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Servo di Dio fra Jean Thierry, carmelitano scalzo

Servo di Dio fra Jean Thierry

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 29 novembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Servo di Dio fra Jean Thierry, carmelitano scalzo

Eccoci giunti a lunedì 29 novembre 2021. Siamo alla prima settimana del tempo di Avvento.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo VIII di San Matteo, versetti 5-11. 

Vediamo questa bellissima figura del centurione, di quest’uomo pagano che va a supplicare Gesù per il suo servo. Lo supplica perché questo servo soffre, soffre tantissimo ed è paralizzato. Gli dice tutta la sua fede:

“Di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.”

Bellissima questa figura di questo centurione che si comporta da padre, amico, fratello e dimostra una fede immensa che lascia quasi stupito il Signore Gesù, e dice:

“In Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande!”

E quindi dice:

“Verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”

Mentre noi, che dalla mattina alla sera siamo qui che abbiamo a che fare con Dio, chissà se abbiamo una fede così grande. 

Ascoltando questo Vangelo, dentro a questo filone che stiamo seguendo di meditazione sul testo del Beato don Alberione, “I Novissimi” — siamo adesso al tema grande del Giudizio, il Giudizio Particolare, abbiamo appena finito di fare la morte — quest’oggi, come voi sapete essere mia abitudine, vorrei fare una piccola pausa sul commento di don Alberione perché, proprio leggendo questo Vangelo, mi è venuta in mente una figura di cui vorrei parlarvi, una figura molto bella, che si va a inserire molto bene in questo tema dei Novissimi: è un Carmelitano Scalzo, è il Servo di Dio fra Jean Thierry di Gesù Bambino e della Passione, nato in Cameroun a Bamenda il 4 febbraio del 1982 e morto a Legnano il 5 gennaio del 2006.

Io ero già Sacerdote quando lui venne a Legnano, però non ebbi la grazia di incontrarlo, so che lo incontrarono alcuni miei confratelli giovani, miei compagni di studi. Io non ebbi questa occasione, ne sentii parlare da loro, molto bene, soprattutto da due miei confratelli. Oggi mi è venuto il pensiero, leggendo questo Vangelo, di rendere onore e omaggio a questa figura così bella, così semplice, così discreta ma allo stesso tempo così forte, vorrei un po’ presentarvela. Perché?

Perché forse qualcuno di voi che in questo momento riceverà questa meditazione sta vivendo una situazione gravissima, forse impossibile come soluzione, come guarigione, chiamata “impossibile” dai dottori. Magari a qualcuno di voi i dottori, come a Jean Thierry, hanno detto che non c’è più niente da fare, o a voi o a un vostro amico, o a una persona cara, chi lo sa, le vie del Signore sono veramente infinite. Allora vorrei parlarvi di questo Servo di Dio, fra Jean Thierry, perché se io fossi in voi, e vivessi una situazione drammatica, irrecuperabile, di grande sofferenza come il servo del centurione del Vangelo che abbiamo ascoltato, io oggi, lunedì, prima settimana di Avvento, iniziata ieri, io oggi farei una Novena a questo Servo di Dio, a fra’ Jean Thierry. Una Novena che inizierei oggi e che terminerebbe esattamente alla vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione, che è l’8 dicembre, che per Jean Thierry, vedremo, è una data molto importante. Nove giorni esatti a partire da oggi.

“Come faccio a fare questa Novena?”

Voi prendete una qualunque preghiera, sceglietela liberamente, una preghiera che vi piace tanto, e rivolgetela a Dio Padre, per intercessione del Servo di Dio fra Jean Thierry, Carmelitano Scalzo, chiedendo direttamente a Dio Padre, perché noi abbiamo bisogno forse di reimparare a rivolgerci direttamente al Padre, è il nostro Padre. Quando noi abbiamo bisogno di nostro padre non è che abbiamo paura, timore, o dobbiamo chiedere chissà quale mediazione. È vero che abbiamo bisogno della mediazione degli Angeli, dei Santi, della Vergine Maria, e soprattutto del mediatore per eccellenza che è Gesù, verissimo, però è anche vero che alle volte possiamo essere un po’ arditi e dire: “Oggi vado a parlare a mio Papà, vado io direttamente perché è una cosa troppo importante.” E mi scelgo un aiuto, un amico, un fraticello, e chiedo a lui di accompagnarmi: “Accompagnami da Dio Padre in questi nove giorni, per chiedere una grazia impossibile”. E poi l’affidiamo a Dio Padre.

