Scroll Top

Scribi e farisei: i loro pesanti fardelli

Farisei

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 21 agosto 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Scarica il testo della meditazione

Scribi e farisei: i loro pesanti fardelli

Eccoci giunti a sabato 21 agosto 2021. Oggi ricordiamo il grandissimo San Pio X Papa. Lascio a ciascuno di voi di andare a vedere l’opera meravigliosa compiuta da questo Papa Santo per la Chiesa e per il mondo. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XIII di San Matteo, versetti 1-12.

“Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno.”

Il nostro punto di riferimento, la nostra ispirazione non può venire dagli uomini, da qualunque uomo, la nostra ispirazione può venire solo da Dio, perché gli uomini deludono, noi uomini deludiamo perché siamo incostanti, incapaci di un amore profondo, radicale, assoluto e allora spesse volte succede che ci scandalizziamo perché diciamo: “Però se io guardo quello che fa quella persona, quel Sacerdote, quel laico, quel papà, quella mamma, io rimango un po’ scandalizzato, ci rimango male.”
Certo, noi ci rimaniamo male, giustamente, ma nessuna persona può essere per noi il punto di riferimento capace di saper reggere, saper motivare profondamente la vita bella, vera, onesta, giusta che vogliamo condurre. 

“Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono”

Non restate scandalizzati se dicono e non fanno, Gesù lo dice:

“Essi dicono e non fanno.”

Però dice: “Fai quello che dicono”. Invece, noi, se vediamo che uno non fa quello che dice, screditiamo anche quello che dice, ma è sbagliato, perché il Signore ha fatto profetare anche l’asina di Balaam. Impariamo a non trovare scuse. Il male, l’ipocrisia, la falsità, l’ingiustizia, … dell’altro, chiunque esso sia, non deve diventare ragione e ragione sufficiente per essere meno cristiani, meno uomini, meno veri, meno coerenti, meno giusti.

“Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.”

A me sembra che questa cosa abbia bisogno di essere un po’ compresa, perché con facilità ci si può un po’ confondere. 

Che cosa sono questi fardelli pesanti?

Noi possiamo pensare, forse anche a buon ragione, che siano tutte le varie opere, i vari precetti che i farisei avevano e dovevano assolvere, molto legali, molto burocratici e probabilmente è anche questo, ma oggi questi:

“Fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.”

Che cosa sono?

A me viene da pensare che siano tutti quei doveri religiosi e non solo, che mettiamo addosso alle persone in nome di una religiosità sbagliata, mal riposta, mal educata.

Se io ti dico: “Non serve a niente che tu ti confessi, perché tanto dio ha già perdonato tutto.”

Se io ti dico: “No ma questo era peccato una volta ma non adesso!”

Se io ti dico: “Ma non è che ti devi confessare troppo di frequente, va bene anche una volta ogni 3-4-5-6 mesi.”

Se io ti dico: “Tu non hai il diritto di non ricevere l’Eucarestia Sacramentalmente, non Spiritualmente, perché sei capricciosa o capriccioso, perché sei un po’ devozionista, bigotta, magari anche un po’ giansenista, e questo rigorismo ti blocca, ti fa essere nel modo sbagliato. Tu non hai il diritto di fare appello alla tua coscienza, o meglio, tu puoi applicare il discernimento e l’appello alla tua coscienza quando magari parliamo dell’impurità, per esempio, del sesto Comandamento, allora tutti gli appelli alla coscienza e al discernimento sono ragioni assolute, insindacabili e che nessuno può venire a dire una parola, quando invece si parla dell’Eucarestia, la coscienzae il discernimento non valgono più, e quindi devi fare come fanno tutti — Tutti chi? Chi sono questi tutti? Non si sa bene — Devi fare come fanno tutti gli altri.” “Cioè?”

“Tu hai le tue devozioncelle un po’ bigotte, un po’ immature, psicotiche, da persona che non ha capito niente dei Sacramenti, che non sa che cosa sono i Sacramenti, ma tu li devi rinnegare perché te lo dico io.”

Poi vengono citati i Santi a sproposito, si fanno delle citazioni impressionanti, delle estrapolazioni che sembrano più degli espianti d’organo che citazioni, un uso strumentale che è  veramente imbarazzante. Fin dove l’ideologia può arrivare!

Questi non sono pesi? Questi non sono pesanti fardelli?

Una persona che si sente trattare così, prendere in giro, schernire, dileggiare per la sua devozione, non per il suo devozionismo.

“Chi sono io per giudicare?” Questo vale per tutto, non vale solo per un ambito, vale su tutta la linea della coscienza dell’uomo. E chi sei tu per giudicare la mia devozione? Chi ti ha nominato giudice della mia devozione? Chi ti ha autorizzato ad esprimere giudizi di merito e di intenzione sulla mia devozione?

Questi mi sembrano fardelli pesantissimi da portare. 

Mi fa un po’ sorridere, ma con sorrisi di compatimento, pensavo che ci fosse un limite ma un limite non c’è, mi fa un po’ sorridere quando di questi tempi, in relazione a questo discorso dell’Eucarestia, quando leggo qualcuno o ascolto qualcuno che dice: “No perché, questi preti, o questi laici” — grazie al cielo non siamo pochi — “che poverini non sanno di teologia” — non si sa bene come hanno portato a casa quei pezzi di carta con scritte le loro lauree — “sono un po’ da compatire, dobbiamo pregare per loro, che parlano della comunione Spirituale che sostengono i fedeli che non si sentono di ricevere la Comunione in mano e quindi indicano la Comunione Spirituale, poverini, poverini e colpevoli perché discreditano, non danno sufficiente importanza alla Comunione Sacramentale, cioè all’Eucarestia.”

Quando l’ho letto ho detto: “Questo non è possibile!”

Sono stato accusato per anni di parlare sempre e solo dell’Eucarestia, richiamato, rimproverato perché sapevo predicare solo l’Eucarestia, per anni mi è stato detto: “Ma lei il Vangelo non lo predica mai?”

Di quelle obiezioni veramente incredibili, come se parlare dell’Eucarestia volesse dire non parlare del Vangelo.

Avete presente l’Eucarestia senza Vangelo e il Vangelo senza Eucarestia? Avete presente la Passione di nostro Signore Gesù Cristo senza l’Eucarestia e l’eucarestia senza la Passione di nostro Signore Gesù Cristo? La Passione di nostro Signore Gesù Cristo dov’è che è scritta? Di cosa stiamo parlando?

Prima mi fanno l’accusa di parlare troppo dell’Eucarestia, addirittura mi avevano chiamato “eucaristico-centrato”, ma Gesù questa non è un’eresia, questa è una grazia, se sono eucaristico-centrato è un onore, oppure mi avevano chiamato “impallinato dell’Eucarestia”, adesso siccome parlo della Comunione Spirituale mi dicono che non credo nel valore dell’Eucarestia come Sacramento.

Prima per vent’anni sono stato eucaristico-centrato, impallinato dell’Eucarestia, adesso improvvisamente ho incominciato a parlare della Comunione Spirituale allontanando i fedeli dalla Comunione Spirituale. Questa si chiama ideologia. Ma non parlano solo di me, anche di molti altri dicono questo.

Come è possibile parlare della Comunione Spirituale se non si crede nella grandezza della Comunione Sacramentale? Come è possibile? E della Comunione Spirituale se ne parla perché? 

Per evitare i soprusi, gli abusi contro le coscienze.

“Ma le coscienze bisogna uniformarle alle indicazioni della Chiesa.”

Appunto. Avete letto da qualche parte che la Chiesa ha detto: “Tutti siete obbligati a ricevere la Comunione in mano?” No. 

In nome dell’obbedienza alla Chiesa si parla della Comunione Spirituale. Perché? Perché la Chiesa ha detto in questo ultimo anno e mezzo: “Per ora chi vuole ricevere la Comunione la può ricevere in mano”. Questo nelle nostre zone. In America non è così, in Polonia neanche, in Kazakistan, in tanti altri posti non è così. Quindi uno dice: va bene questa è una modalità, ce n’è un’altra? Sì, la Chiesa da sempre ne ha pensata un’altra. Qual è? La Comunione Spirituale.

Questo vuol dire non riconoscere l’Eucarestia come Sacramento? Vuol dire educare i fedeli alla disobbedienza alla Chiesa?

Guardate che non usciamo tutti dal mondo di Ciocorì e di Barbapapà! Stiamo attenti a dire o scrivere certe cose, perché poi veramente facciamo la figura degli incompetenti. Non veniamo tutti dalle 150 ore, diciamocelo.

Io personalmente vedo tantissimi cristiani eroici, ed io come Sacerdote mi sento proprio di dirvi che vi ammiro tanto e mi siete di grandissimo esempio. Vedere questi fedeli laici che per la fedeltà in ciò in cui credono in ciò che la Chiesa ha sempre creduto e continua a credere, per la fedeltà a questo e per amore di nostro Signore Gesù Cristo e del Cuore Eucaristico di Gesù, e del fatto che non vogliono che nessun frammento vada disperso, dicono: “Gesù, io per ora ti ricevo solo spiritualmente.” E hanno uno stuolo di Santi che fanno loro compagnia. 

