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Intimità divina – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.55

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Intimità divina – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.55
Lunedì 25 dicembre  2023 – Santo Natale

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 2, 1-14)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 25 dicembre 2023.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal secondo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 1-14.

Tanti auguri di buon Natale a tutti!

Finalmente siamo giunti a questo giorno così atteso, così desiderato, così sperato, così amato, del Santo Natale, il 25 dicembre, eccoci qui, tutti insieme. Ricordo che oggi, alle undici e cinquantacinque, faremo, attraverso il canale Telegram, il collegamento, e poi, a mezzogiorno, reciteremo insieme la preghiera dell’Angelus. E così vi darò volentieri anche la benedizione.

Io spero che siate andati, o stiate andando, o andrete tra poco alla Santa Messa, che questa giornata sia proprio riempita dalla bellezza, dalla gioia della Santa Messa. Poi vi auguro proprio di vivere una bella giornata. Guardatelo, il presepe, mi raccomando, non fate solo una giornata dove state insieme — che è bello, che è giusto, che è doveroso, che è importante — però ci sia anche un momento davanti al presepe, magari anche insieme. Questo momento non deve durare due ore, anche poco, fossero anche dieci minuti, insieme, davanti al presepe, guardare il presepe in silenzio, contemplarlo, è importante.

E poi sicuramente credo che sia molto bello avere anche la possibilità di recitare insieme i Vespri, quindi diteli insieme i Santi Vespri se potete. Se conoscete qualcuno, qualche amico, o amica, o parente a voi cara, beh, oggi, potete dire insieme, non so, le Lodi o l’Ora Media, il Vespro, la Compieta, insomma, quello che potete, fatelo, perché ne vale la pena. Godete la bellezza della vostra casa calda — nel senso che c’è il riscaldamento — che deve essere un po’ il simbolo, l’immagine del calore della vostra famiglia.

È Natale. È Natale, tutto ci dice che è Natale, i canti ci dicono che è Natale. 

Io non posso non ricordare in questo giorno — e la benedizione finale sarà proprio specialmente per queste persone — coloro che sono soli, coloro che sono ammalati, coloro che sono sofferenti nel corpo e nello spirito. Non posso non ricordare queste persone, è proprio veramente impossibile. Dobbiamo veramente avere una preghiera per queste persone molto intensa, perché ci sono; ci sono persone sole, ci sono persone molto sofferenti, ricordiamole, perché è Natale anche per loro. Ed è per questo che tanto ho insistito, con tutti voi, di non lasciare nessuno da solo, delle persone che conoscete. Fate voi il primo passo, invitateli, mamma mia, cosa ci vuole? Al massimo vi dicono di no, e vabbè, fa niente, però voi il primo passo l’avete fatto. E poi potete portare un assaggio delle vostre pietanze, se non possono venire, però, un assaggio si può portare, no? Insomma, piccoli pensieri che fanno capire che è Natale, che è il giorno di Natale.

E leggiamo almeno un paragrafo del Cammino di Perfezione, di Santa Teresa di Gesù.

2 — Credere che Egli ammetta alla sua intimità anime amanti del piacere e non dei patimenti, è follia pensarlo: sono anzi persuasa che Egli mandi ai contemplativi croci assai più pesanti che agli altri. Li conduce per sentieri tanto aspri e dirupati, che essi, alle volte, credendosi smarriti, sono tentati di tornare indietro per cominciare di nuovo. Perciò è necessario che Sua Maestà li sostenti, non già con acqua, ma con vino che li inebri, affinché non si accorgano di ciò che soffrono e lo sopportino con pazienza. Pochi infatti sono i veri contemplativi che io non veda pieni di coraggio e risoluti a patire. Se sono deboli, la prima grazia che Dio fa loro è quella di renderli intrepidi e dar loro animo per qualsiasi sofferenza.

 Beh, credo che concorderete con me nel dire, nel pensare, che dobbiamo cambiare proprio teologia, dobbiamo proprio cambiare il modo di intendere la vita cristiana e di intendere Dio. Ma chi di noi non è amante del piacere? Tutti lo siamo! Tutti non vogliamo soffrire. La sofferenza fa paura a tutti, è un dolore terribile. Il patimento, a qualunque livello esso sia, fisico e/o spirituale, morale, è qualcosa che ti toglie il fiato, è qualcosa che ti spegne la parola in gola, ti soffoca.

Ma Santa Teresa dice:

Credere che Egli ammetta alla sua intimità anime amanti del piacere e non dei patimenti, è follia pensarlo

E quindi io penso che dovremmo chiedere al Signore la grazia di mutare ciò che amiamo: non tanto il piacere, quanto i patimenti. Guardate, credo che sia proprio uno dei più grandi miracoli, capire che una persona si deve rivolgere alla croce e non deve rivolgersi al piacere. Non lo deve amare, non lo deve cercare; noi dovremmo essere dei ricercatori dei patimenti. 

I contemplativi sono quelli che, più di tutti, ricevono queste croci. Sono sofferenze enormi: “i sentieri che il Signore li porta a percorrere sono «aspri e dirupati»”, che uno dice: “No, non ce la faccio, mi sento veramente smarrito, sono tentato di tornare indietro”.

Il Signore dà loro questo coraggio, questa risolutezza, perché devono averla per partire, per fare questo cammino, un cammino che è fatto di croce. E quindi lui «li rende intrepidi, li rende capaci di sopportare qualunque sofferenza», sono veramente come la fenice, che quando tu li hai anche uccisi, loro risorgono sempre dalle ceneri.

E quindi non dobbiamo aver paura, perché Dio sa fare bene Dio, è capace, non dobbiamo insegnargli noi come si fa. E quindi lui, da Padre, sa che siamo deboli, e allora ci rende intrepidi, allora ci dà la forza di sopportare la sofferenza. Che un altro, guardandoli, dice: “Ma come fanno? Ma come è possibile soffrire così tanto? Come si fa?”. Eh, si fa, si fa.

Anche oggi mi fermo qui. Perché questi sono giorni un po’ densi, m’immagino tutti molto presi, non voglio portarvi via troppo tempo, meglio fare delle meditazioni brevi.

Vi auguro davvero di cuore un Santo Natale e, su tutti voi, scenda la benedizione del Signore.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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