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Il vero Amore – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.11

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Il vero Amore – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.11
Sabato 11 novembre  2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 16, 9-15)

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 11 novembre 2023. Quest’oggi festeggiamo San Martino di Tours, vescovo. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal sedicesimo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 9-15.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione.

Vorrei che tenessimo sotto gli occhi della nostra mente quest’ultima parte del Vangelo che abbiamo ascoltato:

I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».

Non dimentichiamo mai questa frase di Gesù. Gesù viene preso in giro, viene schernito, viene sbeffeggiato dai farisei perché — lo dice l’evangelista — erano attaccati al denaro. 

Quando ci si fa beffe della verità, è sempre perché dietro c’è un peccato, sempre! Le persone innocenti, le persone pure di cuore, le persone rette, non scherniscono mai la verità e non scherniscono mai chi porta la verità. Mai! Davanti a questa parola di Gesù, che diceva ai suoi discepoli: “chi è fedele in poco, è fedele anche in tanto”, e quando dice: “Nessuno può seguire due padroni. Non potete servire Dio e il denaro”, certo, loro si sentono chiamati in causa, perché sono falsi, perché sono corrotti, perché sono doppi, perché vogliono fare i furbi. E quindi cosa fanno? Ascoltano e scherniscono.

Quando si è in questa situazione, non c’è speranza, nessuna speranza. Perché si è completamente chiusi alla verità, poiché si è totalmente attaccati al peccato: in questo caso il denaro, l’avarizia. E, in più — e questo è Gesù che lo dice — ecco perché non c’è speranza: non c’è speranza perché queste persone, questi farisei, si ritenevano giusti, davanti agli uomini; loro si ritengono giusti.

Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini

per questo vi permettete di farvi beffe di quello che vi dico;

…ma Dio conosce i vostri cuori…

Ecco, guardate, questa frase di Gesù è importantissima: Dio conosce i nostri cuori; e, credetelo, per qualcuno questa frase è peggio del tormento del fuoco. Per coloro che sono così, per questi farisei e per tutti coloro che gli sono simili, sentirsi dire: “Dio conosce il tuo cuore”, ti fa impazzire, ti fa veramente impazzire. Perché quelli così vogliono nascondere il loro cuore davanti a Dio, vogliono apparire giusti davanti agli uomini e nascondersi davanti a Dio. Ecco perché sentirsi dire: “Dio conosce il tuo cuore, i vostri cuori”, è un tormento. 

Mentre per i piccoli, per i semplici, per i puri di cuore, per i discepoli di Gesù, sentirsi dire: “Dio conosce il tuo cuore” è un paradiso, è una gioia immensa, è una grande sicurezza, una grande speranza, una grande serenità. Perché, se Dio conosce il mio cuore e io non ho niente di brutto, di cattivo, sul mio cuore, nel mio cuore, questo mi dà una grande serenità; nonostante quello che può dire il mondo, quello che può venire dagli uomini, “Dio conosce il tuo cuore. Stai sereno”. 

Dice Gesù:

…ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole…

“Dio conosce i vostri cuori. Voi ritenete grande ciò che disgustoso davanti a Dio”.

Ecco, questo è un messaggio di grande speranza per tantissimi, per tantissime persone. Quando la sofferenza arriva a bussare alla nostra porta, quando vediamo che non siamo compresi, che siamo calunniati, perseguitati, maltrattati e quant’altro, non scordiamoci mai: Dio conosce il nostro cuore. Questo ci basti, perché solo il giudizio di Dio conta. E non dimentichiamo che ciò che fra gli uomini viene esaltato, per Dio è cosa abominevole. Dovevo dirvelo perché era importante, credo che sia importante non passare velocemente su questo passo del Vangelo.

Siamo arrivati al capitolo quarto, paragrafo terzo. Scrive Santa Teresa:

3 — Intanto, a ricompensa di quello che vi dirò, vi prego di rileggere spesso e di mettere in pratica questo che vi ho detto.

