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Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 6

Cardiologo visita Gesù

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni sul libro: “Un cardiologo visita Gesù” di martedì 13 settembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 7, 11-17)

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 6

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 13 settembre 2022.

Oggi ricordiamo un grande santo, san Giovanni Crisostomo vescovo e Dottore della Chiesa. Era chiamato con l’appellativo ‘Bocca d’oro’ perché predicava in modo meraviglioso e pieno d’amore per il Signore. Anche i suoi scritti sono veramente meravigliosi e vi consiglio di leggere almeno qualcosa di suo.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo settimo del Vangelo di san Luca, versetti 11-17.

Prima si iniziare la nostra meditazione di oggi, vorrei condividere con voi una bellissima preghiera scritta da son Dolindo Ruotolo. Vi consiglio di recitarla tutti i giorni: se al mattino andate alla Messa, subito dopo la Comunione magari durante il ringraziamento, oppure, se andate alla Messa alla sera, recitatela al mattino appena svegli. Don Dolindo scrive così:

Che cosa ammirabile potersi mettere la mano sul cuore! – fatelo fisicamente: mettiamo una mano sul cuore e teniamola sul cuore per tutta la preghiera – Sono tempio della Santissima Trinità, tutto dedicato alla sua gloria; sono di Dio, debbo esserlo sempre. Non posso dissacrare neppure una volta sola il mio cuore consacrato a Lui. Egli è il mio dolce padrone; io sono il suo servo, io sono il suo schiavo d’amore. La mia servitù mi nobilita e la mia schiavitù mi rende figlio della piena libertà e dà all’anima mia un volo grande d’amore.

Penso che, se ogni giorno noi recitiamo questa preghiera, qualcosa di molto bello succederà nella nostra vita.

Proseguiamo quindi il nostro ciclo di meditazioni dedicato alla lettura di Franco Serafini, Un cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza; siamo arrivati a quanto accaduto a Buenos Aires. Vediamo la parte dedicata ai fatti; siamo a pagina 45. Fate attenzione alle date che non sono mai casuali e qui siamo al primo venerdì del mese di maggio, mese dedicato alla Vergine Maria.

La sera di venerdì 1 maggio 1992, Carlos Dominguez, un laico, ministro dell’Eucarestia, vede sul corporale (cioè la tovaglietta quadrata su cui si poggiano i vasi sacri), davanti al tabernacolo, due frammenti di ostia, a forma di mezza luna.

Possiamo trovare il corporale o sull’altare oppure proprio davanti alla porticina del Tabernacolo: dovrebbe essercene uno anche lì perché, quando si estraggono le pissidi dal Tabernacolo, si appoggiano lì. In questo caso il ministro straordinario della Eucarestia vede i due frammenti sul corporale davanti al Tabernacolo.

Ne fa parola al parroco, padre Juan Salvador Carlomagno, che, pensando fossero frammenti non più freschi, gli dice di applicare la procedura di purificazione ricordata sopra. I due pezzetti di ostia vengono posti nell’acqua di un piccolo recipiente di ceramica che viene chiuso nel tabernacolo.

Io sono già intervenuto su questa questione, ma intervengo ancora e interverrò tutte le volte che mi si presenterà l’occasione perché è una cosa troppo importante. La Chiesa permette questa procedura, io personalmente sono assolutamente contrario. Lo ripeto: la Chiesa permette questa procedura, io personalmente sono assolutamente contrario, non con lo spirito di colui che vuole ribellarsi o disobbedire, ma con lo spirito di colui che dice: “Grazie di questa concessione, ma non è necessaria, nel senso che io, come Sacerdote, o, in altro caso come laico, con un’ostia caduta per terra o trovata, sporca, rovinata e buttata in un angolo posso fare diversamente: assumerla io”. Ecco qual è lo spirito di questo ‘No, grazie’. 

La Chiesa mi offre una via più facile, diciamo così, più consona alla mia libertà, ma io ne scelgo un’altra meno consona al mio gusto e alla mia natura, ma assolutamente più consona alla fede eucaristica che devo avere. 

