Scroll Top

La falsa umiltà – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.125

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: La falsa umiltà – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.125
Lunedì 4 marzo 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 4, 24-30)

In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 4 marzo 2024.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quarto capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 24-30.

Ecco, prima di iniziare il nuovo capitolo, volevo dire una parola circa l’incontro che faremo il 7 di aprile al Santuario di Maria Rosa Mistica.

Qualcuno mi ha chiesto: “Padre, per chi viene da lontano, come si può fare? Perché, se la Messa fosse alle due del pomeriggio, alle tre del pomeriggio o alle quattro, non ci sarebbero problemi: c’è il tempo del viaggio, si può fare. Ma essendo che la Messa è alle 8:00 del mattino, come si fa?”.

Allora, io ho pensato ad alcune soluzioni, la prima: se uno proprio non ce la fa, verrà più tardi; tanto stiamo lì fin verso le 15:30, quindi si può aggregare dopo, l’importante è che vada alla Messa, essendo domenica; ecco, l’importante è che ci sia una Messa e che vada. Quindi, se per ragioni particolari, uno non riesce ad arrivare per la Messa, venga dopo e farà il resto della giornata insieme; va bene, credo che ci voglia sempre tanta umanità e tanta carità.

Altra soluzione: sarebbe bello se qualcuno dislocato nelle varie zone limitrofe a Fontanelle di Montichiari — e per limitrofe intendo anche la zona di Milano, perché è abbastanza vicina, oppure la zona di Bergamo, oppure, meglio ancora, la zona di Brescia — dicesse: “Padre, io ho due posti letto / io ho tre posti letto / io ho un posto letto, se qualcuno avesse bisogno, lo posso ospitare”.

Questa è una esperienza che abbiamo già fatto negli anni passati. Chi di voi ha partecipato agli esercizi spirituali che abbiamo fatto qualche anno fa — non cento anni fa, quattro/cinque anni fa — a Monza, quando io ero a Monza, c’erano circa (adesso non mi ricordo il numero preciso) tra le trecento e le quattrocento persone, che sono venute un po’ da tutta Italia; è chiaro che non esiste un convento che possa ospitare quattrocento persone. Allora, io mi ricordo che abbiamo chiesto alle persone, alle famiglie che vivevano vicino al convento, di poter ospitare. Ed è stata un’esperienza molto bella; molto bella, perché sono nate tante belle amicizie. Nel senso che, ospitare, anche chi non si conosce, è sempre arricchente. Non deve ospitarlo per un mese ma solo per una notte! Così la persona, o le due/tre persone, possono arrivare il sabato; magari fate la cena insieme e poi si va a dormire, e così il mattino partite insieme. Ecco, vi dico che è stata un’esperienza molto bella. Non ho mai, mai (l’abbiamo fatta più di una volta) mai riscontrato nessuna valutazione negativa; cioè, nessuno ha mai detto: “No, guardi padre, una cosa che non bisogna fare più”, oppure: “Mi son trovato male”, oppure: “No, sa, non è opportuno”; ecco, nessuno, mai nessuno. Ho sempre visto persone felicissime, sia chi era ospitato, che si è trovato benissimo, sia chi ospitava, che son stati felicissimi di fare questa ospitalità.

Quindi, ci vuole generosità da parte di qualcuno che si metta a disposizione, e ci vuole umiltà — perché di questo si tratta — da parte di qualcun altro, che dice: “Io vorrei venire, ma abito lontano, come facciamo?”

Mi ricordo che gli anni scorsi qualcuno aveva preso l’aereo, era venuto da Catania, o da quelle zone lì. 

E poi, se uno arriva col treno o con l’aereo può arrivare a Milano, ma poi, come si fa? Benissimo, se c’è qualche disponibilità, e io spero che ci sia, credo proprio che ci siano diversi di voi che potrebbero fare questo atto di generosità; mi scrivete, mi dite: “Padre, mi chiamo Tal dei Tali, abito in via Tal dei Tali, in questo paese…, se qualcuno avesse necessità, io ci sono, dia pure il mio telefono che ci mettiamo in contatto”. Qualcun altro che dice: “Padre, io chiamo da Brindisi / io chiamo — non lo so — dal Canton Ticino / io chiamo dalla Svizzera / io chiamo dalla Toscana, mi risulta un po’ difficile partire troppo presto, c’è qualcuno che magari ha un posticino per tenermi?”; e così io vi metto in contatto.

Terza soluzione: bisogna essere anche un po’ avventurosi!! Nel senso: chi è giovane, chi è in forze, può anche fare un po’ un viaggio, come si diceva un tempo, “Camel Trophy”, quindi, voglio dire, se per una volta anche ci si sveglia presto presto… Poi vi assicuro che la carica che riceverete quel giorno sarà sufficiente per farvi tornare a casa tranquillissimi, e sarete super riposati. 

Quindi ecco, io vi metto lì questa cosa; sarebbe brutto, sarebbe triste, che qualcuno non venisse perché abita lontano. Siamo cristiani, santa pazienza, si è sempre fatta, si è sempre praticata l’ospitalità tra cristiani.

