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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Purgatorio VIII parte e l’Atto Eroico di Carità I parte

Novissimi: il Purgatorio e l'Atto Eroico di Carità

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 11 dicembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Offerta di tutte le buone opere in vantaggio delle Anime Purganti

Per vostra maggior gloria, o mio Dio, Uno nell’essenza e Trino nelle Persone e per imitare più da vicino il dolcissimo nostro Redentore Gesù Cristo, come pure per mostrare la mia sincera servitù verso la Madre di misericordia Maria Santissima, che è Madre anche delle povere Anime del Purgatorio, io propongo di cooperare alla redenzione e alla libertà di quelle Anime prigioniere, debitrici ancora verso la divina giustizia delle pene dovute ai loro peccati.
Così nel modo che mi è lecito (senza obbligarmi però sotto peccato alcuno), vi prometto di buon cuore e vi offro il mio spontaneo voto di volere liberare dal Purgatorio tutte le Anime che Maria Santissima vuol liberare ponendo nelle mani di questa Madre piissima tutte le mie opere soddisfattorie e quelle da altri a me applicate sia nella vita che nella morte e dopo il mio passaggio all’eternità.
Vi prego, o mio Dio, di voler accettare e confermare questa mia offerta perchè io ve la rinnovo e confermo ad onore vostro e per la salute dell’anima mia.
Aggiungo che se per qualunque caso le mie opere soddisfattorie non bastassero a pagare tutti i debiti di quelle Anime, che la Vergine Santissima vuol liberare, ed i miei propri debiti per le mie colpe, che odio e detesto di vero cuore, mi offro, o Signore, di pagarvi, se a Voi così piacerà, nelle pene del Purgatorio quello che manca, abbandonandomi così fra le braccia della vostra misericordia e tra quelle della mia dolcissima Madre Maria. Di questa mia offerta e protesta voglio testimoni tutti i Beati del Cielo, tutta la Chiesa militante e la penante nel Purgatorio. Così sia.

Amabilissimo Redentore e Nostro Signor Gesù Cristo, che colla tenerezza vostra per Lazzaro e la vostra predilezione per Giovanni santificaste tutti i legami delle terrene amicizie, affinché tutti tendessero alla comune santificazione, esaudite le suppliche che presentiamo al vostro trono per tutti i nostri parenti, amici e benefattori, che gemono sotto la sferza della vostra paterna giustizia nel purgatorio. L’affetto che nutrirono per Voi, gli aiuti che ci prestarono nei nostri diversi bisogni, ed i tanti benefici che essi ci fecero per solo amore a Voi, meritano pure per parte nostra la più operosa riconoscenza. Ma come adempiere ad un dovere così sacro verso di loro, se si trovano rinchiusi in un carcere di fuoco, di cui Voi solo avete le chiavi? Voi dunque, che siete il comune Mediatore, il Padre di tutte le consolazioni; Voi, che colla applicazione della minima parte dei vostri meriti, potete assicurare la remissione dei debiti più enormi di tutto il mondo, impreziosite nella vostra misericordia il poco bene che facciamo per la liberazione di questi infelici, e rendete efficaci le nostre preghiere perché siano presto sollevati dalle loro pene. Dite su ciascuno di essi, come sulla tomba del vostro amico: “Lazzaro, vieni fuori”, ed ammetteteli, come già S. Giovanni, alle delizie che si gustano riposando sul vostro seno; e fate che glorificati essi da Voi, ottengano a noi tutti la grazia di esser loro vicini per tutti i secoli su nel Cielo, come per naturali legami, per amichevoli affetti e per opera di santa beneficenza, ci furono sempre vicinissimi sopra la terra.

Scarica il testo della meditazione

Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Purgatorio VIII parte e l’Atto Eroico di Carità I parte

Eccoci giunti a sabato 11 dicembre 2021.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XVII di San Matteo, versetti 10-13. 

“Hanno fatto di lui quello che hanno voluto”

Cerchiamo anche noi di non fare questo errore, di voler fare di Dio, della Parola di Dio, delle cose di Dio, quello che noi vogliamo.

“Il vostro parlare sia sì, sì, no, no, il resto viene dal maligno”

Di ogni parola inutile noi dovremo rendere conto a Dio. Se questo è il livello, pensate che attenzione enorme dobbiamo avere nei confronti di Dio, delle cose di Dio, delle cose Sante della Casa di Dio, del rapporto con Dio. Noi non dobbiamo fare di Dio quello che vogliamo, ma dobbiamo uniformarci alla Sua volontà. È Lui che deve e può fare di noi quello che vuole, non noi di Lui.  

Continuiamo la nostra meditazione sul libro “I Novissimi” del Beato don Giacomo Alberione, stiamo affrontando il Purgatorio e oggi dobbiamo affrontare, conoscere, spiegare, leggere questo Atto Eroico di carità di cui abbiamo accennato ieri qualcosa. Rileggo dove eravamo arrivati, rientra nel tema dell’operare per il Purgatorio.

“Se il confessore lo permette, potremo anche passare ad un atto di maggior suffragio e di più profonda e continua carità, cioè all’atto eroico di carità, naturalmente che in questo bisogna chiedere consiglio al confessore.”

Vedete, in una frase due volte richiama la figura del confessore, perché è una cosa molto seria, adesso lo spiega.

“Con questo atto si viene a cedere, in soccorso di quelle Anime, tutto il valore soddisfattorio delle opere buone, preghiere e sacrifici ed anche quel tanto di suffragi che verranno a noi dalla carità dei fedeli. Qualche anima potrà fare l’obiezione: Se do tutto agli altri che cosa resterà a me? Resterà non il bene nostro così scarso; ma resterà tanto più di bene; cioè il nostro bene sarà moltiplicato dalla carità, dal ricambio delle preghiere delle Anime purganti e dalla applicazione dei meriti di Gesù Cristo.”

Questo è l’Atto Eroico di carità, capite che è una cosa molto seria. Vuol dire cedere tutto, tutto il bene più prezioso che abbiamo, darlo tutto alle anime del Purgatorio, cioè tutto il valore soddisfattorio delle opere buone, tutto quello che di bene noi facciamo, tutte le nostre preghiere, tutti i nostri sacrifici. Non vuol dire: “Allora da adesso devo solo pregare per le anime del Purgatorio”. Non è questo, tu puoi pregare per chi vuoi e fare sacrifici per chi vuoi, ma il valore di soddisfazione — ricordate il famoso discorso sul debito che avevamo fatto — cioè il valore di merito, di tutte queste opere buone, preghiere e sacrifici va in suffragio alle Anime del Purgatorio.

“Ed anche quel tanto di suffragi che verranno a noi dalla carità dei fedeli.” 

Cosa vuol dire questa frase? Vuol dire tutto quello che gli altri faranno per noi, quindi le preghiere che possono fare per noi, i sacrifici che possono fare per noi, tutto, ma proprio tutto, sia che faccio io, sia che io ricevo, tutto questo valore soddisfattorio, tutto questo merito, tutto viene interamente donato alle anime purganti.

Bisogna pensarci e bisogna avere anche la maturità per fare questo passo, non lo si può fare sull’onda del sentimento: “Ah si che bello! Allora adesso lo faccio!” No. No, bisogna pensare bene a queste cose, bisogna comprendere bene cos’è il merito, cos’è il valore soddisfattorio delle opere, delle preghiere, dei sacrifici, va capita molto bene questa cosa. 

“Il nostro bene sarà moltiplicato dalla carità”

Perché è un Atto di carità eroico, quindi è un eroismo, è la forma più alta della carità che possiamo vivere, perché non diamo cose. Noi siamo abituati a dare cose, dare il soldino, dare il panino, il vestito, che sono cose anche importanti, servono, ma non è l’Atto Eroico di carità. Inoltre, avremo il ricambio delle preghiere delle anime purganti, ovviamente, un atto così radicale porterà a loro un beneficio enorme e quindi loro si sentiranno in sacro dovere di ricambiarci con le loro preghiere e dall’applicazione dei meriti di Gesù Cristo. Sicuramente è un atto interessante che merita una attenta riflessione. Credo che queste meditazioni sul Purgatorio possano proprio aiutare qualcuno, ad arrivare alla decisione di arrivare a fare questo atto.

c) “Continuità di preghiere. In alcuni momenti il nostro cuore è più inclinato alla compassione, in altri meno. Ma l’uomo di vera pietà è superiore a queste mutabili impressioni: egli fissa alcune pratiche e vi si mantiene fedele. Una pratica di ogni giorno: il De profundis; nelle orazioni sempre almeno il Requiem; la Chiesa impone al Sacerdote che termini ogni Ora canonica col “Fidelium animæ…”

Che vuol dire: “le anime dei fedeli defunti, per la misericordia di Dio, riposino in pace”. 

Molto bello. Non credo che si pratichi più questa cosa.

 “Ogni settimana: al martedì qualche preghiera speciale, particolarmente la Comunione. Ogni mese: il primo martedì può essere consacrato alle Anime purganti. Ogni anno: santifichiamo il mese di novembre. Portare volentieri l’Abitino del Carmine”

Pensate che don Alberione ricevette l’Abitino dell’Immacolata, l’Abitino del Carmine e l’Abitino dell’Addolorata. Oggi se parliamo di queste cose, probabilmente, neppure si sa più che cosa sono, neppure si sa che esiste l’Abitino dell’Addolorata e l’Abitino dell’Immacolata. Uno può dire: “l’Abitino del Carmine, lo Scapolare, lo conosco” è già più famoso, anche se non tutti sanno che cos’è e come si riceve e quant’altro. Ma l’Abitino dell’Addolorata e dell’Immacolata non credo. Come sono fatti questi due Abitini? Non credo che si sappia.

 “Iscriversi alle Compagnie di suffragio”

C’erano queste confraternite — credo che siano anche loro estinte o in via di estinzione — del suffragio delle anime del Purgatorio a cui ci si iscriveva e c’erano degli impegni da assumere.

“Per poi fare il patto con buoni fratelli per dopo la morte: chi resta, suffraga; chi è liberato, si impegna a trarre in salvo.”

Quando io vi dico: impariamo a fare rete, vuol dire fare queste cose. Quando noi moriremo, non so se vi siete mai fatti questa domanda, chi pregherà per noi? Guardiamoci intorno, fermatevi un secondo, fate finta di morire adesso, tra dieci minuti, chi pregherà per te? Al funerale ti prendono, ti seppelliscono e fine, da lì in avanti, chi pregherà per te? Chi farà dire delle Messe? Chi farà fare una Novena di Messe? Chi farà dire un ciclo di Messe Gregoriane? Chi offrirà dei sacrifici per te? Chi si ricorderà nel Santo Rosario di te? Dieci anni dopo la tua morte, chi ancora avrà l’abitudine di far portare il tuo nome all’altare?

Sono domande molto importanti. Capite, non è che con la morte finisce tutto. “Fare rete” vuol dire innanzitutto cercare di creare la possibilità di fare amicizie, ma le amicizie non quelle del mondo, non l’amicizia che si crea dalla parrucchiera, non è questa amicizia, non è quella grazie alla quale vado a fare shopping, vado a vedere il film o a mangiare la pizza. No, non è questa l’amicizia di cui parlo. È l’amicizia quella profonda, è l’amicizia di Siracide, capitolo 6°. Quella amicizia. Sto parlando di questa amicizia. È l’amicizia di cui parla Florenskij. Dopo la vita è la cosa più seria che c’è, perché senza amicizia…

Noi dovremmo poter morire in pace, tra le altre cose, pensando che io morirò ma queste persone pregheranno per me, queste persone mi accompagneranno al cimitero, sarò accompagnato da loro. Che bello per un Sacerdote che muore, il gesto che la bara non viene portata dagli uomini del servizio funebre ma dalle persone che lui ha amato e servito per una vita intera. Loro dovrebbero essere quelli che portano all’altare di Dio, davanti all’altare di Dio per la Santa Messa, il corpo del loro Padre, di colui che li ha educati ad amare Dio, di colui che li ha assolti, che gli ha dato il Pane della Vita Eterna, che li ha istruiti nelle cose di Dio. È un dovere essere presenti a quel funerale, è un dovere imprescindibile. Non puoi non esserci nel giorno dell’ultimo saluto su questa terra, a quel corpo. Non puoi non esserci quando si prega in quel modo solenne per quell’anima e si comincia l’iter di suffragio, di preghiere, di intercessione per quell’anima, e poi il cimitero. Una delle cose più squallide che ci sia è quando si va al cimitero, vedere le tombe abbandonate, è terribile, con l’erbacce, le lapidi tutte sporche, le ragnatele, i lumini marciti, fiori finti, trascurati, messi lì in qualche modo. È possibile che quella persona nella sua vita non sia stata significativa per nessuno? Possibile che non abbia aiutato nessuno? Possibile che non abbia servito nessuno? Possibile che non abbia amato nessuno? Dove sono tutti coloro che hanno goduto della presenza di questa persona? Dove sono? Qual è il segno attraverso il quale dicono: grazie?

Noi abbiamo il tempo di correre come dei pazzi per andare a fare la spesa, a fare sport, andare a lavorare, a mangiare, a divertirci. Per queste cose noi ci siamo, ma per andare a trovare i defunti non abbiamo mai tempo, siamo molto impegnati. Pensate che bello se uno dicesse: “Io il sabato, o la domenica, forse è ancora più bella la domenica perché è il giorno del Signore, mi prendo questo impegno, tutte le domeniche vado al cimitero a trovare i miei morti, a portare un fiore, a prendermi il Cif, (una volta c’era il Vim, nomi che appartengono alla mia preistoria, adesso forse non ci sono più), comunque con uno di questi agenti pulenti, con il Vetril, e pulisco, strappo le erbacce, sistemo, porto un fiore e soprattutto prego, sto lì davanti alla tomba a pregare.

“Ma i miei morti sono lontani”. Bene, allora vai al cimitero vicino a te a trovare i morti degli altri, che tanto qualche tomba abbandonata la troverai sicuramente, vai a fare un giro al cimitero, passa a salutare, a fare memoria di quelle vite, a pregare per loro, per le loro anime, a chiedere la loro intercessione. Noi abbiamo bisogno ogni settimana, dopo la S. Messa, di andare a vedere ciò che ci attende. Quella sì che sarà la nostra casa, fino alla Resurrezione dei morti, fino alla fine di tutto. Il nostro ultimo trasloco lo faremo lì, grazie al cielo non c’è bisogno di valigie o di scatoloni, sarà una cosa molto semplice, tanto, spesse volte, tutta la nostra roba finisce in discarica. Una vita a correre, a spolverare, sistemare, avere cura e poi tutto viene preso e buttato in discarica. 

Guardate quest’uomo quante cose bellissime ci sta dicendo e quante cose bellissime ci sta insegnando, il patto dopo la morte: 

“Se muoio prima io, tu che rimani mi prometti che da qui fino alla fine della tua vita pregherai per me, farai dire delle Messe per me, ti ricorderai di me”.

“Sì, te lo prometto”.

“E io ti prometto che quando sarò liberato dal Purgatorio, mentre sarò lì, e soprattutto dopo, io pregherò per te, parlerò a Dio Padre di te”.

Sono cose talmente importanti che dovremmo stare qui non so quanto tempo a parlare di queste cose. Cercate qualcuno con cui fare questi patti sacri e poi si potrebbe tramandare di generazione in generazione.

“Faccio il patto con te, magari muoio prima io e tu rimani, e allora tu quando conoscerai altri sensibili a questa cosa, dirai di fare il patto. Però se prendi me, prendi anche i miei amici”.

“Ma io non li conosco”.

“Non fa niente, li conosco io. Allora tu pregherai per me, per Tizio, Caio, e Sempronio. E noi pregheremo per te”.

E avanti, di generazione in generazione, si tramanda. I Beati, i Santi hanno tutte queste intuizioni geniali.

