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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 15

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 12 febbraio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 15

Eccoci giunti a sabato 12 febbraio 2022. 

Abbiamo letto il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo VIII di San Marco, versetti 1-10. 

Gesù in questo Vangelo si accorge, a differenza dei Discepoli, si accorge che la gente ha fame, la gente lo segue e ha fame proprio di pane molto concreto, molto materiale, e quindi dice: “Non posso mandarli via così, se no stanno male, devo provvedere”. E provvede da Gesù, e Gesù quando provvede, provvede sempre in modo strabiliante. Qui, in teoria, dovrebbe partire una meditazione sulla moltiplicazione dei pani e dei pesciolini. Io, invece, vorrei fermarmi a qualche parola molto prima: 

“Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare”

Gesù veramente è il Pane della Vita. 

Questa gente, 4000 persone, non mangiano da tre giorni. 

Ma non è che i Discepoli dicono: “Guarda Gesù, questi qui sono venuti a lamentarsi, non hanno niente da mangiare e non è che possono solamente vivere di Te e della tua parola, dei tuoi insegnamenti. Hanno bisogno anche di mangiare! Cosa facciamo? Devono mangiare”. 

Eppure, non dopo tre giorni, dopo un solo pranzo saltato ci si ci sarebbe aspettati che dicessero: “E qui come facciamo?”. Anche perché dobbiamo pensare che queste persone che sono andate a seguire Gesù, ad ascoltare Gesù non si sono portati il trolley con dentro la lasagna, il prosciutto, la mortadella e non so quant’altro… il pane… 

Questa gente ha preso, è partita e ha seguito Gesù, fine della discussione, perché la priorità non è mangiare. E quindi si sono ritrovati senza niente di cibo, ma sembra che nessuno abbia detto una parola, su 4.000 persone non ce n’è stata una che abbia detto: “Boh qui arriva mezzogiorno arriva sera un giorno, arriva colazione, arriva mezzogiorno, arriva sera, due giorni, arriva colazione, arriva pranzo, arriva cena, tre giorni.” 

Non so, voi probabilmente sarete sicuramente più santi, più asceti di me, però tre giorni senza mangiare… lo sento se sto tre giorni senza mangiare, già se sto un giorno senza mangiare è dura, se devo pensare di fare giovedì, venerdì e sabato senza mangiare niente e mangiare la domenica, l’ultima cena il mercoledì e dal mercoledì il prossimo pasto è domenica, … parliamone! 

Sapete, oggi, se non faccio la merenda, se non faccio la colazione, se non ho il mio snack o non faccio l’apericena comincia già a girarmi la testa: “Come faccio… non ce la faccio… non ci riesco… fa male alla salute… e il picco glicemico e lo stomaco che ha problemi….”, insomma mille cose.

Queste persone, invece, sono tre giorni che lo seguono e nessuno dice un fiato. Perché? Perché sono tutti ascetici? No perché Gesù è Gesù. Gesù riempie, Gesù è la Vita: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Gesù è la Vita, chi ha Gesù, chi sta con Gesù ha tutto. E non sente più neanche la fame, perché chissà quelle parole, chissà quello che hanno ascoltato, chissà le riflessioni che hanno generato… 

L’altro giorno un mio compagno ha saltato il pranzo, non l’abbiamo visto in refettorio a mangiare con noi e abbiamo pensato: “Mah chissà, forse sarà all’università, starà studiando in università, avrà un esame… boh chissà”. 

La sera lo rivediamo e diciamo: “ Oggi che cosa è successo?” 

“Eh nessuno di voi mi è venuto a cercare, nessuno mi ha chiamato!” 

Abbiamo detto: “Pensavamo che tu fossi in università”

“No, ero in camera”

“Eri in camera? A dormire?”

“No, ero in camera e stavo studiando e mi sono così messo nello studio che quando ho alzato gli occhi a vedere che ore erano, erano le 14.00”

Io l’ho guardato e ho detto: “Vabbè, ok, io il dottorato lo finirò quando mi cadranno i denti a centocinquanta anni. Ma come è possibile? Sentirai che avrai fame? Come fai ad arrivare alle due e non accorgerti che hai sforato e che devi andare giù in refettorio a mangiare?” 

“Eh no perché io quando studio mi immergo e quindi…”

No, ecco, a me non succede, non è mai successo assolutamente. Poi se è giugno ed è il tempo delle ciliegie non succede proprio! No, scherzo! Ascoltando il suo racconto mi sono detto: “Ecco, quando ti capiterà che salterai un pranzo o una cena perché eri talmente immerso nella preghiera che non ti sei neanche accorto che… sarai sulla buona strada.” A me non è mai successo di saltare il pranzo o la cena perché ero immerso nella contemplazione, però a qualcuno succede per lo studio. 

