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“Comunione spirituale e comunione psichica” da “Vita comune” di D. Bonhoeffer. Parte 14

Comunione spirituale e comunione psichica

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Comunione spirituale e comunione psichica” tratta dal testo “Vita comune” di Dietrich Bonhoeffer.
Sabato 28 gennaio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mc 4, 35-41)

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 28 gennaio 2023. Festeggiamo oggi san Tommaso d’Aquino, sacerdote e Dottore della Chiesa. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quarto capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 35-41.

Continuiamo la nostra lettura e il nostro commento al libro di Dietrich Bonhoeffer, Vita Comune.

Tra me e l’altro c’è Cristo, perciò non posso aspirare ad una comunione immediata con l’altro. 

Vuol dire che non posso pensare che ci sia una comunione diretta, “io-tu”, perché, abbiamo visto, non sta in piedi se non è fondata su Gesù: una comunione fondata sull’io o sul tu crolla, perché nessuno dei due è capace, ha la possibilità di reggere integralmente l’altro. Abbiamo bisogno di Gesù, che media, che purifica e che ci prepara alla verità.

Solo Gesù ha potuto parlarmi in modo da venirmi in aiuto; per la stessa ragione anche l’altro può ricevere soccorso solo da Gesù. Il che significa risparmiare all’altro tutti i miei tentativi di condizionarlo, di costringerlo, di dominarlo con il mio amore. Senza dipendere da me, l’altro vuol essere amato per come è, vale a dire come uno a vantaggio del quale Gesù si è fatto uomo, è morto ed è risorto, ha conseguito la remissione dei peccati e ha preparato una vita eterna. Gesù è intervenuto in modo decisivo nei confronti del mio fratello, ben prima che io potessi iniziare ad agire, per cui non posso che ritirarmi, lasciando il fratello a disposizione di Gesù, e incontrandolo solo per quello che è già in Gesù . È questo il senso del dire che l’altro si può incontrare solo nella mediazione di Cristo. L’amore psichico si fa una propria immagine dell’altro, di ciò che è e di ciò che dovrà essere. Prende la vita dell’altro nelle proprie mani. L’amore spirituale trae da Gesù la vera immagine dell’altro, cioè l’immagine su cui Gesù ha lasciato e vuole lasciare la propria impronta.

Tra poco Bonhoeffer preciserà ancora meglio in che cosa consista questo amore spirituale, ma vediamo qualcosa senza voler anticipare nulla.

Qualche tempo fa vi ho parlato della bella iniziativa del pregare insieme. Ho suggerito che sarebbe bello che in una famiglia marito e moglie si trovassero insieme a pregare, a mettere Gesù al centro e, quindi, vi dicevo di provare a fare trenta giorni di preghiera davanti al Tabernacolo o davanti al Crocifisso a casa, insieme: un’ora insieme di preghiera, se potete, e vedrete come le vostre vite cambieranno, come cambierà la vostra vita matrimoniale, oltre che la vita individuale. 

Perché? Perché mettete in mezzo Gesù. Se poi recitate il Salterio di Gesù e di Maria, mettete in mezzo Gesù e Maria. Le vite cambiano! Le vite cambiano: i matrimoni cambiano, si salvano, maturano!

Allora qualcuno mi ha scritto chiedendo: “Ma Padre, come si fa? Mia moglie non vuole, mio marito non vuole; se poi lo chiedo, si arrabbia e poi litighiamo. Io lo chiedo, ma lei (o lui) mi risponde male; dicono che…”.

Va bene. Questo è l’ideale. Voi dovete capire che in una predicazione, quando parlo, non posso trattare tutti i casi possibili, perché, se no, capite che impiego mezz’ora per dire una sola cosa se devo declinarla in tutti o casi possibili. È chiaro che io vi propongo sempre il meglio, ma è chiaro che questo meglio non può essere sempre realizzato per tante ragioni.

Questo significa che devo prendere il marito o la moglie e costringerlo o costringerla? Assolutamente no! Qui Bonhoeffer ce lo dice: mettere Gesù tra me e l’altro significa non costringerlo, non dominarlo, non condizionarlo con il mio “amore”. Mettere Gesù al centro significa imparare a proporre, mai imporre e poi lasciar fare a Gesù. Mettere Gesù al centro significa che non faccio io, ma fa Gesù: cambia la prospettiva! Io sono uno strumento, una mediazione della mediazione che è Gesù. Ma poi è Gesù che opera!

Anche su questo, una preghiera: non so bene come voi ascoltiate o leggiate le meditazioni, ma, leggendo alcuni commenti ho la sensazione che le meditazioni vengano ascoltate o lette un po’ male e poi qualcuno le fraintende leggendovi dentro cose che non ci sono. Ecco: dovete stare attenti, se no si crea confusione e la confusione è sempre opera del nemico. Quando leggete o ascoltate una cosa, per favore, state a quello che viene detto, non fate declinazioni o applicazioni fuori contesto, fuori tema che creano pasticci.

È successo un fatto che mi ha colpito molto. Non è colpa di nessuno, sono cose che capitano, non è questione di essere più bravi o più cattivi. Capita di fraintendere, ma bisogna stare attenti, perché nel caso di cui adesso vi parlo, la persona l’ha detto e c’è stata possibilità di correggere, in altri casi la persona non lo dice, va avanti per la sua strada sbagliando e sbagliando gravemente.

In queste meditazioni vi parlo della comunione spirituale e della comunione psichica. Non so come, ma qualcuno, sentendo parlare di comunione spirituale e di comunione psichica, ha pensato alla Comunione Sacramentale, facendo un ragionamento e arrivando a dire che: “Ascoltando questa meditazione ho capito che io sbagliavo a ricevere la Comunione solo in ginocchio e in bocca, rifiutandola in mano: avrei dovuto riceverla in mano perché, se no, facevo un atto di superbia e di mancanza di umiltà”. 

Immaginatevi: quando ho letto queste parole, mi è venuto un colpo! Quando ho letto questo commento, mi è venuto un colpo! Ma da dove viene questa roba? Chi l’ha mai detta? E poi cosa è successo? Da un commento, ne sono arrivati altri: Padre Giorgio ha cambiato idea! È impossibile, finora ci ha insegnato una cosa, adesso ha cambiato idea e ne pensa un’altra!

Nessuno ha cambiato niente; non sono una bandiera che gira di qui e di là! State al testo! È importante! Vedete come richiede ascesi questa cosa? L’ascesi è la prima cosa che dobbiamo fare: quando leggiamo un libro, noi dobbiamo stare al libro, non a quello che noi vogliamo che il libro dica! I nostri pregiudizi, le nostre pre-comprensioni vanno messe da parte; come diceva il filosofo Husserl, bisogna fare una epoché, una “messa da parte” dei nostri pregiudizi e delle nostre pre-comprensioni: stiamo a quello che la persona ci dice e non andiamo a fare fraintendimenti e confusioni.

La domanda è: “Padre Giorgio ha mai parlato della Comunione in mano in questo contesto?” 

No!

Ho spiegato molto bene (perché Bonhoeffer lo spiega molto bene) che cosa significhi “comunione spirituale” e non c’entra niente con il Sacramento, anche perché, essendo luterano, Bonhoeffer non vi parlerà praticamente mai dell’ Eucarestia. Non è il centro della sua riflessione, ma lo è la Parola di Dio. Infatti, quando leggo il suo testo e quando leggo “Parola di Dio”, io aggiungo sempre “e per noi anche l’Eucarestia”, ma non c’entra niente con la Comunione in mano o con la Comunione Spirituale intesa come Comunione in chiesa quando un fedele non può ricevere la Comunione in bocca. Comunione spirituale, qui, (l’ho detto, letto, e ve lo ripeto) non ha niente a che vedere con l’Eucarestia: qui “comunione spirituale e comunione psichica” fanno riferimento alla comunità, alla fraternità, al rapporto con l’altro: il titolo del libro è Vita comune e non “Vita Eucaristica”!

Stiamo al testo, per favore, e poi, se c’è una cosa che stride, prima di partire per la tangente, prima di dire: “Ah, ho capito: ecco la genialata del giorno” e prima di mettere giù la mia riflessione, chiedo, faccio una domanda: “Mi sembra di aver capito così. Forse dovrei fare così. È corretto?”. E poi uno risponde. Ma non può accadere che, se non guardo per due ore i vostri commenti su Telegram, quando lo apro, trovo il cellulare che esplode perché qualcuno fraintende!