Facciamolo. Probabilmente molti di noi hanno qualcosa di impossibile da chiedere, ravviviamo la speranza, la fede, al fiducia, rivolgiamoci a fra Jean Thierry e diciamogli: “Aiutami, tu che hai sperimentato che cos’è il cancro, che cos’è il dolore”.

Il cancro alle ossa è una cosa terribile, non so se qualcuno di voi ha provato un dolore osseo, tipo rompere una gamba, un braccio, fratturarsi, dicono che il dolore alle ossa è il dolore più insopportabile in assoluto, così dicono. 

“Tu che hai provato questo dolore, questo male”, lui che fino all’ultimo ha sperato in un miracolo, perché voleva diventare Sacerdote, e voleva essere portato in Chiesa e lasciato in Chiesa tutta la mattina per fare compagnia a Gesù, dopo lo vedremo, e confessare, “per portare tante anime in Paradiso”, diceva lui. Lui non si vide esaudito in questa richiesta. 

Quando gli dissero: “Ci spiace ma il tumore è ricominciato in modo aggressivo non manca molto”.

Lui disse: “Va bene, sia fatta la volontà di Dio”.

Adesso vediamo con ordine questa vita bella, veramente molto bella. 

Ve lo consiglio, abbiate fede, abbiate tanta fede, e se arriva il miracolo, scrivetelo, la grazia che chiedete scrivetela perché non dovete perdere neanche una virgola, prendete carta e penna e scrivete: “Io oggi inizio la mia Novena facendo questa preghiera, per nove giorni — non bisogna interromperla mai — chiedo questa grazia a Dio Padre, per intercessione del Servo di Dio fra Jean Thierry” e la scrivete: “Io chiedo al grazia di:” e scrivete esattamente il testo della grazia che chiedete. Siate generosi, chiedete a mani piene, non abbiate paura di chiedere, chiedete tutto quello che dovete chiedere, lo scrivete e poi per nove giorni, quando voi reciterete la preghiera della Novena, direte per nove giorni la grazia che chiedete.

Facciamo un esempio: “Io per nove giorni reciterò la Corona dei dolori della Vergine Maria, e la reciterò per questa intenzione di questa grazia, per questo miracolo che chiedo” e lo dico per nove giorni. 

Se poi dovesse succedere che la grazia venga accordata, ovviamente fatevi vivi, scrivetemelo, ditemelo, avvisatemi:“Padre, guardi che Dio Padre, per intercessione di fra Jean Thierry, mi ha concesso questa grazia”.

Poi va documentata, perché se ci sono ad esempio guarigioni da tumori o da quant’altro, va documentato non può essere una sensazione “a me sembra…” “ho capito che…” No, è una cosa seria e va documentata: “Questo era lo status della salute di questa persona, questi sono gli esami clinici che lo confermano e adesso questi sono gli esami che affermano la guarigione.” 

È una cosa molto seria, va fatta molto bene, non fatta a caso, non fatta in qualche modo, bisogna essere certi che è una situazione gravissima, irrecuperabile, che solo un intervento miracoloso può sanare, allora si fa questa Novena.

Io come la farei? Io farei la Novena con una preghiera e sceglierei una preghiera alla Vergine Maria, magari si può fare come Novena l’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria per nove giorni, o una qualunque altra preghiera alla Madonna perché la Novena andrà a cadere esattamente in preparazione all’Immacolata Concezione. Userei la preghiera alla Vergine Maria come preghiera da ripetere per nove giorni, ma affiderei questa preghiera che faccio a Jean Thierry. 

