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Saper dire Grazie!

Grazie

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 10 novembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Saper dire Grazie!

Eccoci giunti a mercoledì 10 novembre 2021, oggi ricordiamo San Leone Magno Papa e Dottore della Chiesa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XVII di San Luca, versetti 11-19. 

Questo Vangelo si adatta molto bene al discorso che abbiamo fatto ieri di Giosuè e dei Gabaoniti, abbiamo visto che ciascuno di noi nella sua vita, prima o poi, incontrerà i Gabaoniti e quindi è molto importante quello che abbiamo ascoltato ieri e oggi, per farci capire quale deve essere il comportamento da tenere nei confronti di Dio. In questo Vangelo Gesù guarisce dieci lebbrosi, ma solamente uno, un Samaritano, trova la voglia, il tempo, l’umiltà, la memoria, la riconoscenza, per tornare, prostrarsi davanti a Gesù e ringraziarLo.

Qual è la forma più alta del ringraziamento se non esattamente quello che Giosuè ha fatto fino all’incontro con i Gabaoniti, cioè consultare il Signore? Che cosa c’è di più bello, di più giusto, di più vero, di più doveroso prima di compiere qualunque passo, di consultare il Signore? Bisogna imparare a rimettere sempre tutto nelle mani di Dio, a credere che tutto è nelle mani di Dio.

“Ma devo consultare il Signore per queste persone che mi chiedono aiuto?” Eh sì, se Giosuè l’avesse fatto, avrebbe scoperto ciò che lui assolutamente non immaginava, cioè che era tutto un grande inganno.

Quanti inganni noi incontriamo perché manchiamo di vera riconoscenza al Signore? E quale rimorso ti rimane nell’anima, poi, quando devi ammettere: “Ho fatto di testa mia”? Quale pace  invece resta nell’anima quando dici: “Io ho obbedito al Signore”? Se sto facendo quello che sto facendo, se sono dove sono, non è perché lo voglio ma perché ho obbedito al Signore. Quale pace! Solo a parlarne si sente questa pace. 

Quale pace noi spesso perdiamo quali e quanti inutili dolori sopportiamo perché prima non consultiamo il Signore, quindi facciamo solo di testa nostra. Quanti sbagli anche gravi avremmo evitato nella nostra vita se avessimo prima consultato il Signore. 

Mi innamoro di una ragazza: “È la donna della mia vita, oltre a lei il nulla, è proprio la persona giusta”, mi dico, io penso, io credo. Ma questo è sufficiente? Non dovrei forse chiedermi: “Ma questa è la volontà di Dio per me? È questa la persona che Dio ha pensato per me?” Perché non posso chiederglielo? Se è mio Padre glielo potrò pur chiedere, no?

“Ma poi come fa il Signore a rispondermi?”

Lasciamo che il Signore faccia il Signore! O dobbiamo anche determinare noi come Dio debba rispondere? Intanto chiediamo. 

Quanti di noi farebbero mai una roba del genere? Quanti di noi interpellano prima Dio, prima di prendere una scelta, lasciando a Dio la libertà di dirci anche qualcosa di assolutamente contrario, inaspettato rispetto a quello che abbiamo in testa noi, nella consapevolezza grande, bella, vera che quando noi ci fidiamo di Dio, Dio ci ricolma di grazie inaspettate?

Quando noi obbediamo a Dio, è il Signore che ci prepara la strada, il cammino, è Dio che fa tutto, ma purtroppo, non di rado, ci spaventiamo, ci prende la paura, vediamo nero dove nero non c’è, vediamo buio dove buio non c’è, i nostri piani vengono scardinati, così apparentemente a noi sembra e allora facciamo come Giosuè: decidiamo noi. 

Chiediamocelo: “Io porto tutto a Dio nella preghiera?”

Persino il ringraziamento, che uno dice: “Che bisogno c’è di ritornare da Gesù a dirgli grazie?”. C’è bisogno! Perché il tempo e  le energie per andare a parlargli le hai trovate… e il tempo e le energie per tornare a ringraziare?

Chiediamoci se siamo quelle persone che vogliono sempre fare tutto da soli e con le loro forze, che non chiedono mai, che piuttosto che chiedere aiuto, muoiono. 

C’è veramente una linea molto sottile tra la certezza data da Dio e l’autosufficienza e superare questa linea può costarci veramente caro, può essere veramente un problema.

È difficile discernere quando ciò che pensiamo è un’ispirazione oppure se ciò che pensiamo viene dalla nostra autosufficienza, dalla nostra presunzione. È un’ispirazione o è una presunzione? È difficile da discernere, ci si può ingannare e se ci inganniamo si può pagare cara. 

Dobbiamo stare lontani dalla frettolosità, magari se domani mi ricordo vi leggerò un testo molto bello di don Dolindo sull’azione del demonio e una delle prime cose che dice — vado a memoria — è che il demonio vuole farci operare nella fretta; quindi la frettolosità, il voler fare con le nostre forze, il basarci sulle nostre capacità, questo non viene da Dio e la storia di Gesù insegna che poi tu rischi di fare un patto con le persone sbagliate e, badate, cedendo a un’apparente cosa giusta: “Poverini, soffrono, stanno male, li aiuto”. Sì, ma non è quello che chiede il Signore, non è quello che vuole il Signore. 

Ascoltiamo questo bel testo di Proverbi 3, 5-7:

“Confida nel Signore con tutto il cuore

e non ti appoggiare sul tuo discernimento.”

Confida nel Signore, non cedere alla tentazione di voler fare di testa tua, di pensare che rivolgendoti al Signore perdi tempo, che poi magari mi chiede, mi dice…

“Riconoscilo in tutte le tue vie

ed egli appianerà i tuoi sentieri.”

Cioè, ovunque tu sia, ovunque tu vada, qualunque cosa tu faccia dai a Dio ciò che è di Dio, cioè la fede, l’affidarti, l’interpellarlo, il chiedere.

“Non ti stimare saggio da te stesso;

temi il Signore e allontanati dal male”

Allora, probabilmente, ci verrà nel cuore il pensiero di tornare anche a ringraziare, di tornare a dire: “Grazie Gesù, per il dono, o per i doni ricevuti”. Sarà un dovere, un felice dovere il tornare dal Signore, perché bisogna sempre tornare quando qualcuno ci fa qualcosa di grande. Lui gli ha tolto la lebbra, non è un dettaglio, gli ha ridato una vita, una dignità, una seconda possibilità di vivere. Auguro a tutti di saper fare tesoro di queste cose, a me per primo, e di diffidare sempre di noi stessi e di affidarci sempre a Lui.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

 

VANGELO (Lc 17, 11-19)

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

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