Scroll Top

Pregare sempre: la permanenza – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.10

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Pregare sempre: la permanenza – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.10
Venerdì 10 novembre  2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 16, 1-8)

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 10 novembre 2023. Festeggiamo quest’oggi San Leone Magno, papa e dottore della Chiesa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal sedicesimo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 1-8.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo terzo, paragrafo nono.

9 — Oh, vergogna!… Come mai, Signore, ho io l’ardire di farvi questa preghiera in nome delle mie sorelle? Che cattiva mediatrice avete in me, o figliuole! Come posso presentare le vostre domande e ottenere che siano esaudite, se innanzi alla mia temerità il sovrano Giudice ha tutte le ragioni per sdegnarsi di più? Però, o Signore, non dovete dimenticarvi che siete Dio di misericordia: abbiate, dunque, pietà di questa indegna peccatrice, di questo miserabile verme che si lascia andare a tanta audacia! Guardate ai miei desideri, alle lacrime che accompagnano la mia preghiera, e dimenticandovi dei miei peccati, vi supplico per quello che siete, o mio Dio, ad aver pietà delle molte anime che si perdono e a proteggere la vostra Chiesa. Non permettete più, o Signore, che fra i cristiani allignino tanti mali, e dissipate le tenebre che ci avvolgono!

Santa Teresa, in questa bella preghiera, molto bella, parte dalla sua miseria, come ciascuno di noi ha la propria miseria, una miseria però che si fa preghiera, che si vuole rivolgere a Dio Padre, che vuole chiedere questo aiuto, questo aiuto grande per le sue intenzioni. E allora: c’è miseria — come in ogni essere umano — ma ci sono anche desideri, e ci sono lacrime. Lacrime e desideri, come abbiamo già detto, legati a che cosa? Alle anime che si perdono e alla Chiesa che ha bisogno di protezione. Desideri e lacrime, perché fra i cristiani c’erano molti mali, perché c’era molta tenebra. E allora lei dice: Signore, guarda i desideri, guarda le lacrime che sono legati alla perdita delle anime, che sono legati a proteggere la Chiesa, ai molti mali e alle tenebre.

 Ecco, anche noi dobbiamo imparare a pregare per queste intenzioni. Sicuramente molti di noi già lo fanno, ed è un compito importantissimo. E anche noi dobbiamo farlo, queste intenzioni valgono sempre, perché ci sono sempre anime che si perdono. La Chiesa ha bisogno sempre di essere protetta, perché ci sono tanti mali, perché ci sono le tenebre. Ecco che ritorna questo tema di cui parlavamo nei giorni scorsi, del pregare per queste ragioni.

10 — Vi prego per amor di Dio, sorelle, a raccomandare al Signore questa povera peccatrice affinché ottenga umiltà, e ve lo chiedo come a colei a cui siete obbligate. Non vi raccomando di pregare in particolar modo per i re, per i prelati della Chiesa e specialmente per il nostro Vescovo, perché vi vedo in questo così diligenti da ritenere la raccomandazione per superflua. La mia parola — attenti adesso a cosa dice — è per coloro che verranno dopo: persuase che da santi prelati dipende la loro stessa santità, non dimentichino mai di raccomandarli al Signore, perché si tratta di cosa assai importante. Il giorno in cui le vostre orazioni, le discipline, i desideri e i digiuni vostri non fossero per ciò che ho detto, non raggiungereste — sappiatelo — il fine per cui il Signore vi ha qui raccolte.

Forte come espressione! Molto forte. 

…coloro che verranno dopo…

Vedete Santa Teresa com’è preoccupata del tramandare la fede, del passaggio del testimone, potremmo dire. Certo, nella misura in cui noi abbiamo esempi santi, abbiamo cristiani santi che ci precedono e che impostano bene, quindi, la loro fedeltà a Gesù, il loro amore per Gesù, anche noi — noi e quelli dopo di noi — saremo affascinati, chiamati, invitati a crescere nella santità. E per questo dobbiamo lasciare sempre un buon esempio: perché il buon esempio trascina e quindi bisogna pregare per questo. Quindi Santa Teresa dice: “il giorno in cui le vostre orazioni, le discipline, i desideri e i digiuni non fossero per ciò che ho detto, ecco, voi sappiate che il fine per cui il Signore vi ha qui raccolte, fallisce. Perché il Signore vi ha qui raccolte per queste ragioni, e tutto deve essere orientato per pregare per questa cosa”.

