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Le Litanie Lauretane: Regina martyrum e Regina confessorum

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 26 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

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Le Litanie Lauretane: Regina martyrum e Regina confessorum

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 26 maggio 2022.

Oggi festeggiamo San Filippo Neri, Sacerdote, un grande, meraviglioso, Santo Sacerdote, che credo un po’ tutti conosciate.

Abbiamo letto il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XVI di San Giovanni, versetti 16-20.

Il mondo si rallegrerà…

Certo, il mondo si rallegra per tutto ciò che è contro la vita, la verità di Gesù, per tutto ciò che è contro Gesù.

Chi invece ama Gesù, ha pianto allora e piange ora, per tante cose che si continuano a fare contro il Signore.

Proseguiamo la nostra lettura del commento alle Litanie di Don Giorgio Basadonna, siamo arrivati a “Regina Martyrum” e “Regina Confessorum”.

Regina dei Martiri

“Maria è la «regina dei martiri» perché lei è stata la prima a subire il martirio, la sofferenza atroce del Figlio che si ripercuoteva in lei, nel suo cuore di madre. Quello che Gesù soffriva nel corpo sulla croce, e prima nella tortura della flagellazione e negli insulti dal giardino degli ulivi fino a Pilato, Maria lo condivideva nel cuore. Gesù ha voluto che sua madre lo seguisse fino al Calvario per renderla partecipe della sua sofferenza redentrice: così Maria è realmente la prima «martire» cristiana”.

La prima testimone della sofferenza di Gesù.

“La comunità cristiana è sempre in martirio, sia nel senso etimologico (martire è un vocabolo greco che significa «testimone») sia anche nel senso più comune di perseguitata, condannata e maltrattata da chi non la condivide.

Gesù l’ha affermato con estrema chiarezza: «Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi» (Gv15,20), e nella preghiera dell’ultima sera chiede al Padre di custodire i suoi discepoli perché «il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo» (Gv 17,14).

Maria riceve questa volontà di Gesù quando, sotto la croce, si sente affidare Giovanni come suo figlio: ora essa è madre di tutti coloro che saranno perseguitati per il nome di lui.

Ogni periodo della vita della Chiesa è stato un periodo di persecuzione: dai primi giorni, dalle persecuzioni volute dall’Imperatore romano, fino ai giorni nostri, dai lager ai gulag, dall’odio dichiarato all’esclusione subdola, dal pubblico rifiuto alla accusa mascherata, sempre il cristiano sente su di sé il peso dell’odio che si scarica su chi vuole seguire il Vangelo senza eccezioni”.

Questa esperienza si può fare e si fa ovunque. In tutti i sensi, non esiste un luogo dove si è al riparo dalla persecuzione contro Gesù e quindi contro tutti i Suoi discepoli. Chi è veramente discepolo di Gesù, chi veramente ama Gesù, sicuramente viene perseguitato, a tutti i livelli.

Noi ci scandalizziamo ancora di queste persecuzioni, perché noi vorremmo che fosse diverso, noi crediamo che dovrebbe essere diverso, ma questa persecuzione è una garanzia, la garanzia di autenticità. Vuol dire che quel cammino di fede è veramente un cammino cristiano, e quindi, come Gesù, il vero discepolo rivive la persecuzione, l’odio, la Passione di Gesù, nella sua persona.

“Maria incoraggia e accompagna, Maria condivide la sofferenza, la solitudine, il carcere e la tortura, offrendo a tutti la forza che viene da Colui che ha vinto sulla croce”.

Di fatto, la persecuzione e la croce sono uno scandalo, ecco perché tutti fuggono: perché la domanda è una domanda seria.

Io sono sicuro che questa domanda nell’animo di Giuda ha scavato quel solco profondo, che non si è più colmato: «Se Gesù è Gesù, se Gesù è il liberatore, se Gesù è il Figlio di Dio, perché non ha messo insieme un gruppo di persone che anche socialmente, religiosamente, politicamente operassero una reale liberazione del popolo di Israele, un po’ come ha fatto Mosè?»

Loro avevano in mente Mosè. Questo, quando si è messo a voler liberare il proprio popolo di Israele, la prima cosa che ha fatto è stata, innanzitutto, ammazzare un Egiziano, così, tanto per essere chiari.

Mosè ha ammazzato un Egiziano, ha fatto una giustizia sommaria, e poi ha cominciato a schierarsi, poi ha messo insieme un gruppo di persone, poi ha fronteggiato in modo chiaro il Faraone, poi ci sono state le Piaghe d’Egitto, poi finalmente li ha portati fuori tutti.

Perché Gesù non ha fatto la stessa cosa?

Gesù era un po’ di più di Mosè, anche Lui poteva fare una sorta di Piaghe d’Egitto 2.0, poteva farle anche Lui… e invece no… e invece no.

Questo è stato molto scandaloso eh…

Pietro sicuramente è durato di più di Giuda, ma quando Gesù gli ha detto: «Rimetti la spada nel fodero!», basta… basta, quello è stato un limite insuperabile.

Lui pensava: «Ti amo, ti seguo, sono pronto a morire per Te (era tutto vero), ma alle mie condizioni, secondo le mie prospettive, non secondo le Tue», cioè: «Io sono pronto a morire per Te con la spada in mano, non a morire con Te e per Te sulla croce, flagellato, sputato, pestato, e di tutto di più».

Noi abbiamo questa logica mondana nella testa eh…

La Vergine Maria che condivide la nostra sofferenza, la sofferenza di tutti quei martiri Cristiani che in questi ultimi tempi ormai non si calcolano più, il carcere, la tortura, la Vergine Maria che ci dà la forza, non è proprio un’immagine che abbiamo in mente noi.

Noi abbiamo in mente un’immagine di successo, un’immagine di scacco verso gli avversari, un’immagine di forza, di vittoria, di potenza, ma Gesù non ha in mente questa immagine, perché non riflette la sua immagine.

Tra l’altro (sicuramente voi lo saprete meglio di me), oggi è l’anniversario del Battesimo di Padre Pio, avvenuto il 26 maggio del 1887. Pensate… ed è anche il giorno in cui ricorre la Festa della Madonna di Caravaggio, quindi, è una data molto bella e chi abita vicino a Caravaggio vada ad accendere una candela per tutti noi.

Ritornando al discorso di prima, io mi sono sempre detto: «Ma perché il Signore non ha fatto diventare Padre Pio Generale dell’Ordine?»

Voi vi immaginate se un uomo come Padre Pio fosse diventato Generale dell’Ordine dei Cappuccini? Quante cose avrebbe messo a posto!

Perché non l’ha fatto diventare Rettore Magnifico di qualche Università Cattolica?

Perché non l’ha fatto diventare Cardinale?

Voi vi immaginate Padre Pio da Pietralcina, Papa della Chiesa?

Cosa avrebbe fatto quell’uomo di bene!

Ma questa è una logica umana, questo è quello che avremmo fatto noi, non quello che avrebbe fatto Gesù; infatti, Gesù ha fatto esattamente il contrario.

Questo ci insegna quanto dobbiamo imparare ancora la logica della croce, perché Gesù non ha seguito quella strada.

Vi ricordate che, quando vanno da San Filippo Neri ad offrire (più di una volta) la nomina episcopale, San Filippo Neri risponde: «No, grazie, preferisco il Paradiso». Interessante…

“La natura umana si difende sempre da ogni forma di sofferenza e tende a una vita senza dolore: qui è la tentazione più forte per il cristiano se non è vigilante, come quella notte i discepoli non seppero sostenere l’agonia di Gesù”.

Noi non vogliamo soffrire, noi non vogliamo patire, noi non vogliamo la croce, è così, è una legge proprio di natura.

Ci vuole una grandissima esperienza di Gesù, e anche una grandissima conoscenza del Signore, perché se no noi fuggiamo dalla Sua agonia.

“La devozione alla Madonna tiene il cuore vigile «per non cadere in tentazione» (Mt 26,41), e ne condivide la sofferenza perché nessuno si senta sopraffatto dal peso del male.

Maria è la regina dei martiri anche per coloro che in nome di Gesù sanno rifiutare situazioni di comodo vissute nell’inganno o nel compromesso, coloro che non seguono la logica del mondo e dal mondo vengono eliminati”.

Quindi, proprio di coloro che sono veri discepoli, che dicono “No” a tutto ciò che è falso, che sa appunto di “mettiamoci d’accordo”.

“Oggi come ieri, il martirio è condizione quotidiana per molti che non accettano scorciatoie né si sottraggono al proprio dovere duro e pesante: madri e padri di famiglia, coppie in difficoltà, lavoratori e professionisti, che non vendono la propria coscienza…”

Mai come oggi queste parole sono attuali!

 “… per una facile carriera, sono schiere di martiri, fedeli testimoni di una sequela coraggiosa”.

E, aggiungo io, ce ne sono tanti.

Io ho avuto la grazia di conoscerne tanti, soprattutto ultimamente, veramente uomini e donne fedelissimi alla loro coscienza, che, costi quel che costi, in tante occasioni, in tante situazioni, hanno saputo manifestare una fedeltà encomiabile proprio, bellissima, veramente bellissima, molto istruttiva, molto educativa, di grande esempio.

“E c’è anche il martirio della malattia, della infermità che umilia e isola, della debolezza fisica e mentale che deprime”.

Anche lì la Vergine Maria è presente.

“Invocare la Regina dei martiri allarga il cuore e rinnova le forze per prendere su di sé il peso della propria croce qualunque essa sia: il dolore viene offerto, si unisce al martirio di Cristo e diventa redenzione”.

 

Regina dei Confessori della fede

“Il termine «confessore» può essere malinteso, e far pensare al

«prete che confessa», o a chi denuncia un reato proprio o altrui. Invece, (questo è importante) nel linguaggio liturgico significa la persona che «confessa» Gesù Cristo, cioè che esprime la sua fede in lui, e lo dichiara uomo e Dio, venuto al mondo per salvare l’umanità”.

Questo è il Confessore della fede!

“Confessare Gesù è accettare la sua parola, fidarsi e affidarsi a lui, mettersi alla sua sequela e voler essere discepoli di lui, come all’inizio quando, superato il primo moto di paura o di incredulità, qualcuno sceglieva di stare con lui.

Gesù è molto esigente (questo tutto lo sappiamo), e vuole che «confessarlo», mettersi alla sua sequela non sia soltanto il frutto di un momento emotivo, ma provenga da una scelta precisa motivata e consapevole. Nei vangeli vengono ricordate le condizioni che Gesù pone alla sua sequela: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (cf Lc 9,23) e sembra quasi pretendere atteggiamenti crudeli: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti… Nessuno che ha posto mano all’aratro e si volge indietro è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,57ss)”.

In realtà non sono atteggiamenti crudeli, in realtà è la priorità!

Vuole dire: «Fai un ordine dei tuoi interessi! Dai un uno, un due e un tre». Ecco che cos’è!

“È lo stesso Gesù che di fatto nei secoli chiama a seguirlo e rende

capaci di rispondere alle sue richieste: la storia della Chiesa è carica di persone all’apparenza deboli e fragili che hanno seguito la loro vocazione con un eroismo insospettabile, frutto unicamente dell’amore di Dio”.

È verissimo. Come vi dicevo prima, è verissimo.

“La santità è la «vocazione universale» del cristiano, come afferma il Concilio Vaticano II (cf «Lumen gentium»), è la disposizione fondamentale di una fede che voglia diventare vita.

Ecco, allora, il richiamo di Maria, regina dei confessori, richiamo che viene dalla sua stessa santità, dalla sua risposta obbediente al disegno di Dio, e la rende «santissima».

Essere devoti della Madonna vuol dire essere determinati a diventare «confessori», cioè discepoli e testimoni di Cristo, persone che con la loro vita rendono efficace e concreto l’insegnamento di Gesù, e offrono al mondo la certezza che la sequela di Gesù è un bene, una scelta che rende grandi e liberi e apre possibilità e capacità immense”.

Questi sono i Confessori della fede, e ce ne sono tantissimi, grazie al Cielo, tantissimi.

Certo, non fanno notizia, non fanno rumore, però ci sono.

“È la Madonna che aiuta a essere confessori, che spegne timori e indugi, cancella ripieghi e fughe…”

«Non ce la faccio… Ho paura… Poi cosa accadrà? Cosa mi dirà? Cosa succederà? Ma qui… Ma là…»

Quanti di questi ragionamenti mondani abbiamo nella testa!

«Non toccherà mica a me… Non dovrò farlo io…», e avanti…

“… rende forti di fronte alla seduzione del mondo con le sue promesse e le sue prospettive ingannatrici”.

Poi, il mondo, cos’è che ti dà? Il potere? La ricchezza? Per quanto?

E poi? E poi, come dice quel papà: «Eh… Padre Giorgio, c’è il Giudizio di Dio!» Eh… sì, è proprio vero… non è oggi, non è domani, c’è il Giudizio di Dio, quello arriva sempre.

“Non si può dirsi devoti della Madonna, invocarla come «regina dei confessori» e poi vivere una vita mediocre, seguire la massa che si accontenta di mezze misure e scandalizza chi vorrebbe vedere nel cristiano una persona coerente, diversa, onesta e intonata col messaggio evangelico”.

Certo! I mediocri, i tiepidi, quelli che sanno un po’ stare da tutte le parti, io li chiamo “le rane bollite”. Sono quelli che ti guardano con questa faccia e con questi occhi un po’ da tonti, con questo sorrisino un po’ ebete che va bene per tutto, sono come un soprammobile: li metti qui e vanno bene, li metti di là e vanno bene, va sempre bene.

“Il mondo, oggi specialmente, ha bisogno di «confessori»: di fatto non mancano nel popolo di Dio nella umanità più semplice, ma ce ne vogliono sempre di più come argine alla ondata di egoismo […]”.

E di opposizione al Vangelo di Gesù.

Ecco, allora abbiamo veramente due Litanie bellissime da invocare.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

VANGELO (Gv 16, 16-20)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

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