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Primo giovedì del mese – Gesù ci chiede amore e riparazione

Adorazione

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di giovedì 7 luglio 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Primo giovedì del mese – Gesù ci chiede amore e riparazione

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Come dicevo all’inizio, è consuetudine, per quanto mi riguarda, ogni primo giovedì del mese, far memoria, come mi sembra giusto, di quanto il Signore ha chiesto, che corrisponde perfettamente a questa prima lettura tratta dal Libro del Profeta Osea, dove Dio, attraverso il Profeta, richiama Israele fanciullo all’amore, alla corrispondenza dell’amore, lo richiama a dire il suo “sì”, un “sì” che deve essere costante, che deve essere Dio-centrato, che non si basa, che non si fonda sulle nostre voglie, i nostri gusti, i nostri piaceri, le nostre simpatie o meno verso certe cose, ma che si fonda sul gusto di Dio.

Com’è difficile apprendere il gusto di Dio!

«Com’è difficile purificarci», diceva San Giovanni della Croce, «dai nostri gusti spirituali! È più facile liberarsi dai gusti sensibili, che dai gusti spirituali».

In questo testo del Profeta Osea, Dio dice che più li chiama e più si allontanano da lui, immolando vittime ai Baal e bruciando incensi agli idoli.

Ciascuno di noi ha i suoi idoli, i suoi Baal, ciascuno di noi ha un idolo, che è il re di tutti gli idoli, che si chiama “io”, al quale noi offriamo ogni sacrificio, al quale noi offriamo ogni tributo, un idolo che ci fa schiacciare il culto verso il Dio di Gesù.

Ebbene, credo proprio che sia questa l’ottica giusta, di sentirci come Efraim, che impara a camminare tenuto per mano da Dio, e poi Dio continua a tenerlo per mano. Dio ha cura di noi, e noi non lo comprendiamo; Dio ci trae con legami di bontà e con vincoli d’amore, come chi solleva un bambino alla sua guancia, e noi non lo vediamo.

Tutto questo mi sembra che sia riassunto molto bene nelle richieste che Gesù fa alla Beata Alexandrina Maria da Costa, questa grande Beata portoghese vissuta nella prima metà del 1900, soprattutto il 25 febbraio del 1949, quando Gesù le disse: «Figlia Mia, fa’ che Io sia amato, consolato e riparato nella Mia Eucaristia. Fa’ sapere in Mio Nome che, a quanti faranno bene la Santa Comunione, con sincera umiltà, fervore e amore, per i primi sei giovedì consecutivi, e passeranno un’ora di adorazione davanti al Mio tabernacolo in intima unione con Me, prometto il Cielo».

Chi di noi non ha bisogno del Cielo?

Chi di noi, soprattutto, può resistere a questo invito di Gesù, che chiede di essere amato, consolato e riparato, a questo invito di Gesù, come Dio con il Profeta Osea, che chiede una comunione profonda, intima, sincera, umile, fervorosa?

A me sorge una domanda nel cuore: «Se una persona dovesse entrare al momento della consacrazione o della Comunione in chiesa, e non conosce nessuno di noi, se un bambino dovesse entrare e ci guardasse come noi celebriamo la Messa, come noi riceviamo la Santissima Eucarestia, noi potremmo dire che vede nel nostro comportamento il fervore? Oppure, usando il testo del Profeta Osea che abbiamo letto stamattina, può dire di vedere vincoli d’amore nel nostro comportamento? Può dire di vedere, come nella prima lettura di questa mattina, un bimbo sollevato alla Sua guancia? Vede questo?»

Siamo nell’Antico Testamento…

Qui siamo nell’Antico Testamento, con il Nuovo Testamento addirittura abbiamo l’Eucarestia, che è ben di più di questa immagine del bimbo sollevato alla Sua guancia; ma fosse anche solo questo, uno che entra, vedendoci fare la Comunione, può dire di vedere tutto questo?

Non lo so…

A ciascuno di noi spetta il giudizio, prima che venga il Giudizio di Dio.

Certamente quello che sappiamo è che il Signore ci chiede questo, ci chiede questi vincoli d’amore, ci chiede questo fervore, ci chiede questo sostare davanti al tabernacolo.

Charles de Foucauld, che non era assolutamente una monaca di clausura, ma che ha passato la sua vita con i Tuareg, con gli ultimi della terra, con il popolo della strada, con quelli che sono ai confini del mondo, con quelli che stanno proprio ai margini di tutto e di tutti, scrive delle parole incredibili sull’Eucarestia, da grande uomo contemplativo, e dice: «Come è possibile per noi stare altrove, quando abbiamo la possibilità di stare ai piedi del tabernacolo, dove c’è tutto Gesù? Come se Maria, a Betania, invece di stare davanti al Signore, fosse andata in un’altra camera a pensare a Lui…»

Questo lui lo pensa in riferimento alla sua cella e dice: «Ma che senso ha che io stia qui, nella mia cella, a meditare, a pregare Dio, quando io posso, se non ho altri impegni, andare davanti al tabernacolo?»

La domanda radicale è: «Ma noi ci crediamo, che nell’Eucarestia c’è dentro tutto Gesù: Corpo, Sangue, Anima e Divinità? È ancora così o è cambiato anche questo, cioè non è veramente Gesù, è un simbolo, è un pane benedetto, ma non è il Corpo di Cristo?»

È una eresia, la peggiore che esista, ma nella nostra vita, cosa si testimonia dal modo in cui noi ci accostiamo all’Eucarestia?

Dice Gesù, sempre alla Beata Alexandrina: «Di’ che onorino attraverso l’Eucarestia le Mie Sante Piaghe, onorando per prima quella della Mia Sacra Spalla».

Anche a San Pio da Pietralcina disse la stessa cosa.

E continua: «Chi al ricordo delle Mie Piaghe unirà quello dei dolori di Mia Madre, e per loro ci chiederà grazie spirituali o corporali, ha la Mia promessa che saranno accordate, a meno che non siano di danno per la loro anima. Nel momento della loro morte condurrò con Me la Mia Santissima Madre per difenderli».

Allora, se così è, dovremmo chiederci in che punto si colloca nella nostra vita la devozione, quella vera, che noi abbiamo nei confronti del Signore.

Gesù prosegue dicendo: «Non ci sarà dunque nessuno che abbia pietà di Me e che voglia compatire e partecipare al Mio dolore, nello stato compassionevole in cui Mi mettono i peccatori, soprattutto adesso?»

La Beata dice: «Questa devozione era come un ultimo sforzo del Suo amore, il quale voleva favorire gli uomini in questi ultimi secoli con questa redenzione amorosa, per ritrarli dall’impero di satana che Egli voleva rovinare, per metterli sotto la dolce libertà dell’Impero del Suo amore, che Egli voleva stabilire nei cuori di tutti quelli che avrebbero voluto abbracciare questa devozione».

Questa sera, essendo il primo giovedì, è anche la sera dell’Ora Santa, questa pratica che il Signore insegnò a Santa Margherita Maria Alacoque, chiedendo di stare con Lui un’ora.

Alla Santa Lui chiedeva proprio di stare prostrata per terra con le braccia a forma di croce, come fu per Lui nell’Orto del Getsemani, e di implorare misericordia per placare l’ira di Suo Padre, non perché è un Dio vendicativo e sanguinario, come stupidamente alcuni dicono, ma perché il peccato è una cosa grave, è una cosa seria.

Noi facciamo tanto in fretta a banalizzare il peccato, sapete perché?

Perché noi per il peccato non abbiamo versato una goccia di sangue, è per questo che non ci interessa niente, è per questo che non ne parliamo mai, è per questo che non esiste più il peccato; ma, siccome Gesù Cristo è morto a causa del peccato, siccome Gesù Cristo ha patito in un modo indicibile a causa del peccato, allora Lui continua a sottolineare l’importanza di allontanarsi dal peccato, insieme alla Madonna, quando appare, a Lourdes, a Fatima, a Caravaggio, da tutte le parti.

Chiediamo, quindi, a questi Santi, a questi Beati, tanto devoti dell’Eucarestia, di accendere in noi una stilla di questo fuoco divino e di farci sentire il Signore che ci attende, che ci chiama.

Impariamo quella bella pratica di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, della visita al Santissimo Sacramento.

Lui ha scritto una preghiera bellissima, che vi invito ad andare a cercare e a leggere ogni volta che entriamo in chiesa, proprio per predisporre il nostro cuore all’incontro con l’Eucarestia.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Giovedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (Os 11,1-4.8-9)

Il mio cuore si commuove dentro di me.

Così dice il Signore:

«Quando Israele era fanciullo,

io l’ho amato

e dall’Egitto ho chiamato mio figlio.

Ma più li chiamavo,

più si allontanavano da me;

immolavano vittime ai Baal,

agli idoli bruciavano incensi.

A Èfraim io insegnavo a camminare

tenendolo per mano,

ma essi non compresero

che avevo cura di loro.

Io li traevo con legami di bontà,

con vincoli d’amore,

ero per loro

come chi solleva un bimbo alla sua guancia,

mi chinavo su di lui

per dargli da mangiare.

Il mio cuore si commuove dentro di me,

il mio intimo freme di compassione.

Non darò sfogo all’ardore della mia ira,

non tornerò a distruggere Èfraim,

perché sono Dio e non uomo;

sono il Santo in mezzo a te

e non verrò da te nella mia ira».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 79)

Rit: Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,

seduto sui cherubini, risplendi.

Risveglia la tua potenza

e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!

Guarda dal cielo e vedi

e visita questa vigna,

proteggi quello che la tua destra ha piantato,

il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Canto al Vangelo (Mc 1,15)

Alleluia, alleluia.

Il regno di Dio è vicino;

convertitevi e credete nel Vangelo.

Alleluia.

VANGELO (Mt 10,7-15)

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:

«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.

In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.

Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».

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