Devo dire di essere rimasto tanto grato a Dio, quando un giovane, poco tempo fa, mi ha chiamato e mi ha detto: “Sa, Padre, ho ascoltato tutte queste meditazioni sulla Eucarestia e le racconto che cosa mi è accaduto. Io ero accanto a una persona malata, le hanno dato l’Eucarestia, ma questa persona malata non è riuscita a deglutirla, quindi l’Eucarestia è rimasta tutta imbrattata della sua saliva ed è uscita sul lato della bocca. Siccome non sono riusciti a fargliela deglutire, l’hanno raccolta con un cucchiaino mettendola in un bicchiere con dell’acqua senza depositarla nel Tabernacolo. Quando sono andati via tutti, mi sono detto che non avrei potuto lasciare lì a macerare nell’acqua il Cuore Eucaristico di Gesù, il Cuore pulsante di Gesù; così sono andato al Tabernacolo senza dire niente a nessuno. Ho preso il bicchiere e ho bevuto tutto!” 

Io mi sono commosso: che esempio! Che bello sapere che ci sono anime così a questo mondo, che ci sono giovani così! E poi dove ha ritrovato questo bicchiere? Non nel Tabernacolo, ma vicino al lavandino… immaginate se lo avesse lasciato lì! Era probabile che Gesù sarebbe finito nel lavandino… capite? È il Cuore Eucaristico di Gesù: ci crediamo o no? Se ci crediamo, niente lo può rendere non mangiabile! E i miracoli eucaristici che stiamo vedendo ci dicono proprio questo, ci dicono: “Guarda che tu nell’acqua stai mettendo il mio Cuore; dentro quell’acqua stai mettendo il mio Corpo.” 

Nel caso di cui stiamo parlando, quello di Buenos Aires, l’ostia non era sporca della saliva del malato, non erano nemmeno frammenti di ostia caduti e sporchi: erano sul corporale – niente di più pulito! Li hanno messi nell’acqua perché forse… “forse” dice… non erano più freschi! 

Io vi dico sempre quando esprimo il mio pensiero e voi siete liberi di buttarlo nel cestino, ma io non posso non dirvelo… Seguite pure quello che vi dice la Chiesa, non c’è problema! Ma io su questa cosa non posso che dirvi altro che questo, e non mi sento assolutamente fuori dalla Chiesa, perché mi immagino che san Pier Giuliano Eymard, Santa Teresa di Gesù, Santa Teresa di Gesù Bambino, san Giovanni della Croce, santa Teresa Benedetta della Croce, la piccola Araba, tutti i Santi del Carmelo non lascerebbero Gesù a dissolversi nell’acqua. Io mi immagino questo…

Santa Margherita Maria Alacoque – è scritto nella sua autobiografia, non vi sto dicendo falsità – siccome nel cambiare una sorella malata che era fatta la cacca addosso per dissenteria – queste cose vanno dette così come sono scritte, scusate – ha avuto un moto primo di disgusto che ha vissuto come un moto di ribellione e mancanza di carità, lì ha messo la faccia, la bocca… andate a leggerlo nella autobiografia di Santa Margherita! Rendiamoci conto… dopo questo evento, Gesù le appare e le dice: “Suor Margherita, tu sei pazza!” Questo le dice e lei che cosa risponde? “Beh, ho imparato da te! Tu che cosa hai fatto per noi?” E Gesù le ha sorriso… 

Mi fermo qui se no, poi, mi metto a piangere… Che cosa diremo a Santa Margherita Maria Alacoque? “No, guarda… che schifo…quell’ostia forse non era più fresca… forse era caduta… è stata calpestata”. E allora? Qual è il problema? La Chiesa non ha mai prescritto quello che ha fatto Santa Margherita per emendare il suo moto primo, eppure lei lo ha fatto, perché ha avvertito l’urgenza di compiere un atto eroico, di rinnegamento di se stessa. Se Suor Margherita avesse trovato l’Eucarestia, che cosa avrebbe fatto? Io ve lo ripeterò fino alla morte e spero che Dio mi conceda di non impazzire, perché, se dovessi dirvi una cosa diversa, sarebbe segno che sono impazzito… vi ripeterò fino alla morte questa cosa. E sono grato a Dio di aver sentito la vicenda di quel giovane, perché se anche una sola persona, grazie a tutto questo mio parlare, giungesse alla conclusione di non far finire Gesù nel lavandino o nel water, ma di salvarlo assumendolo con tutti gli annessi e i connessi, io potrei dire di essermi realizzato come uomo, come cristiano, come sacerdote. Questo mi basta… e spero che siano in tanti a compiere atti eroici di carità verso il Cuore Eucaristico di Gesù. Spero che in tanti maturi la decisione ferma di dire a Gesù: “Ti trovassi ovunque, anche in un letamaio, io ti prenderò e ti assumerò, perché nell’Ostia c’è il Cuore Eucaristico di Gesù”.

