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La fretta nella S. Messa

Messa

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 2 novembre 2020 – Commemorazione di tutti i fedeli defunti

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

LA FRETTA NELLA SANTA MESSA

Eccoci arrivati a lunedì 2 novembre 2020, commemorazione di tutti i defunti. Ho scelto il Vangelo di San Giovanni, cap.VI, vv 37-40 che sarebbe il primo schema della Messa di oggi, oggi si possono dire tre Messe. Un testo sicuramente molto bello, questa Volontà del Padre, di Gesù, di portarci tutti in Cielo, di salvarci, questo è il loro desiderio, poi dipende anche da noi.

Vorrei oggi leggere un testo di Don Dolindo Ruotolo sulla Santa Messa. Quando penso alla salvezza, quando penso ai doni di Dio, quando penso al massimo che Dio può fare per noi, io penso sempre alla Santa Messa e allora mi chiedo:

“Come celebro la Santa Messa? Come partecipo alla Santa Messa? Che cos’è la Santa Messa per me?”

Don Dolindo ha scritto questo testo a mio giudizio molto bello e illuminante. Scrive:

“Noi facciamo in fretta quello che ci dà fastidio, quello che ci è di peso. Il tempo ci sembra lungo, come sembra interminabile una strada che si ha fretta di attraversare. Quando si tratta con una persona noiosa, pur se si deve parlare di un affare importante, si affretta la conversazione per liberarsene. Il dire la Santa Messa in fretta è il segno più autentico del nessuno amore che il Sacerdote ha per Gesù, ed è quindi per Gesù un peso sul suo Cuore Divino.”

Parole chiarissime. Può esserci la fretta nel Sacerdote che celebra, può esserci la fretta nei fedeli che partecipano, in tutti e due, nel fedele che arriva all’ultimo momento, magari in ritardo alla Messa e scappa via appena finita la Messa, questo può succedere al fedele e al Sacerdote, di sicuro Don Dolindo ci dice che questo è il segno più autentico del nessun amore per Gesù, e quindi rappresentiamo un peso sul Cuore di Gesù.

“Gesù si dona per infinito amore e con infinito amore, come si donò nell’ultima Cena; per questo amore infinito la sua delizia è il conversare coi figliuoli degli uomini.”

Gesù desidera conversare con noi.

“L’Evangelo ci dice che desiderò con desiderio grande di stare con gli Apostoli, e che avendoli amati, li amò sino alla consumazione di questo amore. Né gli Apostoli né Lui avevano fretta: gli Apostoli, ancora rozzi, facevano cena, e a pranzo nessuno ha fretta; Gesù si donava loro con infinito amore, e voleva a lungo trattenersi con loro. Uno solo aveva fretta di uscire dal Cenacolo, ed era Giuda; per uno solo Gesù stesso sembrava avere fretta, ed era Giuda. Ciò che fai, fallo presto, gli disse Gesù, addolorato sino alla morte, avendo detto in un’intima angoscia del Cuore: “In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà.” Aveva fretta il traditore, perché doveva complottare con gli Scribi e i Farisei; aveva fretta Gesù di liberarsene, perché quel traditore era per il suo Cuore un’angoscia mortale. Quando il Sacerdote va all’Altare con fretta, e acciabatta”

Quel modo di andare all’altare o entrare in Chiesa, comune per un prete e un laico, di strisciare i piedi, quel trascinarsi dietro, quel passo appesantito, stanco, svogliato, tediato, tedioso, un pò quello che uno ha quando deve andare all’ospedale o dal dentista, quando non ha voglia di andare e si trascina, un po’ come gli studenti quando devono andare a fare gli esami all’Università.

“Quando il Sacerdote va all’Altare con fretta, e acciabatta è pieno di pensieri del mondo, è privo di amore, celebra per un vile interesse, vende il suo Maestro e lo tradisce nel momento stesso nel quale dovrebbe amarlo nell’azione più grande di amore. Egli sta all’Altare, è vestito dei paramenti sacri, compie l’azione sacra del più sublime amore, ha l’apparenza dell’azione amorosa, ma non fa che dare un bacio di tradimento.”

Quante volte noi siamo all’altare, quante volte noi siamo in Chiesa e siamo pieni dei nostri impicci, dei nostri affari.

Come ci siamo preparati a quella Messa?

“Un bacio segnale di tradimento, un bacio pagato con l’elemosina che raccoglie dalla Chiesa dove celebra. Giuda ebbe i trenta denari in moneta sacra del Tempio, e per quella moneta tradì Gesù. Stette nella Cena con la fretta di compiere il tradimento, stette nella Cena per assicurarsi che il Maestro andasse nell’Orto, e Gesù dovette dirlo, per darvi convegno agli Apostoli, capì che andava a pregare in quell’Orto, e aveva fretta di avvisarne il Sinedrio: “Andate a catturarlo, e conducetelo con cautela perché non vi sfugga.”

Perché il Sacerdote ha fretta nella Messa? Perché ha l’appuntamento col mondo, perché ha da sbrigarsi per i suoi interessi materiali, perché rifugge dall’amore di Gesù.”

Queste parole fanno tremare, sono talmente vere che tolgono la parola dalla bocca.

Abbiamo fretta perché abbiamo appuntamento col mondo. Celebriamo e appena celebrata la Messa, appena abbiamo partecipato alla Messa, la prima cosa che facciamo è chiacchierare, andare a fare colazione come se stessimo morendo di fame!

“Devo fare colazione perché se no mi sento male”

Ma ti senti male cosa? Che se finisci in un lago, galleggi da solo! Ma rendiamoci conto di quello che diciamo!

Ma cosa avrebbe dovuto fare San Massimiliano Maria Kolbe messo nel bunker della morte senza mangiare e senza bere e all’ultimo giorno è ancora lì che canta le lodi di Dio e non ha più un liquido dentro nel suo corpo.

“Io se non faccio la colazione in tempo 0 svengo”

Ma dai! Sono dei dogmi, i dogmi del dio corpo, noi abbiamo il dio corpo.

Mi è successa una cosa veramente incredibile:

Il nostro convento dà su Villa Pamphilj, abbiamo davanti un panorama molto bello, immerso negli alberi, e si vede dalla finestra se c’è gente dentro nel parco, è il parco più grande di Roma, è bellissimo. Stamattina presto, un freddo da lupi, dalla mia camera ho visto non so dirvi quanta gente che correva, che saltava, che andava in bicicletta in bragotti corti.

Andare a Messa alle 8.00 no perché devo dormire, però correre al parco sì.

Non vado in Chiesa perché fa freddo ma correre nel parco in bragotti corti sì. Il freddo si sente anche se ti scaldi.

Una volta c’era il dio vitello d’oro, adesso c’è il dio corpo per il quale si offrono tutte le primizie possibili e immaginabili e non è mai abbastanza. Questa gente ha due caratteristiche: è sempre stanca e ha sempre fame.

Guarda che se anche posticipi un po’ la tua colazione non succede nulla! Stai sereno!

Non avevano nessuna fretta, ma per la Messa non c’è tempo.

“Anche il bacio traditore Giuda lo diede in fretta, perché non poteva attardarsi su quel volto divino che odiava, non poteva sopportare l’effluvio di amore che spandeva intorno, perché voleva sfuggire a quell’occhio, che intravide al chiarore delle fiaccole, e che gli penetrava l’anima peccatrice.

Il Sacerdote sente il rimorso della propria indegnità, l’Ostia divina è come occhio che lo guarda e lo rimprovera: Amico, a che sei venuto all’Altare? Con un bacio, con un’azione sacra di amore tradisci il tuo Redentore?”

E’ meglio non andarci. E’ vero che noi sfuggiamo lo sguardo di Cristo, sfuggiamo il Tabernacolo, sfuggiamo lo stare fermi in silenzio perché lo sentiamo dentro che ci richiama e ci rimprovera.

“Tu sei qui, ma non sei qui” questo è il punto.

“Giuda ebbe fretta nel Cenacolo ed ebbe fretta anche nel sopprimersi. Andò a gettare le monete nel Tempio, e andò in fretta a strangolarsi! Il Sacerdote che ha fretta, trova anche lui il laccio delle passioni impure, vi si lega, si sospende all’albero della impurità, muore alla grazia, e i suoi visceri si commuovono nella morte dei sensi: crepuit medius.”

Terribile questa cosa! Vale per il prete ma vale per tutti.

“O Gesù, o Gesù, converti i Sacerdoti frettolosi, e fa’ che gustando il tuo amore, cerchino sull’Altare la gioia della tua compagnia, e il caldo della tua carità.”

Se dobbiamo uscire di corsa dalla Chiesa perché c’è il lavoro, va bene, però quel tempo sia vissuto in silenzio totale e in preghiera totale, raccolti come se fossimo in Chiesa, saliamo sulla nostra macchina e iniziano subito le nostre preghiere, viviamo in silenzio, non guardiamo il cellulare, lasciamolo spento, tutti totalmente raccolti in Gesù.

Magari domani vi leggerò la Santa Messa spiegata a Padre Pio, un testo per prepararsi alla Messa quotidiana, fu uno dei quaderni del Diario della prima persecuzione e Gesù spiega a Padre Pio la Santa Messa. Incredibile! Parole di fuoco, domani se il Signore vorrà ve lo leggerò.

Vi auguro di cuore quest’oggi di vivere bene questa giornata dedicata alle anime Sante del Purgatorio, preghiamo per tutti i nostri defunti, per tutti coloro che soffrono, preghiamo per coloro per i quali nessuno prega mai, preghiamo per queste persone, per queste anime, impariamo ad offrire i nostri sacrifici, le nostre preghiere per le anime del Purgatorio e anche l’Indulgenza Plenaria che si può acquistare da oggi, ho pubblicato le nuove norme dell’Indulgenza, leggetele così almeno possiamo applicarle per i defunti.

Auguro di cuore a tutti una giornata un po’ raccolta, un po’ dedicata alla riflessione sulla morte, l’abbiamo già fatta ieri questa riflessione, pensare alla morte ci chiede anche di pensare alla vita, a come viviamo e soprattutto a come viviamo la Santa Messa, viviamola bene perché non sappiamo né il giorno, né l’ora, né il modo, né il dove moriremo, quindi teniamoci pronti per incontrare il Signore.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

VANGELO (Gv 6,37-40)
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

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