Direi: “Recito la preghiera alla Madonna ma, per questa Novena, non chiedo la grazia direttamente alla Vergine Maria, ma la chiedo a Jean Thierry, quindi prego attraverso una preghiera alla Vergine Maria per prepararmi all’Immacolata Concezione — bellissima questa cosa — e uso questa preghiera per invocare l’intercessione del Servo di Dio Jean Thierry, affinché lui si faccia direttamente portavoce, intercessore, mi accompagni in questo correre a Dio Padre per chiedere questa grazia.”

Spero di essere stato chiaro, perché solitamente quando si fa una novena a un Santo, a un Beato, a un Servo di Dio, la si fa direttamente a lui per nove giorni: mi rivolgo direttamente al Beato, al Santo o al Servo di Dio per chiedere il suo intervento direttamente, ma siccome in questo caso capita che è nove giorni prima della solennità dell’Immacolata Concezione, a me — poi ognuno è libero di fare quello che vuole, ovviamente — sembrerebbe  bello sposare le due cose, unire il Servo di Dio Jean Thierry con la preparazione all’Immacolata Concezione. Poi, certo, se la Vergine Maria ci mette anche Lei un piccolo aiutino e porta Jean Thierry un po’ più velocemente da Dio Padre, meglio! “Ti ho condotto qui un po’ più velocemente visto che mi hanno pregato per l’Immacolata Concezione, ti aiuto in questa tua missione, adesso vai avanti tu, prosegui tu”, ringraziamo la Vergine Maria di questa cosa, però deve essere dedicata a Jean Thierry, deve essere chiesta direttamente a Jean Thierry.

Mi sono dilungato perché bisogna essere precisi.

Ritornando alla vita di Jean Thierry. Da bambino:

“Ha un sogno: vuole semplicemente ‘diventare Gesù’”.

Questo è il suo sogno.

“È un bambino camerunense, figlio di cristiani ferventi e praticanti. Su di lui esercita un fascino molto forte il missionario vestito di bianco e, in modo particolare, il crocifisso dorato che porta al collo. Lui vede in questo sacerdote “Gesù” e per lui solo diventando sacerdote avrà la possibilità di “diventare Gesù”. Quello che sembra essere il sogno di un bimbo diventa la realtà, diventa il sogno di una vita.

Jean Thierry Ebogo nasce il 4 febbraio 1982, segue il papà che per motivi di lavoro deve cambiare residenza ogni due o tre anni, girando per Cameroun. Ha sempre con sé la vocazione sacerdotale, che i genitori — grazie al cielo — non ostacolano e che le direzioni spirituali che riceve aiutano a illuminare e a rafforzare.

A 11 anni entra in seminario. Ha un carattere deciso, un’intelligenza viva, tendenzialmente irritabile ma pronto a scusarsi, soffre qualunque ingiustizia, è innamorato della preghiera, e naturalmente portato alla meditazione. Dopo le medie sceglie di fare lo scientifico e continua a camminare verso  questo orizzonte sacerdotale. “Voglio essere sacerdote e voglio arrivare puro al sacerdozio”, dice, geloso della sua vocazione, anche se attorniato e corteggiato da molte ragazze, che lo ribattezzano “Jean Cheri” per la sua affabilità, la sua gioia e la sua vitalità, per la sua capacità di giocare a pallavolo, a basket, a fare atletica, dove riesce molto bene, è molto bravo anche nello studio e nei piccoli lavori con cui cerca di aiutare i genitori a far quadrare il bilancio familiare. 

A settembre 2001 entra nel noviziato degli Oblati di Maria Immacolata, ma otto mesi dopo viene dimesso perché la sua vocazione “non presenta le caratteristiche del carisma oblato”. Per lui è una doccia fredda, una sofferenza grande e anche per quanti hanno sostenuto la sua vocazione. Non si rimprovera nulla, non vuole farne un dramma ma Jean sente tutto il peso di questo rifiuto, del suo ritorno in famiglia,  della ricerca di un lavoro reso più difficile dall’ironia e dallo scherno di alcuni colleghi.”

Perché si sa che quando uno torna a casa dal seminario non è proprio così ben visto.

 “Una cugina suora gli fa conoscere il Carmelo e così si ritrova a luglio 2003 nel convento di Nkoabang, e lì lui si sente a casa, come se Dio lo avesse atteso e sempre l’avesse voluto lì. Qui inizia il suo Postulandato dopo appena undici mesi, ma quando sta per partire per il noviziato in Burkina Faso compare sul ginocchio destro un ascesso, da subito diagnosticato come un tumore maligno. Inutili le cure e le sedute chemioterapiche, il 18 novembre 2004 bisogna fare un’amputazione, che Jean affronta con grande coraggio affermando che “in fin dei conti il Signore gli chiede soltanto il dono di una gamba che ormai non serve più”.”

Vedete i Santi — dico “Santi” perchè è servo di Dio ma speriamo diventi presto Santo — riescono a vedere sempre il positivo anche nelle cose più brutte. 

“Fa il proposito che coloro che lo avvicinano non devono andare via tristi, “vuole donare la gioia”, anche quando lo portano in Italia, prima a Legnano, poi a Candiolo. 

Attira i giovani come una calamita, sono tutti ammirati della sua forza e della sua pazienza.”

Attira i giovani perché?

Perché i giovani sono attirati dalla radicalità, dalla sincerità e dalla verità, i giovani di tutte le epoche sono attirati a questo. I giovani non vanno dove c’è il compromesso, dove c’è la via facile, dove “va tutto bene”. I giovani non vanno lì. I giovani vanno dove c’è la radicalità. A noi non piace? Pazienza, questo è un dato di fatto. Vanno dove c’è la gioia vera, la gioia di una vita vissuta fino in fondo, per Amore di Dio.

 “L’8 dicembre 2005 — ecco la data — con la dispensa di Roma fa la professione solenne sul suo letto d’ospedale”

Ecco perché mettiamo insieme la Novena con l’Immacolata Concezione, perché l’8 dicembre ricorre proprio la data, la memoria della sua professione solenne, che ottiene con dispensa da Roma. Una cosa bellissima, per lui sarà stato un gaudio enorme. Ecco perché noi non possiamo separare la Novena per la richiesta del miracolo a Jean Thierry, dall’Immacolata Concezione, perché nella sua storia sono intrecciate, sono un tutt’uno.

 “Lui dice: mi accontento di essere anche solo “prete da carrozzina”, dispensatore della misericordia di Dio e uomo di preghiera”

Cioè assolvere, portare le anime in Paradiso e fare compagnia a Gesù.

“Ma quando gli dicono che ormai i suoi giorni sono contati, dopo appena un attimo di smarrimento, dirà: “realizzerò la mia vocazione in Paradiso, ma non sarà una pioggia di rose come quella di santa Teresa. Io farò scendere un diluvio di vocazioni sul Carmelo e sulla Chiesa”. Muore il 5 gennaio 2006 e lo portano a riposare nella sua terra, nel giardino del convento di Nkolbisson. Subito inizia a mantenere la sua promessa e le vocazioni arrivano, soprattutto in Camerun. E cominciano a piovere anche altre grazie. 

Dice: “Il prete aveva qualcosa di speciale in sé, era bello nella sua tonaca e la croce riposava piacevolmente sul suo cuore. Era la croce del Signore, era così bella, non per il materiale con cui era fatta, ma io la trovavo bella, molto bella e non so perché…”.

Si impegna nell’attività liturgica, nel coro fa il chierichetto.

Alla mamma che un giorno gli fa osservare che è un po’ troppo corteggiato dalle ragazze, prevenendo altre domande, troncò ogni sospetto dicendo. “So quello che pensi, ma ti posso assicurare che custodisco intatta la mia purità. Ho pregato Gesù di darmi il dono della castità e non ho alcun dubbio che sarò esaudito… Voglio essere sacerdote e voglio arrivare puro al sacerdozio”.

Questo ragazzo è innamorato del Sacerdozio, è tutto in funzione della sua vita Sacerdotale.

Un’altra bella espressione:

“Vorrei guarire solo per essere sacerdote. Mi porterete in chiesa sulla carrozzina e io vi resterò tutto il giorno per far compagnia a Gesù e per amministrare il sacramento del perdono. A sera, verrete a prendermi…”.

È tutto intessuto di Sacerdozio e del suo amore per la vita Carmelitana.

Questo tema del far compagnia a Gesù, delle due ore di Orazione da fare ogni giorno, della visita al Tabernacolo, è tutto un tema presente nelle Costituzioni dei frati Carmelitani.

È bello sapere — forse non lo sappiamo, penso che ancora si faccia — che la comunità Carmelitana di Nkolbisson ogni sabato sera recita il S. Rosario e il canto della Salve Regina presso la tomba di Jean Thierry, ed è sempre ricoperta di fiori e di lumi accesi.

Ho pensato di farvi conoscere questa bella figura, fra Jean Thierry del Bambino Gesù e della Passione. L’8 dicembre ricorre la data della sua professione solenne, quindi è la sua festa, possiamo chiedere un regalo a Jean Thierry, possiamo dire a fra’ Jean Thierry: “Aiutami in questa cosa, è una situazione disperata”.

Quante volte ricevo le vostre mail di bambini che stanno morendo, di mamme che stanno per morire, di papà che hanno il cancro, di situazioni drammatiche, terribili, però ricordatevi, se vi fa la grazia, per dovere di riconoscenza, dovete immediatamente informare e portare tutti i documenti, questo è importantissimo.

“Fammi questa grazia, concedimi questa grazia, tu che sai cosa vuol dire doversi adattare a una volontà di Dio diversa dalla propria — lui voleva diventare Sacerdote e invece muore molto prima — concedi a me questa grazia, chiedi a Dio Padre di avere pietà di me che faccio questa domanda come il centurione che domanda per il suo servo, e se la mia fede non è grande la unisco alla tua. Metti tu nella mia fede ciò che manca, attira tu lo Sguardo benedicente del Padre su questa situazione drammatica, concedi la grazia a questa persona, a questo bambino, a questa mamma, a questo papà, a questo amico, a questa amica, ridagli ancora la possibilità di andare avanti negli anni, qui sulla terra, per poter crescere nell’amore di Dio, per poter testimoniare al mondo il miracolo che ho ricevuto da Dio”.

Io ve lo auguro proprio di cuore, spero di ricevere per Natale qualche bella testimonianza, fosse anche una sola, ma io credo che potranno essere di più. Io ho tanta fede in questo, credo tanto nel potere e nell’intercessione dei Santi, ci credo proprio tanto perché ho visto cose bellissime fatte dai Santi, e nella comunione dei Santi loro ci ascoltano e ci aiutano, se noi abbiamo fede loro ci aiutano e io spero per Natale, di quest’anno, di ricevere qualche bella e-mail o qualche telefonata dove mi si dica:

“Padre Giorgio, Jean Thierry mi ha fatto la grazia. Ho ottenuto la grazia, adesso le mando tutti i documenti che affermano, che testimoniano davanti a chiunque che è stato concesso un miracolo enorme”.

Aspetto con fiducia e spero tanto di ricevere presto vostre notizie. Fatelo con fede, fate questa Novena con grande fede. Io non lo so chi la farà, ma sono sicuro che sarete in tanti a farla e anche io vi prometto che la farò anche io questa Novena, anche io la farò, sceglierò una bella preghiera alla Vergine Maria — perché l’8 dicembre è una data molto cara anche a me — e la farò da confratello di fra Jean Thierry, per chiedere a lui di esaudire le vostre preghiere, chiederò proprio a Jean Thierry di esaudire le preghiere di coloro che in questi nove giorni, avendo conosciuto la sua storia, si rivolgeranno lui per ottenere un miracolo. 

La mia Novena sarà fatta a lui per voi, per supplicarlo di avere un occhio di riguardo a quello che voi chiederete.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. Amen. 

Fra Jean Thierry prega per noi. Amen.

VANGELO (Mt 8, 5-11)

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: “Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente”. Gli disse: “Verrò e lo guarirò”.
Ma il centurione rispose: “Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa”.
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: “In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”.

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