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Dopo la S. Comunione – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.111

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Dopo la S. Comunione – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.111
Lunedì 19 febbraio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PRIMA LETTURA (Lv 19, 1-2. 11-18)

Il Signore parlò a Mosè e disse:
«Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.
Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo.
Non giurerete il falso servendovi del mio nome: profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.
Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo.
Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore.
Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore.
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Eccoci giunti a lunedì 19 febbraio 2024. 

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal libro del Levitico, capitolo diciannovesimo.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo giunti al paragrafo undicesimo del capitolo trentaquattresimo.

11 — Ma nel far questo, non vogliate rivolgervi al Signore rappresentato in qualche sua immagine: mi pare una sciocchezza lasciar la persona per indirizzarsi a un suo ritratto. Non saremmo forse ridicoli se, amando molto una persona, la lasciassimo in disparte quando ci venisse a trovare, per fare le nostre conversazioni con il suo ritratto che teniamo in casa? Sapete invece quando è utile ricorrere alle immagini, e io in esse trovo grandi soddisfazioni? Quando il Signore è assente e ce lo dà a conoscere con le aridità. Allora sì ci è utile contemplare le immagini di Colui che amiamo.8 

La nota dice:

8 …quelle di Nostra Signora o di qualche santo di cui siamo più devoti, ma quelle di Cristo soprattutto. (Manoscr. Escor.).

Prosegue:

Per conto mio, vorrei incontrarmi con il suo sembiante in qualunque parte mi volgessi, non essendovi nulla di più bello e di più giocondo che impiegare i nostri sguardi nell’affissarsi in Colui che tanto ci ama e che in sé racchiude ogni bene. — Infelici gli eretici che per loro colpa han perduto questa e molte altre consolazioni!

Qui Santa Teresa ci dice: nel momento in cui facciamo la comunione, raccogliamoci col Signore, che è veramente, realmente e sostanzialmente presente in noi, perché è presente nella sua Eucarestia. Quindi, lei dice: (sta parlando di questo momento post comunione, quello del ringraziamento, descritto nella parte prima che abbiamo visto ieri) non andate a guardare le immagini, perché questo non è il momento di guardare le immagini, questo è il momento di stare col Signore, che è presente in te. Lei dice che è una sciocchezza, se una persona ti viene a trovare, dire: “No, aspetta, invece di parlare con te, vado a parlare con la tua fotografia”, questi risponderebbe: “Scusa, son qui io, parla con me!”.

 Allo stesso tempo, lei dice: però voi sapete quanto è utile ricorrere alle immagini, quanta soddisfazione dà. «Quando il Signore è assente e ce lo dà a conoscere con le aridità», lei dice: «Allora sì ci è utile contemplare le immagini di Colui che amiamo». Quindi, questa sensazione di vuoto che abbiamo ogni tanto — appunto, di aridità — la sensazione che manchi qualcosa, ecco che allora l’immagine è assai utile; lei dice: «vorrei incontrarmi con il suo sembiante», cioè con la sua immagine, la sua statua, ovunque giri la testa; perché è bello e giocondo poter guardare le immagini che raffigurano il Signore o la Vergine Maria o i santi. Quindi mi sembra un discorso molto bello, molto equilibrato, come sempre.

12 — Appena comunicate, chiudete gli occhi del corpo e aprite quelli dell’anima per fissarli in fondo al vostro cuore, dove il Signore è disceso. Vi dico, vi torno a dire, e ve lo vorrei ripetere all’infinito, che se vi abituate a questa pratica ogni qualvolta vi accostate alla comunione, il Signore non si nasconderà mai così del tutto da non manifestarsi con qualcuno di quei molti espedienti che ho detto, in proporzione al vostro desiderio: lo potreste desiderare con tanto ardore da indurlo talvolta a manifestarsi del tutto. Procurate di mantenervi in tali disposizioni da poterlo godere con frequenza.

Guardate, questo paragrafo dodicesimo è veramente molto, molto, molto importante. Quindi: appena abbiamo ricevuto l’Eucarestia, cosa dobbiamo fare? Come si fa? Allora, Santa Teresa ci dà un consiglio — non è un dogma, è un consiglio — la sua esperienza di santa, di mistica, di dottore della Chiesa, è la seguente: appena fatta la comunione, chiudi gli occhi del corpo. Questo è il consiglio che ci dà: “chiudi gli occhi del corpo e apri quelli dell’anima”; per guardare chi? “Per guardare il Signore in fondo al tuo cuore, che hai appena ricevuto nell’Eucaristia”. 

Quindi, appena fatta la comunione, quello non è il tempo — secondo Santa Teresa — di prendere un libro e cominciare a leggerlo; non è quello il tempo! Di aprire il libro delle preghiere e cominciare a recitare preghiere senza fine; no! Non è quello il tempo di: ricevo l’Eucarestia, mi siedo e comincio a guardare in giro, comincio a guardare chi va a fare la comunione e chi non la fa, come la fa, perché la fa. Non è il tempo di guardare come il sacerdote purifica i vasi sacri e star lì a guardare quello che lui fa; tutti totalmente distratti da ogni cosa, da ogni movimento! Ricevo la comunione, mi siedo e comincio a guardare in giro: ma allora perché ho fatto la comunione? Poi finisce la Messa e comincio a chiacchierare; ma allora che senso ha avuto quella comunione?

Quindi Santa Teresa ci dice:

Appena comunicate, chiudete gli occhi del corpo e aprite quelli dell’anima per fissarli in fondo al vostro cuore, dove il Signore è disceso.

Poi scrive:

Vi dico, vi torno a dire, e ve lo vorrei ripetere all’infinito…

ma guardate che vuol dire che è una cosa molto importante! “Vi dico, vi torno a dire, e vorrei ripeterlo all’infinito”; cioè, più di così non si può. Che cosa? “Che se vi abituate a questa pratica tutte le volte che fate la comunione, il Signore si manifesterà. Il Signore si manifesterà con molti dei suoi espedienti in proporzione al vostro desiderio”.

Quindi guardate che… uno dice: “Perché non lo devo fare?”; eh, appunto, allora facciamolo! Perché, se noi ci abitueremo a questa pratica, se la faremo sempre — ricevo la comunione, torno al mio posto, mi metto in ginocchio e chiudo gli occhi del corpo, per fissare quelli dell’anima, aperti, spalancati, su Gesù appena ricevuto, che sta in fondo al mio cuore — se faremo così ogni volta, che vuol dire ogni giorno, il Signore — dice Santa Teresa — non si nasconderà mai così del tutto, vedrete che si manifesterà attraverso alcuni dei suoi espedienti; in proporzione, però, al vostro desiderio. Eh, beh, certo! Perché, se io non lo desidero, perché si deve manifestare? Se io non ti voglio vedere, perché tu devi venire da me? Se una persona mi dice: “A me non interessa di vederti”, io mica ci vado. Dove andiamo? Dove sappiamo che siamo attesi, sennò non ci andiamo; se sappiamo che in quella realtà non siamo graditi, non siamo attesi e, quando arriviamo, nessuno si accorge di noi, cosa andiamo fare? Uno dice: “No, no, io non ci torno più”.

Non solo; lei dice: lo potreste desiderare con tanto ardore — vedete: torna “il desiderio” — da manifestarsi del tutto. Chi non desidera questo? Chi non desidera di poter vedere, prima di morire, con gli occhi del corpo, il Signore? Si può desiderare talmente tanto Gesù, una volta ricevuto nell’Eucaristia, che, alla fine, Gesù cede al nostro ardore, al nostro desiderio ardente, e si manifesta del tutto. E lei dice: «Procurate di mantenervi in queste disposizioni, così da poterlo godere con frequenza». Veramente, credetelo, facciamolo! Io purtroppo non posso farlo subito, lo farei subito, ma non posso farlo subito, perché, ovviamente, appena ho fatto la comunione, devo dare la comunione ai fedeli; e poi, dopo aver dato la comunione ai fedeli, devo tornare a purificare i vasi sacri e riporre tutto nel tabernacolo e poi concludere la Santa messa; però, appena finita la Santa Messa, subito! Cioè, questo raccogliersi, questo chiudere gli occhi del corpo… bello, no? 

Prosegue Santa Teresa:

13 — Ma se noi non facciamo conto di Lui, e lo abbandoniamo appena ricevuto per correr dietro alle miserie della terra, che volete che faccia? Deve costringerci a guardarlo per potersi manifestare? Già una volta gli avvenne di mostrarsi a tutti svelatamente e di dire chi Egli era, ma si sa in che modo fu trattato e quanto pochi gli credettero! Non è già per una sua grande misericordia se ci assicura che Egli si trova nel SS. Sacramento e vuole che ci crediamo? Ma quanto a mostrarsi svelatamente, a comunicare le sue grandezze e a diffondere i suoi tesori, è desso un favore che non vuol concedere se non a coloro che vede molto desiderosi. Questi sono i suoi amici, ma chiunque non gli è tale, e non cerca di divenirlo neanche quando lo riceve nella comunione, faccia pure a meno d’importunarlo, ché non si manifesterà. Costui, pago d’aver soddisfatto al precetto della Chiesa, non vede l’ora di uscir dal tempio e di cacciarsi il Signore dall’anima. Si ingolfa negli affari, nelle occupazioni e nelle brighe del mondo, quasi faccia il possibile per indurre il Signore a sgombrargli presto la casa.

Sono parole di fuoco! Sono parole di fuoco! Dovremmo mettere questi due paragrafi nel nostro esame di coscienza quotidiano; sono parole di fuoco.

