Scroll Top

I desideri buoni – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.62

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: I desideri buoni – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.62
Lunedì 1° gennaio 2024 – Maria SS. Madre di Dio

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

PRIMA LETTURA (Nm 6, 22-27)

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 1 gennaio 2024. Oggi festeggiamo la solennità di Maria Santissima, Madre di Dio.

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal sesto capitolo del libro dei Numeri, versetti 22-27.

Auguri, auguri, auguri a tutti voi.

In questo primo giorno dell’anno, ho voluto scegliere proprio questa prima lettura da leggere, perché vuole essere la mia benedizione personale per ciascuno di voi.

E credo che non ci siano parole più belle da dire a una persona, da dire a un credente, di quelle di questo passo della Scrittura, tratto dal libro dei Numeri. Veramente, è un testo molto denso, pieno di tutta la benedizione possibile che si può chiedere al Signore e che si può invocare su qualcuno. Ecco, questo è proprio il mio augurio per ciascuno di voi.

Sono sicuro e certo che avrete tutti passato un santo ultimo dell’anno dove, nella giornata di ieri, avrete messo al centro Gesù e la Vergine Maria, per dire grazie dell’anno appena trascorso. Bene, adesso vogliamo invocarli ancora per chiedere, per consacrare e per affidare a loro questo nuovo anno che comincia, anzi, che è cominciato.

Ecco, quindi, per chi vorrà, per chi desidera, come vi ho detto ieri, ci vedremo quest’oggi, alle ore dodici, per la recita dell’Angelus, e per consacrare al Cuore Immacolato di Maria e al Sacratissimo Cuore di Gesù, questo nuovo anno, che sarà sicuramente un anno denso, importante, per tante ragioni. Quindi, ecco, lo vogliamo proprio mettere nei loro sacri cuori. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al paragrafo decimo del capitolo diciannovesimo. 

10 — Dico che quando un’anima è giunta a questa ardente sete di Dio, deve star molto attenta, perché può andar soggetta alla tentazione di cui parlo. E allora, supposto pure che non muoia di sete, può darsi che si rovini la salute. Intanto ella lascerà trasparire, suo malgrado, i sentimenti che l’animano: cosa che si dovrebbe affatto evitare. Non nego che qualche volta, nonostante ogni nostra diligenza, non potremo fare che assai poco, essendo impossibile contenerci come vorremmo; ma quando questi desideri ci assalgono violentemente e con impeto, cerchiamo almeno di non aumentarli, ma di scemarne soavemente la violenza con qualche altra considerazione, perché possono anche essere effetto di natura, la quale alle volte agisce tanto quanto l’amore: vi sono infatti persone che non sanno desiderare una cosa, sia pure cattiva, se non con grande veemenza. Ma non credo che ciò accada a persone molto mortificate: la mortificazione è utile in ogni cosa. Frenare un desiderio tanto buono sembra irragionevole, ma non è così. Non dico però che si debba soffocare del tutto, ma soltanto moderarlo con qualche altro, che forse ci può esser di maggior merito.

11 — Voglio aggiungere qualche altra cosa per farmi meglio capire. Ecco che ci viene un grande desiderio di andar liberi dalla prigione del corpo e di vederci con Dio, come S. Paolo. L’anima ne soffre; ma la sua pena è così soave che per frenarla ha bisogno di non poca mortificazione, senza poi riuscirvi del tutto. Talvolta il desiderio è così eccessivo da togliere l’uso della ragione. L’ ho constatato poco fa in una persona di carattere ardente, ma che aveva spezzato così bene la sua volontà da sembrare, a quanto si è visto in varie circostanze, di non averla neppure. Ebbene, ci fu un tempo in cui la vidi come veramente impazzita, tanta era la pena che provava e tanto violenti gli sforzi che faceva per dissimularla. Sono d’avviso che si debba temere anche se queste sofferenze provengono da Dio, e ciò per un motivo di umiltà, non dovendosi mai credere che la nostra carità sia così grande da gettarci in tali angustie.

“La sete ardente di Dio”: vedete, questo desiderio ardente di Dio. Bisogna stare molto attenti, come vi dicevo ieri, soprattutto ai santi desideri, soprattutto a questa sete ardente, a questo desiderio ardente di Dio, perché può portare anche a rovinarsi la salute. 

