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Le Litanie Lauretane: Regina sine labe originali concepta e Regina in caelum assumpta

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 28 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Le Litanie Lauretane: Regina sine labe originali concepta e Regina in caelum assumpta

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 28 maggio 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XVI di San Giovanni, versetti 23-26.

Certamente è sempre molto avvincente leggere queste pagine del Vangelo che ci richiamano a riflettere sulla figura del Padre, di Dio Padre, che credo non sia un “Oggetto” così frequente dei nostri pensieri, delle nostre preghiere, delle nostre riflessioni, anche se Lo nominiamo tante volte nella preghiera.

Proseguiamo la nostra meditazione del libro di Don Giorgio Basadonna sul commento alle Litanie; oggi vediamo “Regina concepita senza peccato”.

Regina concepita senza peccato

“Maria, l’Immacolata, la donna salvata in modo pieno e totale dalla redenzione di Gesù, Maria il capolavoro della salvezza operata da Gesù: è questo il significato di questa invocazione.

Maria è stata redenta fin dal primo momento della sua concezione: l’inizio della sua esistenza era già segnato dall’amore di Dio che preparava la donna che sarebbe stata lo strumento del suo farsi uomo.

È qui il fondamento della devozione cristiana alla Madonna: riconoscere il disegno di Dio che si rivela in una sua creatura, è sapere che c’è una creatura come noi liberata dal peccato in modo assoluto, e quindi avere un senso molto più ottimistico della vita, volere elevarsi a quelle altezze che questa donna indica come possibili a tutti”.

Qui si instaura la nostra devozione mariana: nell’opera grandiosa e bellissima di Dio, in Lei.

“Questa certezza, mentre riempie di gioia e di fiducia, mette le vertigini nel contemplare fin dove arriva l’azione di Dio, fin dove può spingersi il cammino dell’uomo, quale traguardo di santità può raggiungere”.

La lettura e lo studio della vita dei Santi servono proprio a questo: a vedere fin dove può arrivare l’opera di Dio, in un uomo, in una donna.

Certo, nella Vergine Maria in modo assolutamente inimitabile, però, in tutti gli altri Santi, che hanno come noi condiviso il peccato originale (va bene, c’è il Battesimo, ma comunque hanno condiviso questa ferita iniziale), vediamo come un uomo, una donna, un ragazzo, prendendo una decisione seria nella loro vita, corroborati, rafforzati, consolati, sostenuti dalla grazia, ed esercitando in sommo grado la loro volontà, la Speranza, la Fede e la Carità, hanno potuto raggiungere vette meravigliose di santità.

Questo è per tutti.

“La Chiesa ha impiegato secoli e secoli prima di definire la verità di Maria Immacolata, anche se il senso comune cristiano subito pensava a Maria come la creatura privilegiata posta da Dio al culmine della sua azione di grazia.

Maria è così il segno più vivo e più affascinante di come Dio si interessa dell’uomo e come lo vuole ricondurre alla dignità iniziale, quella pensata da lui al momento della creazione.

Oggi ancora nella mentalità comune (forse, anche in quella nostra cattolica) si fa fatica ad accettare questa qualità di Maria, anche perché la si confonde banalmente con l’altra qualità, quella della sua maternità verginale”.

“Immacolata Concezione” non fa riferimento al concepimento di Gesù, ma fa riferimento al concepimento di Maria Santissima.

Oggi, se chiedi che cos’è l’Immacolata Concezione e a chi fa riferimento, non so a quanti Cristiani non serva un cardiotonico, dopo che hai fatto loro questa domanda…

“Sempre c’è l’ostacolo dell’orgoglio umano che non vuole accettare che Dio sia più grande e possa compiere gesti straordinari impossibili all’uomo.

La qualità di Maria di essere «concepita senza peccato originale» fa cogliere due elementi fondamentali della vita umana così come ci viene rivelata da Dio.

Esiste un peccato all’origine della storia umana […]”.

La Bibbia ci racconta, in Genesi 3, quello che succede.

