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Le Litanie Lauretane: Regina prophetarum e Regina apostolorum

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 25 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Le Litanie Lauretane: Regina prophetarum e Regina apostolorum

Eccoci giunti a mercoledì 25 maggio 2022.

Oggi, come prima cosa, dobbiamo dire che è un giorno importante per tutti noi, perché, nel 1887, il 25 maggio, nasceva San Pio da Pietrelcina, e quindi, per la gratitudine che abbiamo verso questo Santo Sacerdote, non possiamo non fare un ricordo nel giorno del suo compleanno.

Poi, oggi ricorre anche la memoria di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, un’altra figura di Santa carmelitana, di monaca carmelitana, veramente molto, molto bella e, se non la conoscete, vi invito ad approfondirne la conoscenza.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XVI di San Giovanni, versetti 12-15.

In questo bisogno, che tutti abbiamo, di Spirito Santo e di presenza di Spirito Santo, andiamo avanti con la lettura e la meditazione delle Litanie Lauretane; ci stiamo avviando verso la fine e oggi vedremo “Regina Prophetarum” e “Regina Apostolorum”, nel commento che fa Don Giorgio Basadonna.

Regina dei Profeti

“Tutto l’Antico Testamento conduce alla figura di Gesù, ne è quasi la descrizione: la storia del popolo ebreo, la sua cultura, le riflessioni e le sue esperienze poetiche, sono altrettante modalità con cui ci si prepara all’incontro col Messia. Così anche la figura della madre viene di tanto in tanto intuita, come la donna che partecipa della storia attuale e prepara quella futura.

In questo senso, si può dire che tutto è «profetico», perché tutto

diventa segno di ciò che avverrà mentre già esprime le linee del disegno di Dio.

Maria è dunque «regina dei profeti» perché in qualche modo è preparata e annunciata, ed è lei stessa indicazione del disegno di Dio, la donna che Dio ha pensato fin dall’inizio della creazione.

Alla donna sedotta dal serpente Dio promette un’altra donna dalla quale nascerà colui che «schiaccerà il capo» a chi oggi è vincitore. Isaia nel VII secolo annunzierà al re Acaz che da una donna nascerà un figlio che sarà chiamato «Emmanuele», cioè «Dio-con-noi» (Is 7,14).

Nel momento della sconfitta e della distruzione di Gerusalemme, Geremia canterà il dolore della città e di tutto il popolo come il dolore di una madre sul figlio morto. «Voi tutti che passate per via, considerate e vedete se c’è un dolore simile al mio» (Lm 1,12). Queste pagine vengono lette oggi come riferite a Maria, la donna madre del Messia, la donna che in qualche modo raccoglie dentro di sé tutto il dolore e tutta la speranza del mondo.

Oggi, invocare Maria con questo titolo è quasi rileggere la nostra stessa storia, rivedere quanto siamo e facciamo sul metro della parola di Dio, e verificare se siamo o no in linea con la fede che professiamo, con il progetto di Dio”.

Questo è importante: sapere se stiamo corrispondendo al progetto di Dio. Cosa si aspetta Dio da me oggi, in questo momento?

Questa è una domanda che dobbiamo farci sempre, perché noi pensiamo che, pensare (scusate la ripetizione) alla Volontà di Dio che poi dobbiamo fare, compierla, si riferisca alle grandi cose, come sposarsi, diventare Preti, diventare suore, scegliere un lavoro al posto di un altro, avere un figlio, due figli, tre figli, cioè cose grandi, e non pensiamo che fare la Volontà di Dio, poi, in realtà, vuol dire essere chiamati, ogni minuto della nostra giornata, a corrispondere a ciò che Dio vuole da noi.

Dio ha messo lì te, oggi, in quello che ti accadrà (che tu adesso non sai, ovviamente, se è mattina presto, tu non lo sai), ad essere quel suo testimone, che solo tu potrai essere; cioè, oggi, quello che potrai fare tu, lo potrai fare solo tu, e nessun altro.

Non è vero che nessuno di noi è insostituibile e che, se questo non lo faccio io, lo fa un altro; non è vero… non è vero.

Una prova?

Ve la faccio subito.