Ed è bene che questi sentimenti rimangano sempre molto nascosti, sempre. Stiamo attenti a noi stessi e diffidiamo molto di coloro che amano vantare, che amano mostrare, questi sentimenti di ardente amore per Dio. Uno dice: “Cosa c’è di male nell’amore per Dio?”. Niente, ma sempre con discrezione; ma attenzione alla vanagloria, attenzione a farsi vedere, attenzione a mettersi in mostra. L’amore non ama mettersi in mostra, l’amore ama vivere nel nascondimento. Infatti, se voi notate, due ragazzi che iniziano a volersi bene, cosa fanno? Amano mettersi un po’ in disparte, ma non per fare chissà quali cose strane, no, ma semplicemente perché quell’amore che ancora è immaturo, che deve ancora crescere, che deve ancora svilupparsi, che deve ancora essere verificato, questo amore chiede riservatezza.

Quando si ama, si cerca l’intimità, e l’intimità è fatta di riservatezza. L’intimità di cosa è fatta? È fatta “dell’intimo”; e noi non dobbiamo subito e sempre pensare a qualcosa di fisico, perché, innanzitutto, c’è un’intimità spirituale, c’è un’intimità psicologica. Quindi, quando si ama davvero, lo si capisce, perché si cerca quest’intimità. Dice il Cantico dei Cantici: “Os ad os, cor ad cor”; tradotto, è: “Bocca a bocca, cuore a cuore”; vedete questa unicità? Proprio questa singolarità, condivisa e vissuta con la persona amata. 

S. Teresa dice, quindi, che questi sentimenti sono così violenti e vanno smorzati, non vanno aumentati. Ci vuole tanta discrezione, sapete? E, soprattutto — lei lo dice molto bene — ci vuole molta mortificazione.

È proprio in queste situazioni che si capisce quanto una persona sia discreta e quanto sia mortificata. Questo desiderare con veemenza… Si vede nei ragazzi, nei bambini, ad esempio, quando arriva il gelato o il cioccolato, un dolce: si agitano tutti. Ci sono persone adulte che sono un po’ così, che vivono tutto con grande veemenza, ma anche le cose più materiali del mondo, immaginiamoci quelle spirituali. Questo è sintomo di una mancata mortificazione. 

Qui S. Teresa dice una frase che è importantissima:

Frenare un desiderio tanto buono sembra irragionevole, ma non è così.

Punto. Eh, io so che sicuramente qualcuno di voi dirà: “No, ma questa cosa non va bene”, “No, ma questo è troppo”, “No, ma cosa vuol dire?”, “No, ma perché?”; Eh… invece è così: i desideri, più sono buoni, più vanno educati, più vanno frenati. 

Perché se io in autostrada vado a trecento all’ora, ammazzo me e gli altri; non è perché la mia macchina può andare a trecento all’ora che io allora vado a trecento all’ora. So che c’è un limite e devo stare sotto quel limite, così la macchina va e io arrivo dove devo arrivare; non c’è bisogno di seguire la veemenza del motore. C’è un limite. Quindi mi dico: “Io so che a centotrenta mi devo fermare, fine”. E, quindi, il desiderio del piede che vuole accelerare, viene frenato. Il motore non viene portato al massimo della sua potenza, viene frenato. Quanto è importante nell’utilizzo di una macchina il freno? E, infatti, ce ne sono due in una macchina, il freno a mano e il freno a pedale. E non è che ci sono due acceleratori, ce n’è uno. Ma di freno due. Perché se è tanto importante muoversi, è ancora più importante sapersi fermare, è fondamentale sapersi fermare al momento giusto. 

S. Teresa dice: non bisogna soffocare tutto e soffocare del tutto, ma moderarlo sì. Quindi non va soffocato, ma va moderato.

Dopo — nel paragrafo undicesimo — fa questo riferimento al desiderio, che può far perdere uso della ragione. Però, vedete, richiama sempre al timore: state attenti — lei dice — anche se tutto questo viene da Dio, bisogna stare molto attenti e non bisogna mai pensare che il nostro amare sia così grande, così…: “Ah, io amo!”… Calmo, calma, calma.

Portiamo a casa questa grande saggezza della moderazione, della discrezione e della mortificazione; saperci dire no e saperci dare dei limiti. Ancora, di cuore, tanti auguri a tutti voi.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati