Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di domenica 1° gennaio 2023 – Maria Santissima Madre di Dio, Regina della Pace
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.
VANGELO (Lc 2, 16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Testo della meditazione
Scarica il testo della meditazione in formato PDF
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a domenica 1° gennaio 2023. Festeggiamo oggi la Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal secondo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 16-21.
Auguri! Auguri! Auguri!
A tutti voi e a ciascuno di voi in particolare.
Non ho avuto la possibilità di conoscere moltissimi di voi, non so neanche che volto abbiate, non conosco la vostra voce, la vostra storia, non so chi siate, non so chi sia tu che in questo momento stai ascoltando la mia voce, però a me sembra di conoscervi da sempre e non lo dico in modo romantico o retorico, ma è così: guardando la mia Madonnina che ho sulla scrivania, mi sembra di vedere il volto di ciascuno di voi, perché siamo tutti profondamente e radicalmente diversi, ma allo stesso tempo siamo tutti estremamente uguali, perché figli dello stesso Padre e della stessa Madre, Maria.
Queste non sono solo parole, ma è la realtà: siamo noi che con le nostre scelte alle volte abbiamo un po’ confuso e nascosto questa verità fondamentale.
E allora oggi voglio essere veramente, spero, il primo che ti dice una cosa. Penso e credo (e per me lo è sicuramente ma credo che lo sia in assoluto) che la cosa più bella e importante che in questo primo giorno dell’anno ci possa e ci debba essere detta sia questa:
Ti voglio bene!
È vero: noi diciamo “No, ma deve essere tutto in Dio; lei, Padre, dovrebbe dire che Dio mi ama attraverso di lei”. Beh, questo è certo e sicuro, ma oggi voglio dirti che io ti voglio bene, perché è importante sapere che qualcuno che vediamo ci dica “Ti voglio bene”, ci dica “Tu sei importante con la tua storia, la tua vita, con tutto il bagaglio di sofferenze, di fatiche, di incomprensioni, di dolore che porti dentro di te e che, magari, nessuno o pochissimi vedono, sanno e capiscono”.
Allora si ripresenta la domanda: “Come fa a volermi bene se non sa neanche chi io sia?”. Credo che il Libro di Tobia ci aiuti molto a capire a che livello siamo: Tobia viene condotto dall’Arcangelo Raffaele — Tobia ancora non sa che è un angelo — ad incontrare e a sposare Sara che non aveva ancora visto in vita sua e non sapeva nemmeno chi fosse. Se voi poi leggete la storia di queste due bellissime persone, vedete quanto l’obbedienza e l’amore salveranno la vita di Sara, di Tobia e di suo padre: una storia bellissima dell’Antico Testamento!
In Dio noi ci conosciamo già tutti, e questo è vero e reale: noi abbiamo l’illusione che ci conosciamo tanto quanto ci frequentiamo, tante quante pizze mangiamo insieme, tanto quanto stiamo insieme, tanto quanto parliamo; poi, magari vediamo matrimoni di trenta o quaranta anni di vita insieme in cui i coniugi neanche si conoscono… la «famiglia menù» dove non sanno neanche più parlarsi, non c’è più niente.
Invece, poi, ci sono persone che magari non si sono mai viste, ma grazie all’unione in Dio, di cui poi parleremo meglio, sono rese profondamente e realisticamente fratelli e sorelle. Allora è importante che oggi, tra le tante parole che diremo, che sentiremo, che ci verranno dette, non so se qualcuno ci dirà: “Ti voglio bene!”.
Nel primo giorno dell’anno, dunque, sento di volerti dire che ti voglio bene, che per me sei prezioso, che sei preziosa; sento che questo giorno, il primo dell’anno, deve essere il giorno in cui riconosco che la tua vita, la tua esistenza, il tuo esserci per me è importante, che non sarebbe uguale senza di te; che non è vero che “nessuno è indispensabile” e quindi “morto un papa se ne fa un altro”. Non ho mai creduto a questa cosa, che è falsa. È come un’offesa al progetto di Dio, per il quale tutti siamo indispensabili. Voi pensate banalmente, ma proprio banalmente: se io non ci fossi, se io fossi morto ieri, le parole che ascoltate oggi non ci sarebbero. E non si potrebbe dire: “Beh, non le dici tu, le dirà un altro!” Non è vero! Se non le dico io non le dice nessuno: quello che fai tu come mamma, tu come papà, tu come figlio, tu come lavoratore, tu come educatore, tu come sacerdote non lo può fare nessun altro perché Dio non ha fatto cloni e quello che puoi fare tu, lo puoi fare solo tu.