I due pezzetti di ostia vengono posti nell’acqua di un piccolo recipiente di ceramica che viene chiuso nel tabernacolo.

La mattina dell’8 maggio, padre Juan per la prima volta controlla il recipiente e rimane stupefatto. Ne parla agli altri sacerdoti residenti in parrocchia: padre Eduardo Pérez Dal Lago, padre Eduardo Graham e il diacono Marcelo Pablo Tomaino. Quello che vedono è che nell’acqua si sono formati come tre coaguli di sangue, ricoperti di peluria bianca, che poi scomparirà. 

Io mi sarei sentito morire, perché a quel punto non si può più assumerla e avrei detto: “Che cosa ho fatto? Questo segno di Gesù, adesso, che cosa dice a me che ho voluto fare questa cosa?” 

Sulle pareti vi sono delle scie di sangue, come se fossero state prodotte da una specie di “esplosione״ delle ostie stesse. Avvisano la Curia; il cardinale Quarracino è assente e parlano con mons. Eduardo Miràs, il vescovo ausiliare, che, per telefono, raccomanda una perizia medica. La perizia, lo vedremo, conferma l’apparente natura ematica. Viene convocato anche un fotografo professionista, Marcelo Antonini, che documenta, nei giorni seguenti, i cambiamenti che si susseguono.

La domenica 10 maggio, sia durante la Messa delle ore 19 celebrata dal parroco, sia durante la Messa delle ore 20:15 celebrata da padre Graham, si ripete due volte un nuovo fatto prodigioso: la patena su cui era poggiata l’ostia consacrata si macchia di sangue!

Sono cose incredibili! Sono due fatti diversi! Accadono tre miracoli eucaristici in dieci giorni tutti allo stesso posto… io mi sarei fermato un secondo e avrei detto: “O siamo ciechi o siamo sordi: il Cielo che cosa ci sta dicendo? Qual è il messaggio che ci vuole mandare Gesù?”. 

Si tratta quindi di due patene distinte, una di bronzo e una di stagno a forma di pesce.

Forse Gesù ci sta dicendo: “Guarda che quell’Ostia sono io! È il mio Cuore Eucaristico! — come vedremo — Quell’Ostia è il mio Corpo; te lo dico: nel caso che la tua fede non sia così formata, te lo faccio vedere tre volte in dieci giorni”.

I sacerdoti della parrocchia di Santa Maria vivono momenti di gioia e di timore.

Io avrei vissuto momenti di… terrore, più che di gioia e di timore!

Che cosa sta succedendo? Proprio a loro, tra le loro mani! Non posso che raccomandare la lettura, veramente toccante, nel libro di Blondet, del diario spirituale scritto da padre Eduardo Pérez proprio in quei giorni. Il giovane prete, che all’epoca aveva 30 anni, vive con intensa partecipazione personale il mistero della Presenza Reale nell’Eucarestia. I sacerdoti di Santa Maria hanno deciso, anche se è una dissimulazione che costa loro molto sacrificio, di non parlare di questi fatti al di fuori di una strettissima cerchia, nell’attesa di un pronunciamento ufficiale delle autorità ecclesiastiche.

Intanto, per usare le parole di padre Pérez, la “cosa sanguigna” — Ecco, io proprio non avrei usato il termine ‘la cosa’ — si mantiene lucida, come la carne del fegato, ma di colore rosso intenso, non violaceo, senza il minimo odore di putrefazione. Dopo qualche tempo l’acqua del recipiente evapora e rimane questa crosticina sul fondo, che negli anni si distaccherà. Questa è la piccola crosticina rossa, di un paio di cm di lunghezza massima, che ho potuto vedere anch’io.

Domani vedremo che cosa accadde nel 1994.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

 

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