I giorni scorsi (e non è la prima volta che mi succede, purtroppo) ricevo un messaggio di una persona che mi dice: «Nella nostra chiesa una signora ha trovato su una panca (o sotto una panca), una particola un po’ spezzata, abbandonata lì, un’Ostia consacrata, abbandonata lì».

Questo evidentemente dice molto anche della grande attenzione che noi Sacerdoti mettiamo quando amministriamo l’Eucarestia, perché, se ci assicurassimo (come dovremmo) che ogni fedele che viene a ricevere l’Eucarestia, assuma, metta in bocca la Particola consacrata, queste cose non succederebbero.

 Invece, accade che noi distribuiamo la Comunione come se fosse il biscotto della felicità, e quindi il più velocemente possibile, perché impieghiamo magari venti o venticinque minuti a fare l’omelia (magari ne facciamo anche più di una durante la Messa: all’inizio, prima delle Letture, dopo il Vangelo, poi alla fine; ci sono di quelle omelie…), ma quando arriva il momento della Comunione, non si sa per quale strano motivo, tutto deve essere veloce, tutto deve essere di fretta… non si sa il perché, non si sa.

Quindi, hanno trovato questa particola. Allora, cosa è successo?

È successa una cosa che ai miei tempi non accadeva mai. Io non ho mai sentito, quando ero giovane, queste cose, non le ho mai sentite, mai. Non ho mai sentito di questi fatti che adesso vi dico. Comunque, cosa fanno?

La prendono e…

Io dico: «Se la vedi, raccoglila e mettila in bocca tu, no? Cosa ci vuole? Non è che ci voglia una intelligenza sopraffina! Se tu vedi un’Ostia per terra, la prendi, la raccogli, e la mangi».

Ah, no… allora, cosa fanno?

La prendono con un fazzolettino…

Qua dietro ci sta tutto un devozionismo, che è il peggiore possibile, qua non c’è nessuna devozione, qua è solo devozionismo, che vuol dire la devozione senza il cervello, la devozione senza la razionalità, la devozione servilista, la devozione di colui che non ha capito niente… proprio niente!

Uno che non ha capito niente si comporta così, come adesso vi racconto.

Quindi, raccolgono l’Eucarestia con il fazzolettino, perché non si può toccare l’Eucarestia, no, certo, ci mancherebbe! Vedete proprio il servilismo dell’assoluta incomprensione delle cose…

Quindi, raccolgono la Particola col fazzolettino, perché non si può toccare, ci mancherebbe, sarebbe sacrilegio… un’altra follia assurda…

Una volta raccolta l’Eucarestia con il fazzolettino, la portano in sacrestia (non ricordo neanche più se ci fosse una suora o chi altri), fanno un piccolo simposio, e arrivano a quale decisione?

A questa decisione: «Prendiamo la particola e la bruciamo».

Al che, la Tizia (che aveva preso l’Eucarestia con il fazzolettino dicendo: «Io non sono nessuno per toccare l’Eucarestia, compirei chissà quale sacrilegio a toccarla con le mani, io non sono un Sacerdote, io devo essere rispettosa dell’Eucarestia»), la stessa Tizia, che aveva preso l’Eucarestia col fazzolettino e che aveva scelto di non fare la Comunione, perché non era durante la Messa, poi aveva già fatto la Comunione e non poteva farne due… Ma vai a leggerti il Catechismo!

Leggiamo il Catechismo e smettiamola di portare avanti devozioni, che sono devozionismi e delle quali non capiamo niente, perché abbiamo una ignoranza della Dottrina che è gravissima, gravissima!

Noi non abbiamo i fondamenti della fede e poi stiamo lì a dire i Rosari!

Ma voi credete che la Vergine Maria abbia piacere ad avere davanti degli ignoranti colpevoli? Noi non siamo come Santa Bernadette, che, poverina, era analfabeta e che però faceva il catechismo. Noi abbiamo tutte le possibilità per studiare, ma noi preferiamo andare a vedere i messaggi apocalittici, sappiamo tutto delle profezie, delle cose che debbono accadere, dei messaggi mistici di Tizia, Caia e Sempronia; queste cose qui le conosciamo tutte, una in fila all’altra, anzi, le mandiamo anche ai Sacerdoti, con messaggi chilometrici, infiniti.

Se poi a uno chiedi l’ABC, le quattro operazioni della fede, della sua fede cattolica, non le sa, e infatti questa è la prova, infatti poi ti dice: «Eh no, no, no, io non la devo toccare, sono fuori dalla Messa… ma si possono fare anche più Comunioni in un giorno?»

Io non rispondo a queste domande.

Volete la risposta? Prendete, come ho fatto io, come hanno fatto tanti altri, e andate a studiare, perché deve finire l’era dell’ignoranza, deve finire l’ignoranza delle Scritture che è  ignoranza di Cristo, come diceva San Gerolamo. E la stessa cosa per la Dottrina: se non conoscete la Dottrina della vostra fede, vuol dire essere ignoranti di Cristo.

Il tempo di questo devozionismo, di questa melassa spirituale assolutamente priva di ogni fondamento, deve finire.

Quindi, la signora, che porta con tanto devozionismo la Particola in sacrestia, che cosa fa? Ha un sussulto, perché, nonostante tutta la follia che ha preceduto quel gesto e che lo ha accompagnato, di fronte ad una frase del genere, reagisce e dice: «Ma come, la bruciate?! Ma no!»

Il cervello cominciava ad andare insieme, quasi a dire: «Ma come? Io sono stata lì a non toccarla con le mani, a prenderla col fazzolettino, non ho fatto la Comunione perché non so se posso fare un’altra volta la Comunione, e adesso la bruciate?»

Risposta del simposio: «Certo… come nell’Antico Testamento».

Adesso, improvvisamente, l’Antico Testamento diventa importante. Non sanno niente dell’Antico Testamento, però adesso improvvisamente diventa importante l’Antico Testamento.

Poi aggiungono: «L’offriamo in olocausto a Dio».

A parte che nell’Antico Testamento in olocausto si offrivano i vitelli, gli agnelli, bestie, si offrivano animali, non esseri umani… veramente un’ignoranza, ma un’ignoranza così colpevole è difficile da trovare!

Cosa c’entra bruciare il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù Cristo, con quello che facevano al tempo degli Ebrei, che vagavano nel deserto offrendo i sacrifici degli animali? Cosa c’entra?

E poi vorrei sapere dove è scritto, in quale libro liturgico, in quale Catechismo, in quale testo dei Praenotanda, in quale Rubrica è scritto che, se uno trova una Particola per terra, va presa e bruciata? Ditemi dove! Risposta: non esiste un testo che dica questo. Questo è un sacrilegio gravissimo. Non si brucia il Corpo di Cristo! È un sacrilegio gravissimo!

Voi sapete che, per i peccati commessi direttamente contro il Corpo di Cristo, l’assoluzione è riservata alla Santa Sede.

Non stiamo parlando di dettagli, nessun Sacerdote può assolvere un peccato così grave, nessun Sacerdote.

Se un Sacerdote riceve una confessione del genere non può dare l’assoluzione, deve scrivere alla Santa Sede. Vi rendete conto?

È un crimine contro l’Eucarestia… è una cosa gravissima!

Al massimo, quella Particola, la si prendeva e la si metteva in quei vasetti di vetro che esistono a fianco del tabernacolo, la si metteva dentro lì a lasciar sciogliere, poi la si metteva nel tabernacolo, chiusa insieme alle pissidi, e la si lasciava sciogliere col tempo.

Infatti, se voi sapete, se voi vi ricordate, ci sono diversi miracoli eucaristici che sono accaduti con questa pratica, dopo aver messo la Particola dentro l’acqua e averla lasciata nel tabernacolo; poi hanno aperto dopo una settimana, hanno guardato, la Particola era ancora perfettamente intatta con il Sangue. In Polonia è successo un miracolo eucaristico di questo genere, per esempio. Oppure si prosciugava l’acqua e rimaneva la Particola insanguinata: miracolo eucaristico.

Questi miracoli sembrano quasi dire: «Non è questo il modo. Non si mette a marcire il Corpo di Cristo!»

E poi, per quale ragione?

Che  problema c’era a raccogliere e a mettere in bocca questa  Particola, che era caduta per terra?

Nel tuo ragionamento devozionista folle: è meglio che venga bruciata o messa a marcire nell’acqua, piuttosto che tu la assuma una volta, due volte, tre volte o cento volte?

Se io trovassi per terra novemila Particole, farei novemila Comunioni… molto meglio che Gesù venga assunto da me, figlio di Dio, piuttosto che vada a finire nelle mani di gente criminale, che prende e brucia il Corpo di Cristo!

Meglio che l’assuma io, piuttosto che vada a finire dentro in un vasetto a marcire, a sciogliersi nell’acqua!

Ecco, io, veramente, di fronte a queste cose…

Poi, te le dicono sempre dopo: «Padre, senta, vorrei chiederle una cosa. Ieri, o tre giorni fa, è accaduto questo…»

Questo succede perché il verme della coscienza poi ti rode, certo, certo… ed è giusto che sia così. Il verme della coscienza poi ti rode, perché dopo non dormi più, e dici: «Ma cosa ho fatto? Cosa abbiamo fatto? Cosa è successo? Cosa ho permesso? Ma sarà giusto bruciare il Corpo di Cristo?»

Allora dopo il verme ti rode, e cosa fai? Scrivi a Padre Giorgio.

Perché non sei andata là dalla suora, o da quel simposio lì di gente, o da quel prete che ha fatto questa cosa? Vai là da lui a chiedere!

Eh… no, dopo non vai lì da loro, dopo vai da qualcun altro, chissà perché, poi, le domande le devi fare a qualcun altro…

Le empietà le commetti con… dopo vai a cercare qualcun altro per chiedere le tue rassicurazioni.

Quindi, dopo alcuni giorni, scrivono: «Padre, vorrei dirle che è successo questo… ma secondo lei è sbagliato?»

Sbagliato?! Se Padre Pio fosse a questo mondo e uno dovesse andare a dirgli un peccato del genere, io credo che Padre Pio lo sospenderebbe dalla Comunione fino alla fine della sua vita, credo che lo sospenderebbe dal ricevere l’Eucarestia fino all’ultimo giorno della sua vita come penitenza, perché, veramente, sentire una cosa del genere è… una cosa che non puoi neanche pensare, perché a pensarci c’è da impazzire!

Dopo che mi avevano raccontato questa cosa, ho detto: «No, vada là subito! Si informi che fine ha fatto, perché magari non l’hanno ancora bruciata, e la consumi lei immediatamente!»

E poi ti scrivono: «Eh… no, mi dispiace, oramai è stato tutto fatto».

Mentre pensavo a questo, dicevo tra me: «Se mio figlio o mia figlia, il mio amato figlio o la mia amata figlia, se la mia amatissima nonna Anna, dovesse cadere in una fogna, dovesse cadere in una vasca di vomito, dovesse cadere in una vasca di fango, dovesse cadere in una concimaia, dovesse cadere in un letamaio, sommersa fino alla punta dei capelli, io, una volta tolto questo mio figlio, che è caduto dentro nel letamaio o nella fogna, cosa faccio? Lo prendo e lo brucio? Se mio figlio cade dentro a una pozza di fango, dico: “Guarda, tesoro, mi dispiace, non dovevi farlo, adesso ti brucio, ti immolo in olocausto come nell’Antico Testamento”».

Uno dice: «Ma scusami, non è che mi puoi magari lavare, non so…»

«No, ti brucio, mi spiace».

Uno, pensando, dice: «Ma voi vi rendete conto? Io non ho parole per definire questa cosa, non riesco a trovare parole sufficienti per definire questa cosa».

Io, lì, in quel momento, non c’ero… c’era questa persona. Quello che poteva fare questa persona, non l’ha potuto fare nessun altro. Lei non l’ha fatto, quindi è stato bruciato.

Uno dice: «A parte che era caduto per terra, o era su una panca, di che cosa avevi schifo e paura? Qual era il problema? Hai paura di cosa, per il fatto che è caduto per terra?»  Non c’è nessun virus, stai tranquilla!

Mangiando quella “Cosa”, che è caduta per terra, stai tranquilla, non succede nulla, ma se anche fosse, noi non siamo quelli che diciamo che il Corpo di Cristo ci salva da tutto e da tutti? Non siamo quelli che diciamo che tanto Gesù non trasmette malattie? Allora, perché non L’hai assunto?

Facile dire queste cose, quando dobbiamo giudicare e criticare gli altri!

Quando tocca a te farle, allora tiri fuori il fazzolettino… oppure devi rispettare il tuo devozionismo pazzoide… e quindi, piuttosto che toccarLo con le mani e piuttosto che assumerLo, perché hai già fatto la Comunione e sei fuori dalla Santa Messa, meglio prenderLo e bruciarLo… è logico… tutto logico, è tutto assolutamente logico, non fa una grinza, giusto?

È una cosa incredibile, incredibile… pensare che esistono persone capaci di fare cose del genere, veramente, io credo che faccia dire: «Signore, portami via quanto prima, perché è veramente brutto vivere in un mondo così, veramente brutto».

Uno dice: «Eh… adesso dobbiamo fare le preghiere di riparazione?»

No… no, no, troppo facili, troppo facili. Adesso vuoi riparare? Incomincia a studiare il Catechismo! Comincia ad avere una fede consapevole, comincia da lì.

Comincia a sapere Chi e Cosa vai a ricevere, perché, se tu veramente avessi saputo, se tu veramente fossi stata cosciente che nell’Eucarestia è presente veramente, realmente, sostanzialmente, Gesù, nel Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, un abominio del genere, un sacrilegio del genere, non l’avresti mai, e poi ancora mai, e poi ancora mai fatto, né avresti permesso che venisse fatto, punto.

Ecco perché, quando ci svegliamo al mattino, dobbiamo essere molto prudenti, e dire: «Oggi cosa mi chiederà il Signore? Dove mi chiederà di essere il Signore? Che testimonianza mi chiederà?»

Certo, perché voi capite che poi uno ha vergogna ad imporsi davanti al simposio… ma se lì ci fosse tuo figlio, tu lo lasceresti nelle loro mani e permetteresti che venisse bruciato? Dimmi, spiegamelo!

Lo permetteresti perché hai paura del giudizio degli uomini, per rispetto umano?

Diresti: «Io non sono nessuno, io non conto niente… io sono l’ultimo della terra»?

Lo spiegherai a Gesù, lo spiegherai davanti alla Santissima Trinità nel Giorno del Giudizio, glielo dirai proprio così, e vedremo, sentiremo tutti la risposta… perché, come dice una persona a me molto cara: «Padre Giorgio, c’è un giudizio di Dio». Quanto ha ragione questa persona! «Padre Giorgio, ricordati, c’è un giudizio di Dio, arriverà il Giudizio di Dio».

Io dico: «Sì, hai ragione… hai ragione, c’è un giudizio di Dio, c’è… e di grazia che c’è, perché veramente non se ne può più, non se ne può più!»

“È stata lei stessa «profeta» nel senso di essere espressione di Dio, messaggio di salvezza per il mondo, realizzando in se stessa le meraviglie di Dio”.

Esattamente quello che non hanno fatto con questo “olocausto”, come lo hanno chiamato loro, con questa fantasticheria.

Sì, perché, per adesso, i sistemi che conosco di queste follie, di questi crimini, sono: o questo di bruciarLo, oppure Lo sotterrano… altra cosa.

Lo prendono (prendono l’Eucarestia), vanno in giardino, fanno un buco e Lo mettono dentro, seppelliscono vivo Gesù… così ci penseranno i vermi a mangiarLo! Io… vabbè… andiamo avanti, perché se no rischio di dire cose che è meglio che io non dica.

“Qui si iscrive la nostra vocazione cristiana, e si concretizza il senso e il valore della nostra presenza nel mondo (sì, certo, appunto): siamo tutti «profeti», cioè siamo ambasciatori di Dio, portatori della sua parola non solo ripetendo quanto Gesù ha insegnato, ma realizzando una vita coerente con questa parola (ecco, esatto).

Maria insegna a fidarsi di Dio, ad accettare anche le vicende che

sembrano negative e feriscono profondamente l’animo umano, nella certezza che tutto è «profezia», cioè annuncio di salvezza”.

Ecco, appunto, quella era l’occasione di dire: «Benissimo. È capitato a me? La consumo io, tanta grazia! Raccolgo io il Signore da terra».

No, invece Lo bruciano…

“Sarà Maria che potrà così cantare «le grandi cose» che Dio ha

fatto in lei, e i suoi gesti sconvolgenti che hanno cambiato la storia del mondo.

La Regina dei profeti insegna a tutti noi a guardare con occhio di fede la storia di ogni giorno e leggervi la misericordia (e la Giustizia) di Dio, e anche a diventare noi profeti annunciatori del «regno di Dio», della nuova realtà”.

Vedrete il mese prossimo eh… sì, sì, vedrete il mese prossimo, quando faremo questi esercizi spirituali tutti dedicati all’Eucarestia (adesso oramai mi sono convinto del tutto, dopo queste cose), vedrete… vedrete quando ascolteremo quello che dice quel Santo sull’Eucarestia, vedrete, ripensando a questi eventi, quanto c’è da tremare…

 Leggiamo “Regina Apostolorum”.

Regina degli Apostoli

“Si sa ben poco della vita di Maria, se non quanto Luca ricorda

del mistero della Annunciazione, della nascita di Gesù e delle prime vicende confrontate col racconto di Matteo (Lc 1,2; Mt 1,2). Altri accenni riferiscono un incontro di Maria con Gesù, la sua presenza alle nozze di Cana, e poi al Calvario.

L’unica indicazione più chiara dopo la scomparsa definitiva di Gesù, è quando gli Apostoli vivono nella attesa dello Spirito: «Tutti erano assidui e concordi nella preghiera insieme con alcune donne e con Maria la madre di Gesù» (At 1,14).

Qui, sembra che Maria non abbia nessun compito preciso, ma sia solamente presente insieme agli altri più fedeli: Maria c’è, è insieme agli altri, però la sua persona ha un valore particolare, infonde coraggio e speranza. Maria è la madre, è la donna che ha avuto il compito unico e misterioso di generare Gesù, di educarlo, di vivere con lui per più di trent’anni: è quindi un testimone autorevole, è lei che potrà raccontare episodi sconosciuti e rivelare momenti importanti della vita del Maestro”.

Studiate, invece di perdere il tempo a mandare nei gruppi di preghiera la meditazione di Tizio, l’omelia di Caio, la riflessione di Sempronio, poi magari vi bannano, ve la cancellano, e non ha nessun senso.

Vi ho già detto mille volte che, a chi non vuol sentire, a chi non vuol capire, voi gliela potete gridare in faccia la verità, ma non vi ascolterà mai, anzi vi disprezza… e dopo tornate piangendo: «Mi hanno bannato, mi hanno cancellato, mi hanno risposto male, mi hanno maltrattato».

Ti sta bene! Ti sta bene, così impari cosa dice Gesù nel Vangelo: «Non gettate le vostre perle davanti ai porci!»

Invece di perdere il tempo a fare queste cose inutili, assolutamente inutili e dannose, perché non usi il tempo per studiare la tua fede?

Invece di perdere il tempo a leggere i messaggi dell’ultima mistica che si è svegliata stamattina, perché non usi il tempo per studiare la tua fede, per dare consistenza alla tua fede?

Perché non usi il tempo per pregare sul Catechismo della Chiesa Cattolica? Perché non usi il tempo per conoscere i fondamenti della tua fede cattolica?

“Maria è la «regina» degli apostoli perché nell’umiltà e nel silenzio sarà sempre accanto a loro infondendo coraggio ed entusiasmo, sostenendoli nei momenti difficili che cominceranno subito”.

Ecco perché: lei c’è.

Non ha compiti particolari in quella riunione degli Apostoli, ma ha il compito di rafforzarli, di consolarli, di sostenerli.

“Invocare Maria come Regina degli apostoli, è sempre ritrovare la propria vocazione di apostoli”.

Il mese prossimo vedremo cosa vuol dire fare apostolato, secondo questo Santo. Vedrete che cosa vuol dire fare apostolato.

Ecco, allora chiediamo alla Vergine Maria la grazia di essere veri apostoli, secondo il Cuore di Dio, e di saper essere anche profetici, e profeti, cioè di saper essere quella presenza di Dio, qui ed ora, nella nostra storia, nella nostra vita e nella storia degli altri, dicendo e facendo ciò che dobbiamo dire e fare, punto… senza paura del giudizio degli uomini.

Qualunque cosa dicano e facciano, fa niente, tanto, come dice quel giovane papà: «C’è un giudizio di Dio… c’è un giudizio di Dio».

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

VANGELO (Gv 16, 12-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

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