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I santi segni. Romano Guardini, parte 16

S. Messa

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «I santi segni. Romano Guardini, parte 16»
Domenica 21 maggio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 28, 16-20)

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 21 maggio 2023.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ventottesimo del Vangelo di San Matteo, versetti 16-20.

Oggi festeggiamo l’Ascensione del Signore, perciò oggi è una solennità molto molto importante. Non mi posso soffermare a fare la meditazione sull’Ascensione del Signore proprio perché stiamo proseguendo nel nostro cammino di lettura del libro I Santi Segni.

Mi permetto solo di farvi presente che quando i discepoli vedono Gesù sul monte, cosa fanno? Ballano, saltano, corrono, si siedono, stanno in piedi? No, si prostrano: “quando lo videro, si prostrarono”. Dubitano, sono ancora in questo momento, in questa fase del dubbio, però si prostrano, si prostrano con i loro dubbi. 

Alle volte può succedere che l’anima faccia un po’ fatica a seguire il corpo, però il corpo, in alcune occasioni, può diventare un educatore dell’anima e dire: “Va bene, tu porta i tuoi dubbi, però intanto ci prostriamo, cominciamo da qua”. “Eh, ma che senso ha prostrarmi se ho i dubbi?”. Tu comincia a farlo, poi vedrai che le cose piano piano si sistemano. E Gesù non si scandalizza, Gesù si avvicina e dice: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra … ». Quindi Lui è il Signore, “il” Signore, e li manda a battezzare, e li manda a insegnare. E dice loro: «Io sono con voi tutti i giorni…» E quindi va bene. Gesù sa che noi siamo fatti anche di questo. Però, vedete, “si prostrarono”. È un po’ una falsa retorica, quella di dire: “Ah no, se io non sono veramente pienamente credente, allora non posso fare questo gesto”. Se aspettiamo di essere veramente, pienamente, totalmente credenti per… guardate… non faremo più niente. Cominciamo a farle le cose, poi vedrete che col tempo, anche i nostri dubbi si risolveranno.

Oggi affrontiamo il santo segno de “L’Acqua Benedetta”.

Beh, questo segno mi sembra abbastanza conosciuto, non avrà destato stupore, come quando vi ho parlato del portale, per intenderci.

Misteriosa è l’acqua. Tutta pura e modesta, «casta» l’ha chiamata San Francesco. Senza pretese, come se non volesse significare nulla per se stessa. Per così dire ignara di sé, esistente solo per servire ad altri, per mondare e ristorare. Ma non hai mai guardato dove essa s’indugia a gran profondità e non ti ci sei mai immerso con anima sensitiva? Hai percepito come fosse misteriosa quella profondità? Come essa sembrasse tutta piena di meraviglie, attraente e insieme spaventevole? Oppure ti sei mai raccolto in ascolto quando l’acqua in fiumana trascorre a valle, senza posa fluendo e mormorando? Oppure quando i vortici disegnano i loro cerchi, e fan mulinelli e risucchi? Allora ne può sorgere una tale impressione di forza opprimente che il cuore dell’uomo le si deve sottrarre… Misteriosa è l’acqua. Semplice, limpida, disinteressata; pronta a mondare ciò ch’è sordido, a ristorare ciò ch’è assetato. E nello stesso tempo profonda, insondabile, irrequieta, piena di enigmi e di forza. Immagine adeguata dei fecondi abissi da cui sorga la vita e immagine della vita stessa che sembra così chiara ed è così misteriosa.

Quando vedremo l’acqua benedetta, e in generale l’acqua, avremo modo di riflettere sul suo aspetto di chiarezza e di mistero.

Ora comprendiamo bene come la Chiesa faccia dell’acqua il simbolo e il veicolo della vita divina, della grazia. Dal Battesimo noi siamo usciti omini nuovi, «rinati in virtù dell’acqua e dello Spirito Santo». E con l’«acqua santa», con l’acqua benedetta, noi bagnamo nel segno della Croce fronte e petto, spalla e spalla; con l’elemento originario, misterioso, limpido, semplice, fecondo, che è simbolo e strumento della vita soprannaturale, la grazia. Benedicendola, la Chiesa ha reso monda l’acqua: l’ha purificata dalle oscure forze che in essa sonnecchiano. E queste non sono parole vuote! Chi possiede un’anima sensibile ha già percepito l’incanto della forza naturale che può sprigionarsi dall’acqua. E questo è semplicemente potenza della natura? O non è qualcosa di oscuro, di extranaturale? Nella natura, in tutta la sua ricchezza e bellezza, vi è anche il male, il demoniaco.

