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Conformazione – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.73

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Conformazione – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.73
Venerdì 12 gennaio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 2, 1-12)

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”.
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?”. E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”.
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 12 gennaio 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal secondo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 1-12. 

Interessante:

Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.

E quindi? E quindi poi lo prendono e lo ammazzano. Ovvio, no? Conseguenza logica: non abbiamo mai visto nulla di simile e, quindi (tra un po’ di capitoli) ti metteremo in croce. Logico! Compie i miracoli, guarisce i malati, “non abbiamo mai visto nulla di simile”, tutti che lodano Dio, tutti che si meravigliano, e poi tutti che lo prendono, lo mettono in prigione, permettono che venga flagellato, torturato, picchiato, pestato, sputato, abbandonato e crocifisso. E neanche gli portano la croce per quel poco di strada che doveva fare, perché era ridotto a una massa di sangue che camminava. Incredibile! Incredibile come noi uomini siamo in grado di essere dei voltafaccia e come siamo inconsistenti.

Mi ha colpito un fatto che è successo l’altro giorno, ho detto a una persona: “Beh, bisogna fare questa cosa” — perché toccava a lui fare questa cosa, quindi gli ho detto di farla, una cosa banalissima, semplicissima. E questa persona mi risponde: “No, eh no, no, prima bisogna chiedere al capo” — “Anche per una cosa così? Che mi sembra così piana, così semplice, così facile, della quale poi avete già parlato, che avevate già concordato? Devi chiedere al capo tutto?”. Tanto che mi è venuto da dire: “Beh, non è mica Dio!”. Poi, tornando con la memoria sulla vicenda, nella preghiera, mi son detto: beh, perché noi, a Dio, chiediamo tutto? Noi a Dio chiediamo le cose più piccole, anche, prima di farle? Chiediamo il permesso, chiediamo il consenso, chiediamo la benedizione per ogni più piccola cosa, prima di farla? Io ho risposto “Non è mica Dio”, sì, però, dall’altra parte mi sarebbe potuta arrivare una risposta del tipo: “Perché, tu, a Dio, chiedi tutto? Tu sei così bravo e così santo, che a Dio chiedi il permesso per fare ogni cosa?”.

Abbiamo una grandissima attenzione per gli uomini, per le cose degli uomini, ma, quando si tratta di Dio, siamo svelti, eh, molto svelti. Noi siamo molto facili a fare quello che vogliamo, quando vogliamo, dove vogliamo e nel modo che vogliamo. Poi diciamo: “Si, vabbè, questa è la volontà di Dio”: sì, perché l’ho deciso io; la volontà di Dio, poi, alla fine, corrisponde alla mia, no? Io credo che avremo delle sorprese incredibili, quando moriremo. Temo che avremo delle sorprese veramente impressionanti.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo ventiduesimo, paragrafo sesto.

6 — O sovrano mio Dio, potenza infinita, bontà suprema, sapienza eterna, senza principio e senza fine! Voi le cui opere non hanno limite, le cui perfezioni sono incomprensibili e infinite, oceano senza fondo di meraviglie, bellezza che in sé comprende ogni bellezza, Voi che siete la forza medesima, oh! Se in questo momento, gran Dio, potessi avere tutta la sapienza e l’eloquenza degli uomini! Come potrei far meglio comprendere, per quanto è a noi concesso — giacché la nostra scienza non è che ignoranza — alcuna di quelle vostre molte perfezioni che meno imperfettamente fan conoscere chi siete Voi, nostro Signore e nostro Bene!

Ecco, vedete? Proprio ieri parlavamo dell’importanza della riverenza, magari evitando — mi viene in mente anche questo, adesso — di portare il cane in chiesa; per esempio. Che, non si capisce perché, in chiesa sì e in ospedale no; in sala operatoria, perché non posso portare il mio cane? Perché? “Il mio tato…” — me lo sento chiamare — “il mio tato, vieni tato!”. Ecco, “il mio tato”, perché non lo posso portare in sala operatoria? Per esempio. Perché non lo posso portare nello studio del dottore, quando vado a farmi fare le ricette? Perché “il tato” non lo posso portare quando vado a fare la spesa al supermercato, e deve star fuori? Per esempio. Ma in chiesa…non si capisce bene perché, tutto si può fare, tutto! Ai miei tempi — che, voglio dire: io non sono contemporaneo di Santa Teresa, eh! — ma, ai miei tempi, quando ero ragazzo io — neanche quand’ero ragazzo io, ma fino a qualche anno fa — era impossibile pensare di portare un cane in chiesa, ma proprio… Alla messa?! Portare il cane alla messa: impossibile! Impossibile! Io ho avuto una cagnolina per diciassette anni, ma non l’ho mai portata una volta in chiesa, non mi è mai saltato in testa, di portare il cane in chiesa! Ma neanche se la chiesa fosse stata vuota e non c’era nessuno, mai portato il mio cane in chiesa!

Adesso, invece, va bene tutto. Forse perché, per primi, va bene a noi preti, non so. Noi sacerdoti, come reagiamo? Eh, ma sapete, noi… “Non stiamo lì a fare i rigidi”. Oggi va di moda questa cosa: quando hai le idee chiare, quando ti permetti di avere un pensiero autonomo, quando ti permetti di ragionare da essere umano, usando i doni che ti ha dato Dio, quando ti permetti di essere logico e quando ti permetti di avere una solidità e struttura interiore, e quando ti permetti di dire sì e no, non “ni”, sei rigido, oggi sei rigido, oggi sei dogmatico, rigido. E allora, per non essere rigidi, diciamo: “Sì, va bene”. Chissà se questo “Si, va bene” ha un limite, ogni tanto mi chiedo: ma ha un limite, “Sì, va bene”? C’è qualcosa per la quale arriva un po’ un momento, un punto, in cui diciamo: “No! Questo no! Può passare tutto, ma non questo! Questo non può passare; questo no!”. No, perché il cane in chiesa va bene, il mercato in chiesa: “Si, va bene”, e le chiacchiere in chiesa: “Si, va bene”, e tante altre cose: “Si, va bene”. Ma quando è: “No”?

Vedete, io mi sono fatto questa idea: per quello che riguarda Dio, “Sì, va bene” sempre; non c’è un limite. Perché tanto, a me, cosa mi interessa? Mica riguarda me! Quando invece riguarda me: ah, cari miei, cari miei, quel “Si, va bene” improvvisamente sparisce, e tutto viene scandagliato fino all’ultima virgola, e, se non è tutto secondo quanto ho in testa io e voglio io, secondo i miei capricci e vizi, è “No”, “No” secco e senza pietà. È “No”, punto. Eh, perché riguarda me, perché ci vado di mezzo io.

Ripeto: avremo — penso, mi sembra, probabilmente — grosse sorprese davanti al giudizio di Dio. E questo paragrafo sesto di Santa Teresa viene proprio a calzare perfettamente con quello che, appunto, dicevamo ieri, quando lei diceva: stiamo attenti, che l’umiltà di Gesù, del nostro re, non mi impedisce, certo, di essere ascoltato, di stargli innanzi e quant’altro; però lei diceva anche, riferendosi a Gesù:

…nel sopportare alla sua presenza esseri tanto ripugnanti come me. 

Eh, appunto, capite? La differenza di cui parlavamo ieri: di questa (lei lo scrive bene) “potenza infinita, bontà suprema, sapienza eterna, senza principio e senza fine” di Gesù; io, invece, non sono tutto questo, capite? Sì, devo dire che alle volte sembra di incontrare qualcuno che si sente un po’ così: “potenza infinita, sapienza eterna, senza principio e senza fine, senza un limite, le cui perfezioni sono incomprensibili, infinite…” Però, questo è un problema psichiatrico, ha un nome preciso e vabbè, purtroppo non è che sono tutti sani… 

7 — Ma per far questo, figliuole, bisogna che vi avviciniate a Lui, e appena gli sarete innanzi, comprenderete chi Egli sia, con chi volete parlare o già forse parlate. Tuttavia, neppure dopo mille vite potrete comprendere degnamente come merita di essere trattato questo Dio, innanzi a cui tremano gli angeli. Egli può tutto, impera su tutto, e suo volere è operare. Spose sue come siamo, è ragionevole che cerchiamo di conoscerlo, per rallegrarci delle sue grandezze e vedere come deve essere la nostra vita. Gran Dio! Nel mondo, quando si tratta di contrarre matrimonio, si cerca prima di conoscere chi sia quegli che si vuole sposare, le sue qualità e le sue sostanze. E perché noi, che siamo già sposate, non dovremmo pensare al nostro Sposo almeno prima delle nozze, avanti di entrare nella sua casa? Se nel mondo non si proibisce questa cura a chi intende sposarsi con uomini, perché sarà proibito noi conoscere chi sia il nostro Sposo. Chi suo Padre, quale il paese in cui ci deve condurre, quali le ricchezze che ci promette, quale il suo carattere, che si debba fare per contentarlo, in che cosa compiacerlo, e studiare il modo di conformare il nostro al suo carattere? Non è forse questo che si consiglia a una donna perché sia buona sposa, anche allora che si unisce a un uomo della più bassa condizione?

8 — E sarà mai vero, o mio Sposo, che trattandosi di Voi si debba far meno che con gli uomini? Se il mondo non approva quel che dico, lasci almeno in pace le vostre spose, che devono stare con Voi tutta la vita. Ed oh vita felicissima…. Quando uno sposo sia talmente geloso della sua sposa da non volere che ella parli con altri ma soltanto con lui, è forse ben fatto che la sposa non cerchi di contentarlo, specialmente se vede che il motivo per cui non deve trattare con altri, è perché trova nel suo sposo tutto quello che desidera? Comprendere questa verità, figliuole mie, è già fare meditazione. Se volete aggiungere qualche preghiera vocale, fate pure; ma non vogliate pensare ad altre cose, ché sarebbe un ignorare del tutto cosa voglia dire meditazione. Credo di averla spiegata sufficientemente.6 Piaccia ora a Dio che sappiamo praticarla! Amen

Allora, che cosa scrive Santa Teresa? Dobbiamo avvicinarci a Gesù, stargli innanzi, “comprendere chi Egli sia, con chi volete parlare o già forse parlate”; vedete che richiamo alla coscienza, alla consapevolezza? In chiesa si fa questo! Anche se — lei dice — non bastano mille vite per comprendere come “degnamente merita di essere trattato questo Dio innanzi a cui tremano gli angeli”. Vedete che Santa Teresa è molto chiara: neanche mille vite servono, bastano, per comprendere degnamente come merita di essere trattato. Quindi, cerchiamo di conoscerlo, di rallegrarci delle sue grandezze e vedere come deve essere la nostra vita. E poi è bellissimo questo paragone che fa con le spose del mondo, quando dice: pensare al nostro sposo prima delle nozze, prima di entrare nella sua casa; fare la comunione, del resto, non è un matrimonio? Non è di più di un matrimonio (interiore)? Quindi, lei scrive: conoscere chi sia il nostro sposo, chi sia suo padre, in quale paese ci deve condurre, le ricchezze, il suo carattere…Ci saremo chiesti, qualche volta, qual è il carattere di Gesù. Gesù ha un carattere: che cos’è che devo fare per renderlo contento — dice Santa Teresa — cosa devo fare per compiacerlo? Che cosa devo fare per conformare il mio carattere al suo carattere? Questi sono i ragionamenti di una vera sposa; noi li facciamo? E lei dice: perché, se così si fa tra gli uomini, bisogna far di meno con voi? — lo stesso discorso che facevamo prima, della riverenza; quando vi parlavo del “tato” e non solo. C’è scritto qui: perché si debba far meno? — e, “se il mondo non approva”: pazienza! Noi andiamo avanti lo stesso a vivere sereni e andiamo avanti in pace, che ci lasci in pace, il mondo, di vivere quello che vogliamo vivere.

Ecco, e poi è bello quando lei dice: 

Quando uno sposo sia talmente geloso della sua sposa da non volere che ella parli con altri ma soltanto con lui…

Il motivo? Perché trova nello sposo tutto, tutto: questa è la verginità; questa è la verginità di cui tante volte abbiamo già parlato.

Comprendere questa verità, figliuole mie, è già fare meditazione.

Ecco, vedete, questo per Santa Teresa è già fare meditazione. Qui c’è una nota interessante:

6 Non lasciatevi intimorire da nessuno. Servite fedelmente il Signore che è il più potente di tutti, e nessuno ve lo potrà rapire. Se alcuna di voi, quando prega vocalmente non lo fa con l’attenzione richiesta, sappia che non soddisfa ai suoi obblighi. Se vuol pregare perfettamente, vi si deve applicare con tutte le sue forze, sotto pena di fallire al suo dovere di sposa di un tal Re. Supplicatelo, figliuole mie, che conceda pure a me di soddisfare a questo obbligo, perché io ne sono molto lontana. E piaccia a Dio che presto vi riesca!

Quindi: “servire fedelmente il Signore”; questo è il nostro compito. Perché nessuno ce lo può rapire, il Signore. E non dobbiamo lasciarci spaventare da nessuno, dicano quel che han voglia. Ecco, è importante, quando preghiamo, se vogliamo pregare perfettamente, di metterci tutta la nostra persona; di avere il nostro tempo e tutta la nostra persona, il nostro amore. Ecco, questo è fondamentale.

Bene, dalla prossima volta inizieremo il capitolo ventitreesimo. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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