“Ogni uomo porta dentro di sé questa tendenza alla ribellione contro Dio, questa specie di seconda natura contraria alla propria realtà di creatura: è l’inclinazione al male, è l’illusione di «essere come Dio» […].

Subito in quel momento Dio stesso promette che quel serpente ora vincitore, domani conoscerà il discendente della donna che gli «schiaccerà il capo»: è la promessa della redenzione.

Maria, che sarà la madre del vincitore dell’antico serpente, viene protetta da Dio e resa esente dal peccato fin dall’inizio della sua esistenza.

Contemplare Maria in questo mistero allarga il cuore alla speranza: la forza di Dio è totale e vince ogni male, il piano di Dio si realizza nonostante la debolezza e la ribellione dell’uomo. Se Maria è l’immacolata, la donna totalmente santa, allora è possibile per tutti sperare nella santità, è possibile realizzare una vita in sintonia con il piano di Dio.

L’ultima parola del mondo e di ogni uomo, non è il male, non il trionfo dell’antico serpente, ma la liberazione, la salvezza, la redenzione.

Invocare Maria come «regina concepita senza peccato» dona fiducia e capacità di combattere il male e di ritrovare la propria verità di figli di Dio”.

Oggi è sabato… e in che modo si vince il male?

In che modo si combatte il male?

In che modo si ritrova la propria verità di figli di Dio?

Qui dovrei vedere virtualmente, ma anche realmente, una standing ovation, dove tutti si alzano e gridano: «Penitenza, Penitenza, Penitenza», cioè il Sacramento della Penitenza, la Confessione.

Quando, nell’apparizione della Vergine Maria o dell’Angelo che precede in alcune apparizioni quella della Vergine Maria, come di fatto a Fatima, si legge o si dice “Penitenza”(si legge, nella visione che ebbero i tre fanciulli, oppure viene chiesta la penitenza, comunque andate a vedere le varie apparizioni, se no qui adesso mi dilungo troppo), io, la prima cosa a cui penso, è il Sacramento della Confessione.

Noi, quando si parla di “Penitenza”, la prima cosa a cui pensiamo sono i digiuni, le sofferenze, i sacrifici… sì certo, anche, sicuramente, ma io personalmente penso subito alla Confessione, al confessionale, perché quell’altra penitenza, cioè il digiuno, il sacrificio, la rinuncia, le mortificazioni, non avrebbero alcun senso se non fossero fatte in grazia di Dio. Per questo, la prima penitenza che dobbiamo fare, è quella di avere la nostra anima pulita, quindi la Confessione.

Oggi è sabato, quindi dovrebbe essere il giorno in cui siamo più o meno tutti a casa dal lavoro, e comunque dovrebbe essere un po’ il giorno dedicato a questo momento, prima della domenica, per andarci a confessare.

Fa parte della penitenza (infatti il Sacramento della Confessione si chiama “Sacramento della Penitenza”) anche il far fatica a trovare qualcuno che ci possa confessare, a trovare la persona giusta, a dover chiamare, a dover chiedere.

È sempre umiliante dover chiedere qualcosa a qualcuno, perché ci mette in una condizione di bisogno, ma  tutto questo fa parte della penitenza, così come anche l’essere, alle volte, trattati un po’ duramente; anche questo fa parte della penitenza, cioè fa tutto parte di ciò che serve a riparare ai nostri peccati.

Qui mi permetto anche di segnalare, per chi non l’avesse ancora visto,  che, ormai da un mese e mezzo, quasi due mesi, ho fatto pubblicare una playlist su YouTube, dove ho fatto raccogliere le mie meditazioni sull’Eucarestia, soprattutto quelle lunghe di un’ora del periodo di maggio-giugno del 2020, quando ho trattato il tema delle “Piccole Ostie Riparatrici” di Don Tomaselli, ma non solo, anche quando ho parlato della Beata Maria Candida dell’Eucarestia, dei verbi paratattici, insomma quando ho trattato tante questioni sul tema dell’Eucarestia.

