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Fuggire le occasioni – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.127

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Fuggire le occasioni – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.127
Mercoledì 6 marzo 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 5, 17-19)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 6 marzo 2024.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quinto capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 17-19.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al paragrafo quarto del capitolo trentanovesimo.

4 — Ecco un’altra tentazione assai pericolosa. Consiste in una certa sicurezza che nulla ci potrà far tornare ai peccati di una volta e ai piaceri del mondo, per il fatto che ormai ne conosciamo la vanità e che ci piace di più mantenerci nel servizio di Dio. Se questa tentazione si presenta ai principianti, suol essere assai dannosa, perché con tale sicurezza l’anima non si cura di fuggire le occasioni, cade, e Dio non voglia che la sua caduta sia peggiore di ogni altra, per il fatto che il demonio, vedendo che si tratta di un’anima che gli può far del danno con essere utile alle altre, mette in moto tutte le sue astuzie per impedirle di rialzarsi. Perciò, sorelle, benché il Signore vi favorisca di molte grazie e di grandi pegni d’amore, non credetevi mai così sicure da non temere ricadute, ma fuggite le occasioni!

5 — Procurate di manifestare queste grazie a chi vi sappia illuminare, senza nascondergli nulla.1 Per alta che possa essere la vostra contemplazione, cercate sempre di cominciare e finire l’orazione con il conoscimento di voi stesse: cosa che fareste più volte, vostro malgrado e senza bisogno del mio avviso, qualora la vostra orazione provenisse da Dio. Questo pensiero è fonte di umiltà e ci aiuta a conoscere più intimamente il poco che noi siamo. Non voglio indugiarmi più a lungo, perché molti libri ne parlano. Ciò che ho detto l’ho provato io stessa per esperienza, sino a trovarmi più volte fra gravissime angosce. Ma per quanto si dica, non si dirà mai nulla che possa darne una sicurezza completa.

1 … perché in questo il demonio suol tendere le sue insidie. (Manoscr. Escor.).

6 — Siccome è così, o Eterno Padre, che altro possiamo fare se non ricorrere a Voi e supplicarvi che i nostri nemici non ci traggano in tentazione? Se ci attaccassero apertamente, con il vostro aiuto potremmo liberarcene con facilità. Ma come scoprire le loro insidie? Oh, mio Dio, come abbiamo bisogno del vostro aiuto! Signore, dateci qualche parola che ci porti luce e sicurezza. Sapete anche Voi che questo sentiero non è molto frequentato; e se si dovesse batterlo fra tanti timori, lo diverrà ancora meno.

7 — Strano! Il mondo sembra credere che il demonio non lasci in pace se non chi trascura l’orazione. Si meraviglia di più nel vedere in inganno un’anima sola di quelle che cercano la perfezione, che di centomila illusi dal demonio e immersi in pubblici peccati, del cui stato non occorre molto faticare per conoscere se sia buono o cattivo, vedendosi lontano le mille miglia che sono in potere di Satana. Eppure, il mondo non ha tutti i torti, perché tra coloro che recitano come si deve il Pater noster, sono così pochi quelli che si lasciano ingannare dal demonio, che ha ben ragione di meravigliarsi come di una cosa mai veduta ed udita. Comunque è proprio dell’uomo passar sopra a ciò che si vede di continuo, per fermarsi con meraviglia sopra ciò che succede raramente o quasi mai. In questa meraviglia il demonio ha la sua parte d’interesse, perché un’anima sola che arrivi alla perfezione gliene può togliere moltissime.2

Vediamo la nota:

2 Non mi stupisco che il mondo se ne meravigli: vuol dire che tali cadute sono rare. Se un’anima segue il cammino dell’orazione e vigila alquanto su sé stessa, è incomparabilmente più sicura di chi va per altre vie. Ella è come uno spettatore che assiste alla lotta del toro dall’alto dell’anfiteatro: è più fuori pericolo di chi si espone ai colpi delle sue corna. Questo è un paragone che ho inteso, e che viene bene al caso nostro. Perciò non temete di provare i vari metodi di orazione, che sono molti! Alcune approfitteranno in un modo, altre in un altro, ma il cammino è sicuro. Vi libererete dalle tentazioni più col mantenervi vicina a Dio che col restargli lontane. E giacché recitate il Pater noster tante volte al giorno, pregate e non cessate mai di pregare che vi accordi questa grazia (Manoscr. Escor.).

