moltissimo il fatto che, una così gran tempesta si fosse calmata, con la sola resistenza della Croce e della parola. A quel punto, sono unanimi le parole e i desideri di tutti i supplichevoli: essi avrebbero eseguito gli ordini, e lui solo doveva comandarli.

Rinunciando alla perfidia, ai misfatti, alla vita passata e a se stessi, in un gran lamento, si obbligano alla penitenza; ricevono dalla mano del loro Salvatore, il Salterio, lo accettano e si riuniscono tutti, in una sola e nuova Fraternità, sotto il segno di Gesù e di Maria, e sotto il titolo del Salterio. Li vedevi umiliati fino a terra, pieni di lacrime, coperti di squallidi cenci, gettarsi ai piedi di Domenico, mentre lui li tirava fuori dall’acqua, ed invocare perdono e aiuto. Infatti, dopo questa parola: Nel nome di Gesù Cristo e della sua devotissima Madre, taci, all’intorno veramente si era realizzato il silenzio e la sicurezza; ma dentro la stessa nave, la morte, che era stata lasciata entrare, si notava. A tal punto la prua rotta, le fiancate della carena lacere, il fondo rotto dall’urto di uno scoglio, avevano ricevuto da così numerose e così grandi aperture, onde abbondanti, che sulla nave, così come nel mare, essi nuotavano anche se stavano su tavolati. Tutti tuttavia, più di ogni altro prodigio, rimanevano stupiti, per questa sola cosa, assai prodigiosa: per il fatto che, tra le tante piogge versate delle nubi, tra le tempeste dei flutti che li avevano colpiti, e tra le acque che erano penetrate in mezzo alle aperture, neanche una goccia d’acqua aveva toccato il solo Domenico, che era asciutto e stava nel mezzo. Allora, più rassicurati alla presenza di un tale Santo, e in un certo qual modo garantiti dal rischio che la nave affondasse, tuttavia non trascuravano di chiedere aiuto. Ma all’improvviso, ecco tutti assistettero ad uno spettacolo assai celestiale.

L’Augustissima Vergine Maria, Madre di Dio, sovrastava tutti, risplendente in un’intensa luce e meravigliosa nella maestà, amabile nella grazia, ragguardevole nel volto e nella raffinatezza. C’è meraviglia ed orrore: i cuori palpitano per la speranza e la paura, e mentre sono con i visi attenti e con gli occhi fissi, così parla dall’alto la Santa: “ O uomini fortunati in questa disgrazia! Abbiate fiducia! Avete ascoltato il mio Domenico! Ascoltatemi! Da uno solo, ecco, da Domenico imparate la fede in Gesù e in me Maria: così la pietà e la virtù dell’uomo riceve la ricompensa. Così Io salvo, quelli che accolgo sotto le insegne del mio Salterio. Prima ero vista da lui soltanto, nascosta a voi perché non eravate degni, non mi riconoscevate, e mi trattavate ostilmente; ora, vogliate compiacervi che io mi sia fatta visibile e mi sia riconciliata, che stia qui e che mi sia riappacificata con voi, affinché voi crediate! E questo perché più diligentemente eseguiate i comandi, e più devotamente adempiate le promesse”. 

La Vergine appare a tutti e raccomanda di seguire uno solo, san Domenico, nelle fede in Gesù e Maria. Da uno solo: noi andiamo a destra e a manca a cercare…

Parlò e, rivolta verso il Cielo, scomparve. Nello stesso tempo tutti, come ritornati in se stessi, sulla sabbia protesa sul mare, vedono se stessi e la nave, che sta immobile: si stupiscono che prima era rovinata dalle acque, rotta, lacerata, orribile, ora da ogni parte intatta, integra e salda. 

La loro nave era integra e loro sono salvi all’asciutto. Nel tempo della visione sono stati trasportati.

Mentre pieni di meraviglia erano attoniti e silenziosi in quel punto di sosta, come in un porto, osservano attorno il cielo e il mare, da ogni parte: avvicinandosi dolcemente una placida onda, essa rialza la nave e la fa galleggiare. Allora il Santo Padre Domenico, per segreto consiglio della Sposa, così parla a coloro che conservano profondi silenzi, e che non conoscono abbastanza neanche se stessi:” Uomini fratelli: questo è il cambiamento della Destra dell’Eccelso; questa è la Grazia di Gesù Salvatore; questa è la Misericordia di Maria Madre di Gesù. Lodate Dio, glorificate Gesù, magnificate Maria, salutate Maria, che si preoccupò insieme a me, nel naufragio. Cantate al Signore il Cantico Nuovo del Salterio, perché ha compiuto meraviglie. Certamente salmodierò al mio Dio, e alla Santa finché sarò vivo. Ecco, la soccorritrice Maria ci ha ridato quei bagagli, quelle merci, qualsiasi altra cosa, che voi gettaste dalla nave, durante l’agitazione, per alleggerirla: le troverete nello stesso tempo tutte intere, accumulate sulla spiaggia Britannica, evitate soltanto quelle terre negative, e affidate ai venti assai favorevoli le vele.”

 La paura, l’amore, la meraviglia e l’onore di Dio e della Santissima, tenevano pressoché bendata la bocca e la voce agli uomini: tuttavia, assai profondamente gridavano gli animi dei silenziosi. A stento, tutti emettevano queste poche parole, avendo ciascuno reso grazie in se stesso: “ O Gesù, o Maria; così prometto in voto: Dio, ti canterò un Cantico nuovo: sul Salterio a dieci corde, salmodierò al mio Dio, finché sarò vivo.” E alla rinfusa si pronunciavano parole simili ad esse. Subito, come lontano nel buio, all’intorno, si innalzano orribili ululati e lamenti di demoni: “ Guai, guai, gridavano, “Guai a noi! Questo Domenico ci sfibra ed infinitamente ci tormenta. Ah! Ruba il nostro bottino, libera i nostri schiavi; prende i nostri prigionieri tra i suoi liberti, e, ahi noi, ci incatena con il suo Salterio, ci flagella con questa sua sferza di nervo, ci mette in carcere tra i prigionieri, e ci relega incatenati lontano nell’Inferno. Guai a noi.”.

Intanto, la nave mantenne la rotta, e si avvicina al porto Britannico; e avendo superato regolarmente tutti i pericoli, cantavano di seguito il salutare Cantico del Salterio. Qui, come era stato detto in precedenza, ritrovano tutte le cose che avevano gettato: e anche i vini, che numerosissimi avevano gettato insieme ai vasellami: ora, più di valore, rispetto a prima.

Ritrovano tutto: i vini, il vasellame…

Beh, mi fermo qui perché è veramente una cosa stupenda: per oggi non aggiungo altro…

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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