Questo non dobbiamo mai dimenticarlo, questa cosa che ci ha appena detto Guardini. Nella natura, c’è la bellezza, c’è la ricchezza, però vi è anche il male, non scordiamolo mai. Perché, sapete, oggi va molto di moda questa visione naturalistica, che non è naturale, è naturalistica! Quindi una visione che di fatto esaspera un aspetto, tiene in considerazione un aspetto, ma perde l’altro. Per cui si sottolinea la ricchezza e la bellezza ma… non si parla molto dell’aspetto di male presente nella natura. Addirittura, lui parla di “demoniaco”.

La città intontitrice delle anime ha reso l’uomo ottuso al punto ch’egli spesso non ha più senso per questo. La Chiesa però non lo ignora e «purifica» l’acqua da ogni elemento contrario a Dio, — ecco il senso della benedizione — la «consacra» e prega Dio che la renda strumento della Sua grazia.

La preghiera di benedizione dell’acqua è proprio bella, veramente molto bella.

La città intontitrice delle anime ha reso l’uomo ottuso” — gli ha tolto questa capacità di riflessione sull’aspetto anche demoniaco, presente nella natura, presente nell’acqua, quindi. Per cui la Chiesa, attraverso la benedizione, cosa fa? La purifica da tutto ciò che è contrario a Dio e “la consacra e prega Dio che la renda strumento della sua grazia”. Adesso noi qui stiamo trattando dell’acqua, però voi sapete che la stessa cosa si fa nella benedizione dell’olio e del sale. Quindi. vedete, questo è il senso della benedizione.

Orbene, il cristiano, quando varca la soglia della casa del Signore, si inumidisce la fronte, il petto e le spalle, vale a dire tutto l’essere suo, con l’acqua pura e purificante, affinché l’anima sua diventi monda.

Vi ricordate che ve ne ho parlato l’altro giorno? Non ci presentiamo al cospetto di Dio puliti.

Non è bello questo modo in cui vengono a incontrarsi la natura depurata dal peccato, — la benedizione è un depuratore di fatto. La benedizione che si fa sull’acqua, in questo caso, è un depuratore dell’acqua — la grazia e l’umanità anelante alla purezza, e tutto nel segno della Croce? Oppure la sera. 

«La notte non è amica dell’uomo», dice il proverbio. C’è del vero in questo.

Riflettete. Vi ricordate quando vi ho parlato della “Mistica della luna”? Se voi ci pensate, la luna è la luce nella notte. Rappresenta proprio la luce e di fatto è l’unica luce che abbiamo, Ci sono anche le stelle però la luna è la luce più grande. Quando c’è la luna piena, tu puoi camminare come se fossi quasi in pieno giorno. Adesso sto esagerando, ma per intenderci! Se si va a fare una guerra, non ci si muove nella notte di luna piena, perché ti vedono tutti. Si aspetta proprio quando c’è buio buio buio.

Noi siamo creati per la luce.

Quindi la notte non è amica dell’uomo. Questo non ce lo dimentichiamo, perché avevano ragione i santi padri che dicevano: “La notte è fatta per dormire, e per pregare”, proprio perché questa assenza della luce — tranne che, appunto, la luna e tutta la mistica della luna di cui vi ho parlato — non vuole proprio farci cercare e scorgere questa luce che è presente nella notte. Perché noi siamo creati per la luce.

Appena l’uomo si abbandona alla potenza del sonno e dell’oscurità in cui si spengono la luce della coscienza e la luce del giorno, allora egli si fa il segno della Croce con l’acqua santa, simbolo della natura riscattata, liberata dal peccato: che Dio lo protegga da tutto ciò ch’è oscuro!

Quando andiamo a dormire ci abbandoniamo alla potenza del sonno e anche dell’oscurità, perché spegniamo tutte le luci. Infatti, i bambini spesse volte hanno paura — alle volte non solo i bambini — dell’oscurità, del buio, perché si sentono come abbandonati a questo buio che fa paura. “Si spengono la luce della coscienza — perché quando dormiamo non siamo più coscienti — e la luce del giorno”, si spegne un po’ tutto. Allora cosa fa l’uomo che ha in casa la sua Acqua Santa? Si fa il segno della Croce, “simbolo della natura riscattata e liberata dal peccato, che Dio lo protegga da tutto ciò che oscuro”.

E quando al mattino si ridesta dal sonno uscendo dall’oscurità e dall’incoscienza e ricomincia la sua vita, lo fa di nuovo. È come un lieve ricordo di quell’acqua santa per cui nel battesimo è uscito alla luce di Cristo. E bello è pure quest’uso. In esso s’incontrano l’anima redenta e la natura redenta nel segno della Croce.

C’è questo incontro tra l’anima redenta e la natura redenta. Come? Dove? Nel segno della Croce.

Ecco, credo che allora abbiamo motivi di usare l’Acqua Santa, non solo in chiesa, ma un po’ lungo tutta la nostra giornata, soprattutto all’inizio e alla fine.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

 

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