Mi hanno mandato un video di un esperimento sociale che mi è piaciuto molto, di un ragazzo — hanno fatto vedere diversi video che ha fatto; molti di voi magari lo conosceranno e l’avranno già visto — che si mette in strada, con un cartello bianco in mano, e in quell’occasione c’era scritto: “Soffro di ansia, ho bisogno di parlare con qualcuno”. E tutti che passavano, leggevano e andavano oltre. Ma non era vestito male, era un ragazzo normalissimo: aveva un volto triste, con il cartello in mano. Nessuno o quasi si è fermato; forse una persona, dieci secondi. Allora questo ragazzo, a un certo punto, gira il cartello. Da questa parte c’erano delle banconote attaccate e una scritta: “Soldi liberi, chiunque può prendere”. Sembrava di vedere uno stagno con i piranha e uno che buttava dentro il cibo. Il mondo si è fermato lì, non si sono accorti di lui; ridevano, chiamavano, urlavano, facevano, e strappavano i soldi dal foglio; lui fermo, immobile: glieli hanno portati via tutti. Allora lui ha guardato la telecamera e ha fatto cadere il cartello dalle mani; perché, effettivamente, è triste. È triste che se scrivo “Soffro di ansia, ho bisogno di parlare con qualcuno”, nessuno si ferma; ma se giro il cartello, e ti faccio vedere “Soldi liberi, facili…”, tutti si fermano a prenderli.

Non deve essere così tra i cristiani, e non dobbiamo vivere sempre nella paura, nel sospetto che: “Chissà cosa succede, se ospito una persona che non conosco”. Ma cosa volete che accada? Vi do i telefoni, vi parlate, uno si rende pur conto. Ma poi non è mai successo niente, mai, mai. Quindi cerchiamo di essere ospitali, generosi, disponibili. 

La stessa cosa vale per le macchine; magari uno dice: “Sì, io potrei venire in macchina, ma ho paura, il viaggio è un po’ lungo, magari c’è qualcuno che ha un posto in macchina al quale mi posso aggregare?”. Stessa cosa! Uno dice: “Padre, io non ho posto in casa, però ho posto in macchina; partirò a quest’ora da Torino / da Milano / …, se qualcuno vuole aggregarsi, io il posto in macchina ce l’ho”; e così siamo a posto anche su questo, e via di seguito.

Insomma, la mia e-mail la conoscete, chi può, chi vuole, si faccia avanti, facciamo fare questa bella esperienza dell’essere figli di Dio e fratelli.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Capitolo trentanovesimo, paragrafo primo.

CAPITOLO 39

Prosegue sul medesimo argomento — Avvisi intorno a diversi generi di tentazioni, e mezzi per liberarsene.

1 — Inoltre, figliuole mie, dovete guardarvi da quell’umiltà che getta l’anima nelle più vive inquietudini con la rappresentazione dei nostri gravi peccati. Il demonio la suggerisce in vari modi e suole angustiare le anime sino ad allontanarle dalla comunione e dalla loro privata orazione sotto pretesto che ne siano indegne. Queste anime quando fanno la comunione, invece d’impiegare quel tempo nel domandar grazie, lo consumano nell’esaminare se erano o non erano preparate, e arrivano a tal punto da mettere quasi in dubbio la misericordia di Dio, col pensiero che sia per la loro miseria se sono da Lui abbandonate. Vedono peccati in quello che fanno, e perfino inutili le loro opere buone. Lo scoraggiamento le invade e, sentendosi impotenti per ogni opera di bene, si lasciano cadere le braccia, immaginandosi perfino che quanto in altri è lodevole, sia in esse da riprovarsi.

Ecco, questa è la più falsa e la più devastante umiltà che possa esistere. Non esiste una falsa umiltà più pericolosa di questa. Perché è un’umiltà che getta nell’inquietudine e causa uno scoraggiamento che è terrificante, uno scoraggiamento paralizzante. Il demonio la usa per angustiare le anime, la usa per allontanarle dalla Comunione e dall’orazione, mettendo nella loro testa che sono indegne. Dobbiamo stare attentissimi!

Un conto è se io faccio un peccato grave, va bene, ma lo so — se ho fatto un peccato grave lo devo sapere: “materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso” — e mi andrò a confessare; ma se non ho commesso un peccato grave, niente mai deve separarci dalla Comunione, mai; soprattutto dalla Comunione Spirituale e poi dalla Comune Sacramentale. Non dobbiamo mai perdere la nostra intima, profonda, Comunione Spirituale con Gesù. Perché questa falsa umiltà ti separa innanzitutto dalla Comunione Spirituale, spezza quella Comunione, perché ti dice che tu sei indegno.

Poi, scrive Santa Teresa: se arrivano queste anime — colpite da questa tentazione — a fare la Comunione, cosa fanno? Invece di usare quel tempo per domandare grazie, lo usano per esaminarsi: «se erano o non erano preparate», se erano o non erano in grazia di Dio; arrivando a tal punto da mettere in dubbio la misericordia del Signore.

Poi, pensando che il Signore le ha allontanate/abbandonate per la loro miseria — guardate, è una situazione terribile — «vedono peccati in quello che fanno», in tutto quello che fanno, loro vedono i peccati, e vedono «inutili le loro opere buone». Quindi: «lo scoraggiamento le invade», si sentono «impotenti per ogni opera di bene», «si lasciano cadere le braccia», e quanto vedono negli altri che è lodevole, in loro invece è cattivo. Cioè: sono tutto male, sono tutto buio, tutto nero, tutto oscurità. Ciò che toccano, tutto diventa terribile, brutto.

Ecco, dobbiamo stare lontani da questa tentazione. Se ci scopriamo colpiti da questa tentazione, dobbiamo rinnegarla con tutte le nostre forze; perché, se poi ci prende lo scoraggiamento, liberarcene è difficilissimo. Bisogna essere molto forti.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati