Omelia
Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di mercoledì 24 febbraio 2016.
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.
Testo della meditazione
Scarica il testo della meditazione
Salire con dignità il nostro Calvario per giungere alla Gerusalemme celeste
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
In questo Vangelo, tratto dal capitolo 20 di San Matteo, innanzitutto notiamo che Gesù si incammina verso Gerusalemme, che è per Gesù la figura della Patria Eterna, come lo è per noi, che però è anche il luogo del Suo martirio, della Sua morte. Quel cammino, che per tutti era gioioso a quel tempo, per Lui è un cammino segnato anche di spine, è un cammino segnato dalla morte, è un cammino dove Gesù dovrà testimoniare fino al sangue il Suo amore, la Sua confidenza e fiducia nel Padre.
Gesù vede, mentre si incammina verso Gerusalemme, il quadro terribile di tutta l’ingratitudine umana, di tutti i peccati che gli uomini faranno, di tutte le mancanze contro la Sua croce, di tutti i rinnegamenti e tradimenti, che si verificheranno contro quella croce.
Allora, è per questo che Gesù chiama in disparte i Suoi dodici discepoli e di nuovo li prepara annunciando la Risurrezione, ma prima di tutto annunciando la Passione; li avvisa, dice loro che cosa sta per succedere a Lui. Loro, ovviamente, non capiscono niente, non ascoltano niente, perché hanno in testa solo le loro idee, il loro modo di intendere, infatti lo vediamo subito dopo.
Non capiscono niente…
La cosa incredibile è che noi possiamo stare accanto a Gesù Cristo e non capire niente dalla mattina alla sera, possiamo ascoltare dalla bocca di Gesù le parole e continuare a non capire niente, nulla, non capire niente. Questa è l’esperienza dei discepoli.
Allora, anche noi, dobbiamo sempre tenere davanti agli occhi due realtà: Gerusalemme, come Patria Celeste, e il Calvario, la Passione, vanno sempre insieme. Presenti e associate nel Cuore di Cristo, presenti e associate nel nostro cuore.
Noi non possiamo volere solo la Gerusalemme Celeste, e lamentarci e ribellarci sempre nei confronti della Passione!
Ogni volta che abbiamo una croce, è sempre una lamentazione; ci sono persone alle quali veramente bisognerebbe comperare un lacrimatoio, perché soffrono solo loro, gemono solo loro, tutta la croce del mondo è solamente su di loro, hanno sempre da lamentarsi di tutto e di tutti…impariamo ad accogliere e ad offrire in sacrificio la nostra passione, il nostro Calvario, a salire con dignità il nostro Calvario, come fece Gesù, nel silenzio e nell’affidamento.
Per poter arrivare alla Gerusalemme Celeste dobbiamo, prima di tutto, arrivare al Calvario; se non arriviamo al Calvario, non arriveremo alla Gerusalemme Celeste.
La nostra vita, di fatto, è segnata profondamente dalla sofferenza e, se noi ci pensiamo, notiamo che ogni diletto, ogni gioia, ogni bellezza, spesse volte vengono amareggiate dalle stesse creature che ci circondano, come per Gesù, le quali creature, anche se sono ben disposte verso di noi, anche se dicono o ci hanno detto parole, promesse, giuramenti eterni di amore, a volte ci diventano amare, e questo perché tutto ci forza, ci chiama a cercare Dio solo.
Queste amarezze sono delle grazie, perché ci aiutano a capire che solamente in Dio sta il nostro conforto e il nostro rifugio, solo in Dio dobbiamo cercare la nostra gioia, che non ci viene da nessun altro, solo da Dio.
Allora, capite che la domanda di Giacomo e Giovanni, o meglio la domanda della loro mamma, sostenuta ovviamente da loro due perché loro due corrispondono alla domanda fatta a Gesù, rivela appunto questa totale incomprensione. Loro pensano che Gesù vada a fondare il Suo Regno, vada a fare chissà quale inaugurazione a Gerusalemme, quindi vogliono avere un posto di privilegio, uno a destra e uno a sinistra, capito?
Tutta la nostra vita è così, basata sul potere, sul prestigio, sull’apparenza, sul venir riconosciuti affinché noi riconosciamo la nostra identità, incredibile no?
Una vita basata totalmente sulla materia, totalmente sulla carnalità, una vita dove noi siamo degli illusi dalla mattina alla sera; la nostra illusione consiste in questo, nel fatto che noi ci illudiamo guardando l’apparenza di chi ci sta intorno, perché noi per primi proponiamo la nostra apparenza. Quindi, se ci dicono parole dolci, se vengono secondo i nostri gusti, se ci osannano, se ci accarezzano, allora “Ah che bello!”, sentiamo il nostro cuore pieno di gioia e crediamo ad ogni parola che viene detta, se invece è contro quello che noi abbiamo nella testa, è contro il nostro pelo, allora subito non va più bene…tutta pura apparenza.
Per questo facciamo tanta fatica a stare davanti all’Eucarestia, per questo!
Per questo davanti all’Eucarestia dobbiamo sempre fare qualcosa: canti, preghiere, inni, parole, parole, parole, leggere libri su libri…
Perché?
Perché non siamo in grado di stare davanti al Mistero fermi e immobili, ci addormentiamo, piuttosto ci addormentiamo, ma non ce la facciamo a stare davanti all’Eucarestia che uccide ogni apparenza, perché è un costante rinnegamento dei sensi, vedi solamente un pezzo di pane e basta.
Noi cosa abbiamo?
Niente, niente. Abbiamo solo la chiamata ad entrare nel Mistero, e noi fuggiamo costantemente il Mistero, per questo le Chiese sono vuote.
Per questa ragione le Chiese sono vuote, per questa ragione, quando finisce la Messa, si scappa via tutti come ladri davanti ai poliziotti, perché a noi del Mistero non interessa niente, non capiamo niente, non ci dice niente!
Per questo andiamo a fare la Comunione con tanta superficialità!
Il Regno di Gesù è un Regno dello Spirito e quindi i beni dello Spirito sono tutti frutti di grazia, che rispondono a disposizioni divine di giustizia, volute da Dio Padre.
Il Regno di Gesù appartiene ad un ordine superiore e non si può entrare in esso attraverso influenze terrene, perché tutto è disposto dal Padre, da Dio.
Quindi, “Fammi stare a sinistra o a destra” sono cose dei bambini dell’asilo.
Chi sta a capo, dice Gesù, deve capire che per primo si deve immolare, deve immolarsi, deve servire, deve rinunciare a qualunque comodo proprio e abbracciare il sacrificio.
Spesse volte per noi il governo è dominio, l’autorità è sopraffazione.
Quante volte accade nelle famiglie tutto questo!
Il padre, che non è un padre ma un padrone, la madre, che non è una madre ma un’arpia, un’ossessione che ti uccide dalla mattina alla sera, invece il Signore insegna che è un’altra cosa il governare.
Il segreto di tutto questo sta nella preghiera: noi governiamo male e serviamo peggio, perché non preghiamo.
Servire non è mettersi il grembiulino e andare fuori a dare da mangiare ai poveri, siamo capaci tutti di fare sta cosa!
Servire è restare dove siamo in una logica di servizio, cioè vuol dire avere cura delle persone che abbiamo accanto, non semplicemente buttargli lì un po’ di pane da mangiare.
Per questo abbiamo bisogno di adorazione!
Noi, apposta per questo, nella notte tra il sabato e la domenica che va dal 2 al 3 aprile, che sarà la Domenica della Divina Misericordia, faremo l’adorazione Eucaristica notturna, tutta la notte.
Una notte di silenzio, di adorazione, una notte nella quale sarà possibile confessarsi e, se uno vuole, se lo decide prima, può anche dare il suo nome e dire: «Io voglio prendere un turno di un’ora davanti a Gesù. Mi voglio prendere questo impegno».
Perché la notte?
Perché nella notte si ottengono più grazie, la preghiera fatta di notte ottiene molte più grazie. Gesù pregava spessissimo di notte, ci sarà un perché lo faceva, no?
Non c’è scritto che Gesù si metteva a pregare al pomeriggio, Gesù pregava di notte.
Quella, poi, sarà proprio la Domenica della Divina Misericordia, dove abbiamo bisogno di questa indulgenza che ci purifica, che ci lava dentro, abbiamo bisogno di stare davanti a Gesù, abbiamo bisogno di questa vicinanza davanti al Signore, di sceglierLo, anche a riparazione di tutte le notti vissute nel male, di tutte le volte che nella notte abbiamo fatto chissà che ora per fare il male, mentre quando si tratta di stare davanti al Signore stiamo sempre lì a centellinare i minuti.
Quella adorazione notturna vuole essere proprio una riparazione e una affermazione della Misericordia di Cristo, un inno alla Misericordia di Cristo, un culto della Misericordia di Cristo, per prepararsi alla domenica, che sarà il 3, e viverla bene.
Uno dice: «Ma io come faccio a prenotare il turno di adorazione?»
Semplice, uno va in sagrestia oppure va sul sito internet, manda una mail e dice: «Io voglio prenotarmi per venire quel giorno lì, di notte, a fare un’ora di adorazione».
Bene, noi lo segniamo, e così il Signore sa che qualcuno ha scelto un orario.
Dobbiamo imparare ad essere coraggiosi e dobbiamo imparare a darci totalmente al Signore.
Quella notte potrebbe essere anche l’occasione di una confessione generale, visto che è la domenica della Divina Misericordia, una confessione generale che lavi tutto, rimetta tutto nella Misericordia di Dio, e si parta nuovi.
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia Lodato!
Letture del giorno
Mercoledì della II settimana di Quaresima
PRIMA LETTURA
Ger 18,18-20
Venite, e colpiamo il giusto.
[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti, né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».
Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me.
Si rende forse male per bene?
Hanno scavato per me una fossa.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira.
SALMO RESPONSORIALE
Sal 30 (31)
Salvami, Signore, per la tua misericordia.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.
Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!»,
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita. R.
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori. R.
CANTO AL VANGELO
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù.
VANGELO
Mt 20,17-28
Lo condanneranno a morte
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».