Con questo Vangelo a me sembra che Gesù ci insegni che quando c’è Lui, quando abbiamo Lui, quando stiamo con Lui, noi ci sfamiamo. Ma è vero, quando abbiamo Gesù nel cuore non abbiamo bisogno di nient’altro, abbiamo tutto, abbiamo talmente tanta felicità e tanta gioia… quando siamo in compagnia di Gesù che cos’è che ci manca? Veramente è la vita! Spesse volte noi predichiamo, parliamo, parliamo di Gesù che è Via, la Verità e su questo predichiamo tanto, ma Gesù che è la Vita forse si predica un po’ poco, o almeno io ho predicato un po’ poco su Gesù che è la Vita, LA Vita, l’unica, non ce n’è un’altra, non c’è qualcun altro che è la Vita per noi. Non c’è un’altra Verità, Gesù è LA Verità ma non perché lo dico io, c’è scritto nel Vangelo, c’è l’articolo determinativo, Gesù si definisce “la Via, la Verità, la Vita”, l’unica Via, l’unica Verità, l’unica Vita, c’è scritto basta leggerlo in greco, c’è scritto lì.

E allora sperimentiamola questa vita, cioè facciamo veramente entrare Gesù nella nostra realtà, nella nostra storia e sperimentiamo quanto è bello avere la vita che pulsa dentro di noi, quanto incredibile poter stare davanti a Gesù Eucaristia,  quale grazia quando lo possiamo ricevere sacramentalmente. 

Gesù è la Vita. 

Se quando esci per andare alla Messa ti chiedono: “Dove vai?” 

“Vado a prendere Vita, vado a mangiare la Vita, vado a nutrirmi della Vita”.

 Tre giorni senza mangiare, ed è Gesù che si accorge di questo, di loro. Incredibile! È Gesù che si accorge del fatto che loro sono tre giorni che non mangiano per seguirlo, non loro che gli dicono: “Gesù dacci qualcosa”. No, è Gesù che se ne accorge. 

Quando si sta con Gesù c’è Gesù, c’è tutto. Il resto… sì, va bene, tante cose sono belle, però… quando abbiamo Gesù con noi veramente non ci manca niente.  

Capitolo 14º, “Le meraviglie di Laus”, siamo ai profumi. Oggi passiamo dai pesciolini moltiplicati, dal pane moltiplicato e adesso siamo ai profumi di Laus, di questa bellissima apparizione della vergine Maria a Laus.

“Costruita la Chiesa, i prodigi non fecero che moltiplicarsi. 

Non staremo qui ad elencare i malati, i moribondi, gli storpi, gli indemoniati, che lasciarono i loro mali ai piedi della Vergine misericordiosa. Diremo solo che si trovano segnati nei manoscritti 1300 prodigi, d’ogni specie, compiutisi a Làus per lo spazio di 38 anni. 

Ma non possiamo tacere di una meraviglia, che si avverò solo a Làus: cioè dei profumi celesti, di cui la Santa Vergine imbalsamava il Santuario e la valle, allorchè vi discendeva.”

Un giorno ci devo andare in questo Santuario, non voglio morire senza aver sentito questo profumo della Vergine Maria, deve essere una cosa buonissima!

 “Di questo innegabile prodigio parlano tutti e quattro gli storici di Làus. Essi stessi hanno respirato tali profumi, e ne parlano come di fatto pubblico; ma non sanno specificarlo con termini adatti.”

Lo sentono tutti, non è una cosa privata, tutti quelli che vanno sentono i profumi di Laus. Scrivono:

“Io non saprei esprimervi come siano i celesti profumi, che un’infinità di persone hanno sentito nella Cappella, prima o dopo che la Madre Divina appare a Benedetta: essi non hanno confronto coi profumi e coi fiori della natura. 

Un medico di Barcellona che condusse a Làus due suoi bambini per ringraziare la Vergine della loro guarigione, e offrirli al Signore. Entrando nella Chiesa fu talmente imbalsamato da quei profumi celesti, che s’immaginò si tenessero nel Santuario delle essenze aromatiche, e volle informarsi. Poi colle lacrime agli occhi esclamava: 

– Che profumo! Non ha davvero alcun rapporto con quelli della Terra!- 

Padre Grimaud scrive: 

Stando un giorno presso suddetta Cappella per registrare Messe votive, sentii per un quarto d’ora un odore così soave, che nella vita mia non ho mai sentito l’uguale, e mi cagionò una soddisfazione così grande ch’ero fuori di me stesso”.

Il miracolo dei celesti profumi non è ancora cessato al Làus. Avviene più raramente che al tempo della Santa pastorella, ma di tanto in tanto qualche anima privilegiata ne è colpita. I Rettori del Santuario ricevono ogni tanto delle attestazioni serie di tali favori.” 