Iniziamo adesso il capitolo quarto.

CAPITOLO 4

Esorta all’osservanza della regola — Parla di tre cose importanti per la vita spirituale, la prima delle quali, dichiarata in questo capitolo, è l’amore del prossimo — Danno delle amicizie particolari.

1 — Avete ormai veduto, figliuole, quanto sia eccellente il fine che ci siamo prefisso. ecco, vedete che ritorna questo tema del fine Ora, che dobbiamo fare per non essere giudicate temerarie agli occhi di Dio e degli uomini? È chiaro: dobbiamo molto faticare e sforzarci di aver generosi desideri per ottenere che meno indegne siano le nostre opere. E se con impegno ed esattezza noi osserviamo le nostre Regole e Costituzioni, il Signore, come spero, esaudirà tutte le nostre preghiere. Non vi domando di più: solo che ci conformiamo alla nostra professione e a quello che la nostra vocazione richiede, quantunque tra osservanza ed osservanza vi siano non piccole differenze. 

Ritorna il tema del fine. Cosa dobbiamo fare? Lei dice: “Dobbiamo molto faticare, dobbiamo sforzarci di avere generosi desideri, e poi osservare le nostre Regole e Costituzioni e il Signore esaudirà tutte le nostre preghiere. Conformarci alla nostra professione e a quello che la nostra vocazione richiede”; vedete? Questo vale per tutti. Certo, chi è sposato, non ha regole e costituzioni, però ha le promesse del matrimonio: ci sono delle promesse ben precise che sono state fatte, degli obblighi che si sono assunti. 

Santa Teresa dice di conformarci a quello che la nostra vocazione richiede; se voi vi ricordate, già vi ho parlato di questa cosa e vi ho spesso richiamato — ho richiamato voi e me per primo — all’importanza di assolvere ai nostri doveri di stato. È importante che assolviamo a questi doveri di stato, che facciamo effettivamente ciò che il Signore ci chiede, nello stato di vita che viviamo. “Conformarci alla nostra vocazione; esattezza nell’osservanza delle Regole e delle Costituzioni”.

2 — Dice la nostra Regola primitiva che dobbiamo sempre pregare. — Sentite — Quest’obbligo è il più importante di tutti, e, osservandolo del nostro meglio, osserveremo pure i digiuni, le discipline e il silenzio che l’Ordine comanda. Sapete bene, infatti, che l’orazione, per essere vera, deve accordarsi a queste pratiche, perché orazione e trattamento delicato non vanno d’accordo. — E ciò per l’orazione di cui mi avete pregata di dirvi qualche cosa.

Quindi, il carmelitano è colui che deve essere uomo di preghiera, pregare sempre, dove c’è la preghiera vocale, ma non solo: questo vivere costantemente alla presenza di Dio. E questo in nome della permanenza in noi di Gesù noi siamo tempio dello Spirito Santo.

Se vi ricordate l’Atto di Offerta all’Amore Misericordioso di Santa Teresina — adesso vado a memoria — c’è proprio una parte della preghiera dove lei chiede al Signore questa grazia: come Tu permani sempre nel tabernacolo, così puoi permanere sempre in me. 

È molto interessante questo tema della permanenza e, nella fattispecie, della permanenza eucaristica in noi. Lo tratterò prossimamente perché va di pari passo con il vivere alla presenza di Dio. Perché voi capite che la permanenza di Gesù in noi è qualcosa di bellissimo, no? Quindi, è chiaro che appena abbiamo ricevuto l’Eucaristia, c’è la permanenza sacramentale in noi di Gesù; ma se noi continuiamo a vivere in grazia di Dio, se noi continuiamo a vivere dentro a questo grande stato di raccoglimento, eh, voi capite: che cosa impedisce al Signore Gesù di permanere spiritualmente in noi? Niente! Ecco perché Santa Teresina scrive: “Come Tu resti sempre presente nel tabernacolo, così ti chiedo di rimanere sempre presente in me”. Vedete: la permanenza. 

Non pensiate che io abbia inventato questa terminologia. Ci sono dei santi, di cui magari poi vi dirò qualcosa, che hanno proprio parlato e raccontato e vissuto in modo esemplare questo tema della permanenza eucaristica. Uno su tutti, che subito vi cito, è Sant’Antonio Maria Claret, che ha fondato i clarettiani. Lui non solo aveva la permanenza spirituale — di cui ha parlato — ma aveva anche la permanenza sacramentale; infatti Sant’Antonio Maria Claret viene raffigurato con un piccolo sole sul petto, perché Gesù gli aveva assicurato la permanenza sacramentale in lui, pensate un po’…

Poi c’è anche Santa Faustina Kowalska; e un’altra figura che mi preme ricordarvi, Vera Grita — che magari non tutti conosciamo — con tutta la sua Opera dei Tabernacoli Viventi. Ecco, vedete? Ritorna il tema della permanenza eucaristica: i tabernacoli viventi. Vera Grita è serva di Dio — adesso si stanno portando avanti tutti gli altri vari gradi di riconoscimento delle sue virtù eroiche — e ha scritto delle cose veramente molto, molto belle, che vi invito a leggere. 

Questo per dire che il nostro essere sempre in preghiera non vuol dire tenere in mano una preghiera da recitare costantemente, perché quella è la preghiera vocale, ma innanzitutto vivere costantemente alla presenza di Dio. E certamente l’Eucarestia, di cui Santa Teresa ha parlato precedentemente quando dice che Gesù chiama nelle chiese i suoi amici che sono deboli per dar loro il suo cibo che è la sua forza; che è il suo Corpo e il suo Sangue.

Ecco, voi provate adesso a pensare alla vostra vita dove la comunione spirituale diventa come una sottolineatura, un concentrarsi ulteriormente sulla permanenza di Gesù in me. È come se io andassi a riscoprire ciò che già c’è. Del resto, se siamo in grazia di Dio e se abbiamo ricevuto la Santa Eucarestia, certo, le specie sacramentali non ci sono più dopo tot minuti, va bene, ma perché Gesù dovrebbe andarsene, se noi non lo vogliamo cacciare? Perché? Gesù ha piacere di rimanere con noi e in noi. E se noi abbiamo piacere di rimanere in lui, perché lui dovrebbe andare via? Quindi, capite? Abbiamo la possibilità di vivere sempre in questa comunione spirituale con Lui, sempre, tutto il giorno. Poi, certo, con la comunione sacramentale, abbiamo proprio le specie del pane e del vino transustanziate che entrano in noi, ma non è che io faccio la comunione, dopo dieci minuti esco di chiesa e basta, è finito tutto, Gesù non c’è più. Se io sono in grazia di Dio rimane questa presenza, rimane questa che si chiama appunto “permanenza”.

Se viviamo alla luce di questi insegnamenti anche noi dovremmo immaginarci con questo sole sul petto. Capite che conforto è anche per chi, magari per una malattia, per una qualunque ragione, non può ricevere l’Eucarestia perché non può andare in chiesa, perché non gli viene portata ogni giorno. La permanenza eucaristica c’è, se sei in grazia di Dio. C’è questa permanenza di Gesù in te, non è più nelle specie sacramentali, perché si sono dissolte, ma a livello spirituale assolutamente sì.

Quando vi parlerò di Sant’Antonio Maria Claret, almeno per dirvi qualcosa, riprenderò questo argomento, perché Santa Teresa ci chiama a vivere sempre in questo stato di preghiera.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati