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S. Teresa di Gesù: le Fondazioni, II parte

Fondazioni 2

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 7 settembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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S. Teresa di Gesù: le Fondazioni, II parte

Eccoci giunti a martedì 7 settembre 2021. 

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi capitolo II di San Luca, versetti 6-15.

Un testo veramente molto bello, dove San Paolo ci invita a cambiare, radicati, costruiti su Gesù e a camminare, non a stare fermi.

“Camminate, radicati e costruiti su di lui, saldi nella fede, come vi è stato insegnato, sovrabbondando nel rendimento di grazie”

Dobbiamo stare saldi in ciò che abbiamo imparato, nella nostra fiducia in Dio, nel nostro amore di Dio, come stiamo vedendo da ieri in Santa Teresa e come vedremo oggi, con tanta gratitudine nel cuore.

“Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo.”

Se noi siamo radicati e saldi nella fede, non possiamo diventare preda di nessuno, soprattutto in questo periodo, in questo tempo.

“Padre, non so più cosa pensare, mi sento confuso, Tizio dice questo, anche Caio e Sempronio, ma che cosa devo credere? Sto vacillando, la mia coscienza mi dice che è giusto fare così, o non fare così.”

“Nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana”

Guardiamo la realtà per quella che è, si capisce ciò che viene dal Signore e ciò che non viene dal Signore.

Da cosa lo capiamo? Dai frutti. La coercizione, l’imposizione, l’esclusione, la ghettizzazione, la violenza, tutte queste cose non vengono dal Signore, la moralizzazione non viene dal Signore. Il Signore non esclude mai nessuno, non fa mai l’élite: “Se fai così sei bravo, se non fai così non sei bravo.”

L’abbiamo visto ieri in Santa Teresa: ciò che conta per il Signore è l’amore di Dio, questo è quello che conta, la carità, quella vera. Andate a leggere la Prima Lettera ai Corinti capitolo 13: quella è la carità, l’amore per il Signore, l’obbedienza a Dio, la carità non è la filantropia. Noi dobbiamo imparare con la nostra intelligenza e la nostra fede a smascherare coloro che vogliono farci prede attraverso la filosofia e vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana.

“Secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo”

Più chiaro di così. Lo riprenderemo anche domani, oggi non posso non dire una parolina su domani: domani sarà un giorno molto importante, tutti lo sappiamo, perché l’8 settembre è la festa della Natività di Maria, la Beata Edvige Carboni che venne beatificata il 15 giugno 2019, questa mistica italiana laica del terzo Ordine Francescano, una bellissima figura — andate a leggere i suoi testi — sognò l’8 settembre la Vergine Maria, la quale le disse: 

Oggi 8 settembre — ve lo leggo oggi così ci prepariamo bene per domani — festa della mia nascita, figlia mia, confidate in me. Tutte le grazie passano dalle mie mani. La giornata di oggi — attenti bene cosa dice la Vergine — è la più odiata dal nemico infernale, perché con la mia nascita doveva venire la salvezza del genere umano. Giorno senza notte è il giorno della mia nascita, ma il mondo poco o niente capisce tali misteri. Tu, assieme a Paola, pregate oggi molto, pregate per tutti quelli che non mi conoscono, oppure mi conoscono ma non mi amano, anzi mi oltraggiano con le più orrende bestemmie.”

Nel 1996, l’8 settembre, nel nostro convento di Concesa alle 15.00 del pomeriggio ebbi la grazia di emettere la mia prima professione dei voti temporanei. Mi ricordo quel giorno, quella chiesa bellissima in tipico Barocco, un Barocco Lombardo molto bello, quella chiesa così bella, così densa, così carica di amore per la Vergine Maria, quanta gente che va lì… Giovanissimo emisi i miei voti temporanei, domani vi chiedo una preghiera per me, perché sia una giornata per tutti densissima di tanta preghiera, pregate molto perché domani è la giornata più odiata dal demonio, come dice la Vergine. Dobbiamo pregare per quelli che non conoscono la Vergine Maria, ci sono tantissimi ragazzi, bambini, giovani, che nessuno istruisce sull’amore, la devozione alla Vergine Maria.

Ancora mi è stato riferito di qualche Sacerdote — tra i più conservatori! — che ha visto un ragazzo in ginocchio davanti alla statua della Vergine Maria e gli ha detto: “Alzati, alzati! Non si sta in ginocchio davanti alla Madonna! Si sta in ginocchio soltanto davanti al Tabernacolo.”

Sono cose che danno una tristezza incredibile! Fino a dove si può arrivare… Non contano niente tutte queste suddivisioni: conservatori, progressisti, tradizionalisti… quello che conta è la spiritualità, questo è quello che conta, l’intima unione e di amicizia con Dio, non queste classi, caste. “Tu cosa sei? Quello là è un tradizionalista, quello là è un conservatore, quello là un modernista…” Sono tutte stupidaggini umane, suddivisioni classiste tipicamente umane, ignoranti, che non dicono niente. Vi ho fatto l’esempio di questo grande Sacerdote cosiddetto “conservatore”, che ha avuto questo lume di andare da un ragazzo a dire: “Non si sta in ginocchio davanti alla Vergine perché bisogna mettersi in ginocchio soltanto davanti a Gesù Cristo, all’Eucarestia non davanti alla statua della Madonna.”

Io ho sempre combattuto questa cosa e mi sono anche detto:  cosa può succedere? Quando morirò andrò davanti al Giudizio della Santissima Trinità, che sarà già una tragedia, tragedia nel senso che saremo davanti al Giudizio della Santissima Trinità, davanti a tutta la Corte Celeste, a tutti gli Angeli e Santi. Chissà! Dobbiamo andarci tutti. Tra le tante cose che ci saranno di Padre Giorgio Maria, verrà fuori: “Padre Giorgio Maria in tutta la sua vita — speriamo che sia in tutta la mia vita — ha insegnato a mettersi in ginocchio davanti alla Vergine Maria”. Mi son detto: cosa potrà dirmi la Santissima Trinità? Non lo so, magari mi sgriderà. Gesù cosa mi potrà dire? “Perché hai detto di mettersi in ginocchio davanti a mia Madre?” Alla Madre di Dio, alla Regina del Cielo e della terra… Dirò: “Sì, Gesù, mi è sembrato giusto e bello fare così, mi è sembrato doveroso.” Magari si arrabbierà, secondo questi preti. Tanto, si arrabbierà per tante altre cose che ho combinato, ma non credo che si arrabbierà la Vergine Maria, non penso, perché come Sacerdote ho insegnato ai suoi figli a mettersi in ginocchio davanti a Lei.

Come si fa a non mettersi in ginocchio davanti alla Madre di Dio? A non supplicarla? A me così hanno insegnato e io così insegno, perché è giusto, vero, bello, perché dobbiamo riparare, ringraziare. Dove saremmo oggi senza la Vergine Maria?

“Questo è idolatrare la Madonna che è una creatura.” Ma non diciamo stupidaggini!

Se la Santissima Trinità mi sgriderà io correrò davanti alla Vergine Maria e mi riparerò lì da Lei, cercherò il suo sostegno e aiuto. Con tutto quello che la Vergine Maria ha fatto e fa per noi, come potremmo non cadere in ginocchio, fronte a terra prostrati a dirle grazie, ti amo, ad affidarci a Lei?

Andate a vedere se quando è apparsa a Santa Caterina Labouré lei era in piedi o in ginocchio. Quando è apparsa alle Tre Fontane, come erano i ragazzi? In piedi o in ginocchio? E Bruno Cornacchiola, quando l’ha vista è stato, in piedi o in ginocchio?

“Non mi amano — dice la Vergine — pregate molto molto per quelli che non mi amano, mi conoscono ma non mi amano.”

Meglio morire! Conoscere la Vergine e non amarla… è meglio morire! Che vita è? La vita dei diavoli, il diavolo fa così, che la conosce ma non la ama.