Questo, perché ancora oggi ricevo diverse domande per dubbi, che poi sono sempre i soliti, inerenti a questo Sacramento.

A me non piace fare il bigino di quello che è la nostra Dottrina, tipo 3×2, e non mi piace rispondere quando mi si dice: «Padre, ho questa emergenza… mi dica una parola!». No, non funziona così, perché poi, non basta avere l’indicazione, bisogna anche sapere il perché delle cose. Allora ho detto: «Faccio una playlist, e faccio raccogliere tutte le meditazioni». Sono lunghe, sono articolate, sono dense, mi sono costate moltissima fatica (vi ricorderete anche in che periodo eravamo, maggio-giugno 2020, non erano proprio mesi facili) e, per chi ha bisogno di chiarirsi le idee sull’Eucarestia, lì c’è  tutto, credo proprio tutto, veramente tutte le risposte alle vostre domande.

Voi andate su YouTube, le ascoltate, e lì le troverete.

Così troverete, non solo le risposte alle vostre domande, ma anche la ragionevolezza di queste risposte: le fonti che hanno motivato queste risposte; perché, come e quando sono nate e nascono queste risposte; come bisogna rispondere in certe situazioni; trovate tutto lì. È un modo anche per vincere l’ignoranza, perché purtroppo ci sono alcuni che si dilettano a fingersi maestri, teologi, simil-profeti, quando invece purtroppo sono abitati da un’ignoranza abissale e parlano senza sapere quello che dicono.

Del resto, vincere l’ignoranza costa tanto per tutti, perché vuol dire aprire i libri e studiare. Ecco, io ho fatto la fatica di fare questo lavoro per voi, adesso allora, voi fate almeno la fatica di ascoltare e di capire, perché dire: «Devi fare così… Devi fare cosà…», va bene per i servi, ma non va bene per coloro che devono essere discepoli di Gesù, perché uno deve sapere perché deve fare così… o perché deve fare cosà…

Uno deve poter scegliere, deve dire:

«Questa è l’indicazione che mi dà, per esempio, Padre Giorgio.

È fondata? Sì o no? Sì? Su che cosa? Sulle sue idee, sui suoi gusti, sui suoi piaceri? Sì o no?

Se non è fondata sulle sue idee, sui suoi gusti e i suoi piaceri, su cosa è fondata? Quali sono le fonti?

Il Santo “Tal dei Tali”, il Magistero della Chiesa, il Catechismo della Chiesa Cattolica, e via di seguito. Ok, queste sono le fonti. Sono attendibili? Sì, sono attendibili, si può dire.

Allora adesso, a seguito di tutto questo, avendo ascoltato le fonti, avendo ascoltato la spiegazione, mi metto lì, mi scrivo bene le cose e mi costruisco la mia posizione, in modo tale che arrivo a una decisione “motivata”».

Spero tanto che riusciamo veramente ad avere Cristiani coscienti e consapevoli della loro fede.

Voi già mi chiederete: «Ma dove lo trovo il link per questa playlist

Risposta: «Andate sul sito www.veritatemincaritate.com e lì troverete una bella icona che porta il titolo “Meditazioni Eucaristiche”, la cliccate e vi collega o vi dà il link per andare su YouTube e per ascoltare tutte le vostre belle cose che vi potranno servire».

Regina assunta in Cielo

“Subito dopo essere invocata «concepita senza peccato», Maria

viene invocata come la Assunta in cielo: ne è la conseguenza logica. Se Maria è senza peccato perché Gesù l’ha redenta in modo totale e straordinario, è anche senza la conseguenza del peccato che è la morte”.

La Vergine Maria non è morta, non può essere morta.

Tra l’altro, vi racconto un aneddoto molto bello.

Un po’ di giorni fa mi trovavo in un ospedale, perché dovevo fare un esame, e ad un certo punto mi trovo a fianco di una signora di Verona e di suo figlio. Siamo lì, proprio vicini alla porta d’ingresso, ad aspettare di venire chiamati, e questa signora molto gentile si avvicina e mi dice: «Ma lei è Padre Giorgio?»

Io dico: «Oh mamma, come è possibile? Come fa a saperlo? Come fa ad avermi riconosciuto?», perché non sono un volto da televisione, poi con la mascherina…

Lei mi dice: «Ho visto il colletto da Prete, ma poi quello che mi ha convinta è stata la Medaglia Miracolosa, perché lei porta al collo la Medaglia Miracolosa, dice sempre di portarla all’esterno e di portarla bella grossa».

Mi sono detto: «Pensa un po’… con questa signora di Verona ci incontriamo in questo ospedale, un bel po’ distante da Verona (dove quel giorno c’era il mondo, c’era davvero il mondo), a quest’ora precisa, a fare esattamente lo stesso esame, io e suo figlio… non è possibile, è incredibile».

Poi siamo stati un po’ lì a parlare e ho detto: «Pensa un po’… una medaglia… una medaglia…»

Ecco, pensando alla Vergine Maria concepita senza peccato e alla Vergine Maria assunta in Cielo, ho pensato a quanto la Vergine Maria ci rende uniti e ci fa conoscere. Tra l’altro, io non so neanche il nome di questa signora, non gliel’ho neanche chiesto, né quello di lei né quello di suo figlio; poi è stato chiamato suo figlio a fare l’esame, e io poco dopo, quindi ci siamo salutati di fretta.

Io, ovviamente, ero al telefono, perché stavo sistemando proprio queste cose inerenti alla playlist delle Meditazioni Eucaristiche e stavo dando le ultime indicazioni quel giorno, quindi, praticamente mi hanno chiamato e sono scappato via, salutandola in modo molto frettoloso e sbrigativo. Anzi, mi scuso; sicuramente starà ascoltando, quindi mi scuso e la saluto adesso, in modo più degno.

È bello vedere come siamo uniti dalla Vergine Maria, al di là di tutto, e come una medaglia può fare la differenza.

Quindi, impariamo a portare la Medaglia Miracolosa e a tenerla all’esterno, senza vergogne inutili.

“Il racconto biblico del primo peccato ha congiunto la ribellione a Dio con la conseguenza della morte: «Tornerai alla terra perché da essa sei stato tratto: polvere sei e in polvere tornerai» (Gn 3,19)”.

L’uomo, invece, sperimenta la morte, che è la conseguenza del peccato originale.

“Maria, creatura perfetta, redenta e santificata in modo unico, gode anche di questo privilegio: il suo corpo verginale viene glorificato. È certezza di fede (Pio XII lo ha dichiarato il 1° novembre 1950) che Maria «fu innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli»”.

Questo è il dogma, capite? Quindi, non è più discutibile.

Non dimentichiamo che risplende “Regina alla destra del Figlio Suo”, risplende “Regina”, e Lui è “Re immortale dei secoli”, quindi abbiamo un Re e abbiamo una Regina.

Davanti al Re e alla Regina non si sta in piedi né seduti, quindi…

“In questa devozione a Maria c’è la contemplazione del destino eterno riservato a ogni uomo, già intuito nel pensiero di culture e civiltà diverse e da tutti desiderato come espressione logica dell’essere umano insofferente di limiti di spazio e di tempo. E c’è l’affermazione chiara precisa della fede cristiana che in Cristo risorto vede la risposta alle più drammatiche domande, e asserisce la certezza di una vita che continua dopo quella mortale.

In questi nostri giorni, in cui sembra che la vita dell’uomo si concentri e si esaurisca nel suo divenire e nella ricerca di un benessere e di un godimento immediato, la certezza di una vita eterna viene poco considerata o messa in dubbio: così nascono comportamenti e teorie che vorrebbero chiudere l’esperienza umana nel piccolo e povero limite dei giorni terreni, così però nascono anche tutte quelle realtà feroci e tragiche frutto di una disperazione più o meno cosciente”.

Certo… quando mai si parla della vita eterna? Quando mai si parla della morte? Quando mai si parla del Giudizio di Dio?

Grazie al Cielo, ci sono ancora diversi Sacerdoti che parlano di questo, ma non è più un tema frequente. Oggi i temi frequenti sono altri, quindi, ecco perché ho voluto fare una catechesi in Avvento tutta dedicata ai Novissimi di Don Alberione, per questa ragione, perché non se ne parla più. Ed ecco perché spesso io ve ne parlo, perché non se ne parla più.

Invece dobbiamo parlarne, e dobbiamo pensare che la nostra vita non si conclude qui, altrimenti veramente nascono dei comportamenti che sono profondamente sbagliati, si vive una vita come se non dovessimo mai morire. No, invece moriremo.

Andare negli ospedali, tra i malati, ti fa capire proprio questo.

Io non ho mai visto un ospedale vuoto, c’è sempre una marea di gente… ce n’è di sofferenza a questo mondo eh… però… però… però… però… però noi pensiamo al pallone, noi pensiamo al divertirci, noi pensiamo alla televisione, noi pensiamo alla musica, noi pensiamo allo shopping, noi pensiamo a tutte le nostre cose, come se non ci fosse un momento in cui dovremo rendere conto di tutto.

“Ecco un’altra efficacia della devozione alla Madonna, la possibilità di superare la mentalità generale e ritrovare nella fede e nella profondità del proprio essere la proposta dell’eterno come criterio per misurare le scelte quotidiane e verificarne il valore autentico.

Invocare la Madonna assunta in cielo diventa il richiamo ad altre esigenze, altre realtà, altri traguardi verso i quali si cammina giorno per giorno: infonde il coraggio di liberarci da legami e visuali meschine che apparentemente sembrano soddisfare i desideri più profondi e di fatto scavano dei vuoti sempre più abissali”.

I legami non vanno mai bene… i legami non vanno mai bene…

La mia amata nonna Anna mi diceva sempre: «Giorgio, resta libero da tutto e da tutti, non dipendere da nessuno, quando devi uscire, quando devi entrare, quando… Lascia stare. Guarda che la gente fa quello che vuole, poi tu rimani con un pugno di mosche in mano. Quindi, tu, vai per la tua strada: se vogliono… bene; se no, lascia perdere».

Quando ero bambino mi ricordo che lei era veramente dolcissima, ma su queste cose era un soldato, proprio un soldato. Una donna più libera di mia nonna io non l’ho mai conosciuta. Per lei la libertà era sacra, sacra… sacra! Proprio la libertà era, non dico tutto, ma quasi; dopo la fede era la cosa più importante. Lei voleva assolutamente la libertà.

Lei mi diceva sempre: «Ricordati che la libertà non ha prezzo!»

Mi ricordo (forse ve l’ho già raccontato) che, quando ero bambino, mi portava al mare, perché soffrivo di asma e di allergia, e i miei genitori ovviamente lavoravano e non potevano portarmi. Quindi, lei e mio nonno mi portavano al mare e stavamo lì più o meno tre mesi, avevamo la casa; un tempo si curavano così quelle malattie.

Mi ricordo che, al pomeriggio, lei mi faceva fare, dal lunedì al venerdì, due ore di nuoto con l’istruttore, tutti i giorni… da morire… da morire: uscivo che ero steso, ero proprio sfiancato, morto, mi addormentavo seduto… vabbè, era veramente una cosa pazzesca.

Dentro a questo programma da Marines, che lei mi faceva fare (ovviamente, nessuno dei miei amici viveva una vita del genere), io, alle 14.00/14.30, con un sole cocente, ero già fuori: mangiavamo prestissimo, poi mi portava fuori, perché dovevo andare giù nella piscina scoperta, all’aperto, molto bella, vicino agli scogli.

Andavamo giù in questa piscina, grande, olimpionica, e c’era l’istruttore che aspettava me e nessun altro (perché non c’era nessun altro), per farmi morire per due ore in questa vasca, con tutti gli esercizi possibili ed immaginabili in acqua.

Io dicevo: «Nonna, ti prego, ti supplico, oggi ci sono i miei amici che fanno, che brigano, che giocano, che…»

Lei mi diceva: «Vabbè, li vedrai dopo. Adesso noi dobbiamo andare».

Dicevo: «Ma no, loro giocano adesso, non giocano dopo, io voglio stare qui con loro!»

Lei mi diceva: «Giorgio, resta libero, perché poi succederà che, se tu vuoi rimanere a casa, e resti a casa, dopo saranno loro che, quando tu andrai e dirai: “Io sono qua per giocare”, ti diranno: “No, io oggi non posso perché devo andare via”. Così, tu hai perso la tua piscina e il tuo tempo».

Oh… mica vero che è proprio successo così!

Questa donna era una profetessa, veramente! Incredibile…

Un giorno, ci eravamo dati l’appuntamento dopo la piscina; io sapevo quando tornavo e avevo detto: «Io torno dalla piscina, ci vediamo dopo!»

E loro: «Sì, sì, ti aspettiamo, ti aspettiamo».

Torno dalla piscina, tutto contento, pieno di tutte le mie speranze e attese, corro felicissimo (mentre lei dietro camminava con il suo passo da soldato, tranquillo e costante), arrivo e suono… non c’è nessuno… nessuno! Non c’era nessuno, erano andati via tutti! E non c’era un biglietto… Allora io sono andato a casa nostra, pensando che avessero lasciato un biglietto alla porta, o avessero detto a mio nonno qualcosa… niente… spariti nel nulla! Vi immaginate nel mio cuore… e nel frattempo vedo arrivare mia nonna. Ho detto: «Non è possibile… non è possibile…»

Lei arriva, mi guarda, e mi dice: «Beh?! Non dovevi andare a giocare? Dove sono tutti i tuoi amici? Non avevate l’appuntamento per le 17.00? Dove sono?»

Mi sono sentito morire… morire…

E lei: «Hai visto? Pensa se tu fossi rimasto a casa… avresti perso anche il tuo allenamento. Così impari la lezione».

Mai più dimenticata! Me la ricordo ancora adesso, dopo cinquant’anni.

Mi ricordo anche le case, i campanelli, anche quelli mi ricordo. Mai più dimenticata. Da allora, questa cosa è diventata un mantra.

La libertà… eh sì è così, soprattutto perché la gente fa quello che vuole, quando vuole, come vuole, quanto vuole.

Lei mi diceva sempre: «Non stanno mica lì ad aspettare te… quindi, tu fai quello che devi fare, e resta libero».

Un’altra cosa che a me piaceva era giocare a carte. Lei assolutamente non voleva, un po’ come Santa Teresa d’Avila. Allora mi mettevo lì a giocare un po’ con loro prima di partire, poi arrivava lei: «Giorgio, andiamo!»

E io, qualche volta, cominciavo la mia tiritera: «Nonna, ancora un attimo, finisco la partita!»

«No. Adesso».

Io dovevo lasciare lì tutto, perché lei andava, non mi aspettava, lei andava. Lei mi diceva: «Io vado».

Io dicevo: «Sì, aspetta che metto le scarpe…»

«No, no. Io vado». Prendeva e andava.

Lei mi diceva, per esempio: «Noi usciamo alle 17.30 (o alle 18.00 o alle 15.00 o quello che era). Fatti trovare pronto per quell’ora, perché io esco». Lei, a quell’ora stabilita, usciva. Io dovevo mettermi le scarpe, tirare su i pantaloni, mettermi in ordine, e dicevo: «Nonna! Aspetta!»

«No. Io vado». E la dovevo rincorrere dopo, perché lei andava.

Eh… se io guardo i ragazzi di oggi… c’è da farsi un segno di croce… perché è tutto il contrario, è tutto il contrario.

È fondamentale avere degli educatori credibili. È fondamentale avere figure educative ferme, decise, forti, dolcissime eh… ma forti, forti, delle rocce. È fondamentale!

Tempo fa vi parlai di quanto è fondamentale avere il padre, di quanto è fondamentale avere una madre, avere dei nonni, che siano punti di riferimento forti, credibili, autentici, belli, puliti, sani.

Quanto è fondamentale per un ragazzo avere qualcuno che raccoglie le tue bellezze, che raccoglie i tuoi talenti, che li custodisce, che li accresce, che te ne fa innamorare, che li scopre con te, che li potenzia insieme a te… quanto è fondamentale!

Quando partivamo per le vacanze, i compiti di scuola delle vacanze, io li finivo nei primi sette giorni delle vacanze; cioè, praticamente, il 10 di giugno io avevo finito tutti compiti delle vacanze. Dall’11di giugno fino al 13, più o meno, non mi faceva fare niente, ero a riposo… dopo un anno, e dopo sette giorni che non vi dico.

Il 13 di giugno iniziavano i compiti che mi dava lei, e finivano il giorno prima dell’inizio della scuola. Si inventava tutti i compiti possibili ed immaginabili, di Italiano, di Matematica, di Storia, di Scienze.

Mi faceva raccogliere tutte le foglie che trovavo per terra, me le faceva catalogare, mi faceva fare gli album (“arboricoli” li chiamavo, mi pare di ricordare), tutti questi album pieni di foglie, poi mi faceva fare… il mondo veramente. Tornavo a casa dalle vacanze, che ero più carico di libri di quando ero partito; mi faceva comprare libri, me li faceva leggere, studiare, mi faceva fare i riassunti, mi faceva ripetere…

Io dicevo: «Ma nonna, ho già finito tutti i compiti… gli altri sono lì che stanno facendo ancora i loro, ti prego!»

Lei mi diceva: «No, no. Ricordati: meglio un brigante di un ignorante.

Vuoi essere ignorante? Vuoi restare ignorante? Vuoi andare a pulire i gabinetti?… Allora studia!»

Io dicevo: «Ma quando finirò di studiare?»

«Mai».

Oh… una profetessa… una profetessa!

Dicevo: «Quando finisco di studiare?»

«Non finirai mai di studiare. Devi studiare fino all’ultimo giorno della tua vita».

Ecco: dictum factum.

Ho sempre detto io, che le parole del papà, della mamma e dei nonni, poi si realizzano e diventano delle profezie, infatti così è stato.

E va bene…

Ecco perché, quando leggo la parola “legami”, mi viene subito in mente lei e tutta quest’opera educativa che ha fatto per insegnarmi queste cose.

E infatti, guardate, poco dopo che sono stato ordinato Prete, mi ricordo che una persona, un giorno (dopo l’ennesima volta che…), mi disse: «Sa, Padre, lei è l’unico Prete che non sono ancora riuscito (era una persona, non dico se era uomo o donna) a fare entrare nella mia ragnatela».

Eh… io tra me e me ho detto: «Tutto merito di mia nonna Anna. Nella tua ragnatela io non ci entro, a Dio piacendo».

Capite che, crescendo così, vieni anche educato a scoprire le ragnatele, a scoprire questi legami morbosi, questi legami appiccicosi, questi legami che vogliono metterti in una ragnatela e poi avvolgerti come il ragno fa con la mosca. No, no, no, no… io non voglio fare la fine di Frodo, in “Il Signore degli Anelli”, là, con il ragno gigante.

E quindi, noi allora dobbiamo invocare la Vergine Maria assunta in Cielo e pensare a Lei, che ci vuole condurre tutti liberi da ogni legame (come abbiamo visto con Padre Avrillon, che sempre ci richiamava alla bellezza di essere “liberi” dai legami) e che ci vuole ricondurre a questa meravigliosa altezza e grandezza della vita eterna, con la Santissima Trinità, i Santi e gli Angeli.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

VANGELO (Gv 16, 23-28)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

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