Quindi siamo veramente tutti importanti; io, magari, qualche volta… a me piace, quando ho un po’ di tempo… vi posso assicurare che leggo sempre tutti i vostri commenti che scrivete, ad esempio, sul Canale Telegram “veritatemincaritate” al quale vi invito ad iscrivervi, iscrivetevi a questo Canale perché, guardate, è veramente bello! All’inizio avevo un po’ di perplessità, sono sincero, non so, non mi conquistava molto (forse perché ero un po’ ignorante e non sapevo usarlo bene) però poi ho imparato a vedere come usarlo e devo dirvi che adesso mi piace di più di tutti gli altri… No, scherzo, sono tutti i belli i nostri social che usiamo… ma Telegram è bello perché non so, quando vedo i vostri commenti, leggo le vostre piccole testimonianze, i vostri messaggi che lasciate, che mi lasciate o che lasciate tra di voi, anche se non vi conosco e guardo e vedo solo un po’ i nomi e mi immagino i volti però ecco, (alcuni scrivono anche commenti su YouTube, ma io non rispondo, quindi se volete qualche risposta, scrivete su Telegram dove rispondo: anche se raramente, talvolta scrivo qualche risposta) è veramente bello vedere quanto Dio opera nella vita delle persone, quanta grazia di Dio c’è in giro nelle case, nei letti delle persone che vanno a riposare pregando, che si svegliano pregando… che bello quando sento qualcuno al telefono che dice: “Padre, Padre, guardi che io adesso recito il Salterio di Gesù e Maria tutti i giorni e anche più di uno!”. Bene! La mia vita ha avuto un senso! Sono contento di quel mese di ottobre, ci tenevo tanto a finirlo e la Madonna mi ha dato questa grazia e sono contento di sapere che questo Salterio di Gesù e di Maria è diventato la vostra preghiera, la nostra preghiera e spero di incontrare qualcuno di voi in giro per il mondo e di riconoscervi perché abbiamo in mano il Salterio di Gesù e di Maria, la Corona delle quindici poste… speriamo, sarebbe proprio… “Lei ascolta Padre Giorgio Maria?”; “Sì, sono io Padre Giorgio Maria!” Può succedere … vedere uno che ha in mano la Corona e chiedersi: “Oh mamma, quello lì è uno che ascolta o è lui, chi sarà?” Eh… è il bello dell’essere nascosti dietro a un audio e così, magari, il volto non si riconosce subito…
Oggi è il primo giorno dell’anno e ci permettiamo qualche parola in più anche di rinfrescante umanità cristiana, di un po’ di festa insieme, ma credetemi… non è una retorica… non so se passi dalla voce, se ci fosse il video sicuramente passerebbe dal volto … credetemi: mi sembra di essere qui in una grande assemblea dove ci vediamo tutti, dove ci salutiamo tutti, dove ci sorridiamo tutti e dove tutti ci diamo una mano per arrivare al Regno di Dio, per andare incontro al nostro Re e alla nostra Regina. Ed essere amati, sapere di essere amati fa la differenza perché poi in quest’anno arriveranno i giorni bui, arriveranno i momenti in cui diremo: “No, che senso ha andare avanti così, che senso ha vivere… non ce la faccio più!” Arrivano quei momenti, arrivano e uno non entra nel buio oscuro e assoluto solo e unicamente se sa che per qualcuno sarebbe un dolore immenso, inconsolabile; se sa che per qualcuno veramente conta la sua presenza. Ecco, in quel caso, credo veramente che uno possa resistere dalla tentazione di volare nell’abisso.
E allora scrivetevi su un foglietto, su un santino (se avessi qui un santino lo scriverei io uno per ciascuno di voi): “Ricordati che ti voglio bene. Padre Giorgio Maria” e io so che voi un po’ mi conoscete, voi sì che mi conoscete, e che credete a quello che vi sto dicendo, so che non dubitate di questa mia frase.
È vero: in tanti modi cerco di dimostrarvelo con queste omelie quotidiane che, è vero, sono un sacrificio e non si può nascondere che siano un sacrificio, che richiedano un sacrificio e non solo a me… certamente a me che le faccio, ma anche a tutti coloro che non conoscete e che collaborano per la pubblicazione, per l’impaginazione, per la scrittura … è un lavoro grosso per offrire a tutti il sussidio migliore… ma è un sacrificio che si fa volentieri.
Oggi è il primo giorno dell’anno e pensare che anche quest’anno per grazia di Dio ho fatto 365 meditazioni e ho coperto tutto l’anno… beh, insomma, uno che si guarda indietro dice: “Signore, non c’è stato Natale, non c’è stata Pasqua, non c’è stato primo dell’anno, non c’è stata Assunta, non ci sono state domeniche!” È certamente una grazia di Dio; è un sacrificio perché porta via tempo e richiede dedizione, studio e quant’altro, ma è un modo (ce ne sono mille che si possono usare) che a me è sembrato il più utile per dirti “Ti voglio bene” e se te lo dico ogni giorno mettendomi qui in una camera, chiuso, davanti a un cellulare nero, buio che registra la mia voce (ogni tanto lo tocco perché mi sembra morto e vedo se registra!) e davanti alla mia Madonnina senza mani perché le hanno amputato le mani, è questo il modo attraverso il quale uno dice: “Con questa costanza ci sta dicendo che ci vuole bene”. Però bisogna anche dirlo perché ci fa bene sentircelo dire, ci rincuora, ci dà coraggio: ditelo alle persone che avete accanto, non aspettate che siano sotto terra per andare a portare loro i fiori, ditelo mentre son vive, fatelo sentire mentre sono vive, fate una carezza, regalate un fiore, mettete un pensierino su un biglietto…
E allora, dopo questi diciannove minuti di umanesimo cristiano leggiamo che cosa ci dice oggi l’anima del Purgatorio.
L’anima unita a Gesù ha ella sola diritto sul suo Cuore, ne è la padrona, Egli non le nega nulla.
Avete visto? Vedete quanto è reale tutto questo: più noi siamo uniti a Gesù, più noi abbiamo diritto sul suo Cuore, addirittura siamo i padroni del suo Cuore! Se è importante per Gesù tutto questo, come può non esserlo per noi, tra noi? Quanto è bello, quanto è buono, quanto è soave che i fratelli vivano insieme (Sal 133)! Come può non esserlo per noi? E oggi, che è il primo dell’anno è un po’ come Natale; dovrebbe essere quel giorno che dedichiamo a quel bel stare insieme, quel volerci bene, quel dircelo e anche quel ricordarci la necessità di essere uniti insieme a Gesù… uniti insieme a Gesù!
Avrei tante cose da dirvi a tal riguardo, ma voi non mi comprendereste. Bisogna attendere i momenti voluti da Dio. Se volete, non tarderanno a giungere. Gesù ha grande desiderio d’unirsi totalmente a voi, più che non possiate ancor comprenderlo in questo momento.
Ogni tanto mi chiedo: chissà se noi abbiamo questo stesso desiderio di Gesù. Non dico subito immediatamente con Gesù, ma con qualcuno che vediamo, perché, se noi non desideriamo essere uniti con nessuno che vediamo sulla Terra, come potremmo mai essere desiderosi di essere uniti a Gesù che non abbiamo mai visto? Ma uniti nel senso bello di unità spirituale… come è possibile? Desidero essere unito alla Vergine Maria e non ho mai avuto il desiderio di essere unito interiormente a qualcuno…
Circa due o tre settimane fa sul canale Telegram ho postato un video molto bello di Alberto e Carlo (mi sembra si chiamassero così), due ragazzi (di cui adesso è in corso la causa di beatificazione) che hanno vissuto un’amicizia stupenda, hanno fatto parte dei Gen… ho postato il video che trovate anche su YouTube… Alberto e Carlo amavano tanto Gesù, quindi si volevano tanto bene, avevano un’amicizia bellissima!
Noi come coltiviamo le nostre amicizie? Quando parliamo dell’amicizia con Gesù, come possiamo immediatamente non pensare a quei volti, a quel volto che Gesù ha messo sulla strada della nostra vita per vivere, per provare anche concretamente la bellissima realtà dell’unità spirituale? Sembra che ci siano persone che siano a posto così: si alzano, pregano, mangiano, lavorano, mangiano, lavorano, mangiano, dormono, pregano, fanno le loro cose… la spesa, le pulizie, il footing… punto! Ma sono unite a chi? Desiderano l’unità con chi? Boh! Non si sentono mai parlare di questo desiderio di unità…
Siate molto vigilante su voi stessa; è cosa sì buona amare Gesù; è sì consolante passare immediatamente, senza transizione, dall’unione intima della terra all’unione ancor più intima del Cielo.
Sentite che calore hanno queste parole? Le parole di questa suora del Purgatorio? Sentite che consigli profondi che ci sta dando? Vigilare su voi stessi per crescere sempre di più in questa intima unione con Gesù affinché si passi dalla terra al Cielo! Sarebbe bello!
Ciò che ci fa “saltare” il Purgatorio è proprio questa unione: la morte diventa semplicemente una porta che si apre da un’unione parziale a un’unione totale senza soluzione di continuità; la morte diventa proprio la balestra che ti lancia come una freccia direttamente nel Paradiso perché tu hai passato tutta la vita a caricare la balestra, a caricare il desiderio, ad alimentare e costruire l’unione con Gesù; la morte è il “click” del grilletto, non è la mannaia che ti cade sulla testa, non è la ghigliottina, non è la fine di tutto: è il “click” del grilletto che spara la freccia tra le nuvole del Cielo e là resta! Questo è la morte: è un “click”! Dovrebbe essere così se abbiamo passato la vita a tirare la corda della balestra, altrimenti il “click” fa cadere la freccia per terra e lì è un po’ brutta la cosa! Se hai vissuto tutta la vita pensando solo alla Terra e preoccupandoti solo della Terra, è chiaro che la freccia andrà in terra!
Riflettete su tutto ciò che vi dico. Una sola delle vostre azioni offerte per mio sollievo, con purità d’intenzione, quando siete molto unita a Gesù, mi consola più di molte preghiere vocali. Più presto vi perfezionerete, più presto parimenti avverrà la mia liberazione.
Quando noi ci chiediamo: “Che cosa posso fare per le anime del Purgatorio?” Te lo dice lei: un’azione, qualunque essa sia, offerta con purità di intenzione, unita a Gesù vale più di mille preghiere vocali! Se vogliamo veramente fare del bene alle anime del Purgatorio, come abbiamo detto in questi giorni, offriamo le nostre azioni, una nostra azione, quella azione precisa con purità di cuore, con una grande unione a Gesù per le anime del Purgatorio e questo vale più di molte preghiere vocali.
È vero che la Madre Superiora ha molto sofferto in questi ultimi giorni, ma un giorno di grandi sofferenze, simili a quelle che ella prova talvolta, è di maggior profitto per la sua anima e per tutta la Comunità che dieci giorni e più di buona salute, nei quali possa agire e far tutto quel che dipende dai doveri della sua carica.
Tutto il contrario di quello che noi pensiamo: noi pensiamo che più stiamo bene, più riusciamo a fare quello che ci tocca, quello che ci compete e meglio è. Invece no: è proprio la sofferenza patita, offerta con Gesù e per Gesù che dà maggior profitto a noi e agli altri. Quest’anima del Purgatorio ci sta insegnando che dobbiamo proprio mutare la nostra prospettiva, il nostro modo interiore di porci davanti alle situazioni, di valutarle.
Sì, conoscevo tutte le pene del vostro Padre; ecco perché, alla vostra domanda se si fosse un po’ riavuto dopo le sofferenze patite, rispondevo di no, senza aggiungere altro particolare, perché non volevo farvi stare in apprensione. Sareste rimasta inquieta, sapendolo talmente sofferente, e poiché pensate a lui dinanzi al buon Dio, anche più del solito, senza dubbio per un’ispirazione particolare, ho creduto esser meglio che egli stesso vi facesse conoscere tutti gli strazi da lui provati. Gesù gliene terrà conto; le anime che tanto rimpiange si trovano in questo momento in Purgatorio, ma per poco tempo, soprattutto il sacerdote che il buon Dio voleva ricompensare e i due giovani che voleva preservare togliendoli da questo mondo, in cui quanto vi ha di migliore può divenir cattivo. Ditegli che si consoli al pensiero che Gesù lo ama molto e gli riserba, a preferenza di tanti altri, un posto tutto speciale nel suo Cuore. Lì egli deve andare in ispirito a riposarsi e a ritemprar l’animo per continuare quel che ha intrapreso per il suo divin Signore.
C’è proprio un mistero legato alla sofferenza che non deve essere risolto per forza, ma forse deve essere semplicemente portato e dobbiamo anche imparare a stare un po’ al nostro posto e non voler sempre capire tutto, dare un perché a tutto, un motivo a tutto. Restiamo anche nella posizione di quelli che non capiscono niente e si lasciano serenamente condurre dal Signore.
E adesso vi saluto con questa bellissima preghiera che io recito ogni giorno dopo la Santa Messa e che mi sembra veramente molto, molto bella. Dite più volte al giorno:
O mio Dio, compite su di me i vostri disegni e concedetemi di non frapporvi alcun ostacolo con la mia condotta.
Gesù mio, voglio quello che Voi volete perché Voi lo volete, come lo volete e tanto quanto lo volete!
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.