“Mi oltraggiano con le più tremendo bestemmie”

Neanche il demonio durante gli esorcismi bestemmia la Vergine Maria. Capita che il demonio dica delle bestemmie durane gli esorcismi, ma mai contro la Vergine Maria. Le dice contro Dio ma mai contro la Vergine Maria, lo ha sempre detto Padre Amorth, è sempre scritto negli esorcismi quelli importanti. Neanche nel caso di Annalisa Michel — questo grandissimo caso di possessione diabolica, il più grande di tutta la storia della Chiesa, che ha comportato la morte della posseduta — in Germania, questa carissima ragazza che si era offerta vittima di espiazione, aveva dentro sei demoni di quelli peggiori e neanche in quel caso tremendo fu mai bestemmiata la Vergine Maria, neanche viene nominata per nome.

Mi fermo qui, domani diremo qualcosa di più sulla Vergine Maria. 

Riprendiamo il nostro testo, in questi dieci minuti che ci rimangono, di Santa Teresa di Gesù, le Fondazioni, siamo al capitolo 5, paragrafo 3. Abbiamo iniziato a vedere la sostanza dell’orazione perfetta. 

Santa Teresa dice:

“Il profitto dell’anima non consiste nel molto pensare ma nel molto amare.”

Ieri ci siamo lasciati con una domanda:

“Ma come si acquista questo amore?”

Risposta:

“Determinandosi ad operare e a patire discendendo poi alla pratica quando se ne presenti l’occasione.”

È così che si acquista l’amore di Dio, decidendosi ad operare  e a patire. Quindi, non vivendo come i conigli rintanati nei buchi, terrorizzati, pieni di paure. 

In questo periodo ancora di più, vedo paure ovunque e ragionamenti iperapocalittici e drammatici, siccome guardate troppa televisione probabilmente, o leggete troppa roba, vi fate terrorizzare dal primo “Marameo”, dal primo fanfarone che salta fuori e dice: “Adesso stiamo pensando che…” e spara la tragedia più incredibile del mondo. 

Ormai qui tutti fanno i prognostici più drammatici, fanno vedere le cose più buie. “Faremo questo, metteremo quell’altro, obbligheremo qui, la…” E quindi dopo noi cosa facciamo? Cadiamo nella disperazione, ci spaventiamo. “Adesso non si potrà più fare qui, la…” 

Stiamo calmi, viviamo giorno per giorno, evitiamo tutte le tragedie prospettiche, futuribili, calma! Calma! Cominciamo a determinarci a operare bene ogni giorno, a operare rimanendo fermi dove siamo, obbedendo alla Verità, alla nostra coscienza, alla voce di Dio, alla Scrittura, obbedendo a tutta quella Tradizione che la Chiesa ci ha consegnato, che sono i Santi, i Dottori della Chiesa che ci insegnano ad amare il Signore.

“Determinandosi ad operare e a patire”

Bisogna anche soffrire nella vita, non si può sempre pensare di evitare tutto, bisogna anche soffrire. Soffriremo. Quanto? Quanto vorrà il Signore, senza spaventarci, senza iniziare a traballare. 

Uno deve dire: “Sono pronto a patire.” Quando? Quando il Signore mi offrirà l’occasione, quando arriverà il mio turno.

“E sempre vero che l’anima acquista le sue determinazioni pensando al molto che dobbiamo a Dio, chi Egli sia e chi siamo noi: ciò è assai meritorio e molto ai principianti”

Quindi è importante, per arrivare a queste determinazione, pensare a quello che dobbiamo a Dio, quello che Lui è, chi siamo noi.

“Purché non manchino all’obbedienza o all’utilità del prossimo. Ecco che uno di questi due doveri viene a reclamare il nostro tempo”

Dice Santa Teresa: facciamo un’ipotesi, uno di questi due doveri, l’obbedienza e l’utilità al prossimo, che è la carità, viene a reclamare il nostro tempo.

“Quel tempo che così ardentemente desideriamo di consacrare a Dio: vale a dire – a nostro modo di vedere – col restarcene in solitudine per pensare a Lui e godere le delizie che ci dona.”

In sintesi potremmo dire che è il tempo della preghiera. Quindi o l’obbedienza — che può essere l’obbedienza che viene da un superiore, nel caso delle monache o dei frati, oppure può essere anche l’obbedienza che viene dal tuo stato di vita diverso, l’obbedienza in quel momento lì di tua moglie che ti chiede qualcosa, o l’obbedienza al tuo datore di lavoro, ognuno ha la sua, tutti dobbiamo obbedire — oppure l’utilità al prossimo — cioè fare un servizio, essere utile per il prossimo — lei dice, facciamo finta che uno di questi due doveri ti viene a reclamare il tuo tempo, quel tempo che tu ardentemente desideravi consacrare a Dio, quel tempo per stare da solo e godere delle delizie che Lui ci dona, quel tempo della preghiera che tu così tanto desideri.

“Ma sacrificare questo tempo per qualunque di quei doveri…”

Quindi l’obbedienza o la carità.

 “È far contento il Signore e lavorare per Lui, secondo le sue stesse parole: «Quello che farete a uno di questi piccoli lo farete a  me».

Quanto poi all’obbedienza, non può certo volere che un’anima sua amante vada per una strada diversa dalla sua, Egli che fu obbediente fino alla morte.”

Se l’obbedienza o l’utilità al prossimo o la carità ci chiedono di sacrificare il tempo della nostra preghiera, ricordiamoci, ci dice Santa Teresa, che questo è far contento il Signore e lavorare per Lui, e prosegue dicendo che non ci si deve dimenticare che questa è la strada che ha seguito Gesù: obbedienza e carità.

Dobbiamo metterci un po’ in ordine, e non dire: “Ma adesso devo pregare, ma questo è il tempo della preghiera”

Se vedi che tua moglie o tuo marito sta stendendo i panni, aiutala, così dopo magari andrete a pregare insieme. 

Vi dico una cosa che mi ha ferito tanto. È il caso di una coppia in cui la moglie fa l’impiegata e il marito fa un lavoro a turni, per cui torna a casa dal lavoro per il pranzo, torna a casa per pranzare, la moglie non c’è, arriva la sera, e lui cosa fa? Lui prende, mangia quello che la moglie gli ha preparato e poi prende i piatti e li lascia sporchi nel lavandino e se ne va.

Io quando l’ho sentito ho detto: “Non è possibile!”

Dopo va anche alla Messa! Così questa povera donna quando arriva a casa la sera si trova i piatti sporchi nel lavandino! Ma è una santa donna perché io prenderei lui e i piatti sporchi e via, gli direi: “La vedi la luna? Adesso te la faccio vedere da vicino!”

Che carità è questa qui? Tu sporchi e tu pulisci! Siamo tutti stanchi e poi che schifo, che senso di disordine vedere la roba sporca nel lavandino, che roba schifosa buttare la roba lì che poi si incrosta nei piatti. 

Ma questi che stanno davanti al Tabernacolo dalla mattina alla sera, che pregano la Vergine Maria… Ma voi vi immaginate che la Vergine Maria, che San Giuseppe si comporterebbero mai così? Vi immaginate Gesù nella casa di Nazareth che butta i piatti sporchi, o San Giuseppe, e li lasciano lavare alla Vergine Maria?

Ma dov’è la tua coscienza in queste cose? Spero proprio che chi vive queste cose ascolti l’omelia oggi, perché non si fa così.

“Ah ma io sono stanco, prendo e vado” Cosa vuol dire sono stanco, prendo e vado? E io cosa sono? Finiamoli insieme.

“Ragazzi io adesso devo andare a pregare quindi ti saluto finisci tu.”

È giusto che ci sia anche un tempo della preghiera, ci mancherebbe, però attenzione che non vada a scalfire l’obbedienza o la carità, perché ciò che tu fai per carità fa contento il Signore, è un lavorare per il Signore. 

San Vincenza de Paoli diceva: “Se una delle mie suore al momento dell’orazione, della preghiera per esempio del Vespro, viene chiamata da una sorella anziana, dopo quando lei ritorna non deve recuperare le preghiere che non ha detto insieme alle altre, no, perché lei ha lasciato Dio per Dio.” Non è andata a giocare, a ballare o a fare gli origami, è andata a servire una ammalata. Il tempo dedicato alla carità è sempre un far contento il Signore e un lavorare per Lui.

Vai a fare la spesa? Chiama il tuo Sacerdote: “Padre, Don, ha bisogno che le prenda un cespo di insalata? Ha bisogno di qualche cosa?” Non chiedetegli se vuole la nutella perché gli fa male, anche se sicuramente gli piace. Vai già per te, prendilo anche per lui. Permettetemi di dirvi anche questo, quando gliela portate a casa non lasciategli dentro lo scontrino, vi prego. 

E poi mandate l’email per sapere cosa si deve fare per fare la carità… uno c’è o non c’è? Quella non è l’opportunità di fare la carità?

Quando hai bisogno di confessarti, della Messa, del consiglio, ci sono chiese aperte anche di sera per permettere un po’ a tutti di confessarsi, non è che quando tu hai finito e ti dà l’assoluzione lui ti dà in mano lo scontrino. Non è un extra.

“Ma quello fa il prete” Ma cosa vuol dire?  “Gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date” questo vale per i Sacerdoti ma anche per chi non è Sacerdote, gratuitamente ricevo da quel Sacerdote e gratuitamente dò. Andate a leggere l’Antico Testamento, cosa diceva Dio circa la tribù dei figli di Levi, andate a leggere, e non era il Sacerdozio di Melchisedek, era un sacerdozio rituale, generazionale.

La tua mamma: “Per favore vai a prendermi tre bistecche, un chilo di pane, 3 michette.” Tornano a casa e mettono dentro lo scontrino… Ti ha mantenuto per una vita intera, ti ha mandato all’università, ti ha fatto studiare, ti ha accudito, ti ha vestito, ti ha curato, e tu vai lì con lo scontrino con dentro 5 euro di panini?

Ma che miseria è questa? Ma possibile essere così taccagni, così avari? Non capisco, sono cose veramente bruttissime.

— “Dai papà dammi la macchina che te la vado a lavare”

— “Grazie”

— “Ma non ti preoccupare, faccio già la mia e faccio anche la tua”

Gliela lavate e poi magari gliela portate anche con dentro un po’ di benzina, sono tanti atti di carità.

Fate la torta? Ma fatene due. Vado a comprare le ciliegie? Al posto di un chilo prendetene due.

Questa ve la devo raccontare, oggi è il giorno giusto con questo paragrafo di Santa Teresa. 

Due Sacerdoti mi hanno raccontato questo di questa estate.

Uno è stato ospitato da una famiglia per diverso tempo di vacanza e riposo, nella loro casa, una casa a tre piani, grandissima, bella, col giardino. Pensate, gli hanno lasciato la casa! Gli hanno detto: “Queste sono le chiavi di casa, lei stia qui tranquillo in questo posto silenziosissimo, noi andiamo nell’altra casa che abbiamo.” Non solo, gli hanno lasciato anche la macchina.  Mi ha detto: “Padre Giorgio, incredibile, non ci credevo.” Poi gli hanno lasciato il frigorifero e il freezer strapieno di roba! “La usi, la finisca, consumi quello che c’è dentro”

Capite perché vi dico che questo mondo è bello? Che c’è in giro gente bella? Ci sono in giro persone che hanno veramente un cuore enorme.

Un altro mi raccontava che gli hanno dato una bellissima casa, un po’ più piccola, a trenta metri dal mare, con tutti i servizi possibili ed immaginabili. Gli hanno dato le chiavi e gli hanno detto di tenerla.

Voi direte: Quanto gli hanno fatto pagare per questo tempo, per questa casa? Niente, neanche una lira, nulla.

Queste cose, quando le sento, mi allargano il cuore. Che bella gente che c’è a questo mondo, altro che ascoltare la televisione  che vi fa pensare che sono tutti criminali, tutti ladri, assassini. Ma non è vero! Non ascoltate quella macchina delle bugie — come la chiamava Padre Pio — ascoltate questa bella gente, questi bei cristiani, queste belle famiglie che sono capaci di atti di carità incredibili. Quando li ascoltavo mi commuovevo. Queste cose bisogna dirle.  Fate atti di carità enormi, bellissimi.

Un ragazzo mi ha detto: “Padre, avevo un panino con dentro il pomodoro, la maionese e il tonno, un panino enorme, gigante, lo aveva preparato il papà o la mamma. Sono uscito a fare due passi, faceva caldo, me lo sono messo nella borsina e mi sono detto: dopo quando ho fatto la mia passeggiata me lo mangio, bello fresco, con la mia bottiglietta. Mi sono seduto, ho tirato fuori il mio panino grosso e la bibita bella fresca, sotto un albero. Si è avvicinato un ragazzo povero, magro, non mi ha chiesto i soldi, mi ha chiesto se gli davo un pezzo del mio panino. Ho guardato il mio panino, avevo già l’acquolina in bocca, ho guardato la mia bibita, ho guardato questo ragazzo e ho preso il sacchetto e glielo ho dato tutto.”

Vi rendete conto? Quanta bella gente c’è a questo mondo! Ve ne potrei raccontare tantissimi di questi fatti che mi raccontano. Quanta bella gente che c’è a questo mondo! Facciamo atti di carità, non dobbiamo  aver paura della carità. Quello che esce per la carità rientra quadruplicato. Tutti gli atti di carità che noi facciamo ci ritornano sempre indietro. Non ho mai visto nessuno diventare povero per la carità.

La mia nonna mi diceva sempre: “Ricordati, Giorgio, non chiudere mai la porta, se c’è posto per tre, c’è anche posto per quattro a mangiare.” E io le rispondevo: “Ma nonna, se hai fatto la pastasciutta per noi, come fa ad esserci posto anche per un altro? Dopo non c’è più per noi!”

E lei mi diceva sempre: “Se c’è la pastasciutta per uno, c’è la pastasciutta anche per due, stai tranquillo, non faccio mai le cose misurate, calcolo sempre un po’ di più, perché non si sa mai chi arriva”. Io protestavo: “Ma dopo mi mangia i miei dolcini che mi fai.” E lei: “Stai tranquillo che se ce n’è per te, ce n’è anche per un altro, porta i tuoi amici, porta le persone, lascia aperta la porta! Sai cos’è che è chiusa? La bara! Ma la porta di casa deve essere aperta.”

Oggi mi direte: “Gesù, fagli fare a tre anni di Purgatorio a Padre Giorgio che ci ha tenuti cinquanta minuti inchiodati a raccontarci tutte le sue cose”. Mi perdonerete, speriamo. 

Concludo anticipando quello che affronteremo domani o dopodomani, perché domani è la Vergine Maria. Paragrafo 4:

“Se ciò è vero, da dove viene quel disgusto che spesso ci assale quando per una gran parte del giorno non si è rimasti in solitudine, tutti immersi in Dio, perché occupati in opere di obbedienza e di carità?”

Se è vero che il Signore è contento, se è vero che lavoriamo per Lui, se è vero che è lasciare Dio per Dio, se tutto questo è vero, da dove viene questa amarezza, quel disgusto, quel nervosismo che ci prende dentro, che ci assale quando non siamo riusciti a stare in solitudine, immersi in Dio, perché occupati in opere di obbedienza e di carità?

Da dove viene tutto questo?

Lo vedremo domani.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine Maria ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

PRIMA LETTURA (Col 2, 6-15)

Fratelli, come avete accolto Cristo Gesù, il Signore, in lui camminate, radicati e costruiti su di lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, sovrabbondando nel rendimento di grazie. Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo.
È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.

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