“Figliuoli, chi ha carità troverà carità; chi ha misericordia troverà misericordia. Carità e misericordia non son fatte di sdolcinature, ma di opere.”

“Ah… mi pensi, ti penso! Come sei importante! Come ti voglio bene! Sei il mio girasole e io il tuo sole…” Non sono tutte queste stupidaggini, assolutamente, che poi non lasciano niente.

Carità e misericordia non son fatte di sdolcinature, ma di opere.”

Mi vuoi bene? Benissimo, allora fai opere, quelle che abbiamo visto fino adesso.

 “Chi salva un’anima si assicura la sua; e chi libera le Anime del Purgatorio, quando sarà sul letto di morte, uno stuolo d’anime verrà a lui. «Beato l’uomo che è attento alle necessità del povero e del bisognoso; nel giorno della sventura il Signore lo libererà» (Sal 40,2); anzi uno stuolo di anime, già arrivate al cielo, gli verrà incontro all’ingresso del Paradiso: come “gaudio e corona”. Preghiamo e troveremo preghiere, suffraghiamo e troveremo suffragi, liberiamo e saremo liberati.”

C’è una bellissima preghiera che il Beato don Alberione cita: la preghiera per le anime del Purgatorio di Sant’Alfonso Maria de Liguori, veramente molto bella.

PREGHIERA PER LE ANIME DEL PURGATORIO

 

Amabilissimo Redentore e Nostro Signor Gesù Cristo, che colla tenerezza vostra per Lazzaro e la vostra predilezione per Giovanni santificaste tutti i legami delle terrene amicizie, affinché tutti tendessero alla comune santificazione, esaudite le suppliche che presentiamo al vostro trono per tutti i nostri parenti, amici e benefattori, che gemono sotto la sferza della vostra paterna giustizia nel Purgatorio. L’affetto che nutrirono per Voi, gli aiuti che ci prestarono nei nostri diversi bisogni, ed i tanti benefici che essi ci fecero per solo amore a Voi, meritano pure per parte nostra la più operosa riconoscenza. Ma come adempiere ad un dovere così sacro verso di loro, se si trovano rinchiusi in un carcere di fuoco, di cui Voi solo avete le chiavi? Voi dunque, che siete il comune Mediatore, il Padre di tutte le consolazioni; Voi, che colla applicazione della minima parte dei vostri meriti, potete assicurare la remissione dei debiti più enormi di tutto il mondo, impreziosite nella vostra misericordia il poco bene che facciamo per la liberazione di questi infelici, e rendete efficaci le nostre preghiere perché siano presto sollevati dalle loro pene. Dite su ciascuno di essi, come sulla tomba del vostro amico: “Lazzaro, vieni fuori”, ed ammetteteli, come già S. Giovanni, alle delizie che si gustano riposando sul vostro seno; e fate che glorificati essi da Voi, ottengano a noi tutti la grazia di esser loro vicini per tutti i secoli su nel Cielo, come per naturali legami, per amichevoli affetti e per opera di santa beneficenza, ci furono sempre vicinissimi sopra la terra.”

Bellissima! Così questi amici — sia le anime del Purgatorio, ma anche i nostri amici terreni — i veri amici, faranno di tutto perché noi potremo avere accanto a noi un Sacerdote che ci dia gli ultimi Sacramenti, che ci dia l’ultima assoluzione, che ci faccia le bellissime preghiere degli agonizzanti, che sono veramente molto belle. 

Credo quest’oggi di avervi detto tante cose, e con oggi, concludiamo il Purgatorio, finiamo questa parte così bella, così fatta bene, cerchiamo di riprenderla. Da domani vedremo l’Inferno. Nel libro del Beato don Alberione lui mette prima il Paradiso, ma io preferisco fare uno scambio perché non vorrei arrivare a Natale a parlarvi dell’Inferno, quindi faremo prima l’Inferno, così spero proprio che arriveremo a Natale e inizieremo a parlare del bellissimo tema del Paradiso.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. Amen. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Mt 17, 10-13)

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

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