Prima di parlarvi dell’interiore, cioè dell’orazione, dirò di alcune cose molto necessarie per quelle che vogliono battere questo cammino:

Quindi, non dimentichiamoci: “Prima di parlare dell’interiore, cioè dell’orazione, dirò alcune cose molto necessarie”.

tanto necessarie che con esse potranno molto progredire nel servizio di Dio anche senza essere grandi contemplative, mentre senza di esse nessuna potrà farlo. Chi lo pensasse, s’ingannerebbe di molto. Il Signore mi voglia assistere, e si degni di suggerirmi quello che devo dire, affinché sia tutto a sua gloria! Amen.

Quindi Santa Teresa ci dice: primo, rileggere; secondo: mettere in pratica. Questo dobbiamo farlo sempre: con la Scrittura, con i santi, con tutto: rileggere, mettere in pratica; leggere, leggere, rileggere, leggere…

Ma, prima di parlare dell’orazione e dell’interiorità, ci sono alcune cose che sono fondamentali che, anche se non sono un grande contemplativo, mi serviranno tantissimo per progredire nel servizio di Dio. Quindi, anche se uno dice: “Ma io non sono una persona molto contemplativa”, non ha importanza: se tu osserverai queste cose che adesso Santa Teresa ci dirà, progredirai molto nel servizio di Dio. Mentre senza queste cose, nessuna persona potrà progredire; per progredire è necessario osservare quanto Santa Teresa ci dice: “Chi pensasse di poter progredire senza osservare le cose che adesso io vi leggerò, si ingannerebbe”, dice Santa Teresa. 

Allora, vediamo il paragrafo quarto:

4 — Non crediate, sorelle ed amiche mie, che le cose da raccomandarvi siano molte.

Piaccia a Dio che osserviamo quello che i nostri santi Padri hanno ordinato e osservato. Essi divennero santi per questa strada: prenderne un’altra, sia per proprio che per altrui consiglio, si cadrebbe in errore. Mi fermerò a parlarvi di tre cose, ricavate dalle nostre stesse Costituzioni: intendere quanto importi osservarle, giova molto per godere di quella pace interna ed esterna che il Signore ci ha tanto raccomandato. La prima è l’amore che dobbiamo portarci vicendevolmente; la seconda il distacco dalle creature; la terza la vera umiltà, la quale, benché posta per ultimo, è prima ed abbraccia le altre.

Lei non ha da dirci molte cose: infatti, ce ne dice tre. Quindi, queste cose molto necessarie di cui ha appena parlato sono tre. E lei dice: noi dobbiamo seguire la strada che hanno già seguito i nostri santi Padri perché loro divennero santi attraverso questa strada e prenderne un’altra non è prudente. E lei queste cose le ricava “dalle stesse nostre Costituzioni” — questo testo che è scritto per le monache e per i frati — e osservare queste cose serve per godere di quella pace interna ed esterna che il Signore ci ha tanto raccomandato. 

Quindi, la prima: l’amore che dobbiamo portarci uno con l’altro. La seconda: il distacco dalle creature. La terza: la vera umiltà. 

Cose molto semplici — lei dice — che hanno già fatto tutti gli altri; lei semplicemente fa una sintesi, ma non insegna niente di nuovo: riprende l’esperienza di altri, ed è la strada maestra, perché sono diventati santi. E, cosa non da poco, è che l’osservanza di queste tre cose produce una grande pace interna ed esterna.

Allora:

5 — L’amore sincero che ci dobbiamo portare scambievolmente e di cui intendo parlarvi in primo luogo, è assai importante, perché non vi è nulla di così difficile che non si sopporti facilmente quando si ama: perché una cosa sia di peso, dev’essere veramente gravosa.

Quindi comincia con l’amore sincero; lei dice: quando ci si vuole bene, quando si ama, non c’è niente che sia insopportabile; a meno che non sia proprio una cosa gravissima. Andiamo avanti:

Se nel mondo si osservasse questo comandamento come si dovrebbe, sarebbe molto facile, a mio avviso, osservare pure tutti gli altri; ma, ora peccando per eccesso ed ora per difetto, non si arriva mai a raggiungere la perfezione.

Parrebbe che tra noi l’eccesso non dovesse essere cattivo; eppure porta seco tanto male e tante imperfezioni da non poterlo credere se non da chi l’ha veduto. Qui il demonio tende ogni sorta d’insidie. Le coscienze che si contentano di servire Dio alla buona se ne accorgono appena, o riguardano quegli eccessi come atti di virtù, mentre quelle che tendono alla perfezione se ne fanno un conto esattissimo, perché vedono che a poco a poco la volontà s’ indebolisce, sino a non poter più immergersi del tutto nell’amore di Dio.

Quindi, se nel mondo si osservasse questo comandamento dell’amore vicendevole, sarebbe facile osservare tutti gli altri. Però c’è un problema: che, ora peccando per eccesso — troppo — ora peccando per difetto — troppo poco — non si va mai in meta, non si arriva mai alla perfezione.

Lei dice: l’eccesso — amare troppo — sembra che non dovrebbe essere cattivo eppure porta con sé tanto male, tanta imperfezione e il demonio tende molte insidie. Se io osservo Dio alla buona, me ne accorgo pochissimo, anzi, posso addirittura confondere come atti di virtù questi eccessi, ma non lo sono. Quelli che invece tendono alla perfezione, se ne accorgono bene, perché cos’e che si nota? Si nota che la volontà si indebolisce, tanto che non riesce più a immergersi del tutto nell’amore di Dio. Ecco, questa è la cartina tornasole. Quando noi amiamo troppo, quindi in modo sbagliato, quando c’è un eccesso di amore — perché se io amo troppo, ma come Gesù in croce, allora va benissimo, ma, come vedremo, questo non è l’amore di Gesù in croce, questo è un amore sbagliato; uno dice: ma come faccio a riconoscerlo? Beh, poi lo vedremo meglio, ma comunque… — innanzitutto il primo sintomo è che la volontà si indebolisce, non si riesce più ad immergersi del tutto nell’amore di Dio. Questo è il dramma: uno non riesce più, non ha più la forza, non ha più la volontà per immergersi totalmente nell’amore di Dio. Non ce la fa, non riesce, perché, appunto, si indebolisce: come se la volontà perdesse forza; perché sta vivendo questo eccesso di amore in modo sbagliato. Quindi, questo è il primo segno. 

Poi, andiamo avanti:

6 — Credo che questo difetto si riscontri più fra le donne che fra gli uomini. E assai gravi sono i danni che ridondano nella comunità. Ne viene infatti che non si amino tutte egualmente, e che si sentano tutte le mancanze di attenzione di cui è vittima l’amica.

Frattanto si desidera di aver sempre qualche cosa da regalarle, si cerca ogni motivo di parlare con lei: spesso per dirle che la si ama, ed altre simili sciocchezze, non già per parlarle dell’amore che si deve a Dio. È assai raro, infatti, che queste grandi amicizie siano ordinate ad infiammarsi vicendevolmente nell’amore di Dio! Anzi credo che siano suscitate dal demonio per creare partiti nelle religioni. Quando l’amore tende al servizio di Dio, lo si vede chiaramente perché la volontà, nonché lasciarsi dominare dalla passione, cerca ogni mezzo per vincere ogni passione.

Parole verissime e fortissime. Allora lei dice anzitutto che, secondo lei — e più fra le donne che fra gli uomini — i danni sono gravi nella comunità, perché non si amano tutti ugualmente; non c’è un amore che tende ad aprirsi a tutti, ma un amore esclusivo; un amore esclusivo e un amore escludente: un amore possessivo. Cioè: tu sei mio, tu sei mia, devo essere io prima di tutto e prima di tutti. È una piaga, è una piaga purulenta, questa cosa. E si sentono tutte le mancanze di attenzione di cui è vittima l’amica. Cioè, non c’è un amore che si apre a tutti, e le mancanze di attenzioni, le attenzioni che l’amica non riceve, le sentiamo come nostre. E lei dice — ad esempio: “Si cerca sempre qualcosa da regalarle, si cerca ogni motivo per parlare con lei, per dirle che la si ama, e altre simili sciocchezze. Ma di sicuro — dice Santa Teresa — non per parlare dell’amore che si deve a Dio”.

È assai raro, infatti, che queste grandi amicizie siano ordinate ad infiammarsi vicendevolmente nell’amore di Dio!