Se uno fraintende, poverino, capita! Capita a lui, capiterà a me, a tanti. Stiamo attenti a non fraintendere, ma, se succede, si corregge, può capitare! Infatti qualcuno è intervenuto suggerendo di leggere meglio quello che Padre Giorgio ha scritto o di ascoltare meglio quello che ha detto, perché non ha mai detto queste cose, quindi non fraintendere!

Così come, dicevo prima, qualcuno ha chiesto: “Allora devo costringere mio marito a fare la preghiera?”

No! È una proposta, è un’idea, un metodo buono da proporre, ma non è che devo costringere l’altro “perché bisogna farlo”! No: l’amore non costringe, non domina, non condiziona; l’amore propone! 

“Senza dipendere da me, l’altro vuol essere amato per come è”. Noi dobbiamo amare l’altra persona così com’è ; certo, ci farebbe piacere che, magari, uno fosse migliore. Va bene, lo offriamo al Signore! Noi dobbiamo amare l’altro in quanto lui è, non a livello naturale, ma “in quanto lui è”, nel senso che per lui Gesù è morto, ha dato il suo sangue ecco che cosa significa “amare l’altro per come è”! E Gesù è intervenuto nella sua vita ancora prima che io potessi fare qualcosa o prima che io avessi in mente di fare qualcosa! Gesù gli dà la vita ogni giorno, capite?

incontrandolo solo per quello che è già in Gesù” e “lasciando il fratello a disposizione di Gesù“: bella questa cosa! Poi lo spiegherà meglio: impariamo a lasciare l’altro nelle mani di Dio. Io faccio quello che posso, nel senso di proporre delicatamente. Non vuole? Basta! Io lo affido a Gesù basta! Infatti vedete che cosa scrive:

L’amore psichico si fa una propria immagine dell’altro, di ciò che è e di ciò che dovrà essere. 

È sbagliatissimo, non è amore vero: è amore psichico. Io non devo farmi l’immagine di quello che l’altro deve essere, di ciò che io voglio che l’altro sia. Spesso il fidanzamento si gioca male su queste cose: io non incontro l’altro per quello che è, ma per quello che voglio che sia sbagliatissimo! Dobbiamo guardare l’altro per come egli è, non per come io lo voglio!

Prende la vita dell’altro nelle proprie mani. 

Assolutamente mai fare questa cosa: la vita dell’altra persona è di Dio, non è mia, non riesco a “portarla”. Invece:

L’amore spirituale trae da Gesù Cristo la vera immagine dell’altro, cioè l’immagine su cui Gesù Cristo ha lasciato e vuole lasciare la propria impronta.

Tutta un’altra prospettiva, così come a volte succede che, a proposito di queste meditazioni – queste in particolare perché sono “toste”, ma anche le altre che abbiamo fatto fin qui sono “toste” – qualcuno dica: “Eh, ma Padre, io cado in depressione; sono un peccatore; non riuscirò mai ad arrivarci; non riuscirò mai ad avere questi sentimenti; poi vado a confessarmi e dopo poco litigo ancora, cado ancora nella mancanza di amore spirituale, cado ancora nell’amore psichico, nel poco amore per Dio, ma allora che senso ha fare la Comunione?”.

Nella vita spirituale, vi prego, impariamo ad avere pazienza: non si può avere tutto subito; non siamo dalla parrucchiera a mettere i bigodini che, in tot minuti, ti metti il casco in testa, ti pettinano e vai a casa con i tuoi boccoli d’oro. Con tutto il rispetto per le parrucchiere, avere a che fare con Dio è diverso che avere a che fare con la parrucchiera! È una cosa diversa, quindi non trattiamo Dio come trattiamo la parrucchiera! 

Non si cambia in un giorno, ma neanche in un mese, neanche in un anno: ci vuole tempo! Noi vogliamo tutto subito, ma questo non viene da Dio, questo non è un cammino spirituale cristiano, per cui, se non ho tutto subito, allora vuol dire che allora io non riesco, io non amo il Signore! Ma no! Ma non è vera questa cosa! Tra l’altro questo è un modo “gnostico” di portare avanti le nostre idee! Come se la declinazione immediatamente morale dicesse la bontà delle nostre azioni. Non è vero! Io posso avere delle intenzioni molto buone e molto belle, ma c’è tutto un mondo interiore da rieducare; c’è tutto un mondo fisico da impostare, da modificare e ci vuole tempo! Non è che uno cambia così!

Quello che conta, quello che fa la differenza è ciò che tu vuoi essere, non ciò che tu sei immediatamente. Quindi mi vado a confessare! “E poi cado!” mi confesserò un’altra volta! Tra tot giorni mi riconfesserò. 

“Intanto non faccio più la Comunione!” Ma no! Il ricevere l’Eucarestia, l’andare a fare la Comunione Sacramentale non è legato al fatto che io sono perfetto ma è legato al fatto che io non abbia compiuto peccati mortali, ovviamente! Soprattutto è legato a dove sia la mia intenzione, a dove sia il mio impegno, è questo che conta davanti a Dio! 

Se poi al Signore piace lasciarci un po’ dentro ai nostri peccati veniali, piuttosto che dentro ai nostri difetti per farci crescere in umiltà, lasciamo fare a Lui. Noi, intanto, facciamo tutto il possibile: dobbiamo guardarci e chiederci: “Ho fatto tutto il possibile per evitare questo peccato, per correggere questo difetto? Si! Mi sono impegnato, ho pregato, ho supplicato il Signore, ho evitato le occasioni ”. Basta! “Ma io ci sono caduto lo stesso”. Va bene, affidalo a Dio! 

“Posso fare la Comunione?” Ma certo che puoi fare la Comunione! Gesù non è un tiranno! Dio Padre non è un mostro! È Padre! Qual è quel padre che non ha pietà di suo figlio che si impegna in tutti i modi e non riesce? Non esiste un padre così e perché non lo deve fare Dio Padre, che è il Padre per eccellenza?

Stiamo attenti a questo amor proprio; stiamo attenti a queste “frette”; stiamo attenti a queste depressioni spirituali brutte! 

“Io non riesco ad amare il fratello” e va bene! Chiedi al Signore la grazia di amarlo: vuoi amarlo? Sì? Bene: chiedi al Signore la grazia di amarlo, supplica lo Spirito Santo, supplica la Vergine Maria, stai in ginocchio davanti all’Eucarestia, vai alla Messa chiedendo al Signore questa grazia, chiedila nel Salterio di Gesù e di Maria! 

Succederà qualcosa: il Signore prima o poi ti darà questa grazia. “Perché non me la dà subito?” Perché lo sa Lui! Vogliamo fare i conti in tasca a Dio? Ma che cos’è che conta? Il nostro giudizio o il giudizio di Dio? Conta che ci sentiamo bravi, perfetti, santi, arrivati, o conta che il Signore veda i nostri sforzi? 

Leggete i libri della vita spirituale, i libri delle vite dei santi; andate a leggere che cosa dice il Signore! Il Signore non ha mai detto a nessuno: “Voglio vedere che tu, dall’oggi al domani, cambi vita!”. Ma neanche per sogno! Il Signore vuol vedere il nostro impegno, vuole veder che noi ci diamo da fare, che crediamo in questa cosa e poi basta!

Un esempio. Un sacerdote dice: “Quando io vado a celebrare la Messa, mi vengono sempre pensieri di distrazione e mi distraggo! Che senso ha allora? Allora non devo più celebrare la Messa. Non riuscirò mai a essere devoto e concentrato!”.

Domanda: Prima della Messa fai la preparazione? — Sì! — Eviti in tutti i modi le cose che possano essere oggetto di distrazione? — Sì!  — Dopo la Santa Messa fai il ringraziamento? — Sì! — Sei fedele nelle tue preghiere, nel Breviario, nel Rosario? — Sì! — Hai il tuo libro di meditazioni? — Sì! — E allora? Qual è il problema? — Ma io continuo a distrarmi.

Ho capito, ma se stai facendo tutto quello che devi fare, se ti stai impegnando, se stai chiedendo al Signore questa grazia, se tutte le volte stai chiedendo a Dio di darti la grazia di non distrarti durante la Santa Messa, che cosa dovresti fare di più? 

“Questo significa che non amo il Signore!” 

Ma dove è scritto, chi lo ha detto? Perché ti distrai? Ma neanche per sogno!

“Eh, ma Padre Pio non si distraeva!” 

Ma Padre Pio era Padre Pio, e tu non sei Padre Pio: lui aveva le sue fatiche in altro e tu le hai in questo. Ma che cosa conta? Conta che il Signore possa vedere che tu stai facendo tutto il possibile per non distrarti! 

E qui metteteci tutti i possibili peccati, difetti e imperfezioni! Se al Signore piace lasciarti così, per ora, perché questo ti serve a essere umile, ti aiuta ad affidarti a Lui, lascialo fare! Va bene così! 

Impariamo a fidarci di Dio e, per favore, impariamo ad avere una vita spirituale semplice, pacifica che non vuol dire “fare pace con in nostri peccati”: io non insegnerò mai a fare la pace con i nostri peccati, mai! E lo sapete! Ma questo non vuol dire neanche diventare dei tiranni, disperarsi. Assolutamente! Non faccio pace con i miei peccati e i miei difetti, vero! Faccio tutto il possibile, ma poi basta, mi fermo, affido tutto a Dio e vivo in pace dicendo: “Signore, io ho fatto tutto il mio possibile, ma non ci sono riuscito tu sei il mio Papà (Abbà, Padre), il mio “paparino”. Basta! Lo affido a Te: quando Tu vorrai, non ti costerà niente dire al mare e al vento: “Taci!” (il Vangelo di oggi ). 

Perché dovrei dire: “Signore, svegliati! Guarda che stiamo affogando, stiamo affondando, non vedi? Dove sei? Perché non ti svegli, perché dormi? Stiamo morendo tutti!”. 

Noi facciamo così: rileggiamo mettendo al posto dei venti e del mare le tentazioni, i difetti, le fatiche. Noi facciamo così: “Signore, vedi che io non riesco; Signore vedi che io cado sempre! Intervieni, fai qualcosa, che senso ha? Allora non faccio più la Comunione; non vado più a confessarmi; non prego più perché, tanto…”.

Che cosa risponde Gesù? “Gente di poca fede, perché avete dubitato?”. Dubitato di che cosa? Del fatto che Gesù è lì! C’è Gesù nella tua vita? Certo che c’è! Non vedi che preghi, che vai a Messa, che ti confessi? Certo che c’è: dorme! Ma lascialo dormire! Se Gli piace dormire in mezzo all’uragano, alle tempeste, agli tsunami è un problema mio? No! Io mi metto lì seduto a prua e sto tranquillo.

Dico seduto a prua, e non a poppa, perché me lo hanno insegnato… mentre tutti sulla barca stavano dietro a vomitare perché c’era un mare incredibile e stavano tutti in fondo sdraiati sul pavimento della barca, bianchi, verdi, gialli, di tutti i colori possibili, i mozzi che si occupavano della manutenzione della barca mi dicevano: “Venga, venga, Padre, venga con noi, non vada là: non deve stare in fondo, deve stare davanti!”. E io: “Oh mamma! Ma lì muoio!” (Lì vedi la punta che va su e va giù ) — “No, è proprio il contrario; lei venga con noi!”. Allora sono andato, mi sono fidato. Mi sembrava di andare incontro alla morte con quel mare così, e mi dicevo: “Va beh, è finita!”, anche perché lì a poppa sembrava di ricevere il colpo più potente. Invece: “Si metta qui, nell’angolino”. Siccome non avevo la loro esperienza, mi sono rannicchiato proprio sotto la punta della barca. “Si metta qui e vedrà che non succede niente!” Ho pensato: “Gesù, è finita! La mia vita è finita!”. Invece non ho avuto nessun problema: mi sono messo lì vicino alle loro gambe (perché mi dava un po’ di sicurezza) e loro ogni tanto mi chiedevano: “Padre, tutto bene?”. “Sì, sì, benissimo, una meraviglia! Preferirei stare sulla terraferma, ma va bene così!”. Mentre vedevo quelli in fondo che morivano, io ero lì sulla barchetta che guardavo i mozzi serenissimi e dicevo: “Va beh, se loro che lo fanno tutti i giorni sono qui sereni che ridono e che scherzano, io devo agitarmi? Stai sereno!”. Pensate se mi fossi messo lì a gridare: “Ecco, fate qualcosa, qui moriamo tutti!” mi avrebbero risposto: “Ma rilassati! Se non ci angosciamo noi, ti devi angosciare tu?”

A qualcuno che ha scritto, avevo promesso che sarei intervenuto, ho colto questa occasione.

Domani vedremo come l’amore spirituale si mostra molto bello quello che leggeremo domani: uno spaccato bellissimo sull’amore spirituale.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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