Ovvio che, se non ci fosse questo problema, ai cristiani degli Stati Uniti, ad esempio, non mi metto a parlare in modo diffuso della Comunione Spirituale quando loro possono tranquillamente fare quella Sacramentale in bocca e in ginocchio. Ci mancherebbe! Nessuno di noi è impazzito! State in pace scribi e farisei, state in pace, riposate in pace, avvolti nei vostri filatteri,… ma attenti a non strangolarvi, perché questi filatteri sono talmente frangiosi, pelosi, lunghi e avvolgenti che dovete stare attenti a non strangolarvi. Poi fate ridere. Gli scribi e i farisei sono ridicoli, tanto sono paradossali. 

A leggere certi testi sembra di vedere una tigre di carta, grande, colorata ma che se ci soffi sopra va giù, senza nessuna consistenza logica, teologica, sacramentaria e agiografica.

A proposito di Santi, una delle altre accuse che mi fanno è quella di parlare solo della Vergine Maria e dei Santi, è un’accusa che mi rende felice, non solo me, ci sono tanti altri che come me condividono questa accusa, questa condanna, per sottolineare che siamo proprio ostinati nel nostro peccare.

Citiamo San Carlo Borromeo — mi sento in buona compagnia — sentite cosa si dice di San Carlo Borromeo, siamo nel 1500:

“Per inavvertenza San Carlo Borromeo nel distribuire la Comunione ai fedeli, lasciò cadere al suolo una sacra Particola”

Quello che succede tutti i giorni a noi, perché ovviamente tutte queste Ostie che vengono messe sulle mani, non si sa bene come mai, cadono per terra, e quindi in una Santa Messa capita magari anche due, tre, cinque volte che una Particola cada, poi su la mascherina, giù la mascherina, prendi la mano, scambia la mano, metti la Particola in bocca… Una volta ne ho vista una che cercava di mettersela in bocca con la mascherina sù, magari la puoi abbassare due pico secondi prima, non succede niente, del resto anche quando devi mangiare devi abbassare la mascherina. Una volta c’era la questione di “essere o non essere”, adesso i nostri grandi Shakespeare sbiadiscono, il problema è: quando abbasso la mascherina? In quale momento devo abbassare la mascherina per ricevere la Comunione? Prima di ricevere la Particola o dopo averla ricevuta?

Quanta devozione dentro a queste riflessioni! Io posso crescere nella mia vita verso l’Eucarestia se il mio pensiero è la mascherina. 

E poi la mascherina l’abbasso come? La tolgo, l’abbasso al mento, la faccio penzolare su un orecchio tipo cocker? È un problema. Allora si arriva con la Particola sulla mano e, siccome non sono la dea Kalì, quindi non ne ho cento di mani, uso la mano, e li vedi con la Particola su una mano e la mascherina sull’altra e si domandano: “Adesso cosa faccio? Quale metto per prima? Come funziona? Però se tocco con le dita con cui ho toccato la mascherina, perché togliendola tocco la mascherina, dopo come faccio a prendere la Comunione? Con quale altra mano la assumo? Porto la Comunione direttamente con la mano. Ma quella mano è sterile? Altrimenti faccio la stessa cosa che farebbe il Sacerdote. Se porto la Comunione alla bocca con la mia mano, di sicuro le mie labbra toccano la mia mano che ha toccato il banco, il libro, la mascherina, è la stessa cosa che farebbe il Sacerdote dandomi la Comunione in bocca. Dov’è il vantaggio? Con la differenza che il Sacerdote prima di darmi la Comunione si disinfetta le mani, io no. Allora la prendo con la mano della mascherina, ma la mascherina può essere infetta, è contaminata e quindi contamino la Particola, e allora? Allora quando la prendo questa Particola? Come faccio a prenderla?

Sono problemi di lana caprina perché se io solamente la prendessi in bocca eviterei ogni problemi di mascherina, togli, metti, mano, dito, polso. Sembra quasi un esercizio di pilates questa cosa qui. In tutte queste acrobazie se poi uno arriva con il bastone e la stampella, ve lo spiego! Di quelle scene ho visto nella mia vita! E se piove? Mascherina, bastone, stampella, ombrello, borsetta. Immaginatevi la scena. In tutta questa meravigliosa scena eucaristica dove San Pio X “sicuramente applaudirebbe”, cadono le Particole, perché alla fine chi la paga è sempre Gesù. 

“Ma Gesù non è che si offende, Gesù capisce. Non esageriamo, l’Eucarestia è un simbolo, non è che è proprio Gesù. Adesso non diventiamo ossessivi con la presenza reale, la transustanziazione, sono robe tomistiche, concetti aristotelici, sono cose vecchie e sicurate, il pane del cammino è un’altra cosa.”

San Carlo Borromeo che cosa fa?

Esattamente quello che fanno, sicuramente, tutti quelli a cui cade la Particola. Siccome San Carlo Borromeo è un punto di riferimento ancora abbastanza autorevole, quindi tutti faranno come ora vi leggerò. Sentite cose ha fatto San Carlo Borromeo, esattamente quello che facciamo noi, uguale, perché se non è uguale allora dobbiamo chiederci se apparteniamo alla stessa Chiesa, se crediamo nella stesso Dio, perché i casi sono due, o era sbagliato lui, o siamo sbagliati noi, non c’è una terza via. 

“No ma è un problema di cultura…”

No, non è un problema di cultura.

“E’ un problema di tempo.”

No, non è un problema di tempo, l’Eucarestia è sempre quella.

“Ne provò così amara pena che in riparazione, quasi avesse mancato di rispetto a Gesù Eucaristico, si impose otto giorni di digiuno”

Uno pensa che San Carlo Borromeo mangiasse vitello grasso, stinco di maiale, patate arrosto fritte, Saint Honoré tutti i giorni. No, San Carlo Borromeo mangiava cinque lupini al giorno, tutti i giorni, non al venerdì. Andate a vedere quanto è grande un lupino. Se lui dice che fa otto giorni di digiuno, praticamente non ha più mangiato per otto giorni, perché se nella normalità mangiava cinque lupini, e per lui è mangiare, se fa otto giorni di digiuno, cinque lupini quanti saranno diventati? Uno? Due?

Per capire cosa sono otto giorni di digiuno per San Carlo Borromeo, provate a fare il pranzo e la cena di San Carlo Borromeo, cinque lupini al giorno, compresa la colazione, fatelo per otto giorni, poi me lo raccontate. Lui ha fatto otto giorni di digiuno su cinque lupini al giorni, quindi di più.

“Per quattro giorni di questi otto, si astenne persino dal celebrare Messa ritenendosi indegno di consacrare quell’Ostia che sia pur involontariamente diceva di aver profanato.”

San Carlo Borromeo ha fatto otto giorni di digiuno totale, non mangiando niente praticamente, in più non ha detto Messa per quattro giorni, perché gli è caduta una Particola a terra. 

I nostri scribi e farisei, sarebbe interessante sapere che fantasie riescono a inventarsi per liquidare San Carlo Borromeo. A me personalmente questa sua vita mi affascina e mi fa capire la  bellezza, la grandezza, l’altezza, la profondità di Gesù Eucarestia. Allora penso che San Carlo Borromeo, piuttosto che correre il rischio — e a quei tempi non si parlava neanche di Comunione sulla mano — piuttosto che correre il rischio che un frammento o una parte di una Particola, o una Particola potesse cadere per terra ricevendola in mano — e tutti sappiamo che ricevendola in mano i frammenti vanno persi — io credo che San Carlo Borromeo avrebbe scelto la Comunione Spirituale, visto che ha fatto otto giorni di digiuno e quattro giorni senza Messa perché inavvertitamente gli è caduta. Cade anche dandola in bocca, può succedere, ma è rarissimo. Se la dai in bocca e col piattino, che l’Eucarestia cada per terra è un evento rarissimo, possibile ma rarissimo. Quindi S. Carlo si è tolto dalla Messa per quattro giorni, si è autosospeso a Divinis per quattro giorni. Posso pensare, e non credo di sbagliarmi di molto, che avrebbe fatto molto di più per amore di Gesù Eucarestia. Proprio perché si ama, e proprio perché si crede, e proprio perché fermamente uno dà tutto se stesso a Gesù Eucarestia, proprio per questa fede Eucaristica, si può arrivare a scegliere di astenersi dal ricevere Gesù Eucarestia sacramentalmente. La mia coscienza, rispettosa degli insegnamenti della Chiesa, delle norme della Chiesa e delle libertà che la Chiesa mi dà, sceglie di astenersi, senza che nessuno si senta autorizzato a dire una sillaba, perché le ragioni che muovono la coscienza sono note a me, a Dio e al confessore, tutto il resto silenzio, perché ognuno deve guardare la trave che ha nel proprio occhio, senza mettersi a sentenziare giudizi temerari, che tra l’altro sono oggettivamente peccati mortali contro la carità e contro la vita di grazia di un’altra persona. Stiamo attenti ai giudizi temerari, che quando riguardano cose così delicati sono peccati gravi.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

VANGELO (Mt 23, 1-12)

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Post Correlati