Quindi: se non facciamo conto di lui, se lo abbandoniamo per correre dietro alle miserie della terra, cosa volete che faccia il Signore? Deve forse costringerci, per potersi manifestare? Lui ci assicura che si trova nel Santissimo Sacramento e Lui vuole che ci crediamo; basta! Questo desidera, questo si aspetta. Ma, quanto a mostrarsi svelatamente — ritorna quello che abbiamo appena detto sopra — quanto a comunicare le sue grandezze, quanto a diffondere i suoi tesori, Lui lo fa solo con coloro che sono molto desiderosi. Questi molto desiderosi, chi sono? Sono i suoi amici. Quindi, Lui si mostra svelatamente, comunica le sue grandezze e diffonde i suoi tesori, solo ai suoi amici, che sono molto desiderosi di Lui. 

Ma chi non è tale, chi non gli è amico, non cerca di divenirlo neanche quando riceve la comunione; certo, se io non sono amico, non è che lo divento quando ricevo la comunione; infatti, sono poi quelle persone che ricevono l’Eucarestia e si mettono lì sedute, guardano per aria, guardano in giro, chiacchierano, e poi, finita la Messa, chiacchierano e poi prendono e se ne vanno a casa, parlando o guardando il cellulare, rispondendo ai messaggi, eccetera, eccetera, eccetera. Se poi, magari, non facciamo anche i peccati… Dopo dieci minuti che abbiamo ricevuto la comunione, cosa facciamo? Magari parliamo male di qualcuno.

E questo dovrebbe anche imporci di non disturbare gli altri. Abbiamo ricevuto la comunione: siamo col Signore; ma vedete Santa Teresa quanto sta sottolineando la delicatezza e la grandezza di questo momento? Quello dovrebbe essere un momento nel quale non ci parliamo neanche più! Ma non perché non ci vogliamo bene, non perché siamo maleducati, non perché siamo indifferenti agli altri, no! Ma quello è il momento nel quale dovremmo dire: per il rispetto che ti porto, non ti rivolgo neanche la parola. Lo sappiamo tutti e due che dobbiamo essere tutti e due raccolti col Signore, quindi basta: ci salutiamo prima della Messa e poi sappiamo che, dopo, siamo tutti e due per il Signore, non c’è più tempo per metterci lì a fare i salutini e a fare quant’altro, no! Perché è quello il tempo per stare con il Signore.

Ripeto, adesso uno dice: “Sì, ma a me mi cacciano fuori dalla chiesa, perché devono chiuderla”; va bene, lo fai in macchina, lo fai tornando a casa, lo fai andando in moto, lo fai andando a piedi, lo fai andando in bicicletta. Fai cosa? Stai in silenzio. In chiesa cosa faresti? Staresti in silenzio, staresti zitto, staresti raccolto. Va bene: non puoi farlo in chiesa? Nessun problema, lo faccio ovunque sono, nello stesso modo: silenzio, raccoglimento, via le distrazioni, apro gli occhi della mia anima e li fisso su Gesù che ho appena ricevuto e gli dico quanto lo desidero, quanto lo bramo. Questo noi dovremmo fare!

Capite che leggere Santa Teresa ti cambia la vita! Come ogni volta che leggiamo i santi. Se, quando noi leggiamo i santi, lasciamo che i santi, col loro magistero — qui autorevolissimo, perché è Dottore della Chiesa — ci istruiscano, questi ci cambiano la vita, fanno diventare santi anche noi.

Quindi: chi non è amico di Gesù nella vita, non lo diventerà perché fa la comunione. Che cosa sta a cuore a questi tizi che non gli sono amici? Gli sta a cuore: di aver soddisfatto al precetto della Chiesa; gli sta a cuore: uscire dal tempio, uscire di chiesa; gli sta a cuore: cacciarsi il Signore dall’anima. E come fa tutto questo? «Si ingolfa negli affari, nelle occupazioni e nelle brighe del mondo»; induce il Signore a sgombrare presto la sua casa, cioè la sua anima. Terribile, ma vero; terribile, ma vero. E lo si vede, eh! Lo si vede innanzitutto in noi, e poi negli altri. Si capisce, si capisce subito, proprio non vedono l’ora di andare fuori di chiesa. Gli basta: “sono andato a messa”, punto, fine; “ho fatto quello che devo fare”, basta. Poi? Poi fuori tutti! E si va fuori, sia scappando fuori, ma si va fuori anche facendo le chiacchiere; finisce la Messa, il sacerdote non fa in tempo a dare la benedizione, e subito iniziano a chiacchierare. Questa è una voglia di uscire, così come quando si chiacchiera poco prima della messa, stessa cosa. E poi “cacciare via il Signore dal cuore”, ma è terribile! Come? Uno dice: “Oh, ma io no!”, beh, invece “io sì”, come? “Ingolfandomi negli affari, nelle occupazioni e nelle brighe del mondo”. È così che caccio via dal mio cuore il Signore.

Io spero tanto che tantissimi di noi si lascino — a partire da me — rieducare da queste parole, e prendiamo il serio impegno, da adesso in poi, dopo la comunione: silenzio assoluto. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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