Non crescono nell’amore di Dio, non parlano di Dio, non si arricchiscono a vicenda nel servizio di Dio. E lei dice: “sono suscitate dal demonio”. Queste amicizie, queste grandi amicizie, questo grande amore, non vengono da Dio, ma dal demonio. Perché in questa maniera il demonio crea dei partiti, crea delle fazioni, nelle comunità; lei dice nelle religioni, ma andiamo più nel piccolo: addirittura nelle comunità. Si creano partiti, si creano fazioni, si creano schieramenti.

Quando l’amore tende al servizio di Dio, lo si vede. Da che cosa? Dal fatto che la volontà non si lascia dominare dalla passione, ma vince ogni passione: è qui che si vede. Quindi dobbiamo stare molto attenti! Lei dice che è soprattutto tra le donne, ma può essere anche tra gli uomini, guardate; certo, la sua esperienza è in un monastero e quindi va bene, ma io credo che possa essere tra uomini e tra donne, non credo che ci siano differenze, magari le donne può darsi per sensibilità che siano più esposte, non lo so; però a me sembra che sia una cosa che tocca trasversalmente tutti.

Che i danni siano gravi, su questo non c’è dubbio. Sul fatto che non tutti vengono amati ugualmente, non c’è dubbio. Sul fatto che si diventa iper-reattivi a quello che accade all’amico, all’amica del cuore, assolutamente verissimo. Certo, perché? Non perché la ami, ma perché è cosa tua, è un tuo possesso. È una cosa tua, è come una cosa che ti appartiene, è diventata una cosa, quella persona. Non c’è più libertà. Mi ricordo una persona che un giorno mi disse: “In nome di quest’amicizia, io ho sacrificato la verità”. Non mi dimenticherò mai né il luogo, né la persona che mi ha detto questa cosa. E io gli ho risposto: “Se tu hai sacrificato la verità per l’amicizia, quella non era un’amicizia”. Questo è sicuro, l’amicizia non chiederà mai di sacrificare la verità. Infatti, poi si è dimostrato così, proprio così.

Poi: “si ha il pensiero di regalarle sempre qualcosa, di trovare il motivo per cercare di parlare con lei”. Eh, siamo in un monastero, quindi capite che il parlare, il regalare le cose, non sta molto, no? Questo non è una condanna sul fatto che se io ho una persona cara non le devo regalare qualcosa, non devo parlare con lei, no; ma è il motivo per cui tutto questo accade! Quando c’è questo amore falso, ispirato dal demonio, si usano le cose buone, i mezzi buoni, in modo sbagliato.

“Spesso si dice che la si ama” … mi viene in mente Narciso. Cos’è? È un affogarsi nell’altro. Uno deve sempre chiedersi: ma perché? Perché lo dico? Cosa sta dietro? Bisogna sempre chiederselo. E lei dice: “Vedete, la cosa strana è che tutte queste grandi amicizie, tutto questo grande amore, non porta mai a parlare dell’amore che si deve a Dio, ma è un parlarsi addosso: io ti amo, tu mi ami, tu per me conti, io per te conto, io sono il tuo sole, tu sei il mio girasole, tutte queste stupidaggini: ma non si parla mai dell’amore che, insieme, dobbiamo a Dio. È raro che ci sia un infiammarsi vicendevole nell’amore di Dio; è raro. E, invece, è assolutamente frequente che queste false amicizie producano partiti, schieramenti, fazioni e, quindi, divisione; ecco perché viene dal demonio: tutto ciò che viene dal demonio divide sempre; divide sempre. E quindi rimani schiavo della passione; mentre tutto ciò che viene da Dio è dominio della passione.

Ecco, prima abbiamo visto un punto, che è quello che la volontà si indebolisce e non riesce più ad immergersi in Dio, e qui vediamo questa formazione dei partiti: questo è un altro segnale. Io cercherò appunto di segnalarvi questi “segni”, perché così almeno risulta più facile per tutti. Primo: la volontà di indebolisce; a causa di questo eccesso, la volontà si indebolisce. Il secondo: il creare divisioni, fazioni, separazioni, partiti. E poi, domani, vedremo gli altri.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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