 A quel tempo erano molto più frequenti, adesso ci sono ancora ma non sono sentiti da tutti, dipende.  Questa testimonianza dice:

“Mi sento obbligato a parlarvi delle impressioni, che ho avuto la fortuna di provare al Làus, e il cui ricordo non si è per nulla affievolito, nonostante le diverse peripezie del mio viaggio.
Alla vigilia della mia partenza, uno dei Cappellani dell’Ospizio mi regalò un opuscoletto su codesto interessante Santuario, sapendo che avevo l’intenzione di visitarlo, al mio passaggio da Gap. Le mie occupazioni non mi permisero che una rapida visita: tuttavia la mia attenzione fu attirata in modo speciale dal capitolo, ove si parla dei profumi celesti, privilegio particolare del Santuario di Làus. Il giorno stesso, durante il pasto in famiglia, al quale si trovava presente un ecclesiastico mio parente, il discorso cadde sul capitolo in questione, e manifestai la mia… incredulità in proposito.
Questo vi dico affinché sappiate che io venni a Làus sotto l’impressione della diffidenza. Voi sapete quel ch’è successo. 

Visitando con voi il Santuario di N. Signora, e ascoltando con vivo interesse le vostre benevoli e interessanti comunicazioni, io non provai alcun fenomeno particolare. Non fu che all’entrare nella modesta abitazione di Suor Benedetta, ch’io sentii l’impressione viva e penetrante segnalata nel capitolo relativo ai profumi. Se ben vi ricordate, la mia sorpresa fu grande, perché in quel momento io ero raffreddato, e il senso dell’odorato era momentaneamente diminuito.
Respiravo un profumo soave, d’una essenza completamente sconosciuta per me, e sempre più sensibile man mano che mi avvicinavo al letto di Suor Benedetta, in luogo di un odore spiacevole e caratteristico, che si prova entrando in un appartamento abitualmente chiuso e umido. È appunto per quel sentimento di diffidenza, che avevo entrando, ch’io vi domandai più volte, se non c’erano nell’appartamento fiori odorosi disseccati, mentre quelli ch’io vedevo non erano che fiori artificiali. Allorchè alle vostre interrogazioni io prestai più attenzione al fenomeno straordinario, pareva che una mano invisibile agitasse gli effluvi odorosi in mia presenza, fino a sentire soffi e ondate sempre più intense. Ricordatevi che questa impressione particolare non si è più ripetuta nella Cappella che si trova sul ciglio della strada..” 

Un Sacerdote che poi diventò Vescovo scrive:

“Arrivai a Làus accompagnato da mia zia, appena giunto celebrai la Santa Messa, poi visitammo il tesoro e la camera della Venerabile Benedetta. 

Eravamo appena entrati, che mia zia e le due cugine esclamano: – Ma ci sono dei fiori nascosti?-

– Qui non se ne vedono – dissi io, – non sento nulla.- 

  • Allora hai il naso turato – risposero meravigliate.
    Sorrisi perché non sentivo proprio nulla, e domandai a qual profumo poteva essere paragonato quello che sentivano. 
  • È impossibile trovarne uno simile – risposero.
    Le spinsi a mettersi in ginocchio, pregare e ringraziare la Santa Vergine e Suor Benedetta. Uscendo parlai loro dei dolci effluvi di Làus.
    Prima di lasciare quella santa valle, mia zia manifestò un vivo desiderio di entrare una seconda volta nella camera della Venerabile pastorella; e io pregai il Padre di accompagnarci. Mia zia e la sua famigliuola provarono la stessa impressione: ma il fenomeno non si riprodusse più per l’altra signora ed io non fui più fortunato della prima volta. Mia zia chiese allora al Padre un pezzettino di legno del letto: e quel frammento era impregnato dello stesso profumo. Usciti dalla camera dissi:
    – Son sicuro che quel pezzetto di legno non ha più odore.- 

Lo fiuta e sente lo stesso profumo.
Nel ritorno, oltrepassata Bàtie-Neuve le dissi nuovamente:

– Almeno qui la vostra reliquia non darà più profumo.- E difatti era così. 

Ma di tutti i prodigi, il più sorprendente fu la stessa Suor Benedetta. 

La prossima volta vedremo il capitolo 15º: il più grande prodigio di Laus. 

Volevo ritornare un secondo sul Vangelo e dirvi: vedete? Che sia un profumo, che sia l’acqua, che sia qualunque segno che la Vergine Maria lascia, quando abbiamo a che fare con Dio c’è sempre qualcosa di molto concreto, di molto tangibile, di molto sensibile. Per esempio la Madonna della Rivelazione qui a Roma voi sapete che lasciò la terra, per cui la terra dove è apparsa la Vergine Maria dentro la grotta è una terra miracolosa. Lascia sempre un segno molto tangibile, ed è vero che quando noi siamo veramente in comunione con Dio anche il nostro corpo trova quiete, troviamo pace, e quindi anche tutti quei disturbi che possiamo provare, i disturbi del sonno, i disturbi dell’alimentazione, i disturbi non lo so… qualunque disturbo della salute, qualunque cosa, se voi notate pian piano vanno in ordine, vanno a calmarsi. Quindi il consiglio che vi do, se posso dare un consiglio è questo: se avete qualcosa che vi disturba, qualche fatica nell’addormentarvi, nel riposare, qualche disturbo con l’alimentazione, certo è importante la volontà, ma mi verrebbe da dirvi che la volontà non basta, abbiamo bisogno proprio di stare con Gesù, e il Vangelo di oggi ce lo dice, se stiamo veramente con Gesù, se condividiamo la bellissima esperienza dell’amicizia vera e sincera con Gesù, guardate tutta la nostra persona va’ in pace. 

Mi ricordo un detenuto, mi ricordo anche il suo nome ma non ve lo posso dire, un detenuto straniero che veniva alle catechesi che io facevo il sabato pomeriggio in carcere nella cappella del Centro Clinico. Mi ricordo che lui si sedeva sempre sull’ultima panca — che poi di fatto era di marmo — e si appoggiava al calorifero. E io vedevo che dormiva… ma si faceva di quelle dormite incredibili! Stavamo lì per un’ora, perché durava sempre circa dalle due alle tre, e io vedevo che dormiva, ma dormiva, ma di quelle dormite! E, una e due… ma quando finiva e si alzava, aveva gli occhi rossi, di sangue. Io dicevo: “Ma come si fa a dormire così?”, ma poi scomodissimo, seduto, appoggiato a un calorifero. E una, e due, e tre… e quattro… dico: “Dovrò anche crescere nell’umiltà, però a me vedere uno che mentre parlo dorme con la bolla al naso, francamente un po’ mi da fastidio, cioè sono così soporifero da fare addormentare la gente? Il mio secondo nome quale sarà? Fra Sonnifero?”

Allora un giorno lo prendo in disparte e dico: “Senti, scusami se mi permetto, però mi puoi dire che cosa c’è che non va in me, tale per cui ogni volta che io inizio a parlare tu cadi in un sonno profondo? Che cosa sono? La mosca tse-tse? Perché?” 

Perché, poi, durante la settimana successiva ci pensavo e dicevo: “Adesso devo stare più attento, dovrò essere un po’ più sintetico, devo essere un po’ più affascinante, un po’ più brillante” e io mi impegnavo come un matto per cercare di risolvere questo problema, ma più mi impegnavo e più quello dormiva. E quindi ho detto: adesso questa cosa va risolta. 

Gli ho chiesto spiegazioni, lui mi guarda e mi dice: “Guarda, Fra Giorgio — ero ancora frate studente — alle tue catechesi è l’unica volta in una settimana dove io dormo. Io dormo un’ora alla settimana e riesco a dormire solo venendo alle tue catechesi”

Ovviamente sono rimasto senza parole e ho pensato molto a questa cosa col passare del tempo, e ho capito: in quelle catechesi io parlavo del Vangelo di Marco — tra l’altro, avevo sempre fatto il Vangelo di Marco in quegli anni, per tanto tempo ho fatto Vangelo di Marco — e mi sono detto: “È un onore! A parlare di Gesù, ad ascoltare di Gesù, uno viene curato dove ha il suo problema”. Quest’uomo per x ragioni non poteva e non riusciva a dormire mai, dormiva solo dalle due alle tre del sabato pomeriggio, pensate voi! Sette giorni senza dormire. 

 Penso che veramente Gesù è la nostra medicina, Gesù è veramente la nostra terapia, che non vuol dire “allora divento fatalista, prendo tutte le medicine le butto fuori dalla finestra perché tanto c’è Gesù”, no, non è questo che voglio dire, quello che voglio dire è che usando tutti gli strumenti, le medicine che abbiamo, tutto quello che abbiamo, per l’amor del cielo, non dobbiamo mai dimenticarci che la nostra vita, veramente la nostra vita, è Dio. Le medicine ci aiutano a stare meglio, a curarci, e le dobbiamo prendere assolutamente, ma allo stesso tempo lo stare con Gesù e avere un rapporto bello con Gesù può farci veramente fare dei salti di qualità, può dare quello sprint in più alla medicina che ci aiuta a raggiungere veramente il fine. 

Io vi auguro di fare una bella esperienza di Gesù quale Vita, la Vita.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Mc 8, 1-10)

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: “Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano”.
Gli risposero i suoi discepoli: “Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?”. Domandò loro: “Quanti pani avete?”. Dissero: “Sette”.
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

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