Allora, vediamo nel dettaglio. Santa Teresa ci fa vedere un’altra tentazione assai pericolosa: la sicurezza — potremmo chiamarla così — che nulla ci farà ritornare ai peccati di una volta, per il fatto che ormai sappiamo che sono peccati, e che vogliamo mantenerci nel servizio di Dio. Se però l’anima ha questa sicurezza, che cosa succede? Che non si cura di fuggire le occasioni; quindi, sicurezza e occasioni vanno di pari passo: tanto io mi sento più sicuro che ormai non cado più, tanto più mi espongo alle occasioni di peccato. E lei dice: state attenti perché, se poi cadete, attenzione che quella caduta non sia peggiore delle precedenti; perché, lei dice che siccome quest’anima ormai è incamminata sulla perfezione — e il demonio sa che un’anima che raggiunge certe vette poi gli è di danno, perché è assai utile per molte altre — il demonio farà di tutto per impedirle di rialzarsi. Capite? Il demonio cercherà di impedirle di rialzarsi.

Quindi, Santa Teresa dice: fuggite le occasioni; cioè, non sentitevi mai sicure che non ricadrete. Quindi, se io cadevo spesso nel peccato della gola, e a un certo punto il Signore mi ha liberato, io non devo sentirmi sicuro, tale per cui dico: “Sì, vabbè, io posso tenermi in casa cinque barattoli di nutella maxi, un vagone di colombe, pasticcini e brioche a non finire, pizze, focacce, perché tanto io non ci cado più”. Ecco: no, no. Anzi, io avrei più paura, rispetto a quelli che ci cadono sempre. Io, personalmente, avrei più paura di chi dice: “Ah, ma ormai sono vent’anni che non faccio un peccato di gola”. Vi faccio l’esempio della gola per farne uno, poi voi applicatelo a qualunque altro peccato che è diventato un vizio, magari. Ecco, no, non bisogna fare questo ragionamento, bisogna sempre fuggire le occasioni di peccato, sempre. Quando so che una cosa mi è occasione di peccato, anche se sono decenni che non ci cado più, devo sempre stare in guardia e fuggirla; questo ci insegna Santa Teresa, è importantissima questa sua indicazione. 

Poi: «Procurate di manifestare queste grazie a chi vi sappia illuminare, senza nascondergli nulla» perché — dice la nota — in questo il demonio suol tendere le insidie. Certo, perché il demonio cosa fa? Farà di tutto per evitare che voi andiate a esporre, a manifestare, ciò che vivete. 

Poi, altra cosa: “cominciare e finire sempre l’orazione, con il conoscimento di noi stessi”. Quando andiamo a pregare, dovremmo sempre cominciare con l’esame di coscienza, col conoscerci, guardarci dentro, e finire ancora con l’esame di coscienza, capite? Vedete quanto è importante! Ecco: se si comincia e si finisce col conoscimento di noi stessi, questa è la prova che la nostra orazione viene da Dio; ed è fonte di umiltà, perché ci fa conoscere intimamente il poco che siamo. Molto bello; queste indicazioni di Santa Teresa, sono veramente molto belle.

Dobbiamo stare attenti, perché noi abbiamo a che fare con dei nemici molto astuti, che non ci attaccano apertamente, ma si nascondono. Vi ricordate quando ci ha parlato dell’angelo di luce? Quindi dobbiamo stare molto attenti.

Se noi viviamo bene l’orazione, il demonio non ci potrà fare tanto male; lei dice: «tra coloro che recitano come si deve il Pater noster, sono così pochi quelli che si lasciano ingannare dal demonio»; è un po’ come essere alla corrida e stare nei palchi, a vederla. Quindi, il demonio tortura sicuramente di più chi trascura la preghiera.

Abbiamo finito il capitolo trentanovesimo, domani cominceremo il quarantesimo. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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